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February 2, 2025 72 mins

In questo episodio di Innovation Stories, approfondiremo il mondo dell’intelligenza artificiale e il suo impatto sul marketing e sulle aziende insieme a Francesca Oberti, Marketing Manager per Datwave, BIP xTech e communaction manager di TEDx Milano.

Discuteremo dell’importanza di un utilizzo etico e responsabile della tecnologia, esplorando come l’IA stia trasformando il mercato e creando nuove opportunità e sfide. Condividerà la sua esperienza in Google e fornirà esempi pratici di applicazione dell’IA, sottolineando l’importanza della creatività umana e dell’integrazione dei big data nei processi aziendali.

La conversazione toccherà anche temi come l’evoluzione del mindset manageriale, la parità di genere nel settore STEM, il valore della creatività femminile e l’impatto dello smart working sul bilanciamento tra vita e lavoro. Francesca e io discuteremo di come le nuove generazioni stiano cambiando le dinamiche lavorative e di come la tecnologia influenzi il modo di lavorare e interagire.

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Episode Transcript

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Annunciatore (00:00):
Benvenuti su Innovation Stories, il podcast
che esplora l'innovazione e ilgrowth mindset.
Sono Daniele Diveroli,filmmaker, producer e creative
technologist.
Aiuto aziende e creativi acrescere in ambito digitale
attraverso consulenzepersonalizzate, formazione
online e produzioni immersivecon contenuti cross-mediali.
In questo episodioapprofondiremo il mondo

(00:22):
dell'intelligenza artificiale eil suo impatto sul marketing e
sulle aziende, insieme aFrancesca Oberti, Marketing
Manager per DatWave, BIP, X-Teche Communication Manager di
TEDxMilano.
Con Francesca discuteremodell'importanza di un utilizzo
etico e responsabile dellatecnologia, esplorando come l'IA
stia trasformando il mercato ecreando nuove opportunità e

(00:45):
sfide.
Condividerà la sua esperienzain Google e fornirà esempi
pratici di applicazione dell'IA,sottolineando l'importanza
della creatività umana edell'integrazione dei big data
nei processi aziendali.
La conversazione toccherà anchetemi come l'evoluzione del
mindset manageriale, la paritàdi genere nel settore STEM, il
valore della creativitàfemminile e l'impatto dello

(01:06):
smart working sul bilanciamentotra vita e lavoro.
Discuteremo infine di come lenuove generazioni stiano
cambiando le dinamichelavorative e di come la
tecnologia influenzi il modo dilavorare e interagire.
Preparatevi a cambiareprospettiva e ad abbracciare il
futuro del marketing digitale.
Innovation Stories sta periniziare.

Daniele Di Veroli (01:25):
Mi raccontavi che hai fatto un background tra
tantissime cose, quindi tramarketing e comunicazione, e
diciamo, mi sembra che non è unbackground da nerd, anzi, è un
background da una persona, piùnell'ambito pubblicitario,
legato alla comunicazione, chenon nell'ambito tecnologico

(01:46):
legato alla comunicazione chenon all'ambito tecnologico,
assolutamente.

Francesca Oberti (01:48):
Anzi, ti dico, all'università era proprio un
filone all'interno della macrocappello economia, quindi ho
fatto più bilanci, esami distatistica che altro.
Quindi in realtà è sempre stata, e anche quando ho fatto il
master in marketing ecomunicazione, indirizzata verso
il business, anche perchéMarketing e Comunicazione
tendenzialmente è quasi più,insomma, il collegamento diretto

(02:13):
lo si fa con l'azienda B2C,quindi l'azienda che deve
vendere soluzioni, prodotti,servizi a una massa di persone,
ai loro clienti.
Quindi la già marketing e B2B avolte è secondario, arriva in
un secondo momento come pensiero.
Poi in ambito tecnologico èquasi ancora più scollegato.

(02:37):
Come ti dicevo, prima mi cisono ritrovata, quindi ho
iniziato a lavorare in questoambito, poi in realtà è stato un
amore, quindi impossibilestaccarsi.
E oggi, tra l'altro, latecnologia è talmente pervasiva
che è praticamente la DNA diquasi tutte le strategie, le

(03:00):
campagne, qualsiasi ragionamento, anche se magari in alcuni casi
non si sa di stare adottando latecnologia che noi poi
raccontiamo, vendiamo,promuoviamo.

Daniele Di Veroli (03:08):
Rispetto a questo vorrei che approfondissi
due temi, allora, da un latovorrei che mi raccontassi un po'
la tua esperienza a Google epoi mi legherei a quello che
succede oggi Lavorando condiversi clienti.
Ho la percezione dimmi tu seper te è la stessa cosa che non
si rendano conto di quantol'intelligenza artificiale e la
tecnologia cambierà il mercatotutto nel suo intero, cioè non

(03:32):
solo il mercato, la società èunicamente Google e quindi
vorrei che un po' mi raccontassiun po' quella della tua
esperienza e poi come, insomma,anche rispetto a quello che stai
facendo oggi in DatWave, masoprattutto come vedi tu il
futuro?

Francesca Oberti (03:47):
Allora ho lavorato in Google un anno.
È stata un'esperienza davveroformativa.
Ti dirò che l'aspetto che citengo a raccontare per primo non
è legato alla tecnologia,all'innovazione, il fatto di
avere una vitrina accelerata suqueste novità, ma per la cultura
e l'ambiente, dove c'è questoambiente molto orizzontale,

(04:08):
collaborativo, e succedevaspesso e volentieri che, seduta
al tavolo, mi chiedessi se tuttiqua sono intelligentissimi, chi
è quella che non è intelligentenel gruppo, perché parli con
persone veramente che hannosempre una visione molto
futuristica, sempre moltoinnovativa, ma un'umiltà

(04:31):
toccabile?
tra l'altro, è una notiziadegli ultimi, delle ultime
settimane, che proprioun'azienda del gruppo Alphabet
ha vinto il Nobel per la chimica.
Quindi adesso non erano i mieicolleghi diretti, chi ha gruppo
ehm, alphabet ha vinto il Nobelper la chimica, quindi, eh,
adesso non erano i miei colleghidiretti chi ha vinto il Nobel
per la chimica, ma però puoifarti capire proprio il tenore
delle persone che popolanoquesta azienda.

(04:54):
Ho lavorato un anno in Google eh, ero nella eh divisione
marketing di Google Cloud,quindi appunto, sempre l'anima
più tecnologica, eh di Google,google, e il mio compito
principale era quello disupportare il team di vendita
nel raggiungere nuovi clienti orafforzare la relazione con i

(05:15):
clienti già esistenti.
In realtà, gli strumenti cheutilizzavamo erano un mix tra il
marketing tradizionale, quindidove in realtà la tecnologia non
c'è, ma perché poi quando sifanno campagne di marketing,
l'utente finale, l'obiettivofinale è sempre una persona.
Quindi a volte l'evento in cuici si incontra è la soluzione

(05:35):
migliore.
Poi il contenuto dell'eventoperò era sempre legato a come
possiamo supportarvinell'innovare o rivedere quella
che è la vostra strategia diprodotto, di canale, come
migliorare l'IT, i processiinterni, a seconda di quello che
era la necessità del cliente ol'argomento dell'iniziativa

(06:02):
evento, campagna, articolo,qualsiasi cosa in cui non ci sia
la parola AI all'interno.
Ed è vero che, insomma, è ormaiciò che viene più richiesto.
Lo vediamo anche oggi, appuntoall'interno di Datweave.
Parlando con le aziende, con iresponsabili della digital
transformation, dell'it, digitalanche marketing, veramente

(06:24):
qualsiasi area dipartimentodell'azienda vengono chiesti use
cases, quindi di provarel'applicazione dell'AI in
diversi loro processi o prodottio strumenti che hanno.
Quindi ci vengono propriorichiesti ci fate vedere come,
utilizzando l'AI in questoambito, in questa soluzione, in

(06:46):
questo processo otteniamo deibenefici.
Quali sono?
e questo è insomma il modo incui adesso le aziende stanno
sperimentando l'utilizzo delleAI, pezzo per pezzo.
È ovvio che è talmente unatecnologia innovativa che viene
provata in piccole aree per poivedere se estenderla o meno.

Daniele Di Veroli (07:06):
Senti, puoi dare agli ascoltatori un esempio
di progetto?
Nel senso, noi abbiamo unaparte di pubblico che è, diciamo
, di nerd, di tech savvy, maanche una parte di ascoltatori
che, non dico che a malapenaconosce le AI, ma, diciamo, non
ha idea di come questatecnologia possa essere
applicata.
Quindi, hai degli esempi daraccontarci di come le hai

(07:26):
aiutato dei vostri clienti perottimizzare i processi?

