Episode Transcript
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Speaker 1 (00:00):
Ciao, dario,
benvenuto su Innovation Stories,
il podcast che parla diinnovazione e growth mindset.
Grazie di aver accettato il mioinvito e ovviamente tu, quale
innovatore, sei uno degli ospiti, tra l'altro il primo ospite,
tra le altre cose, che non vivein Italia perché tu vivi negli
States.
Vorrei innanzitutto che tiintroducessi per i nostri
(00:21):
ascoltatori e che, insomma,raccontassi un po' a chi non ti
conosce quello che è il tuobackground, come sei finito
negli States e anche la tuaesperienza professionale come
innovatore, perché, per chi nonavesse letto l'abbio che abbiamo
messo in descrizione, hailavorato tanti anni in Disney e,
(00:43):
insomma, adesso hai una nuovaazienda.
Speaker 2 (00:44):
Quindi vorrei che un
po' ti introducessi ai nostri
ascoltatori certo, intantograzie per l'opportunità e mi fa
molto piacere essere qui a farequesta chiacchierata con voi.
Allora, dario, io sono vivo aLos Angeles con la mia famiglia
dal 2012, ma sono in America dal2010,.
Siamo arriv in America dal 2010.
(01:05):
Siamo arrivati qui sulla spintadi un paio di cose, un po'
l'idea e alcuni sogni che volevorealizzare, appunto da
innovatore, alcune idee e alcune, come dire, ipotesi sul consumo
dei media, sulla creazione deimedia, che volevo provare un po'
a implementare e facevo moltafatica dalla posizione in cui
(01:29):
ero in Italia quando sonopartito nel 2010 a cercare di
implementarle.
Quindi, lasciato l'Italiaallora ero con Disney e
all'epoca avevo un ruolo globaledi sviluppo della parte digital
su tutto quello che era ilmondo dei fumetti, che è un
mondo all'interno del patrimonioculturale Disney, un mondo che
(01:52):
attascia molti punti di contattocon l'Italia, dall'accademia
Disney alla tradizione italianadi scrittura, di disegno.
Io ho avuto sempre, come un po',la passione personale per la
tecnologia sin da quando eromolto piccolo.
Ho ricevuto il mio primo, lamia prima console di videogiochi
quando avevo sei anni, il mioprimo computer, quando ne avevo
(02:15):
otto, che ho subito smontato ilgiorno due ho subito smontato
aperto per cercare di capire unpo' come funzionava.
Sono un po', come dire, pernatura, una persona molto
curiosa.
Sin da piccolo sono statoaffascinato dal mondo della
comunicazione e dei media, nonlo nascondo, un po' venendo da
(02:36):
una famiglia tradizionale, macomunque che mi ha permesso di
fare viaggi ed esperienze.
Ho vissuto molto l'opportunità,da un lato, ma anche la
curiosità di capire comefunzionavano questi strumenti
che permettevano, dal Papa a chialtri di parlare a milioni e
(02:59):
miliardi di personecontemporaneamente, avere un
impatto e un'influenza sullacultura, sullo storytelling
nazionale, internazionale, chefa parte, come dire, del nostro
tessuto personale e sociale.
Mi sono subito appassionato ainternet, prima che fosse
(03:21):
chiamato internet, mi sonoappassionato al mondo della
programmazione.
Ho fatto un po' di hacking daragazzo.
Bluebox, cose di questo genere,bluebox nel senso, cose diciamo
in realtà mi occupavo un po' piùdi cyber security, se vogliamo
per internet e quindi sulle BBSe i protocolli.
(03:45):
Mi ero un po' intrippato quandoero un ragazzino, su quella
parte lì, e ho passato qualcheanno a cercare a capire, a
creare, a rompere, a distruggere, a ricreare pezzi di codice.
Qualcosa poi mi ha resoabbastanza capace di capire e di
poter interfacciarmi coningegneri, con persone che
(04:08):
lavorano in uno sviluppo disoftware, eccetera.
Però mi sono subito.
Ho subito capito che non volevoandare in galera facendo like e
ho preferito prendere la stradadel college.
E peraltro ci siamo incontrati,abbiamo avuto un modo, in un
momento magico a Siena, divivere e di vedere l'avvento di
tecnologie future che si stavanosviluppando.
(04:31):
Come ricorderai, siena fu laprima città cablata d'Italia e
quindi come studenti, come corpostudenti e docenti, abbiamo
avuto subito dall'inizio accessoal magico mondo di internet.
E da quel punto in poi, diciamo, il mio interesse e la mia
carriera si sono concentratimolto sui media digitali, dal
videogaming, digital music,digital video, digital content
(04:57):
in generale, sicuramente dallaparte creativa e produttiva,
però ancora di più da partedistributiva e di marketing.
Dopo una breve esperienza aSiena in ambito universitario e
parauniversitario, ho fatto unmaster a Milano e da lì sono
entrato nel mondo del publishingin Mondadori, prima, poi nel
mondo dell'on.
(05:17):
Video, in Paramount e da lì inDisney con questo ruolo
focalizzato, con questo ruolofocalizzato e concentrato a
costruire il loro business difumetti digitali.
Poi, da lì, l'avvento deglismartphone, quindi lo sviluppo
delle prime applicazioni mobilepre-iPhone, poi l'avvento
(05:39):
dell'iPhone e dell'ecosistemaApple, che ha aperto le porte al
consumo di massa dei contenutidigitali, per poi arrivare,
appunto, l'ipad e poi tutto ilmondo del social gaming e poi il
mondo del gaming in generale epoi, come dire, i primi approcci
(05:59):
di Disney allo streaming.
Ho avuto la fortuna di essereparte di sempre dei Tiger Team
che venivano un po', come dire,a cui veniva assegnato il
compito, l'onere di innovare, dicercare di capire cosa stava
succedendo, appunto, del mondosia della creatività che della
distribuzione dei contenuti.
E quindi queste opportunità allafine mi hanno permesso di
(06:22):
sviluppare, di fare tante cosediverse, dal business
development alla tecnologia,all'r&d, alla produzione,
principalmente, ovviamente ilpublishing e il go to market,
appunto, di prodotti gaming, diprodotti con connettività tra
toys e gaming, tra toys e tv ecanali social.
(06:44):
E quindi, come dire, sono statosempre molto fortunato di avere
l'opportunità di essere la parteapicale dell'onda, con
l'empowerment e un po' di budgetanche per andare a sperimentare
, a fare cose di naturainnovativa, fast forward.
Adesso lavoro, ho il mioventure studio e ci occupiamo
(07:06):
appunto di sviluppare IP,proprietà intellettuali, come
business, e quindi non solo comeproprietà intellettuali ma
creando, come dire, la struttura, l'infrastruttura sotto e
attorno alla proprietàintellettuale per diventare un
business.
Crediamo molto, come dire, nelpotere trasformativo della
(07:27):
tecnologia, ma ancora di piùcrediamo molto nel potere
trasformativo che le comunità ele audience hanno rispetto alla
scoperta, alla discoverability,al consumo, ma anche alla
fruizione, pagata o meno, dicontenuti.
Vediamo un'opportunità nelcreare, nel stabilire un nuovo
(07:50):
template, se vogliamo, perquello che può essere uno studio
del futuro, appunto,focalizzato sulla tecnologia,
sui media interattivi e sullacreative ownership.
Speaker 1 (08:02):
Ok, hai toccato
tantissimi punti interessanti.
Io estrarrei intanto dueelementi.
Allora uno e in questo trovotanti punti in comune con la mia
esperienza diciamo tu ti occupiun po' di tecnologia e
creatività, cioè sei una personache a un certo punto ha scelto,
anche se lo sapeva fare, di nonsviluppare codice ma di andare
(08:22):
più nella parte di comunicazione.
Siccome tante persone a mecontattano recentemente
soprattutto studenti per capiree commentare in questo mondo,
vorrei che sottolineassi un po'l'importanza di questo essere a
metà di quanto è importante lamultidisciplinarità.
Il secondo tema che vorrei cheaffrontassi è questo tu prima
parlavi di storytelling, dicreazione di IP.
(08:44):
Allora io recentemente houtilizzato Minimax, che è un
modello AI di Singapore cinesecomunque che fa text to video.
In questo senso, secondo tecome impatta l'intelligenza
artificiale nella produzione deicontenuti ed in particolare
legata ai modelli AI, cioè ilfatto che oggi chiunque con un
(09:04):
prompt può realizzare qualcosache prima magari c'era bisogno
di settimane o mesi diproduzione per farlo esatto
quindi, questi due punti vorreiche toccassi per chiunque vuole
cercare di entrare in questomondo.
Speaker 2 (09:25):
Secondo me non esiste
più l'opportunità di dire
voglio lavorare in un ambientecreativo o media, ma non capisco
di tecnologia.
La tecnologia è stata di fattoil driver negli ultimi 30 anni.
È stato il driver delladisruption, dei più grossi
(09:48):
fenomeni di disruption deimodelli di business, dei modelli
di fruizione del contenuto, deimodelli di distribuzione e
monetizzazione dei contenuti.
