'Il consumo condiviso di pasta è un catalizzatore unico di convivialità, che genera emozioni positive e rafforza i legami sociali in misura maggiore rispetto ad altre attività sociali comuni'.
È la conclusione a cui è arrivato un esperimento scientifico condotto dal 'Behavior & Brain Lab' dell'Università IULM, realizzato per i pastai di Unione Italiana Food, che ha condotto il primo studio che indaga la sfera della socialità nel cervello quando assaporiamo il nostro piatto di pasta preferito. Grazie a tecniche neuroscientifiche e al brain tracking si è sperimentato che il consumo condiviso di pasta è un catalizzatore unico di convivialità, che genera emozioni positive e rafforza i legami sociali in misura maggiore rispetto ad altre attività sociali comuni. 'La scienza si è messa al servizio delle emozioni per certificare che la pasta fa rima con convivialità- spiega il professor Vincenzo Russo dello IULM- I risultati ci permettono di affermare che la pasta è un vero e proprio catalizzatore di relazioni e che un piatto di spaghetti a centro tavola può dar vita ad una rete sociale'. Dunque la pasta, simbolo della cultura italiana, non è solo un alimento, ma un'esperienza sociale che richiama momenti di condivisione e convivialità. Non a caso, è l'emblema della Dieta Mediterranea che proprio della convivialità ha fatto una condizione necessaria, positiva per il corpo e la mente. Negli anni, numerosi studi hanno dimostrato che mangiare in compagnia riduce lo stress, rafforza i legami sociali e influisce positivamente sulla salute fisica e mentale. Quello che non era noto è che la pasta è un 'vero e proprio propulsore di socialità': esiste un meccanismo preciso di spinta alla connessione sociale che si prova mangiando un piatto di pasta e che, per la prima volta, è stato indagato e misurato scientificamente. La ricerca scientifica ha indagato la sfera della convivialità a tavola con un focus sulla pasta e, grazie all'uso di strumenti di neuromarketing, ha dimostrato che il consumo condiviso di pasta è un catalizzatore unico di convivialità, capace di generare emozioni positive e di rafforzare i legami sociali in misura maggiore rispetto ad altre attività sociali comuni. Per dimostrarlo, i ricercatori hanno utilizzato le metodologie neuroscientifiche e del brain tracking (l'analisi delle attivazioni cerebrali legate alle emozioni, della variazione del battito cardiaco e della microsudorazione), su un campione di 40 soggetti (20 donne e 20 uomini) divisi in 20 in coppie di età compresa tra i 25 e i 55 anni, senza allergie o intolleranze alimentari, appassionati di pasta (1 su 2 dichiara di consumarla quotidianamente e per il 53% è un vero e proprio comfort food), film e giochi. Lo studio ha così individuato l'effetto del consumo di pasta sulla qualità delle interazioni sociali, ha confrontato le emozioni positive e la connessione percepita in diverse esperienze condivise come la visione di uno spezzone di un film, la condivisione di un'attività ludica e una fase di interazione libera (che viene considerata come benchmark, visto il suo naturale livello di coinvolgimento sociale), identificando gli indicatori neuroscientifici, fisiologici e comportamentali che spiegano il ruolo unico della pasta nella promozione della convivialità.
TRA MEMORIA E COINVOLGIMENTO EMOTIVO: ECCO COME LA PASTA ACCENDE LA CONVIVIALITÀ
Lo studio conferma che mangiare pasta in compagnia facilita le interazioni sociali a livello di stimolazione cognitiva ed emotiva, più di quanto succeda con la visione di un film o durante lo svolgimento di un'attività ludica. La ricerca ha reso evidente che condividere un pasto semplice come un piatto di pasta può essere un modo efficace per rafforzare i legami sociali e connettere emotivamente persone tra loro sconosciute e diverse. Lo studio è stato realizzato in due step: come hanno performato le varie attività di condivisione e quale attività ha generato una migliore interazione e connessione tra i