Francesca Oberti (07:31):
Sì, volentieri Ti racconto due soluzioni che
abbiamo e che stiamo che abbiamosperimentato.
Una di queste è proprioall'interno della nostra azienda
per poi promuoverlaesternamente, e riguardava il
mondo del human resources,quindi delle risorse umane.
Uno strumento che, tramite lanon solo l'intelligenza

(07:52):
artificiale ma anchel'intelligenza artificiale
generativa, accelera da unaparte il consulto dei cv e
interrogando il prodotto si può,proprio con una conversazione
come se fosse un chatbot,individuare quello che è la
figura dei CV raccolti piùindicata per quel CV individuato

(08:23):
e cosa si può fare per colmarein caso le debolezze, qualora
uno voglia andare oltre perchéquel CV ha proprio colpito il
segno.
Una semplice domanda inseritaall'interno della soluzione, e

(08:46):
questo non solo accelera tempi,ma permette anche di avere
effettivamente la lettura ditutti i CV Adesso.
Non mi ricordo il numero disecondi esatta, ma si parla di
5-6 secondi a CV per la personadelle risorse umane che li deve
leggere e indagare, perché nonsi ha tempo di mettersi a
leggere effettivamente neldettaglio tutto il contenuto.

(09:07):
Quindi, tendenzialmente unapersona guarda il documento e a
occhio capisce già se ci puòessere o non ci può essere match
con il profilo che si ricerca.
Arrivati a un numero di matchinteressanti, si lascia da parte
tutto il resto del curriculum equesto spesso significa anche
non identificare però magari lapersona più indicata, perché

(09:28):
poteva essere nella mole difogli o di pdf, documenti.
Una soluzione per il mondo dellerisorse umane che ha un impatto
di supporto ed efficace perloro.
Più legata forse al mio mondomarketing riguarda il mondo dei

(10:08):
copywriter, quindi lapossibilità di, a partire da
un'immagine di una soluzione odi un prodotto, avere la
descrizione di quel prodotto osoluzione per l'e-commerce.
Ad esempio, adesso vedo dellemacchinine.
Dietro di te si prende la fotodella macchinina bianca e questo

(10:29):
strumento ti propone diversicopy, in base anche alla
necessità che l'utilizzatore neha, se è una descrizione per il
sito, se è una descrizione per isocial, se il copy deve essere
fatto in una lingua piuttosto inun'altra, quindi anche la
traduzione in più lingue e lapossibilità anche di correggerli

(10:49):
.
Quindi strumento ti propone uncopy e tu li puoi dire ok, molto
interessante.
Però il mio target è un targetmolto serioso, quindi utilizza
un tono molto più formale.
Questo pensa per la foto di unamacchinina.
Ma se tu prendi tutto il tuodatabase di immagini di prodotti

(11:10):
o soluzioni per l'e-commerceinserendolo, in poco tempo hai
praticamente tutto il testo cheti serve per caricare su il tuo
profilo e-commerce, su unapagina social sul sito web,
eccetera commerce, su una paginasocial, sul sito web, eccetera,
Interessante.

Daniele Di Veroli (11:42):
Ti vorrei fare una domanda un po'
provocatoria, nel senso che ioun po' di tempo fa parlavo con
un responsabile HR di un grandeospedale e parlavamo degli ATS,
appunto di questi sistemi con leAI che selezionano il personale
.
E anche, per esperienza miadiretta, in una selezione che ho
fatto recentemente è statoutilizzato un software che si
chiama AirView che praticamenteti dà uno score rispetto alle
microespressioni.
Lo usano PNG, lo usano tuttiquesti grandi gruppi, diciamo
l'uso Accenture.

(12:02):
Questa persona mi raccontava ilfatto che lui non si riesce ad
affidare molto, essendo unodella vecchia scuola a leai, e
dall'altra parte io mi sono unpo' studiato il prodotto e si è
scoperto che praticamente quelliche hanno fatto scuola di
recitazione, cioè quelli chesono più tranquilli, più
rilassati, eccetera, eccetera,hanno uno score migliore.
Allora, in questo senso, tu comevedi il fatto che cioè, diciamo

(12:26):
, le AI venga anche utilizzatein maniera un po' inconsapevole,
cioè io penso che tante voltecerco di essere sintetico il
ruolo di persone come voi chespiegano ai clienti come
utilizzare un certo strumento èfondamentale, perché il fatto di
non avere la consapevolezza diun strumento che stai
utilizzando può essere una levaestremamente impositiva per

(12:49):
quello che fai, ma anche, comedicevi tu prima, limitare la
possibilità di avere deicandidati che magari farebbero
al caso tuo.
Come la vedi tu questa cosa?

Francesca Oberti (13:00):
Capisco il punto e sono pienamente
d'accordo, nel senso che l'AIoggi è in qualsiasi strumento
che utilizziamo, cioè a volteforse non ci rendiamo conto che
stiamo già utilizzando lostrumentno dell'azienda, come
quello delle risorse umane.
Questo può diventare un'arma adoppio taglio, no-transcript, o

(14:07):
che la macchina si basi talmenteprecisamente sull'input che è
stato dato, che gli venga amancare tutto quello che è la
sensibilità umana, la creativitàumana.
Le aziende però e ci sono ancheaziende che si occupano di
questo quindi la tematica delresponsibile AI è qualcosa che
non solo oggi è quasi sempre piùobbligatorio anche guardando le

(14:30):
AI Act dell'Unione Europea manecessario per supportare chi ne
fa utilizzo all'utilizzomigliore.
Mi viene in mente, ad esempio,adobe, che ha integrato al suo
interno degli strumenti digenerative AI.
Ad esempio, si parla diriempimento generativo, cioè

(14:53):
all'interno di Adobe, che è unostrumento che utilizzano persone
creative che si occupanoall'interno di Photoshop, di
creazione di video, immagini,eccetera, di selezionando
un'area aggiungere, rimuovere,modificare delle sezioni
scrivendo proprio un prompt,quindi aggiungendo una
descrizione specifica testualedi quello che si vuole inserire,

(15:13):
aggiungere o modificare.
Questo strumento, all'interno diAdobe integrato, lo permette di
fare, è proprio un'integrazione, cioè chi utilizza oggi il
pacchetto se lo ritrova Loroperò proprio Adobe fa una

(15:49):
comunic, utilizza oggi ilpacchetto, se lo ritrova,
risponda a quelli che sono iloro requisiti di eticità, di
correttezza dello strumento.
Quindi è necessario chel'azienda stessa si faccia
promotrice dell'attenzione edell'utilizzo di queste novità
tecnologiche che, o per età, oper paura, o per
inconsapevolezza, magari sipossono utilizzare con
leggerezza e quindi puoi faredelle decisioni magari scorrette
o svantaggiose.

Daniele Di Veroli (16:10):
Certo, tu prima parlavi anche di
creatività e vorrei che tornassisu questo punto.
Mi occupo soprattutto, lavorosoprattutto con clienti in
ambito produzione video, insommacomunque post produzione,
questo tipo di clienti qua E,devo dire la verità, tutti ci
aspettavamo che l'automazionearrivasse prima nelle fabbriche,
cioè le AI arrivasse prima,ovviamente, nella produzione,

(16:34):
anche con la realtà aumentata.
Però in realtà invece sembraoggi che con la I generativa
l'intelligenza artificiale siaarrivata prima a sostituire i
mestieri creativi che non quelli, cioè non vediamo ancora il
robot nelle strade che puliscele strade o ci aiuta a casa.
E tu come vedi questa cosadella degenerativa che chiede di

(16:56):
sé fatta?