Tutti i grandi cambiamenti sonoavvenuti, guidati da qualche
forma evento fortementeinnovativo internet prima di
tutto, lo smartphone, quindi laminiaturizzazione e la
(10:14):
portabilità dei device personali.
Adesso abbiamo tutti unmicrocomputer nella tasca e
prima i microcomputer eranomacrocomputer e stavano negli
stanzioni governativi.
Quindi non credo che siapossibile per chiunque voglia
approcciare questo mondo comeuna carriera o come
un'opportunità e non credo siapiù possibile dire no, ma io non
(10:37):
mi occupo di tecnologia inqualche livello, in qualche modo
bisogna essere moltoconsapevoli e molto curiosi.
Sicuramente curiosità èsicuramente uno dei tratti che
mi contraddistingue, checontraddistinto e continuo a
contraddistinguere tutto quelloche faccio a livello personale e
professionale.
Parlando appunto di AI, sentotanta ideologia in questo
(11:03):
momento, sono tanti ideologidell'AI che postulano futuri di
grande ottimismo o di grandepessimismo.
Però poi gli vai a chiedere sehanno usato l'AI, che tool hanno
usato, che cosa hanno provato afare, che tipo di esperienza
hanno avuto con quel tool e nonti sanno rispondere.
Quindi, per esempio, questo èun momento in cui quel tipo di
(11:27):
atteggiamento ideologicopreconcetto nei confronti di
qualsiasi cosa, appunto unospecifico in questo momento di
AI, nasconde più pericoli e piùrischi che opportunità.
Non credo sia possibilefondamentalmente capire il
futuro se non si riesce ad averele mani in pasta nel presente,
(12:01):
alle app, al gaming e poi leconnected technology.
E adesso le hai nei ultimi annicercando di realizzare
materialmente qualcosa che mipermettesse di capire il buono e
il brutto che viene con tutti iprocessi di innovazione.
Per iniziare a rispondere unpo' alla seconda domanda,
secondo me c'è tanta, ripeto,c'è tanta ideologia in questo
(12:24):
momento che gira attorno alladefinizione, ai fini e ai
termini di utilizzo deglistrumenti di intelligenza
artificiale.
È un'ideologia che viene percerti versi da un po' di paura,
paura dell'ignoto, paura dellaperdita, perché chiaramente c'è
(12:45):
un tema di perdita delle figureprofessionali, svalorizzazione
di certi talenti creativi, comehai detto tu oggi, basta che
qualcuno sappia dare un promptper poter creare qualcosa di
visualmente interessante.
Però posso dirti che io sono,per esempio, un ottimo esempio
di come io fondamentalmentecreda che questi tool siano dei
(13:12):
tool al momento e non credo chesia soltanto una questione del
momento, credo che sarà semprecosì o saranno mai in grado di
competere con la creativitàumana e comunque avranno sempre
bisogno di un umano alle spalleche detti quei prompt in una
(13:34):
maniera creativamenteinteressante.
Perché, per farti un esempio,io uso tool di AI, ho provato a
usare quelli come di natura unpo' più creativa, appunto i
minimax, i cling, i mid journey,e sono una capra, ma
semplicemente perché nonprovengo da un background di
natura creativa.
Ho idee di natura creativa, manon non mi sono mai
(13:57):
necessariamente occupato diessere un creative lead in
nessuno dei medium in cui misono trovato a lavorare non nel
publishing, non nel gaming, nonnei connected devices e quindi
realizzo io stesso che anchequando provo a fare un utilizzo
(14:21):
creativo di questi tool, mimancano non solo gli strumenti,
mi manca un po' anche lasensibilità per dare al tool,
per instradare il tool, mettereil tool nella giusta direzione.
E quindi alla fine io credofondamentalmente che se
abviviamo ancora un momento incui il tool è un tool e il
byproduct finale dipenda nonesclusivamente, ma in maniera
(14:48):
molto diretta dalla qualitàdell'input creativo che avviene
a monte.
Nuove pipeline vengono create aquesto punto quotidianamente e
credo che e vedo con grandeinteresse, con grande entusiasmo
(15:10):
questo processo didemocratizzazione dell'accesso
ai processi creativi edistributivi.
Da uomo di marketing, mifocalizzo in questo momento
anche tanto su quella parte lìdi come gli strumenti di AI e
gli strumenti digitali possanoaiutare o facilitare creatori e
(15:31):
creativi nella distribuzione,nel raggiungere le proprie
audience, non soltanto nellaparte creativa e produttiva del
lavoro.
Ma fondamentalmente io credo chesiamo ormai su una direzione
molto chiara dove le barriereall'ingresso per chi vuole
(15:52):
creare, produrre si stannoriducendo sensibilmente.
È una cosa che mi accettamoltissimo perché, per esempio,
negli anni lavorando per igrandi studio mi sono accorto,
lavorando con le piattaforme,con gli altri stakeholder
dell'ecosistema dei media, misono accorto quanto tutto il
(16:12):
sistema del gatekeeping, nelsistema del gatekeeping
risiedono tutta una serie dibias di razza, di genere,
culturali che personalmente,eticamente, ideologicamente non
posso che essere eccitatodall'idea della loro rimozione,
e che ci sia una barriera moltoridotta all'accesso per chiunque
(16:38):
voglia provare a crearequalcosa e a raccontare delle
storie, a intrattenere dellecomuneva a persone di viaggiare,
di incontrarsi in uno stessostudio, di condividere le
scalette e tutto quello cheveniva fatto.
Di conseguenza, oggi, se unovuole fare un podcast, video,
audio, sia, esistono tool chepermettono in maniera rapida di
(17:30):
ottenere quel livello di accesso.
Speaker 1 (17:32):
Sì, mi viene in mente
McLuhan il medium e il
messaggio, oppure content is theking, cioè ormai con questa
democratizzazione diciamo questademocratizzazione che è
avvenuta grazie alla tecnologia,quello che conta è il contenuto
che proponi io.
Quello che dico sempre ai mieiclienti l'intelligenza
artificiale è una leva.
Se tutti possono fare un videoin solo scrivendo un prompt,
(17:55):
conta cosa ci metti, che ilcontenuto che ci metti in questo
video, in questo contenuto checrei.
E a proposito di quello chedicevi, ho alcune altre domande.
Innanzitutto mi è capitatospesso io lavoro più con l'AID
per le case di produzione eagenzie di pubblicità o comunque
case di produzione in ambitopubblicitario ma mi è capitato
(18:18):
spesso di sentire storie diclienti a cui vengono presentati
progetti molto interessanti,fatti con le AI ovviamente, in
cui recentemente uno di questiclienti, insomma, sono andati in
presentazione, hanno presentatotutto un bel progetto, una
bella idea fatta con le AI e ilcliente ha detto ah, bellissima
questa cosa, ma perché noi vipaghiamo?
(18:38):
intendendo il fatto che se ilcontenuto lo fa le AI, qual è il
valore aggiunto?
allora, in questo senso,nell'ambiente che frequenti tu,
nell'ambiente degli studios,come questo fenomeno c'è, c'è
una barriera ancora, per esempioc'è stato recentemente lo
strike, lo sciopero deglisceneggiatori.
Ma in generale.
Quindi vorrei che affrontassiquesto argomento e poi invece
(18:59):
l'altro aspetto che mi hacolpito tanto e che vorrei che
approfondisse, invece l'aspettoumano.
Cioè tu hai lavorato molto conle persone nella gestione dei
team.
Quindi, al di là dellatecnologia, pensi che sia
importante, quanto pensi che siaimportante l'aspetto umano
(19:19):
kindness as a soft skill, cioèdiciamo la gentilezza come a
soft skill e quindi in questosenso, quanto le relazioni umane
e i rapporti umani fanno ladifferenza in un ambiente dove
la tecnologia mediamente tipermette di fare ormai quasi
tutto eccellenti domande,entrambe.
Speaker 2 (19:36):
Allora prima parliamo
un attimo della prima.
Da persone, da executive che halavorato negli studio, in
Disney, in Paramount, amcNetworks, ho sviluppato una
specie di, da un lato, un istudio sono un'entità essenziale
perché certi formati e certimedia possono continuare ancora
(20:02):
a esistere.
Non credo, non sono uno cheparla di doom e gloom rispetto
al mondo degli studio che devonomorire tutti, che sono dei
disgraziati che sfruttano illavoro dei.
Sì, ci sono aspetti di quellanatura.
Là però i studio sono, prendonoanche tutti il rischio alla
fine della fiera, si caricano ilrischio d'impresa che poi
(20:25):
fornisce a personalità talentocreativo l'opportunità di
esprimere quel talento informato di storytelling di
qualsiasi natura.
Il sistema studio, siccomemolto, la maggior parte di
(20:46):
studio sono comunque aziende dinatura pubblica e quindi
valutati sulla base deirisultati quadrimestrali.
Pubblica intendo i publiccompany.
