Cosa succede quando il pianeta dell’imprevisto, dell’elettricità e del risveglio entra nel segno doppio per eccellenza? Questo episodio è una lectio paradossale sull’ingresso di Urano nei Gemelli: un viaggio che inizia con il tono solenne delle grandi catastrofi cosmiche, passa attraverso analisi astronomiche, simboliche e linguistiche, e si conclude con una verità più semplice — e più spietata — di quanto vorremmo ammettere.
Nel primo tempo, l’episodio si presenta come un dramma celeste: Urano, con la sua inclinazione assiale ribelle, sembra pronto a sconvolgere il linguaggio, i protocolli comunicativi, e le nostre sinapsi. Un reset del pensiero? Una crisi semantica? Un collasso epistemologico? I segni sono ovunque: Mercurio in sestile, Saturno in quadratura, il cielo che si piega in loop.
Ma è solo nel secondo tempo che il tono cambia.
Come in ogni apocalisse ben costruita, arriva lo smascheramento: nulla accadrà. Nessun evento esterno verrà a salvarci dalla nostra inerzia. Urano non redime. Non nobilita. Amplifica ciò che trova. Se sei spento, Urano non ti accende. Se sei vuoto, ti rende rumorosamente vuoto.
La parte finale dell’episodio è una riflessione tagliente ma lucida sulla psicologia dell’attesa astrologica: quel desiderio di essere trasformati senza trasformarsi, quel sogno pigro di diventare interessanti solo perché il cielo cambia segno. Una critica elegante alla mitologia del “transito salvifico.
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