Francesca Oberti (16:57):
ma allora io sono grande utilizzatrice, nel
mio day by day, di quelle chesono adesso le funzionalità
abbastanza basiche che permettedi utilizzare all'interno di
pacchetti come Office o insommachat, gbt, gemini, eccetera.
L'utilizzo spesso, mal'utilizzo spesso come come se

(17:20):
fosse un membro aggiuntivo delteam, ma uno stagista, cioè una
figura entry level che mi puòdare una mano nel velocizzarmi a
fare delle attività.
In questo momento non è quellaquel supporto strategico o
appunto creativo che fa ladifferenza, è quasi più un

(17:42):
abilitatore, cioè ci metto dimeno a Vero che secondo me
quello che dicevi tu è moltovero, cioè molte aziende,
giganti di aziende hanno subitoabbracciato nei loro processi di
creatività l'intelligenzaartificiale generativa.
Adesso mi viene in menteCoca-Cola che un paio di anni fa

(18:03):
ha puntato una delle suepersone chiave a responsabile
globale dell'intelligenzaartificiale generativa.
Quindi significa proprioriconoscere l'importanza che
questo ruolo e questa figura haall'interno della strategia
aziendale.
Si parla di Coca-Cola non so seti ricordi o l'hai visto aveva
lanciato proprio Coca-Cola unvideo che era stato fatto

(18:27):
utilizzando l'animazione 3Dinsieme a Leai, e hanno creato
questo video in cui c'è questaCoca-Cola che all'interno di un
museo viene passato tra quadri,statue che prendono vita e si
conclude con la donna conl'orecchino di, la ragazza con
l'orecchino di perle che lanciaquesta Coca-Cola al ragazzo che
era un po' il protagonista delvideo.

(18:48):
E questo già un paio di anni fa.
Quindi uno spot pubblicitarioche è stato fatto utilizzando le
AI, supporto nella creazionedel contenuto.
Ma come è stata identificata lacampagna, lo storytelling e il

(19:11):
proprio l'idea creativa allespalle non è della tecnologia,
ma ancora del team umano che hacreato il concept.
Quindi lo vedo molto adessocome uno strumento abilitante,
ma come se fosse uno strumentoabilitante, ma come se fosse uno
strumento in più, come se fosseun pennello in più in mano a
persone creative o chi si occupadi questo.

(19:33):
Non so se è anche la tuapercezione, però in questo
momento faccio fatica a vedereproprio una sostituzione totale,
ma più che altro un supporto.

Daniele Di Veroli (19:44):
Sì, io la vedo come uno strumento che
democratizza molto.
Per esempio, alcuni giorni faho provato un modello
text-to-video cinese che sichiama Minimax, dove tu scrivi
un prompt e lui ti fa un videoin 1080, insomma con una qualità
abbastanza simile a un girato.
Credo che sia una leva dellecompetenze.

(20:06):
Assolutamente credo che diciamo, andrebbe regolamentato in
qualche modo, cioè in questomomento il fatto anche che in
realtà come OpenAI diciamo chetutti stanno andando via da
OpenAI, che sia rimasto solo SamAltman, insomma, non è proprio
un buon segnale esatto, oppureche Goffrington che sia rimasto
solo Sam.
Altman, insomma, non è proprioun buon segnale.
Cosa vuol dire?
Esatto comunque, insomma.

(20:27):
Oppure che Goffrington dice,insomma, al premio Nobel
chiamato il padino delle aiedice ragazzi, occhio, perché
diciamo questa è una cosa che vaun attimo governata, perché
sicuramente è più intelligentedi noi.
Questo secondo me può diventareun problema.
Soprattutto, diciamo, ilproblema che vedo oggi è
rispetto ai clienti.
Cioè a me mi capita sempre piùspesso di sentire realtà che

(20:54):
lavorano in ambito ADVsoprattutto, che vanno dai
clienti a presentare e in cui ilcliente, magari all'interno del
cliente, c'è una persona chesmanetta con le AI, è un nerd,
eccetera, eccetera.
Ne parlavo in un episodio unpo' di tempo fa con un altro
ospite è andata a presentare daun cliente, hanno fatto una

(21:14):
fantastica presentazione conPowerPoint, con un sacco di
belle immagini fatte con le AI eil cliente gli ha detto guarda,
sì, bellissimo, bellissimo, èstata fantastica, ma perché noi
vi paghiamo?
cioè, nel senso, il tema è chese tu proponi un prodotto,
quello, dicevi tu prima.
No, se tu proponi un prodotto dimedia qualità, che può fare

(21:34):
anche le AI, qual è il valoreaggiunto?
quindi, in questo senso, no,come dicevi tu prima, è il
rapporto che crei con il cliente, è la fiducia nel dargli una
soluzione nel mettergli insieme,nel creare per esempio un
sistema ontologico, nel mettereinsieme i vari flussi di dati e
questo poi è un'altra domandache ti volevo fare Cioè tu, come

(21:55):
vedi, in contrapposizioneappunto alla parte generativa

(22:22):
invece la parte di integrazionedei processi, che secondo me
oggi è quella che permette ancheai clienti di risparmiare soldi
.

Francesca Oberti (22:26):
E soprattutto immagino ho visto, voi avete
anche soluzioni legate al cloudin questo senso sono soluzioni
che permettono di unire varidataset, di unire vari sistemi.
Tu come la vedi questa cosa?
Beh, ha un potenziale infinito.
Di big data se ne parla ormaida tantissimo, non è più neanche
una buzzword.
Però è vero che le aziendehanno una mole di dati che
ancora oggi non riescono adecifrare, a raccogliere o
comunque a estrapolarne ilvalore che potrebbe avere in
chiave di business.
Business cioè, sempre tornandoalla mia sfera marketing, se
penso solo a una marketeer chedeve pensare a una campagna i

(22:49):
dati su il cliente arriva dafonti totalmente diverse e si
parla di dati anagrafici, dicomportamenti e interazioni sui
social, di acquisti passati oappunto di geolocalizzazione,
cioè veramente qualsiasi touchpoint digitale raccoglie

(23:13):
storicamente informazioni suquel cliente.
Metterli insieme, interagirli edargli un senso è qualcosa che
oggi a livello umano si può fare, ma è veramente impossibile
farlo in maniera continuativa,farlo in maniera Più che altro
real time.
Quindi riesci a decidere qualidata lake andare a creare, ma

(23:37):
devi per forza di cose escluderealcune informazioni o anche
dargli un timing preciso.
Quindi, a un certo punto lastoricità si viene a
interrompere.
Il potenziale che l'AI può darea livello di supporto è quello,
veramente, di riuscire a crearedei data warehouse moderni, in

(23:59):
grado veramente di raccoglieretutte le informazioni,
interagirle e strappolare datidi interesse Sempre legato al
marketing.
Dovessi pensare, ad esempio,alla segmentazione, alla
creazione di target per leaziende, farlo appunto con una
senza l'AI, quindi inizialmentecon risorse umane, è qualcosa

(24:20):
che viene fatto, ma per forza dicose alcuni dati non vengono
considerati a livello distoricità, alcuni dati non
vengono considerati e richiedemolto tempo più.
La risposta, una volta che haiidentificato il target, è
comunque abbastanza statica Cioè, faccio questi cluster, decido
cosa fare sui singoli cluster,punto.

(24:41):
Con le AI non solo puoi crearedei cluster molto, molto più
specifici, cioè, volendo, unopotrebbe veramente identificare
un cluster formato da duepersone, perché no?
Vai a raccogliere delleinformazioni, dei dati che
magari sono riguardanti l'interainterazione che l'utente ha
avuto con te come brand, e creidelle risposte come campagne,

(25:04):
targhetti, zate in continuomovimento, anche sulla base di
quella che la reazione delcliente magari anche predittiva.
Cioè vado a, vado a identificarequella che potrebbe essere la
mossa successiva del cliente oil need che ancora non sa di
avere All'interno di procedure,non solo legate al dato, ma in
generale, secondo me, da unsupporto, una velocità, ma anche

(25:25):
una capacità di vedere cose chenoi al momento non siamo in
grado di identificare o diimmaginare guardando la stessa
immagine.
Non lo vedo invece, ad oggi,così impantante dal punto di
vista strategico, nel senso lovedo sempre come supporto nella
lettura di big data o di,appunto non so l'esempio

(25:53):
nell'identificazione dei prezzi,quindi nel price dynamic.
Cioè, vedo un supporto, masempre un supporto A livello di
strategia, a livello diorganizzazione.
Non riesco ancora oggi aimmaginare un attore al tavolo
che è l'AI.

Daniele Di Veroli (26:08):
Parliamo un attimo dell'esperienza che hai
con il TED, nel sensosoprattutto dell'aspetto umano,
perché fino adesso abbiamoparlato di un aspetto
prettamente, diciamo,tecnologico.
Invece vorrei che un po'approfondissi l'aspetto umano.
Io ho avuto, grazie a te, lafortuna di assistere all'ultimo
TED.
È stata un'esperienza umanafantastica e devo dire che gli

(26:28):
interventi che ho apprezzato dipiù sono stati quelli non legati
alla tecnologia,paradossalmente.
Quindi vorrei che un po miraccontasse questa tua
esperienza, che a me ha moltoaffascinato io collaboro con
TEDxMilano da sei anni ormai.