Public company si quotate inborsa, che possono essere Disney
, warner o chi per loro,paramount, ancora per poco.
L'interesse primario è uninteresse tattico più che
(21:10):
strategico.
In questa fase Gli studiosvedono un'opportunità per
ridurre dei costi, pervelocizzare dei processi e per
avere un maggiore range, unmaggiore varietà di opzioni da
cui poter scegliere.
È un modello, come dire,funzionale al loro ecosistema.
(21:32):
È anche un modello funzionaleal loro DNA.
Ci sono sicuramente personeall'interno degli studios che
hanno una prospettiva più dilungo periodo rispetto a questo
tipo di disruption che staavvenendo in questo momento, ma
di fatto quello che vedo èancora molto opportunistico, se
vogliamo.
Detto questo, è anche un fattoregenerazionale, di leadership
(21:57):
generazionale.
La maggior parte dei leaderdegli studio sono, penso face a
dei boomer e finché finché nonci sarà un ricambio la spiego
anche un po' finché questistudio non porteranno a bordo
degli ex-executi che vengono daGen Z e Gen Alpha, secondo me
(22:20):
non potranno mai veramenteessere allineati con quello che
è il tipo di aspettativa alivello utenza.
Saranno sempre più focalizzatial loro back office, alle loro
efficienze e alle loro politicheinterne.
Se vogliamo, sono macchinonimolto importanti
(22:43):
dimensionalmente.
Politicamente è moltocomplicato per uno studio
veramente abbracciare ladisruption, perché generalmente
hanno più da perdere che daguadagnare dalla disruption.
Almeno finora questo si è statostoricamente.
Dall'avvento di internet in poi,però quello che vedo è che allo
(23:03):
stesso tempo emerge una culturae una avvento di internet in
poi, però quello che vedo è cheallo stesso tempo emerge una
cultura e un'attitudine un po'aperta all'iteratività dei
processi creativi che questitool permettono, e quindi meno
waterfall, meno adesso facciamolo script e poi facciamo lo
storyboard e poi facciamo iltreatment e poi facciamo
(23:25):
l'animatica.
Questi tool stanno facendocapire come si può iterare, si
può essere più efficienti maallo stesso tempo innovativi,
che poi torna a bomba, a quelloche dicevi tu Alla fine, quello
che rimvi tu alla fine, quelloche rimane il fattore
(23:47):
determinante è la qualità dellostorytelling e quindi se
potessimo tutti quantifocalizzarci un po' di più su
quello, teoricamente l'outcomefinale dovrebbe essere migliore.
Però qui poi subentra laseconda parte della tua domanda
come questi tool e la parte dicreazione e costruzione dei team
(24:07):
impatta o viene impattata daitool.
Più uso questi tool, più miaccorgo dell'importanza, come ho
detto all'inizio, del fattoreumano, di chi utilizza e di chi
gestisce questi tool, di chi liimplementa, di come i processi
vengono creati.
Credo fondamentalmente che iteam del futuro saranno molto
(24:30):
meno specializzati, cioè ci saràmolta meno segmentazione dei
profili professionali ildesigner, lo UI designer, lo UX
designer e stiamo parlando solodi designer l'artista,
l'illustratore.
E c'è l'opportunità, ma che èanche un rischio nel breve
(24:55):
periodo, perché talenti ibridi,creativi, supportati
dall'utilizzo di questi tooltecnologici, possano arrivare
dalla A alla Z in maniera piùveloce, ad offrire più
(25:16):
opportunità e, secondo me, chealla fine diventa un thread di
per sé tanti di questi tool allafine metteranno l'utente finale
in posizione di guida e quinditutto il mondo del user
generated content, tutto ilmondo dei cosiddetti metaverse,
(25:37):
che possono essere fortnite, oroblox, in cui è molto
importante, se non prevalente,la parte di user generated
content, quando si arriverà aquel punto in cui i team non
saranno più soltanto i team delback office di un'azienda o di
uno studio di produzione, ma iteam saranno un collettivo di
(25:57):
persone che fanno produzione,persone che fanno marketing e
comunità che fruiscono epartecipano alla vita di un
gioco, di uno show, quellosecondo me è veramente il land
state che io vedo nel futuro,che mi eccita moltissimo e che
secondo me trasformeràcompletamente la nozione di
(26:21):
squadra, di team, di come i teamdi produzione vengono creati
all'interno degli studio, dicome vengono gestiti, di come i
creatori e i creativi vengonocoinvolti all'interno del
processo, ma anche all'internodel, ma è ancora più importante,
all'interno del modello dibusiness stesso, della creazione
(26:41):
dell'IP.
Ed è questo, come dire, uno deimotivi fondamentali per cui
abbiamo creato io e la miapartner Diana abbiamo creato il
nostro Venture Studio, perchécreiamo che, fondamentalmente,
questa convergenza di consumo,creatività e distribuzione con
un foco sui creatori, un focosulle comunità, focus sulle
(27:02):
comunità, cambieràfondamentalmente il modo in cui
il contenuto viene creato,distribuito, fruito,
marketizzato e comunicato.
Vedo altrettanti rischi percoloro che non sono curiosi,
(27:24):
quante opportunità per coloroche invece lo sono e hanno
voglia di mettere se stessi, ilproprio talento, la propria
esperienza un po' in discussione.
Non sedersi su Non è nulla didiverso di quello che quando ero
nel mondo del publishing,transitando nel mondo del
digital publishing, e qualcuno,un executive molto in alto nella
(27:48):
Disney, mi diceva non capiscoquesta differenza tra design e
user interface design, the gooddesign is good design.
E tu gli dicevi in realtà no,perché sì, è vero che se disegni
un libro, ed è ben fatto, miporta dentro, mi coinvolge, lo
(28:08):
rende interattivo.
Però in un media digitalel'interazione è quello che guida
il consumo e quindi no, non èla stessa cosa.
Serve sempre che ci sia un po'di spargimento di sangue prima
che si possa arrivare a unacondivisione comune dei processi
(28:28):
e dell'innovazione che derivadai processi.
Speaker 1 (28:34):
Ok, vorrei un attimo
che spiegassi al pubblico perché
noi abbiamo un pubblico,diciamo, abbastanza variegato.
Quindi una nicchia di techsavvy è una nicchia dic, è
comunque un pubblico più ampiodi persone che invece sanno un
po' di tecnologia.
Innanzitutto, cosa fa unventure studio?
Perché questo molti non losanno.
Speaker 2 (28:52):
E poi, scusami,
legato a questo, un'altra cosa,
cioè come vedi, avendo tu unventure studio, avendo creato tu
un venture studio, gli accordiche invece, un po' più a livello
(29:19):
diverso, stanno facendo glistudios, o comunque i produttori
di contenuti, con i produttoridi AI.
Lionsgate studio prende un'ideache proviene da un talento, che
può essere un talento creativoo ingegnere, o chiunque prende
un'idea e crea attorno aquell'idea e fornisce a
(29:40):
quell'idea, a quel creativo,un'infrastruttura dei processi,
del finanziamento, ovviamente,per portare l'idea da stadio
dell'idea a stadio prodotto.
E quindi ci occupiamo di quelloche viene chiamato nel gergo
(30:01):
andare da zero a uno, che vienechiamato nel gergo andare da
zero a uno, trasformarequell'idea in un prodotto e
trasformare quel creative in unbusiness.
Queste sono le nostre prime duemodalità operative E poi,
ovviamente, nel momento in cuiil prodotto è nel mercato, parte
quello che è un modello piùtradizionale di ricerca del
product market fit, di go tomarket e poi, in successo, di
(30:25):
scalabilità di quel progetto, diquel prodotto a livelli più
ampi.
Quindi ci occupiamo prima ditutto della parte da 0 a 1 e poi
della seconda parte, che èquella famosa chiamata da 1 a 10
, dove si inizia a scalare, acercare di monetizzare, di far
crescere il prodotto che si ècreato e poi, come modello di
(30:51):
Venture Studio, si cerca disupportare, di sostenere quella
crescita costruendo il teamattorno al creativo e attorno
all'idea, cercando diraccogliere finanziamenti per
l'infrastruttura attorno a quelbusiness in maniera tale che
(31:19):
quel business possa esserefunzionante in maniera
indipendente, in maniera standalone, così che quell'azienda,
quella start up che noi abbiamoincubato, possa avere un proprio
futuro, andare sulle sue gambe,crescere, assumere altra gente.
Diciamo che siamo un po' comeun a metà proprio futuro, andare
(31:43):
sulle sue gambe, crescere,assumere altra gente.
Diciamo che siamo un po' come ametà tra uno studio di
produzione e un incubatore, sevogliamo, però con un modello
dove, a differenza per esempio,degli incubatori che prendono a
bordo decine di idee in un annoper poi scremarle e idee in un
anno per poi scremarle, noisiamo molto più, come dire,
curati nell'introduzione diquelle idee nel nostro portfolio
(32:05):
, perché poi e questa è laseconda differenza, perché poi
noi di fatto dedichiamo, nonsiamo come un incubatore
tradizionale, diamo dei soldi alcreativo, ci allontaniamo, ci
prendiamo un pezzo dell'aziendae lasciamo che vada in
indipendenza.
