Da tempo sappiamo che i cibi ultra-processati non fanno bene: aumentano il rischio di obesità, diabete e malattie cardiovascolari.
Ora, un nuovo studio apre uno scenario ancora più allarmante: il possibile legame con il cancro ai polmoni, anche nei non fumatori. Ma cosa si intende per alimenti ultra-processati? Si tratta di cibi industriali che contengono ingredienti artificiali o poco comuni nella cucina casalinga, come conservanti, emulsionanti, coloranti, aromi artificiali e zuccheri o grassi modificati. Bibite, snack, zuppe pronte, cibi surgelati impanati e gelati sono solo alcuni esempi. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Thorax, chi consuma più cibi di questo tipo ha un rischio del 41% più alto di ricevere una diagnosi di tumore al polmone rispetto a chi ne mangia meno. Lo studio, condotto su oltre 100.000 persone, ha incrociato i dati sulle abitudini alimentari con le cartelle cliniche. Anche tenendo conto di variabili come il fumo, il legame tra alimentazione e rischio tumorale si è mantenuto solido — anzi, è risultato ancora più evidente tra i non fumatori. Uno dei possibili colpevoli è l’acroleina, una sostanza tossica che si sviluppa durante la cottura ad alte temperature di grassi e oli, ma che si trova anche nei fumi di sigaretta e nell’inquinamento. Anche gli imballaggi alimentari possono rilasciare sostanze chimiche potenzialmente dannose. Nonostante la natura osservazionale dello studio (quindi non definitiva nel provare la causa-effetto), gli esperti concordano sulla pericolosità di una dieta povera e troppo elaborata.
Il Dr. David Katz, esperto in medicina dello stile di vita, sottolinea come questi alimenti possano favorire infiammazioni croniche e alterare il microbiota intestinale, compromettendo le difese immunitarie — condizioni ideali per lo sviluppo del cancro. Il rischio cresce anche per il basso contenuto di omega-3, grassi essenziali noti per le loro proprietà antinfiammatorie. Nei prodotti ultra-processati vengono spesso eliminati per aumentarne la conservabilità. Secondo la nutrizionista Fang Fang Zhang della Tufts University, i pericoli potrebbero derivare da più fattori combinati: additivi, sostanze cancerogene formate durante la produzione, contaminanti degli imballaggi. Ma per capire esattamente il meccanismo, serviranno nuovi studi. Nel frattempo, il messaggio è chiaro: migliorare la qualità della dieta è una strategia fondamentale di prevenzione. Più cibi naturali, meno confezionati. Frutta, verdura, cereali integrali, legumi, noci e semi dovrebbero essere la base dell’alimentazione quotidiana. Il consiglio? Leggere sempre le etichette: più lunga è la lista di ingredienti sconosciuti, maggiore è il rischio che si tratti di un alimento ultra-processato. Meglio optare per prodotti semplici e preparazioni fatte in casa. Inizia con piccoli passi: riduci i cibi industriali e aggiungi ogni giorno qualcosa di fresco e naturale.
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