Francesca Oberti (26:43):
Lo faccio come volontaria, ma in realtà tutta
la squadra che appunto hai avutomodo di vedere.
Quindi, tendenzialmente, quandofinisce lo spettacolo
TEDxMilano, i volontari salgonosul palco e fa impressione
vedere quante persone hannocontribuito al successo
dell'evento.
Appunto, sono una volontaria,come tutte le persone che

(27:05):
contribuiscono al TEDx, e misono approcciata al mondo TED un
po' perché, appunto, avendosempre lavorato in ambito B2B,
ero curiosa di vedere come lemie competenze in ambito
marketing e comunicazionepotessero essere invece
declinate in una comunicazioneche invece è B2C.

(27:28):
Mi sono lanciata il primo annonel dare una mano.
In realtà mi sono totalmenteinnamorata del progetto proprio
perché, per quanto sia durantel'anno magari statica la
collaborazione, nel senso che iomi occupo, ad esempio, della
comunicazione, quindi supportolato social, gestisco la
newsletter, do una mano doveposso nell'organizzazione, ma si

(27:54):
viene totalmente ripagati conil giorno dell'evento perché si
ha l'occasione di sentire unavarietà di figure che portano
dei contenuti più disparati, masempre toccanti.
Normalmente i TEDx e io parlo diquello di Milano, del gruppo di
cui faccio parte ha ha uncappello molto ampio.

(28:16):
Quest'anno, appunto, lospettacolo che hai visto si
parlava di libertà, ma è sempreun ombrello che può racchiudere
diverse tematiche, perchél'obiettivo finale è quello di
andare a ispirare, di emozionare, di smuovere qualcosa a chi sta
ascoltando l'insieme degliinterventi.
Quindi non si vuole mai andarea creare delle verticalizzazioni

(28:37):
troppo severe.
In questo modo si dà voce atantano delle persone che meno
mi aspettavo, più alte, perchésai già di cosa si occupano.
Hai comunque l'adrenalina divedere un VIP sul palco.

(29:19):
Poi è sempre stato il talkdella persona meno conosciuta
per me a essere quello invecepiù emozionante.
Il mio preferito nella storiadei TEDx Milano che ho seguito,
è di questo ragazzo che non miricordo se all'epoca stava
ancora studiando al liceo, allescuole superiori o aveva appena

(29:40):
concluso che aveva lanciatoquesta.
E ha lanciato perché esisteancora oggi questa rivista
studentesca che si chiamaScomodo.
Il giorno prima del TED Talk inTEDxMilano ci sono sempre le
prove generali.
Quindi vedo in antiprima tuttiquelli che sono gli interventi e
gli speaker le provanodirettamente nel cerchio rosso e

(30:02):
si esercitano.
Quando è arrivato questoragazzo, tommaso Salaroli, le
prove sono andate malissimo.
È proprio finita a pianti.
Disgrazie perché non riusciva aesprimere bene, perché, se ci
pensi, ted Talk sono dieciminuti, tu sali e devi dire
quello che devi dire.
Non è che hai tempo di cambiarequello che volevi dire o se

(30:23):
sbagli una frase, si perde giàun po' la magia di quello che
stai condividendo come messaggioil giorno dopo.
Ha fatto il TED Talk più belloche io abbia mai visto, con
Standing Ovation, perché cisiamo emozionati tutti quanti e
forse proprio perché, da puntodi vista umano, vedere questo
ragazzo giovane, emozionatissimo, trasferiva, oltre al progetto

(30:44):
bellissimo che stava raccontando, proprio le emozioni a tutti
quanti che normalmente i talkpiù interessanti sono.
Forse anche perché noi cioccupiamo sempre di tecnologia e
innovazione, quindi a voltesentire anche discorsi o punti
di vista legati a qualcosa chesia totalmente diverso ci sposta

(31:05):
un attimo a spostare il puntodi attenzione E, dall'altra
parte, perché a volte siumanizza anche la persona che
sia davanti a volte è propriofeeling.

Daniele Di Veroli (31:16):
Assolutamente , sono completamente d'accordo
in questo senso.
Ti volevo fare altre duedomande.
Da una parte, come l'esperienzainternazionale ti ha aiutato?
perché, per esempio, pensavoche te e Tolk sono in inglese.
Io questa cosa l'ho apprezzatatanto, che alcuni siano in
inglese, perché puoi sentiredirettamente dalla voce delle
persone la loro storia.
Quindi questo è un aspetto.
E l'altro aspetto, invece,rispetto alla tua storia

(31:37):
personale, se tu dovessi dareoggi un consiglio a un ragazzo
più giovane che vuole iniziarequesta carriera in questo ambito
, qua, nell'ambito del marketing, della tecnologia, della
comunicazione, che consiglio glidaresti?

Francesca Oberti (31:51):
Forse rispondo quasi prima alla seconda
domanda, agganciandomi allaprima.
Io ho sempre amato viaggiare,sono una viaggiatrice seriale e
in realtà, come ti raccontavoprima, ho sempre cercato di
sfruttare anche le occasioni chefacevo in realtà in Italia ad
agganciarle a viaggio,esperienze culturali.

(32:14):
Così come ho fatto Erasmus aBarcellona, un mese in India,
dove posso cerco di ancorarenuove esperienze di
internazionalizzazione, perché èdove, secondo me, si può
vincere maggiormente a livellodi soft skill e di arricchimento
personale, cioè essere capaci,anche all'interno, poi nel

(32:37):
nostro dei bei, dei aziendali,interagire con tantissime
persone che magari hannobackground totalmente diversi,
come può ad esempio essere ioche lavoro in un'azienda
tecnologica ma un backgroundmarketing, quindi comunque
parliamo due lingue diverse.
Queste esperienze all'esterocon figure non culturalmente a

(33:01):
me vicine mi hanno sempreaiutato a mettermi un po' nei
panni dell'interlocutore eessere molto aperta mentalmente,
che è qualcosa che, secondo me,non solo per chi fa il mio
lavoro, ma in generale aiutatantissimo.
Che è qualcosa che secondo me,non solo per chi fa il mio
lavoro, ma in generale aiutatantissimo.
Quindi, un po' il TED Talksecondo me per chi ha voglia di

(33:21):
spendere una serata, unagiornata o anche solo ascoltare
un TED Talk su YouTube di 15minuti, si mette seduto in
ascolto, ha già la mente aperta,cioè è pronto ad accogliere dei
messaggi che o non sapeva divoler ascoltare o è curioso e
vuole scoprire.
Quindi già, secondo me TED Talkha questa predisposizione E poi

(33:42):
il fatto che nasca in America eil format del TED venga poi
localizzato con la X perché TEDxè proprio la versione locale
del principale e originale TEDTalk Fa sì che, se appunto si va
a cercare i TED Talk, arrivinocontenuti da tutto il mondo.

(34:05):
Quindi, proprio per natura ilTED Talk è internazionale e
globale, perché vuole farsentire le voci di chiunque
abbia qualcosa da dire, aprescindere da dove si trova può
essere il paese più ricco, ilpaese più povero, può essere la
figura più importanteall'interno del proprio settore
o l'ultimo degli arrivati.
Uno dei TED Talk che abbiamofatto era un imprenditore di
Milano che stava riqualificandola zona, non mi ricordo quale

(34:30):
fosse, dove era cresciuto, aMilano, quindi in realtà era una
storia molto locale, però ilsuo TED Talk lo si trova su
YouTube e lo può ascoltarechiunque, da qualsiasi parte.
Quindi è uno scambio culturaleglobale, internazionale, di cui
apprezzo molto proprio comecaratteristica di TED, apprezzo

(34:55):
molto proprio comecaratteristica di TED E a
livello di consigli, appunto,secondo me è quello di essere
aperti.
Quindi è importante fare delleesperienze, che possono essere
in altri paesi, in altri settori.
Io forse su questo sonomanchevole, ma comunque
sperimentare fa sì che si portisempre qualcosa di nuovo.
Poi, all'interno del proprio dayby day, un punto di vista

(35:16):
diverso Considera che nellarealtà, dove lavoro io non in
BIP, ma proprio il centro dieccellenza legato alla
tecnologia non esisteva unafigura marketing.
Quindi quando sono arrivata misono ritrovata con persone che
non sapevano esattamente io cosapotessi fare per loro e per
l'azienda.
Questo ha fatto sì che,portando il pacchetto di varie