Siamo molto coinvolti, comedice il studio, nell'esecuzione
di quella traiettoria da 0 a 1ed è lì che mostriamo, come dire
(32:27):
, la nostra esperienza eportiamo la nostra esperienza,
le nostre competenze, le nostrerelazioni no-transcript,
(33:01):
semplicemente un'evoluzione diquello che già facevamo nei
nostri contesti corporate, sevogliamo, per evolverlo in
questa direzione, molto piùstartup focus.
La seconda domanda secondo me èveramente super interessante,
(33:23):
perché i diciamo chi fa apologiadi reato, il peccato originale,
diciamo di questi modelli AIche sono stati creati.
Se vogliamo, è stato come imodelli sono stati creati, come
sono stati creati.
Se vogliamo, è stato come imodelli sono stati creati, come
sono stati, come i dati che sonostati dati in pasto a queste AI
(33:45):
per la creazione dei modellisono stati ottenuti da, come
dire, da chi l'aveva creato.
Speaker 1 (33:52):
È stato fatto il
training, insomma, di questi
modelli.
Esatto, il training dei modelli, lo scraping, lo scraping lo
scraping di databasediscriminato su internet.
Speaker 2 (34:03):
Quello, se vogliamo,
è il peccato originale di questa
fase di generative AI, su cuimolti dei critici si focalizzano
per dire se c'è un furto amonte di proprietà intellettuale
.
Tutto quello che che succede aballe è macchiato da quel
(34:23):
peccato originale.
A livello a cui sono, non èstato sicuramente molto
(34:50):
trasparente o molto etico, sevogliamo, soprattutto nei
confronti di artisti, creatoridi contenuto, e chi più ne ha
più ne mette.
Dove sono le opzioni per casidi produzione o di distribuzione
o studio?
come possono essere Lionsgate?
o appunto Disney, che ieri haannunciato la creazione di un
dipartimento dedicato efocalizzato alla codificazione,
allo sviluppo eall'implementazione di AI di XR
(35:13):
DDR?
dove sono le opzioni?
o ti siedi sul bordo del fiume,aspetti qualche cadavere che
passi, oppure con curiositàapprocci la situazione e inizi a
organizzare, come dire, la tuaorganizzazione e le tue risorse,
(35:36):
i tuoi talenti, in maniera taleda imparare qualcosa.
Diciamo che la mossa diLionsgate, secondo me, è ancora
un po' più una mossa di PR, sevogliamo che è una mossa di vero
business.
Mossa di PR interessante perchél'idea di andare a fare una
(35:58):
partnership con uno di questi diqueste piattaforme, di questi
tool AI, fargli prendere inpasto tutti o buona parte,
diciamo, dei tuoi materiali, deltuo contenuto, farli far
imparare a questi modelli comequel contenuto viene creato, ma
(36:18):
anche come dire cosa funziona ecosa non funziona.
Secondo me, poi, permette aquello studio, dà un vantaggio
competitivo a quello studio dipoter essere più veloce in fase
di interazione, sia di naturacreativa che di natura di
marketing.
L'idea di poter testare delleversioni creative con audience
simulate, con gruppi di audiencesimulate, è molto interessante.
(36:41):
Per esempio, per me comemarketer l'idea di poter testare
una creative ad delle personevirtuali, in una audience
virtuale che io ho creato e cheho composto per rappresentare un
po' il mondo che è fuori, unpo' il mondo.
Come lo vedo io come marketer,è una possibilità molto
(37:04):
affascinante.
Perché nel passato cosa sifaceva?
Si facevano i focus group, peròi focus group avevano anche
problemi di natura metodologicafondamentali, il bias del
ricercatore, il bias delricercato.
Però i focus group avevanoanche, come dire, problemi di
natura metodologica fondamentali, il bias del ricercatore, il
bias del ricercato.
Insomma ci sono aspetti diinnovazione intellettuale in
(37:31):
questo processo che, secondo me,chiunque fa l'investimento oggi
in curiosità, investimento incuriosità crea un vantaggio
competitivo per il futuro.
Probabilmente non stiamoparlando di sono riuscito a
rendere la mia produzione piùefficiente del 30%, quindi
(37:52):
adesso spendo 30% in meno.
Non credo sia quello ancora,come dire, l'argomento di cui
stiamo parlando.
Credo che piuttosto stiamoparlando di aumentare le
capacità e la qualità di questeorganizzazioni, di iterare i
processi creativi e i processidi marketing in parallelo,
(38:14):
accorciare la catena del valorema anche le tempistiche di
sviluppo, di avere lapossibilità di di testare, di
provare con unità di contenutopiù piccole, come dire
circoscritte, senza per forzanecessariamente dover investire
(38:36):
questi enormi budget diproduzione, questi enormi budget
di marketing.
E, ripeto, secondo me quella èla cosa più interessante in
tutto ciò, perché quellademocratizzazione, quella
velocità del processo creativodi innovazione sono estremamente
eccitanti per qualcuno come meche lo ha fatto per mestiere, ma
(38:59):
anche qualcuno come me che,come utente, gioca videogioco
ancora, guardo tanto contenutodigitale, ma soprattutto mi
appassiono delle storie, ancora,dello storytelling che c'è
dietro un processo creativo diquella natura sì, ancora una
volta, sicuramente il contenutofa la differenza.
Speaker 1 (39:19):
Quindi mi pare di
capire se ho capito bene che i
real money, i veri soldi, ancoragli studios su le AI non li
hanno messi iniziano?
Speaker 2 (39:30):
sicuramente adesso
iniziano quantomeno a realizzare
che devono avere dei teaminterni investire sull'R&D
investire sul talento, investiresull'R&D, investire sul proprio
futuro.
Perché, ripeto, ci hanno giàprovato a dire tanti studi, ci
hanno provato a dire sì, vabbè,ma tanto lo streaming ancora non
(39:55):
fanno soldi.
E poi, quando sono arrivati aquella conclusione ho detto era
un po' tardi, però, come dire inmaniera tradizionale, hanno
super investito nello streaminge molti di quegli studi sono
andati a gambe dritte.
Per quella stessa ragione, percui quello che sto dicendo, e
ripeto, è c'è un grossoincentivo oggi per le aziende ad
(40:15):
accelerare i processi diadozione degli strumenti AI,
grosso incentivo oggi per leaziende ad accelerare i processi
di adozione degli strumenti AI,semplicemente perché, a
differenza della prima fase, cheera quello della distribuzione
digitale, quell'esperienzaadesso l'hanno fatta.
Quindi non è più una questionedi dire vediamo se funziona, e
qua è una questione di quantovelocemente, a quanto
velocemente ci arriviamo equanto questo cambierà e
(40:38):
altererà le logiche e lemetodologie di creazione di
contenuti.
Speaker 1 (40:43):
Certo.
Quindi diciamo l'applicazioneche tu vedi, almeno quella che
vedo io per la mia esperienza èsoprattutto nel digital asset
management, quindi diciamonell'organizzazione degli
archivi, quello oggi è una cosache già Se non l'hanno fatto,
organizzazione degli archivi,quello oggi è una cosa che già
deve essere.
Speaker 2 (40:59):
Se non l'hanno fatto,
la vedo dura che non l'abbiano
fatto ancora ad oggi.
Secondo me la maggior parte.
Sono ovviamente pronto, apertoa riconoscere che non è
esattamente così, però secondome i grandi studio oggi sono al
punto in cui digital assetmanager, creative collaboration
tool.
Se non hanno, i grandi studiooggi sono al punto in cui
(41:19):
Digital Asset Manager, creativeCollaboration Tool.
Se non hanno quel tipo didisciplina già oggi non la vedo
molto bene per loro.
Non sei uno studio.
Non sono molto ottimistarispetto al loro futuro.
Speaker 1 (41:35):
Assolutamente Senti.
Vorrei che tornassi invece sultema dei bias, che è un tema che
a me è abbastanza caro, nelsenso che a me ha colpito molto
vedere che nei training deimodelli, sia negli LLM che nei
modelli text-to-video otext-to-image, ci sono una serie
di bias.
Ho visto, tra le altre cose, unpo' di tempo fa, un
(41:57):
documentario che si chiamaQuoted Bias, che parlava delle
librerie di riconoscimentofacciale che hanno un bias
rispetto alle donne nere dicolore, che ovviamente sono
riconosciute diciamo più, piùcriminali degli uomini bianchi,
wasp.
Quindi insomma, in realtà è untema abbastanza al di là della
visione politica, però è un temaabbastanza delicato,
(42:20):
soprattutto rispetto al trainingdei modelli e, per esempio, in
questo senso io recentemente stopreparando dei corsi online
sulle AI fatti con degli avatare ci ho pensato due volte prima
di usare la mia faccia, di darela mia faccia e la mia voce
diciamo vita natural durante aun'azienda per farmi il mio
(42:41):
avatar.