(35:38):
esperienze avute, si è riuscitanon solo a integrarmi, ma a
fargli vedere qual è il valoreeffettivo della funzione.
Ho avuto occasione di conoscerediversi ragazzi che avevano
appena finito il percorso distudi in triennale e si dovevano
approcciare a laspecializzazione o a qualsiasi

(36:02):
cosa gli si aspettasse in futuroall'interno di questo network
che si chiama Nova, che mette incollegamento professionisti a
livello anche lì globale, eanche studenti.
Quindi mi hanno chiesto se miandava di raccontare la mia
esperienza lavorativa einteragire con loro e mi faceva
sorridere quanto le domandefossero sempre legate un po al

(36:27):
salario, alla fine dei conti.
No, cioè quanto velocementecresco e quanto guadagno.
Che che l'ho trovato un po'molto pragmatico, per amor di
Dio, perché è corretto, peròlimitante nel senso che, secondo
me, lavorare nel marketing tipermette appunto, come vi dicevo
prima, di mettere insieme dueelementi che di solito sono in

(36:48):
contrasto, ma in realtà c'èappunto un potenziale messo
insieme enorme, che è quellodella creatività e della parte
analitica.
Cioè, quando si lancia unacampagna, per forza di cose
bisogna stupire, bisognalasciare il segno e quindi la
parte creativa è fondamentale.
Ma se non tracci il percorsoche stai facendo a livello di
risultati, raggiungimentodell'obiettivo, e non si

(37:12):
prendono in considerazionequesti dati anche per cambiare
in corsa d'opera la campagna cheè stata lanciata e mig'elemento
fondamentale per chi vuoleavere una carriera nel mondo
marketing nuovi modi dicomunicare, nuovi modi di
raggiungere il proprio obiettivoe i propri clienti.
Quindi bisogna sempre essere unpo' attenti a quelle che sono

(37:57):
le novità attorno, un po'curiosi nell'indagare.
A volte le idee miglioriarrivano da situazioni non
legate al mondo del business odalla chiacchierata con tua
nonna, perché scopri che,appunto, magari si può fare
qualcosa che non si era venutoin mente prima.

Daniele Di Veroli (38:14):
Assolutamente .
Vorrei che tornassi su questotema delle soft skills per due
ragioni Il primo è che secondome la formazione continua è
fondamentale, soprattuttonell'epoca dell'AI e, diciamo,
il TED, ma anche internet stessoci permette di accedere a tutta
una serie di informazioni a cuidieci anni fa o quindici anni

(38:36):
fa non potevi accedere.
Quindi, se ti vuoi formare chene so in ambito di finanza
personale piuttosto che dicucina, non lo so puoi farlo
tramite la tecnologia.
Quindi, questo primo aspetto,parlando con tanti ragazzi ho
riscontrato quello che tu dici,cioè anche noi siamo parte della
yolo generation, all in liveonce, ma in qualche modo c'è un,

(38:59):
ci hanno sia stata passataun'etica del lavoro, del fatto
che comunque le cose le ottienicon la fatica, con l'impegno,
con la perseveranza.
Quindi, in questo senso vorreiche approfondisse il tema del
soft skill anche rispetto a,secondo me e anche qui vorrei il
tuo parere rispetto a unapproccio della cooperazione
aziendale.
Cioè, secondo me, di personebrave, tecnicamente, competenti,

(39:22):
tecnicamente, ce ne sono tante.
Però quando lavori in team emagari devi risolvere un
problema, la persona che tiaiuta a risolvere il problema
piuttosto che aggiungerne unaltro è poi quello con cui
preferisci lavorare e con cui,come dire, poi costruisci magari
le cose che hanno davverosuccesso.

Francesca Oberti (39:41):
Dicevo prima che la cosa che mi ha colpito
più in Google era proprio questo, cioè vedere persone che erano
tecnicamente superioriprobabilmente a qualsiasi altra
figura avessi mai incontrato, mapoi erano veramente bravi nella
interazione, nellacollaborazione, a fare gli
speaker.
Cioè io prendevo a persona piùnerd e lo dico perché lo usi tu,

(40:02):
perché di solito, essendo unapersona di marketing, mi vietano
di farlo e lo mettevo sul palcoed era sembrava facesse public
speaking da sempre ed è quelloche mi ha sempre colpito di
queste figure, come dicevi tu,in cui non c'è solo una
competenza hard ben definita,dove sono i migliori, ma la

(40:28):
capacità di spaziare in quelleche sono invece le competenze
definite skill soft, scusami,dove però emergevano.
Anche in quello quindi un po'anche invidia, nel senso non
puoi essere braro del propriolavoro, quindi devi essere bravo
in quello che fai, devi saperlofare, come dicevi tu, devi

(40:57):
essere formato continuamenteanche su quella che è la parte
della tua competenza di baselavorativa, ma bisogna sempre
esplorare tutte quelle che sonoinvece le competenze che ruotano
attorno, che spesso purtroppo,secondo me, vengono considerate
secondarie, non tanto da chivive la collaborazione aziendale

(41:23):
ma chi la governa.
Poi una risorsa si basa più suquanto effettivamente brava nel
proprio lavoro, inteso il taskche ti ho dato.
Come lo hai portato a termine?
più che in che modalità, cioè,l'hai fatto nelle ore giuste di

(41:46):
lavoro.
Noi siamo, come dicevi tu, lascuola lavorativa del.
Devo dimostrare, devo fare delse scuole 18, se facendo mezza
giornata.
Mi è capitato di sentirlo dire,purtroppo anche recentemente
abbiamo vite umane ed è unabattuta che non mi è mai
piaciuta e Quindi vedere seappunto si raggiimento

(42:08):
dell'obiettivo.
Per chi lavora e soprattuttoper le nuove generazioni, non è

(42:39):
più così.
Io vedo una forte differenzatra chi ha più esperienza di me
e chi ha iniziato a lavorarerecentemente o ha meno anni di
esperienza.
Lavorare recentemente o a menoanni di esperienza si dà un peso
e secondo me è corretto allacultura aziendale, a come si
collabora, a quanto l'aziendainveste sulla creazione di nuove
competenze, sulla formazionedelle persone.

(43:00):
E secondo me è corretto, perchéè una vista un po cieca quella
di un'azienda che si basa lavalutazione di una risorsa su
quanto effettivamente sei bravonel fare il pezzettino che ti
chiedo e non nel collaborare.
Se non sei curioso, secondo menon puoi portare, come dicevo
prima, un valore aggiunto se nonquello del mero compitino e non

(43:25):
bisogna essere curiosi solo inquello che si conosce, quindi
nell'approfondire le novità nelproprio ambito.
Ma secondo me è importantespaziare Come esperienza
personale.
Ad esempio, io mi lancio semprein queste network di queste
organizzazioni.
Ad esempio faccio parte diCitec, oppure, dicevo prima,

(43:46):
nova, che sono questeorganizzazioni che organizzano
non solo momenti di networking,quindi dove si ha la possibilità
di conoscere altriprofessionisti o altre
professioniste, ma ancheformazioni sulle tematiche più
disparate, cioè, ad esempio, hopartecipato recentemente a un
workshop che riguardava lagestione migliore della colla,

(44:08):
cioè 30 o 1 ora i minuti dellacall, come ottimizzare questo
tempo che si ha a disposizione.
Che può essere magariconsiderata una sciocchezza, ma
considerando il numero di oreche passiamo in call,
oggettivamente mi avevaincuriosito e qualche best

(44:29):
practice me la sono portata acasa capisco perché a me
prendono in giro per le ore chepasso davanti a YouTube dicendo
ma tu stai, ma io sto lavorando,no, Ma tu stai lavorando esatto
, io sto lavorando.

Daniele Di Veroli (44:39):
Però in questo senso mi viene in mente
una cosa.
Allora ne parlavo ieri con unamico che si occupa di
intelligenza artificiale.
Lui, tra le altre cose, è unprogrammatore e appena diventato
psicoterapeuta, quindi faformazione sulle AI in un ambito
un po' di confine tra lapsicologia e le AI.

(45:00):
Però quello che gli dicevo evorrei sapere qual è il tuo
parere adesso parlavamo di tooldei AI quanti ce ne sono, che
cosa ti permettono di fare?
adesso parlavamo di tool di AI,quanti ce ne sono, insomma, che
cosa ti permettono di fare, iodico guarda, io questi giorni
sto cercando di investire temposoprattutto nell'imparare la

(45:20):
gestione del tempo.
cioè questi tool sonofantastici, però hanno talmente
tante possibilità che però ilsegreto, secondo me, è dare
delle priorità e saper no comedire darsi degli obiettivi e
gestire il proprio tempo, perchésennò ti perdi in mille rivoli.
Tu come la gestisci questa cosa, come la risolvi, come la vivi?

Francesca Oberti (45:38):
Io sono sempre stata abbastanza brava nella
gestione mia personale, nelsenso, appunto, darmi queste
priorità tra le varie task eportarli a termine in base
all'ordine che mi ero prefissata.
Ho trovato molto più difficoltànel gestire dei team, nel senso

(45:58):
che l'esercizio che ho trovatocomplicato è stato quello di non
trasferire la mia idea dirisoluzione di quel task.
Quindi io, francesca so chenormalmente per fare questa
attività impiego un'ora ok,quindi dopo questo task a
un'altra persona e mi aspettoche mi restituisca il lavoro in

(46:21):
un'ora, come l'avrei fatto io.
E questo è un esercizio cheall'inizio ho fatto veramente
fatica a rimodellare, quindi acomprendere come esattamente
nella gestione di più persone,però nel portare a casa poi il
stesso numero di obiettivi e ditask, poteva integrarsi,

(46:43):
interagirsi meglio.
Vero che appunto, la cosa belladelle aziende o la cosa brutta
delle aziende è che sono fatteda persone.
Quindi bisogna essere capaci poidi rivedere ed essere
flessibili nel rivedere quelliche sono un po' il proprio
mindset, il proprio modo dilavorare, in base anche a chi
sono le persone che si hannodavanti.
Io, ad esempio, sono unapersona molto precisa, ormai

(47:05):
faccio questo lavoro da un po'di anni, quindi so calibrarmi a
livello di task e tempo.
Ci sono persone che invecemagari hanno un modo di
approcciare il singolo task inmaniera diversa, lo affrontano
anche magari con più ansia, equindi magari è necessario un
triplo rework rispetto aqualcosa che poteva essere

(47:27):
pronto subito.
O magari sono precipitose,quindi ci si lanciano, viene
fatto tutto rispetto all'oraprefissata, in un quarto d'ora,
ma poi in realtà bisogna rifarlox volte, anche perché, essendo
ormai diffusi, non siamo né inufficio tutti i giorni.
Ma anche se fossimo in ufficiotutti i giorni saremmo in uffici

(47:54):
diversi.
Quindi a volte per creare legameanche con il team e creare
questa elasticità e questacollaborazione naturale, abbiamo
più momenti durante lasettimana in cui vediamo insieme
i task di tutti quanti, proprioper un po' creare ownership
della singola attività, ma ancheper dare evidenza a tutti

(48:16):
quanti di come quella persona èsolita lavorare e di come si può
collaborare insieme si ètoccato un punto interessante
rispetto alla leadership saperdelegare secondo me è già segno
che dicoi imparare a gestire unteam.

Daniele Di Veroli (48:33):
Io ho fatto tanta fatica negli anni.
Credo di aver fatto qualchepiccolo passo, ma ovviamente
tocca sempre lavorare.
Soprattutto mi ha colpito nonso se tu lo conosci Simon Sinek.
No, allora è un motivatore, unpodcaster, lui ha un'azienda.

(49:05):
No, rispetto a quello di cui tuparlavi, da una parte dice
quando arriva qualcuno chelavora con te, magari un tuo,
diciamo virgolette sottoposto,cioè una persona su cui tu hai
un potere, e magari lo vedi cheè preoccupato, è triste, tu non
lo sai quello che è successonella sua vita.
Magari ha il figlio piccolo chesta male, magari ha litigato con

(49:26):
la compagna, magari ha ungenitorio che non sta bene,
magari mille altre cose.
Quindi tu trattalo sempre congentilezza.
E quando mi è capitato dilavorare con imprenditori o
comunque persone di grandesuccesso, l'aspetto umano in
quelli veramente bra è che, peresempio, quando entrano nelle
riunioni, oppure in questo casodi questo regista, quando

(49:54):
arrivava sul set, che cala ilsilenzio, ma non perché le
persone sanno cosa dire, maperché tutti sono concentrati
nel vedere cosa farà questo èguadagnata, nel senso che, una
volta che dimostri sul campo,secondo me non c'è bisogno poi
di doverlo sottolineare a paroleo coi gesti.

Francesca Oberti (50:13):
Quello che noto è quando le persone,
appunto, tendono a evidenziareil ruolo che occupano in azienda
o a creare questa differenza distatus mentre ti parlano, è che
perché probabilmente si sentononon così sicure di quelle che
sono le loro competenze, diquello che sanno fare.
Una persona che è davvero brava, appunto, conquista sul campo

(50:34):
la fiducia e il rispetto dellealtre persone.
Secondo me, come dicevi, tucala il silenzio perché tu vuoi
sapere cosa da dire questapersona.
Prenda le sue labbra, sai giàche quello che dirà
probabilmente sarà per te utileo fondamentale nel tuo lavoro.
Diverso, quando una personaarriva e ti dice ciao, io ho tre
livelli sopra di te e io giàperdo attenzione.

(50:57):
Quindi, secondo me le nuovegenerazioni sono molto più
vicine a questo mindset, cioèapprezzano molto di più figure
di questa tipologia e e moltimanager o anche middle
management stanno cercando diadottare questo approccio, cosa

(51:18):
che quando ho iniziato alavorare, in realtà era
totalmente il contrario, cioèera la scuola del se io sono qua
e tu sei di là, io sono seduto,tu stai in piedi.
Oppure se c'è uno sgabello altoe quello basso.
Io mi siedo su quello alto,così ti guardo dall'alto verso
il basso.
Sono contenta di vedere che stacambiando un attimo il mindset
in generale, perché si ha moltopiù da imparare da persone di

(51:40):
questa tipologia, cioè dove nonperdono tempo, secondo me, a
evidenziare le differenze, ma iltempo che hanno con te lo
investono per dirti qualcosa etendenzialmente queste persone
quando dicono qualcosa èimportante, io c'è uno degli
equity partner dell'azienda incui lavoro che è così, cioè è

(52:00):
difficile da raggiungere, nelsenso che super impegnato,
magari entra nel meeting unquarto d'ora dopo, esce un
quarto d'ora prima, cioè arrivae dice tre parole.
Quelle tre parole hanno svoltatol'intera call.
Perché sono così?
hanno una marcia in più esemplicemente respirando lo
stesso ossigeno ti sembra diapprendere qualcosa questo

(52:21):
secondo me è una grossa.

Daniele Di Veroli (52:24):
Sembra un passaggio piccolo, invece
secondo me fa un tanto ladifferenza hai ragione.

Francesca Oberti (52:29):
E aggiungo, tra l'altro, che appunto mi
dicevi prima sono la prima donnaall'interno del podcast, spesso
sono l'unica donna all'internodella sala e a volte anche dal
punto di vista appunto di paritàdel genere c'è ancora un po' di
lavoro da fare, nel senso che avolte questo rispetto che
bisogna guadagnarsi, io lopercepisco molto a livello di

(52:52):
donna in un ambito, poi appuntolavorando in un ambito STEM
figurati, cioè siamopraticamente contate.
A volte è difficile anchequello.
Trovi molte persone checorrettamente non hanno
pregiudizi, ne trovi molte altreche sono ancora un po' ancorate
a un sistema no-transcript,insomma, ci sono sempre più

(53:37):
donne che parlano di questoargomento.
Si sta un attimo rompendo ilsilenzio attorno, che non è una
denuncia, è semplicementeraccontare quello che è la
situazione ancora oggi.
Però siamo alleate, ce ne sonotante, iniziamo a esserci,
almeno non ci si sente più cosìsole no, esatto, mi colpisce
rispetto a quello che dicevi,che debbano farlo le donne.

Daniele Di Veroli (53:58):
Cioè, secondo me, anche in questo senso gli
uomini dovrebbero fare di più,nel senso che cioè, come dire,
siamo uguali, cioè siamo simili,uguali, no, siamo simili.
E quindi in questo sen, quindiin questo senso, secondo me,
come dire, la creativitàfemminile, il fatto di essere
accoglienti, tutta una serie dicaratteristiche che sono
tipicamente femminili, secondome sono un valore aggiunto a

(54:19):
livello, come dire, di società,ma anche, ovviamente anche nel
mondo del lavoro.
E questo mi colpisce tanto che,per esempio, leggevo
recentemente uno studio rispettoalla differenza dei salari nel
nostro ambito, che è notevoleparliamo di almeno un 35%
nell'ambito IT tecnologico tradonne e uomini all'euro di

(54:41):
retribuzione a parità di ruolo.