Speaker 2 (42:41):
Se poi se lo vanno a
prendere, è un altro discorso
facendo scraping, però questo èun discorso abbastanza questo,
secondo me, il discorso chefacevo prima del peccato
originale di come questi modellisiano stati creati ed educati.
E questo sono totalmente duefacce della stessa medaglia.
(43:05):
Parliamoci chiaro il mondo èpieno di bias.
Sono connaturati nella cultura,nella storia, nelle
conversazioni, nelle strutturepolitiche.
(43:25):
Internet è la rappresentazionedi quella varietà, che include
anche i bias.
Quindi, indovina cosa puòsuccedere?
se dico a una macchina vai suinternet e cercami tutte le
informazioni riguardo a questacosa e costruisci un modello
rispetto a questa cosa, quellamacchina andrà in un ma mo le
dati in cui quei bias sonorappresentati, in cui quei bias
(43:49):
sono prevalenti, purtroppo,mettiamola così per cui l'output
non può che essere a sua voltabasato e alimentato su quel bias
.
Ed è lì il peccato originale,cioè se non c'è qualcuno, un
umano o una serie di umani chetagghino quel materiale come
(44:12):
bias, come fa la macchina asapere che quel materiale
proviene da un bias?
e come fa la macchina a esserecapace di decodificare e
riportare un output che non siabias?
È un circuito vizioso,purtroppo.
Speaker 1 (44:28):
Sì, mi viene in mente
il caso scusate ti interrompo
il caso, per esempio, dei biasmedici che viene utilizzato
tanto adesso negli ospedali,assolutamente, e per esempio,
anche se un medico ha tutta unaserie di elementi, mentre sulla
parte diagnostica, vedi la parteradiologica dell'esame
radiologico, le hai, è perfettaperché è trenata, invece che con
centomila radiografie che tupuoi aver visto come medico, con
(44:50):
milioni, invece, rispetto allediagnosi, se magari il medico ha
un'idea, le hai, c'è unconfirmation bias, un
confirmation bias assolutamenteesatto e quindi in questo senso
mi veniva in mente questoesempio la porta a livello
raziale, questa cosa la porta alivello di genere.
Speaker 2 (45:11):
Qui, secondo me,
subentra un po' l'aspetto di,
come dire, di standard, cosa che, se vogliamo, abbiamo cannato
con internet, col web 2.0, maanche col primo web, la
questione della definizionedegli standard.
Non noi che eravamo ragazziniall'epoca, ma le entità hanno
(45:35):
cannato, come dire, cannaronoquella parte.
Lì c'è un'opportunità diversa,c'è un'awareness diversa oggi,
che va e che deve andare nellacreazione di, come dire, di
questi processi di ethicalstandard.
E non è solo una questione diAI.
(45:56):
Però, se ci pensi la stessacosa un po' per la nozione di
metaverso, come fare a creare ilmetaverso sulla base di
strutture e di principi chesiano più inclusivi, meno
focalizzati sul gatekeeping epiù focalizzati sull'empowerment
dell'utente finale, l'unicomodo per farlo è stabilire degli
(46:21):
standard.
E più focalizzatisull'empowerment dell'utente
finale, l'unico modo per farlo èstabilire degli standard
normativi, che non sto parlandodi norme in termini di legge, ma
di standard in termini dipratiche, di processi.
Oggi abbiamo l'opportunità peressere un po' Per quanto siamo
partiti, già in ritardo perchéalcuni dei danni sono già stati
fatti, ma abbiamo un'opportunitàcome società di avere un
(46:42):
livello diverso di awareness perlavorare su quegli standard
prima che si arrivi a quellafase.
lì.
Lì, però, subentra anche un po'il pessimismo, se vogliamo
ideologico, che dal mio punto divista riguarda un po' il mondo
del capitale, che alla finestiamo sempre parlando di conti
(47:02):
economici, di profit and losses.
Come dicevo prima, per lamaggior parte di queste aziende
che sono ancora pubbliche, lamotivazione fondamentale rimane
o fare più soldi o spendere menosoldi, entrambe le cose
focalizzate al profitto e allacrescita del profitto.
Abbiamo un'opportunità unica.
(47:23):
Ma sono altrettanto consapevole,perché è molto utopistico il
mio punto di vista partire dalpunto di vista che non stiamo
cercando di ottimizzare questomondo e queste tecnologie per il
profitto, ma per il progresso,sarebbe lo shift che porterebbe,
(47:47):
come dire, ad outcome di altranatura.
Però parliamoci chiaro Minimaxbellissimo, fantastico, clink
meraviglioso.
Però diciamoci la verità comel'hanno creati quei modelli?
con un obiettivo basato sulprogresso o con un obiettivo
basato sul profitto?
(48:08):
credo di avere la risposta nonlavoro con quei team, non lavoro
con quegli executive.
Non so per certo, fatto stesso,che OpenAI fosse stata creata
come una società no profit.
Speaker 1 (48:22):
Lavoro con quei team,
non lavoro con quegli executive
, non posso non so per certo,fatto stesso, che OpenAI fosse
stata creata come una società noprofit, ma adesso è una società
per profit.
Sono andati via tutti, tra lealtre cose, soprattutto i
responsabili della sicurezza edell'allineamento, e anche
questo adesso non parliamo diAGI nel senso che si aprirebbe
un discorso ancora più ampio,gli AGI nel senso che si
aprirebbe un discorso ancora piùampio.
Però sicuramente diciamo che io, quando cerco di spiegare la
(48:42):
scala di questa cosa, molti nonla capiscono.
Noi abbiamo creato una cosa cheè l'intelligenza artificiale,
che è più smart e piùintelligente di noi.
Sicuramente un medio modello diAI ha un cui maggiore di quello
di Albert Einstein, quindidiciamo che da potista razionale
sicuramente ci sorpassa, comedicevi tu.
(49:03):
Il problema è poi come alleniquesti modelli e come li
utilizzi, perché io dico sempreai miei clienti o alle persone
che mi chiedono di approfondireil tema che l'AI è come una leva
.
L'intelligenza artificiale ècome una leva, quindi è una leva
delle competenze, ma anchedelle cose buone, in positivo e
negativo.
Mi stupisce.
(49:24):
Torno sempre al campo dellamedicina, perché è un campo
forse più comprensibile a tutti.
Per esempio la tecnologiaCRISPR, la tecnologia di gene
editing, che oggi è unatecnologia in cui, diciamo,
anche gli allevatori di maialiamericani la utilizzano per fare
i maiali transgenici, esattoper fare anche.
(49:45):
Addirittura vendono i kit perfarli fluorescenti.
Mal di queste stupidità.
Cioè il tema è che poi inrealtà questa cosa non è stata
resa per tutti.
In quel caso, nel caso dellamedicina, l'antichirurgia CRISPR
è un'antichirurgia chepermetterebbe il gene editing
per tutti, cioè permetterebbe dirisolvere tutta una serie di
(50:08):
problemi concreti.
Invece rimane una cosa dinicchia minimax.
Speaker 2 (50:14):
È molto bello, però,
come dici tu, quanto impatta in
termini di qualità della vitadelle persone, di società, poco
poco per questo sono molto ed èuna parte interessante anche,
come dire, dell'evoluzione delmio percorso professionale e
personale, questa fase, peresempio, della mia carriera,
(50:37):
della mia vita.
Anche sono paradossalmente piùinteressato a capire che tipo di
impatto possa l'AI avere, peresempio, sul public government,
sugli school district, sulleamministrazioni pubbliche a
livello locale, perché losappiamo benissimo e non ne
(50:58):
faccio un discorso politico,purtroppo in quei contesti lo
spreco, gli sprechi del denarosono un fatto comune, sono un
dato abbastanza evidente, undato abbastanza ovvio.
Ma immagino se potessimoottimizzare il deployment degli
investimenti pubblici, sullabase, ovviamente, di policy
(51:20):
determinate e dettate da quelleche sono le persone che poi
eleggiamo democraticamentetramite processi elettorali.
Però immagina se potessimoottimizzare le logiche di
deployment del cash posso fareuna battuta?
Speaker 1 (51:35):
sì, immagina se
potessimo collegare i conti
correnti con le dichiarazioni diredditi in Italia, una cosa
difficilissima da fare.
Speaker 2 (51:43):
Impossibile,
impossibile, totalmente sì.
Allora, se la vedi dal punto divista del commercialista che
perde lavoro perché non può farepiù la dichiarazione dei
redditi, è un problema.
però se la vedi dal punto divista che il commercialista può
solo controllare dei datiprecompilati, dire sì, funziona,
(52:03):
sì, è corretto, e ne fa dieciinvece di due, e spende il resto
del tempo dicendo va bene, peròcome ottimizziamo questo cash
che tu hai?
quello sarebbe in teoria illavoro del consulente, di un
consulente fiscale o di unconsulente portare la conoscenza
(52:25):
, la competenza a livellolegislativo di processi di
entità, eccetera, utilizzando,come dire, i dati che provengono
dal profilo personale,suggerendo strategie di
ottimizzazione del profilo ditassazione, profilo di deduzione
.