Francesca Oberti (54:43):
E già questo è una cosa impensabile, secondo
me, una cosa incredibile appuntoquando mi dicono ma non è vero
che c'è questa disparità, poiguardi al dato e dici ma come
fate a dire che non è vero?
Cioè, mi piacerebbe non lofosse.
Figurati, stiamo parlando dellemie tasche, ma sono proprio i
dati oggettivi che spaventano,senza parlare poi invece di

(55:06):
situazioni che magari nonemergono.
Magari è una disparità minima,però la percepisci giornalmente.
Non è per niente piacevole etra l'altro ti dicevo prima non
siamo tante in azienda.
Se guardi al numero di donne,le discipline stem sono
pochissime e all'interno dellapiramide sono sempre nella parte
bassa, quindi sono tutteprofessioniste o giovane o

(55:29):
comunque all'interno di tot annidi esperienza all'interno del
mercato.
Più si sale, è più difficiletrovare donne manager o leader.

Daniele Di Veroli (55:39):
Oggi c'è una nuova tendenza, quella della
ceodonna, che ben venga, peròsono sempre un numero veramente
ridotto sì, poi in questo sensoè più di forma che di sostanza,
secondo me, nel senso, magarimetti un CEO donna che però è un
sergente di ferro, mentreinvece proprio parliamo delle
strutture aziendali.

(55:59):
Ma se me vale proprio ingenerale per la società,
l'apporto che possono dare ledonne, appunto, come ti dicevo
prima, con la loro creatività,con la loro fantasia, secondo me
è una cosa che cioè, essendo leaziende, come dire, strutture
sociali, è una cosa che farebbetanto la differenza all'estero.
Secondo me alcune cose sono piùsdoganate, non tutte, però

(56:19):
sicuramente diciamo all'esterogli ambiti sono più
meritocratici quindi in questosenso, questo, secondo me, la
meritocrazia aiuta, in questosenso la tecnologia ci aiuta.
Il fatto di usare la tecnologiaci permette di avere un
work-life balance, come si diceadesso, notevole, perché,
volendo, tu potresti lavorare adeadline in un mondo ideale e

(56:43):
andare in ufficio, se serve, perfare le riunioni, per contare
le persone dal vivo.

Francesca Oberti (56:48):
Lo smart working ha sicuramente svoltato,
come dicevi tu, questobilanciamento, perché era
impossibile pensare che duecomponenti della stessa famiglia
sparissero otto ore al giorno,tutti i giorni feriali, e invece
questo permette una gestioneanche della dimensione casa,

(57:08):
perché comunque abbiamo ancheuna vita personale molto, molto
più flriversibile.
Quando sento infatti aziendeanche gigantesche che dicono
basta, torniamo solo allapresenza, non lo so, è un po'
spaventoso come immaginario,cioè remote working, smart
working non c'è da così tantotempo in tutte le aziende.

(57:32):
Cioè è stato sicuramentel'emergenza covid che ha spinto
ad un'adozione molto piùstrutturata e forte all'interno
delle aziende.
Ma appena parlavamorecentemente con i miei colleghi
, cioè quando andavamo tutti igiorni in ufficio, ci sembra
secoli, secoli fa.
Parliamo del 2019-2018, tutti igiorni in ufficio ci fa

(57:56):
impazzire, ci chiediamo comefacevamo andare tutti i giorni
in ufficio, cioè solo il tempodi spostamento, la pausa pranzo,
in giro per ristoranti, cioè ètutto un mondo quasi preistorico
.
Eppure non è neanche cosìremoto e le tecnologie già
c'erano anche prima.

(58:16):
Se ci pensi, cioè per fare smartworking bastava e basta un
computer e una connessioneinternet e nient'altro.
Eppure non è stata latecnologia, secondo me, a
rendere questa work life by lanpiù bilanciata l'introduzione
dello smart working, ma il fattoche culturalmente c'è stato

(58:39):
questo switch nella testa ditutti, a prescindere
principalmente dai lavoratoriche hanno detto ma se lo posso
fare?
se noti che sto facendo lastessa attività senza che mi
guardi, se noti che sto facendo?

Daniele Di Veroli (59:04):
la stessa attività senza che mi guardi.
Forse la faccio anche meglio,forse la faccio più velocemente,
forse faccio di più, perchéormai non c'è più un off a un
certo punto.
Per quale motivo mi devi vedereseduto alla scrivania?
tema di leadership, cioè se seisicuro di quello che fanno le
persone che lavorano con te, nonhai bisogno di vederle e di
controllarle.
Diciamo questo.
Se no, è un problema di alcuneaziende.
E io devo dire, per esempio,personalmente preferisco
lavorare a scadenze.
Cioè io so che il giorno totsia io, rispetto ai miei clienti

(59:24):
, che le persone che lavoranocon me.
Si sa che il giorno tot deviconsegnare una cosa.
Il modo in cui lo fai miinteressa relativamente.
La cosa importante è che miposso fidare che mi consegno e
che realizzi quello che devi neitempi corretti.

Francesca Oberti (59:42):
Sì, la cosa che mi fa impressione è il fatto
che, appunto, a livello distrumenti tecnologici non c'è
stata differenza.
Non è che per fare smartworking cioè forse abbiamo
comprato tutti una sedia piùcomoda più che uno strumento
tecnologico non c'è statadifferenza.
Non è che per fare smartworking forse abbiamo comprato
tutti una sedia più comoda piùche uno strumento tecnologico.
Per farlo, a volte proprio perl'adozione della tecnologia
anche in maniera massiva, serveforse una spinta appunto più di

(01:00:02):
mindset che di strumento in sé.
E magari è così anche con le AI.
Nel senso adesso ci sono tuttele discussioni di ci piace o ci
fa paura.
A volte invece magari èsemplicemente la timidezza
nell'utilizzarla ol'inconsapevolezza.
Come dicevamo prima, alla finelo smart working avremmo potuto
farlo anche molti anni prima,cioè bastava internet e un

(01:00:24):
personal computer.
Quindi avremmo potutosdoganarlo molti anni prima del
covid avremmo potuto sdoganarlomolti anni prima del covid?

Daniele Di Veroli (01:00:32):
Assolutamente assolutamente sì.
Ci sono diverse aziende che ioconosco che hanno chiuso
completamente uffici, ma negliambiti più diversi dal fintech,
anzi nemmeno dal fintech dalfinanziario al culturale,
proprio hanno chiuso.
E questo poi ha fatto sì chechi era sopra i C-level si
rendessero conto, o i C odirettamente si rendessero conto

(01:00:53):
che questa cosa portava anchevantaggi economici.
Però, come dicevi tu prima, perconcludere volevo chiederti un

(01:01:14):
po' rispetto a questa cosadell'intelligenza artificiale.
Cioè è un dato, lo dicevamoprima, che l'intelligenza
artificiale toglierà anche tantilavori, ne creerà di nuovi, ma
ne toglierà moltissimi.
Tu in questo ambito ci lavoritutti i giorni perché DAT fa
esattamente questo, cioè sioccupa di AI.
In questo senso l'AI è unostrumento che democratizza.
Ma secondo te quali sono,riassumendo, le skill necessarie
per sopravvivere a questa,diciamo onda, a questa cascata
che sta arrivando?
e rispetto a questa cosa, comevedi il futuro?

Francesca Oberti (01:01:40):
Per guardare il futuro.
Mi rifaccio un attimo alpassato perché ho letto
recentemente questo checonsidero un fun fact, ovvero
quando sono stati lanciati iprimi personal computer, quindi
la possibilità di avere ognisingolo individuo una postazione
computer all'ufficio o a casa,e le riflessioni che emergevano

(01:02:08):
erano identiche a quelle chestiamo affrontando oggi con le
AI, cioè la paura poteva essereche rendesse i lavoratori più
pigri perché quello che primafacevano non lo avrebbero più
fatto loro, ma lo faceva lamacchina direttamente.
Quindi ad esempio, il calcolonon più umanizzato ma attraverso

(01:02:39):
il macchinario, oppurequell'insieme di professioni che
sarebbero andate poi a sparireperché c'era una macchina che lo
faceva in automatico e non piùla persona.
Quindi erano le stessediscussioni sulle opportunità e
le stesse discussioni sulleminacce.
E questo era all'inizio deglianni 90.
Ora, io ero una piccolissimabambina, quindi non ho memoria.
Riguardo, però, mi sembra didire che oggi, a 30 anni e più
di distanza, lo strumento non hacreato queste grandi divergenze

(01:03:03):
, cioè è diventato uno strumentofondamentale, non solo nella
vita lavorativa ma anchepersonale.
Lo considero uno strumento miabilita in quello che faccio.
Non lo fa al posto mio perché,ti giuro, daniele, era quello
che ce l'ha scritto, era uguale.
Ci sostituisce il computer.
Quindi no, secondo me no,continuerà a essere uno

(01:03:27):
strumento che ci permetterà divedere nuove possibilità in
quello che facciamo.
Ad esempio tu dicevi prima adesempio il targeting già esiste,
però con l'intelligenzaartificiale o generativa lo si
può fare in maniera molto piùveloce, in maniera molto più
puntuale e creando appunto dellerisposte per l'utente stesso

(01:03:47):
diverse, risposte per l'utentestesso diverse.
Quindi io vedo solo in questomomento la possibilità di
aggiungere dei nuovi sfumatureal lavoro che già facciamo.
Poi alcune sicuramente attivitàverranno riviste.
Poi lì è sicuramente unargomento che quasi tocca la

(01:04:08):
politica, cioè lariqualificazione delle persone o
delle figure che verrannolimitate, sostituite
dall'intelligenza artificiale.
Però a livello di conceptgenerale secondo me può solo
dare una spinta a quello chefacciamo.
Lo vedo proprio comeabilitatore.

Daniele Di Veroli (01:04:31):
Senti invece l'avvento degli agenti.
Non so se hai visto Claude, cheinsomma adesso è uscito una
versione di Claude che prende ilcontatto del computer e fa
quello che tu gli dici di fare,oppure che ne so.
Gli agenti del tipo tu oggipuoi dire a c'è GPT, programmami
un viaggio alle Canarie per ilprossimo weekend, ma gli puoi
dire prenotamelo, diciamo.

(01:04:52):
Gli agenti invece no, sonoquelli che nel giro di qualche
mese, adesso con l'avvento deiprimi modelli, permetteranno
anche di finalizzare, di farequell'altra parte che è la parte
che manca.
Tu in questo senso, ancherispetto a questa cosa sei
convinta che, come dire, nonsupererai i limiti.

Francesca Oberti (01:05:12):
Non lo so, è quello che dicevamo prima.
Sicuramente l'abbiamo visto,non so.
Mi viene in mente l'autostradacon gli sportelli Eravamo
abituati alla persona a cuidavamo il contante e oggi è
quasi tutto automatizzato.
Quindi la tecnologia non le hai, ma secondo me proprio la
tecnologia in sé in un modo onell'altro porta a delle

(01:05:35):
modifiche, a dei cambiamenti nelparadigma di come consideriamo
quel lavoro.
Quindi, che ci siano dellesfumature non positive, sì, ma
proprio perché si trasforma illavoro.
Non è detto però che lacomponente umana o le skill che
quelle persone hanno non possonoessere utilizzate in altri

(01:05:56):
ambiti.
Sempre un altro esempio stupidoin cui non si parla di AI, ma
di un'altra tecnologia Quandoandiamo a fare la spesa c'è la
cassa automatica.
Quante volte non funziona,quante volte si blocca?
C'è sempre, in realtà, ilsupporto umano.
Quindi, secondo me è vero,alcuni lavori verranno per forza

(01:06:16):
di cose ridimensionati, ma nonè detto che non sia necessaria
la componente umana o che quellecomponenti e quelle skill che
una persona ha acquisito in annie anni di esperienza non si
ritrovano ricollocate in altramaniera.

Daniele Di Veroli (01:06:31):
No, no, no, indubbiamente, questo sì, anche
io ho una visione ottimista,diciamo, del futuro.
Questo sì.
Prima hai parlato dellagranularità del dato.
No, in questo senso, secondo meavere uno strumento che
razionalmente è più intelligentedi noi, cioè ha un QI maggiore
al nostro, pone una serie diquesiti, come lo pone il fatto,

(01:06:52):
per esempio, che in America cisia una serie di discussioni
rispetto al fatto che Alexa è iltool che viene utilizzato di
più per raccontare le storie aibambini piccoli, e quindi i
bambini piccoli interagisconocon Alexa come se fosse un mago.
E questo pone una serie didomande che, insomma,

(01:07:13):
sicuramente approfondiremo poipiù avanti, magari in qualche
prossima puntata del podcast,perché è un tema interessante
che però, diciamo, in questomomento richiederebbe un'altra.

Francesca Oberti (01:07:26):
Un'altra ora e mezza.

Daniele Di Veroli (01:07:27):
Un'altra ora intera, che possiamo sicuramente
fare, ma insomma, per ilmomento diciamo, mi fermerei qui
.
Volevo chiederti, per chiudere,se c'è qualche progetto o
qualche esperienza chiave di cuisei orgogliosa, che rappresenta
un po' il tuo modo di pensare,il tuo modo di essere.

(01:07:48):
Non deve essere necessariamentequalcosa legato al lavoro.
Anche qualcosa legato alpassato, all'infanzia,
un'esperienza, qualcosa che perte sia stato significativo,
magari in rapporto ancheall'innovazione e alla
tecnologia è la domanda piùdifficile che mi hai fatto in
queste ore e mezza.

Francesca Oberti (01:08:12):
Ti dirò, in realtà è sempre legata al mio
lavoro Come figura marketing.
Accade raramente dino-transcript diversa,

(01:09:03):
utilizzando strumenti totalmentediversi e richiedendo skill
totalmente diverse.
Cioè, ad esempio, quando cisiamo occupati della prima
rebranding, i social media eraimportante, già esisteva da
diversi anni, ma non è stato ilcanale di lancio principale o
dove il maggiore investimentoera stato allocato.
Oggi invece, per il lancio didatto invece siamo praticamente

(01:09:30):
lanciati sul digitale, cioè suisocial media, su campagne SEMMA
e tantissimo sulla parte diinfluencer marketing, figure che
sicuramente non esistevano,soprattutto per l'ambito
tecnologico B2B all'epoca.
Quindi questo per dire come avolte le stesse attività, gli
stessi lavori a distanza,soprattutto adesso a una

(01:09:51):
velocità sorprendente, abbianosfumature totalmente diverse e
implicano tecnologie o modusoperandi, mentalità totalmente
diversa.
Cioè perché mi piace tanto ilmio lavoro?
è perché faccio lo stesso da 12anni, le stesse identiche cose
con gli stessi identiciobiettivi, con lo stesso
identico ROI, ma utilizzandocanali, applicando strategie

(01:10:14):
totalmente sempre diverse.
Cioè è una scoperta continua.
Vuoi anche perché la tecnologiae l'innovazione oggi si stanno
evolvendo a una velocitàsorprendente, se pensi anche
proprio alla storia delmarketing.
Scusa se torno sempre sulmarketing, ma il marketing
tradizionale nasce negli anni 50più o meno, e rimane sugli
stessi canali e con le stessenewsletter.

(01:10:35):
Poi 2010, social media è tuttonel continuo evoluzione, per

(01:10:57):
quanto poi possa sembrare illavoro sempre abbastanza simile
a se stesso.
Quindi per questo ho questoentusiasmo anche per la
tecnologia, cioè sono curiosa diquello che potrò fare domani.

Daniele Di Veroli (01:11:06):
Oggi non riesco a fare certo è un
bellissimo approccio, questo,secondo me, unito all'aspetto
umano e all'aspetto di relazione, che nel marketing poi è
fondamentale perché, insomma,per chiudere i deal di quello,
che c'è bisogno però no, no,assolutamente.
Guarda, francesca, io tiringrazio veramente tanto.
È stata una discussioneestremamente interessante e
immagino lo sarà anche per inostri ascoltatori.

(01:11:28):
Quindi io ti ringrazio, ancorae do appuntamento a tutti al
prossimo episodio.

Annunciatore (01:11:34):
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un'azienda o un creativo incerca di innovazione digitale e
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sono qui per aiutarti a crescereattraverso consulenze
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(01:12:04):
con contenuti cross mediali.
Grazie a tutti alla creativitàper approfondire temi di
innovazione e crescita personale.
Non perdere l'occasione ditrasformare le tue idee in
realtà no-transcript.
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