Speaker 1 (52:41):
Sì, io la immaginavo
più legata all'evasione fiscale.
Speaker 2 (52:43):
diciamo Esatto per
portare poi alla fine come
outcome questo devi pagare,questo viene pagato.
Speaker 1 (52:50):
Non c'è più, come
dire, un elemento di
discrezionalità basata su novabbè però ti faccio vedere io
come la devi risolvere questasituazione, perché in questo
senso credo che negli StatiUniti un aspetto buono degli
Stati Uniti in questo senso sia,almeno dal di fuori, sembra
essere la digitalizzazione ocomunque il fatto che cioè
rispetto all'Italia, insomma, cisono delle notevoli differenze.
(53:14):
Soprattutto c'è anche unenvironment lavorativo o di
scuole per i ragazzi, dove peresempio, studi tutte le tutte le
materie STEM che qua in Italiasono tu studi il latino, il
greco, bellissimo, per unanicchia, però ci fai poco nel
mondo di oggi io che provengo daquel percorso, lì lo capisco
(53:34):
benissimo.
Speaker 2 (53:35):
Però vale anche, come
dici torno al discorso che
facevamo all'inizio vale ancheil discorso contrario, cioè la
tecnologia ormai la possonoimparare un po' tutti.
Secondo me gli strumenti cherimangono fondamentali sono la
curiosità, l'intuito, però anche, come dire, la capacità
analitica, la capacità critica,strumenti di processo logico, lo
(54:01):
studio del greco e dell'adino,per esempio, quello mi hanno
dato tutta una serie di canvas edi tool che poi ho utilizzato
nel corso del mio percorsopersonale e professionale.
Sarebbe la parte più eccitantedi tutto.
Quello che sta succedendoadesso è vedere mia figlia
interrogare l'AI su questioni dinatura pratica, concettuale,
(54:31):
elaborazione di concetticomplessi che un motore di
ricerca ovviamente non gestiscee non può ancora gestire.
L'utilizzo di questi strumenticome partner di pensiero, di
conversazione, di elaborazione,più che come calcolatrice non mi
(54:54):
serve fare, sta roba, adessodon't prompt e mi dà l'effetto
finale.
La parte empowering di questitool per me è proprio quella,
cioè per uno come me avere unacontroparte che lavori con me
sulla parte di analytics per unvideogioco recentemente ad altre
(55:14):
cose.
Speaker 1 (55:15):
Avete pubblicato un
videogioco giusto.
Hai partecipato all'ubpubblicato un videogioco giusto.
Speaker 2 (55:18):
Hai partecipato alla
pubblicazione di un videogioco
si nello sviluppo epubblicazione di Politica Larina
, che è una simulation sandboxdedicata al mondo politico.
Abbiamo usato AI per tantissimecose nel corso del processo di
sviluppo e produzione, appuntoda testare concetti creativi di
marketing su audience simulate,ad utilizzare AI per code
(55:43):
debugging e optimization perarrivare a creative iteration di
concetti di marketing, peranalisi di dati, compilazione di
file Excel con i codici e lechiavi per lo scaricare dei
giochi.
Di fatto ci ha permesso diessere un micro publisher,
(56:06):
praticamente mi ha permesso diessere da solo il micro
publisher di questo videogioco.
Quando io sono stato parte diprocessi simili dentro Disney,
avevo un team di 50 persone perfare la stessa roba.
Di fatto, allora puoi vedere laparte di sì, ma cosa è successo
(56:26):
a quelle 49 persone che nonstanno lavorando con te?
però puoi vedere anche il fattoche se non avessi avuto accesso
a quei tool e non fosse statauna persona curiosa che le
avesse usate nel passatocercando di capire come
utilizzare per i miei rifini,questo gioco non sarebbe stato
pubblicato.
Di fatto, quale partedell'equazione vogliamo?
(56:48):
su quale parte vogliamofocalizzarci?
che un bel gioco, una bellastoria con un impatto culturale,
narrativo possa essererealizzato e portato lì fuori
con un team molto ridotto dipersone, ma persone con
esperienza e con talento, otutte le storie nel gioco sono
tutte create da un umano.
Il codice è stato soltanto,come dire, il nostro
(57:22):
sviluppatore e anche creatore hausato AI soltanto per due cose
affrontare, approcciare problemiteorici molto importanti per
facilitare, come dire, ilbreakdown del problema nei suoi
componenti fondativi e poi perprovare a fare del problema nei
suoi componenti fondativi e poiper provare a fare un po' di
debugging e di quality controldel codice.
(57:45):
Tutto il resto era tutto umano.
Per questo torno a bomba.
Non stiamo parlando disostituire gli umani, no, stiamo
parlando di aumentare lecapacità di analisi, di
creatività, di produttività cheun umano già possiede nel
proprio background,democratizzando e riducendo la
(58:09):
barriera all'accesso.
Non so di tutto ciò, non soquale, quale sia la pars destro.
Francamente, sì, torniamo alpeccato originale, ma al di là
di quello, ripeto, non sonomolto interessato al discorso
puramente ideologico di è buonoo è brutto?
(58:29):
perché se no, facciamo lastessa fine di quando?
sì, ma lo streaming è buono o èbrutto?
eh, ma mi piaceva ricevere, mipiace l'idea di andare dentro il
blockbuster.
Ho capito?
sì, sì, la tecnologia di per séè neutrale, tra le altre cose è
tutto.
Speaker 1 (58:45):
Come la usi, anche le
hai la puoi usare in senso
molto positivo, ma anche moltonegativo.
Speaker 2 (58:49):
Quindi esatto e
peraltro ci saranno un sacco di
agenti che la utilizzerannoperfini nefari.
Ne Ci saranno un sacco diagenti che la utilizzeranno per
fini nefasti, non etici.
Esistono già, dalladisinformazione politica al
marketing aggressivo che vedosta emergendo tanto, per esempio
(59:16):
sui social media, che vienefatto tramite AI.
Chiaramente ok.
E con ciò non è che siccomeagenti malintenzionati rendono
la tecnologia malintenzionata,sono gli agenti che sono in
malintenzione.
La tecnologia, come hai dettotu, è neutrale.
È neutrale.
Per questo, secondo me, laconversazione deve essere
(59:37):
rapidamente shiftata da unaconversazione di natura
ideologica a una conversazionedi natura culturale
assolutamente mi colpiva almomento in cui registriamo il
podcast.
Speaker 1 (59:52):
Sono state
recentemente le elezioni
americane.
Mi ha colpito vedere un postosu LinkedIn, che ho visto ieri,
di un tipo che praticamente hautilizzato le AI per fare il
fact checking di un rally, di uncomizio, di un politico.
Parlava e facevano un factchecking in tempo reale fatto
con le AI.
Speaker 2 (01:00:20):
Un utilizzo bizzarro,
che non mi sarei aspettato,
diciamo fantastico ripeto, sonotutte cose che personalmente mi
accettano moltissimo, mispingono a rimanere al discorso
iniziale della curiosità.
Preferisco essere parte delmovimento che cerca di capire
(01:00:44):
come le cose funzionano,dovrebbero funzionare, che prova
a utilizzarle in manieraconsona a dei principi etici e
culturali di un certo tipo,piuttosto che fare la parte di
aspetto.
Mi siedo sul bordo del fiume,vedo quali sono i primi cadaveri
che passano e mi adeguo diconseguenza.
(01:01:05):
Non è mai stato, come dire, nelmio DNA, non è nel DNA
dell'azienda che ho fondato equindi non è il tipo di
conversazione che mi interessaavere.
Ripeto, di pura naturaideologica.
Speaker 1 (01:01:20):
Sì, assolutamente.
Io credo diciamo la cosa piùimportante in questo momento in
cui l'AI sta diventandomainstream o comunque sarà alla
portata di tutti, anche grazieai telefonini, al fatto che
Apple, per esempio, con AppleIntelligence mette l'AI su
dispositivi, è la formazionecontinua, che è quello che credo
(01:01:40):
manchi oggi all'Italia.
Tu sei lontano da un po' peròio credo che in questo momento,
come dire un paese che il suosuccesso sulla cultura il fatto
che non ci sia più unaformazione continua e con le AI
tu devi fargli le domande giuste, cioè una leva delle tue
competenze, quindi, se tu nonsei preparato, sia in senso
(01:02:01):
ampio, quindi contestualizzandoquello che gli chiedi, che nella
tua nicchia specifica le AI èuno strumento che fa solo danni,
o comunque gli puoi chiedereanche perché ti aggiungo un
particolare.
Speaker 2 (01:02:13):
Allora, per esempio,
io uso tanto le AI per
facilitare il mio lavoro direvisione di contratti.
Mi risparmio spero che il mioavvocato non mi stia ascoltando
mi risparmio un bel po' di feelegali.
Però, avendo lavorato sumigliaia di contratti nel corso
della mia carriera, conosco benei linguaggi legali, conosco
(01:02:34):
bene i termini di business chematch nel linguaggio legale.
Quindi utilizzo tanto l'AI peraiutarmi a fare proof file Excel
con due tabelle di dati, chedovrebbe in teoria essere una
(01:03:02):
cosa abbastanza facile.
Ho riscontrato che l'AI facevadegli errori.
Sono dovuto andare io dentro edire guarda che ho trovato
questa discrepanza.
Secondo me ti sei perso aquesta cosa e questo riguardo è
a valle della mia competenza.
Ma a monte è chiaro che, peresempio, la qualità dell'output
(01:03:23):
di un AI oggi è proporzionalità,è totalmente proporzionale alla
qualità del mio prompt e quindimi rendo conto che, se voglio
utilizzare l'AI come partner ecome aiutante, la responsabilità
di fornirgli un brief chiaro,articolato, conciso, preciso,
(01:03:47):
contestuale è la mia.
Se gli do informazioni di bassaqualità, l'output è di
bassissima qualità.
Se gli do output di altaqualità, input di alta scusami
di alta qualità, l'output è didiscreta qualità.
Non so se questo concetto, comedire garbage in garbage out.
(01:04:11):
Con l'AI è esattamente così.
Se gli dai in passo un sacco diporcherie, non c'è controllo su
quello che il modello è stato,come quello che il modello ha
ingerito per creare, per crearequella fase intelligenza, e poi
non c'è un controllo a vallesulla putt possa assicurarti le
alfa danni più da anni che no,assolutamente.
Speaker 1 (01:04:34):
Questo apre tutta una
serie di, diciamo, di quesiti e
di domande su come vieneapplicato.
Verrà applicata poi nella,nella pratica, nel mondo reale,
al di là del fatto che gli LLMsaranno il cervello dei robot e
quindi quando tra un paio d'annile persone vedranno i robot per
le strade, capiranno che non èpiù un giocarello che sta sul
(01:04:57):
telefono, ma al di là di questo,secondo me c'è proprio un
problema come dici te, più diregolamentazione, proprio di
valori, cioè, è una tecnologiache obbliga, ecco, è una
tecnologia che obbliga, cheobblicherà gli esseri umani a
ripensare i valori, è unatecnologia che obbliga gli
esseri umani a ripensare ivalori assolutamente io non
(01:05:20):
posso che vedere quella comeun'opportunità enorme per noi
come società, se la tecnologiaci spinge a ripensare come
abbiamo costruito certestrutture di bias, di
gatekeeping, di segregazione, dimancata integrazione.
Speaker 2 (01:05:37):
Non lo so.
Per me è una cosa estremamentepositiva se l'AI riporta noi
umani a parlare di noi umani.
Non lo so, io la vedo come unacosa estremamente positiva.
È un momento di grande, dinuova industrializzazione.
Ci sono delle sfide enormi chehanno a che vedere appunto con
(01:05:59):
la distribuzione della ricchezza, con la distribuzione della
conoscenza, con l'accesso allaconoscenza, al training,
eccetera.
Però sono più eccitato dalleopportunità di lavorare su
quegli aspetti con l'ausiliodella tecnologia.
Che è interessato a dire no, latecnologia è brutta, buttiamola
via, non siamo pronti.
Perché quello è anche un modoper dire a noi stessi come umani
(01:06:19):
che non siamo pronti, che è unacosa devastante.
Sì, sì, perché è una creazionedell'intelletto umano.
Speaker 1 (01:06:25):
Comunque, le AI è in
qualche modo una scoperta.
Come può essere il fuoco, comepuò essere la ruota o le
medicine anticancro.
Speaker 2 (01:06:35):
Che facciamo?
Diciamo no alle medicineanticancro perché non siamo
pronti alla distribuzione dellemedicine anticancro dove ci sono
sistemi assicurativi privati.
Speaker 1 (01:06:43):
Assolutamente no.
In questo senso mi veniva inmente una cosa il podcast prima
oggi si chiama InnovationStories, prima si chiamava
Innovate for Success e, diciamo,l'idea era di parlare del
concetto di successo.
In realtà, in questo sensovorrei un po la tua opinione su
questo, cioè io credo che anchegrazie alla tecnologia il
concetto di successo e anche difelicità, di qualità della vita
(01:07:07):
sia molto cambiato e e quindinon continui a cambiare
assolutamente.
Sono totalmente d'accordo con tecioè, nel senso io penso che
appunto mi ha colpito, sempreper citare Gary Vee, che dice
che dovremmo ripensare, cioè 7miliardi di persone, 8 miliardi
di persone quanti siamo,dovremmo ripensare il concetto
(01:07:27):
di felicità, che non è quello difare billions, cioè miliardi di
dollari, ma è quello disvegliarsi contenti la mattina e
di guardare, di avere unavisione ottimistica della vita,
anche perché, secondo me, avereuna visione positiva ti aiuta,
perché se guardi solo ilnegativo nella vita è già
difficile e, scusa, su questacosa mi leggo e vorrei il tuo
parere su questo.
(01:07:48):
Io ho visto che questo credo,almeno non ho visto.
Credo che questo modo dipensare aiuti anche nel mondo
del lavoro, nel senso che se tuformi un team, preferisci avere
qualcuno che ti pone problemi oche ti pone soluzioni,
sicuramente uno che ti pone unasoluzione ad un problema che
tanto il problema ci sarà sempre, cioè si creerà sempre un
problema, e quindi è meglio.
Speaker 2 (01:08:09):
Da questo al prossimo
, al prossimo al prossimo.
Speaker 1 (01:08:12):
Come la vedi tu.
Speaker 2 (01:08:14):
Sono totalmente
d'accordo, per cui torna a bomba
il discorso della curiosità.
Io sono in natura un problemsolver e quindi sono molto
frustrato quando e questa è unacosa che viene, come dire, dalla
mia sfera personale e familiareuna delle cose che mi frustra
di più è che io non ho controlloe non ho possibilità di
(01:08:35):
controllo su alcune dellequestioni di salute di mia
figlia, perché io sono unapersona che sono focalizzata a
trovare delle soluzioni e ilproblema di salute di mia figlia
non ha soluzioni, e quindi nonposso non guardare a tutte
queste tematiche e dire sì, mase il problema è risolvibile da
(01:08:56):
un umano con l'aiuto e laspecializzazione di un strumento
tecnologico, perché nondovremmo?
Cosa ci frena?
A meno che non sia unaquestione di natura legale o che
ci blocca, non possiamo farlo.
Perché non dovremmo aspirare avivere più felici, a lavorare di
(01:09:18):
meno, a fare lo stessoquantitativo di soldi che ci
permette di vivere bene, divivere felici, di permetterci di
fare quello che vogliamo, diviaggiare quello che sia?
perché non dovremmo volerequesta cosa e dovremmo voler
rimanere dove siamo?
solo per paura di quello chepotrebbe succedere, perché non
(01:09:39):
sappiamo ancora dove stiamoandando da Omero in poi Colombo.
Non voglio entrare nelladiscussione del colonialismo,
però per dire il mondo haprogredito grazie a coloro che
(01:10:00):
avevano delle domande o deiproblemi e cercavano delle
soluzioni, o cercavano concuriosità di guardare oltre alla
soluzione attuale per vedere vabene, ma quale sarà la
soluzione del futuro.
Sono totalmente concordo con tenel dire che questa è una fase
(01:10:23):
che ci dovrebbe spingere, comesocietà, alla rivalutazione di
certi modelli di distribuzione,di ridistribuzione del censo
della ricchezza, diridistribuzione del censo della
ricchezza.
Ci dovrebbe mettere di fronte atematiche di reale integrazione
sociale, ci dovrebbe permetteredi pensare a problemi di
(01:10:47):
lunghissimo periodo, come icambiamenti climatici, la
scarsità dei risorsi naturali,in maniera molto più creativa e
molto meno difensiva di quelloche si ha al momento attuale.
Purtroppo, ripeto, siamo ancorain un sistema capitalistico,
per cui il sistema degliincentivi della nostra società è
(01:11:07):
ancora molto focalizzato sutanti che vivono qui e pochi che
vivono qui, e il sistema èancora costruito per
riperpetrare se stesso, che ècome la definizione del sistema
capitalistico.
Vedo però anche come la nozionedi empowerment che queste
(01:11:29):
tecnologie ci permette di averela possibilità di avere accesso,
come ho detto all'inizio, allacreazione e alla distribuzione
di contenuto, di idee, dicreatività.
È un avalanche che non potràessere fermato, non può essere
fermato ed è giusto così, ripeto, sono molto più interessato a
(01:11:51):
pensare a come posso, nel miofuturo, essere più coinvolto in
ambiti pubblici o di impattosociale grazie al fatto che
posso lavorare meno ore nellamia giornata ed essere
ugualmente produttivo, piuttostoche pensare a non è una
(01:12:11):
criticità che mi sfugge, quelladi ma cosa facciamo con gli
artisti?
non ci saranno più artisti.
Non credo che sia quello ilfuturo, non credo che stiamo
andando in quella direzione.
Però ci possiamo arrivaresoltanto, ripeto, se abbiamo un
po' di foresight, un po' dicuriosità intellettuale alla
(01:12:35):
scoperta, alla disruption, amettersi in ballo anche
personalmente, cosa che tu, peresempio, hai sempre fatto nella
tua vita, io ho sempre fattonella mia vita e nella mia
carriera mettersi in discussione, mettere le proprie competenze,
le proprie conoscenze, semprein discussione per dire vabbè,
che altro posso imparare dinuovo sì, insomma, secondo me,
(01:12:56):
veramente io sono, dal mio puntodi vista insomma personale, dei
piccoli passi e anche di,diciamo, come dire, cercare di
insomma migliorare, cioè cercaredi essere un po' meglio del
giorno prima.
Speaker 1 (01:13:07):
Cioè, al di là del
mio aspetto personale, proprio
in generale credo che siaimportante non mollare anche
nella vita, diciamo, cercare difare del proprio meglio per sé e
soprattutto per chi ti stavicino, cercando di essere
insomma anche un po' attentiagli altri, perché poi sai, in
questo momento tutti, molti sonoconcentrati su di sé, sul
(01:13:28):
successo, eccetera, eccetera.
Però forse, se uno spostal'attenzione da se stesso al
mondo che gli sta intorno,secondo me è un po' una chiave
di lettura differente.
Speaker 2 (01:13:40):
Un'altra volta, certo
.
Speaker 1 (01:13:43):
Non dico che uno si
deve dedicare completamente agli
altri, però se stanno un po'bene tutti, siamo bene tutti.
Tutti un po' meglio, tutti unpo' meglio, esatto.
E poi è chiaro che uno deveanche cercare di seguire le sue
inclinazioni, ovviamente, e poiè chiaro che uno deve anche
cercare di seguire le sueinclinazioni, ovviamente.
per me, a livello personale c'èstata un'esperienza, dopo una
serie di vicende personali, chetutti mi dicevano no, tu devi
(01:14:04):
mollare, non devi fare il tuolavoro.
sono sogni che invece ho dettono, ragazzi, come dire, torno a
fare il mio lavoro.
double down su quello chevoglio fare su me stesso esatto.
Poi ho avuto pure la fortuna dipotermi mettere, come dire,
pancia a terra a studiare che,come dicevamo prima, è molto
importante.
Speaker 2 (01:14:24):
È un lusso, quello È
un lusso esatto.
Speaker 1 (01:14:26):
Infatti io sono molto
chiaro che per me questo è
stato un lusso, ma diciamo credoche una seniority poi comunque
mi abbia aiutato, insomma, arecuperare rapidamente una serie
di cose.
Ci avviciniamo alla conclusionechiederti per gli ascoltatori
quali, se ci sono dei titoli dilibri o in ambito tecnologia, ma
(01:14:47):
non necessariamente che diciamoper te sono significativi, che
le persone dovrebbero leggere.
Speaker 2 (01:14:53):
Allora Creativity Inc
.
È stato un libro moltoimportante per me.
Il libro di Ed Catwell, uno deifondatori di Pixar, è stato uno
dei libri fondamentali per me alivello di percorso di
management, percorso personale.
Però piantava anche, come dire,dei paletti di natura
intellettuale che secondo mesono alcuni di quelli di cui
(01:15:15):
abbiamo parlato.
Di me stesso è stata l'Odissea,intanto perché è stato tema di
(01:15:49):
studio per tanti anni del mioliceo classico, principalmente
per il suo messaggio di fondo,che è un messaggio focalizzato
sulla curiosità, l'aperturadelle frontiere, lo spingersi
oltre, guardare oltre, andareoltre, continuare a guardare
oltre le colonne d'Ercone.
L'odissea, secondo me, per menel mio percorso formativo è
stato uno dei libri piùimportanti proprio a livello
(01:16:13):
personale.
Io poi sono una persona chesicuramente ha torto, direi,
però non ho purtroppo più tantotempo per leggere famiglia,
lavoro, impegni, eccetera, percui ho sostituito la parte di
lettura di libri con parte diapplicazione pratica
(01:16:38):
nell'utilizzo di certetecnologie.
Ma ne ho fatto una questioneproprio metodologica, cioè di
essere cercare di lavoraresempre un po', di stare sempre
un po' avanti nella conoscenzapratica di come certe tecnologie
funzionino, in maniera tale dapoter mettere a servizio della
(01:16:59):
industry questo patrimonio diconoscenze e di competenze per
continuare a spingere l'agendadi progresso innovativo e di
sviluppo del business dovunquesia stato, che sia stato in
Disney, in El Sì, adesso nellamia stessa azienda.
Posso aggiungere un?
ha avuto un impatto moltoimportante su gli ultimi anni
(01:17:23):
della mia vita sicuramentel'entrare in contatto con
diretto con il mondo diciamodottori, ospedali, ricerca per
comprendere quanto siaimportante traslare queste
stesse nozioni di curiosità e diforward thinking in ambiti
(01:17:50):
sociali più ampi, ambitigovernativi, ambiti relativi
all'health care, ovviamente,ambiti relativi ai sistemi
scolastici.
Guardo tanto contenuto emateriale su youtube, sui social
media, seguo molti creatori emolti personaggi intellettuali
(01:18:14):
con cui posso essere anche indisaccordo, però mi alimento
molto di novità, se vogliamo,sia proprio a livello pratico
che di contenuto.
Mi alimento molto di novitàanche di storytelling, nuovi
formati, perché, ripeto, questoè un po' il mio lavoro e ritengo
che per essere e per difendereil mio patrimonio di conoscenze,
(01:18:37):
devo continuare a espanderlo.
Non posso dire ah, ho questopatrimonio fatto negli ultimi
dieci anni, basta, tiro fuori daquei cassetti, tiro fuori le
informazioni che mi servono.
Mi sono reso conto che stavasuccedendo, purtroppo dovuto a
covid.
Le competenze invecchianorapidamente quando fai mestieri
(01:19:00):
come i nostri E quindi abbiamouna responsabilità nei nostri
stessi confronti di non farlosuccedere.
E quindi mi rendo conto, comeper esempio, il mondo del
publishing viaggia ancora inmaniera lenta e quindi mi sono
iniziato a documentare, astudiare utilizzando altri
(01:19:21):
strumenti, utilizzando altrepiattaforme, altri media,
esponendomi, come dire, anchealle criticità che quei media
presentano la discoverability,l'accesso, la qualità dei
contenuti, la credibilità dellevoci.
Speaker 1 (01:19:40):
No, assolutamente.
Mi ritrovo tantissimo, perchécon la mia compagna abbiamo
discusso spesso del fatto che iopasso giornate intere su
YouTube a vedere video.
E lei mi dice ma che fai?
Io ti guardo e sto lavorando.
E lei dice ma come stailavorando?
Io dico sì, sì, sto lavorando.
È come no di Norisi,no-transcript, questa cosa qua.
(01:20:19):
Due cose per chiudere.
Allora c'è qualcosa che vuoiaggiungere alla nostra
discussione?
Speaker 2 (01:20:27):
eh no, oh sì.
Il mio messaggio per tutti gliascoltatori è siate curiosi,
siate aperti, provate, testate,usate, decidete se vi piace o
meno.
Decidete quello che vi, quelloche vi serve o meno.
Non siate fermi, non vi sedetesulle come dire, sulle
(01:20:48):
competenze che avete perfetto.
Speaker 1 (01:20:50):
Ho un'ultima domanda
prima di chiudere.
Cosa diresti al te di 20 annioggi, con l'esperienza che c'hai
oggi?
20 anni fa, fammi pensare no,no, quando avevi 20 anni a
quando avevo 20 anni cioè nelsenso il tuo 18-20 anni, il
Dario di quando aveva 18-20 annioggi, cosa gli diresti?
(01:21:10):
o come, insomma, cosa glidiresti oggi?
Speaker 2 (01:21:17):
onestamente di rifare
tutto quello che ho fatto, ma
molto più velocemente.
Sono molto felice di aver fattocerte esperienze, la nostra
esperienza comune di college,come dicevo all'inizio, di aver
vissuto un certo tipo dicontesto di esperienze il
festival del cortometraggio, laradio del college.
(01:21:38):
avrei fatto tutto in manieraancora più rapida Perché avevo
più energie, avevo meno pensieri, avevo meno preoccupazioni e
non responsabilità.
Potuto fare ancora di più inmaniera ancora più rapida.
Speaker 1 (01:21:56):
Sì, il concetto del
tempo è fondamentale, una cosa
fondamentale.
Bene, dario, io ti ringraziomoltissimo del tempo che mi hai
dedicato.
Saluto i nostri ascoltatori evi do appuntamento al prossimo
episodio.
Un abbraccio, grazie a tutti.