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May 17, 2025 24 mins

In occasione del 17 Maggio - Giornata Internazionale contro l'omofobia, bifobia e transfobia - abbiamo deciso di raccontare due storie di artisti molto diversi, ma uniti nella lotta contro lo stigma sociale.

Ad accompagnarci ci saranno le Karma B, performer drag e icone nella comunità LGBTQIA+.


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Martina Vidreep
Giorgio Baù


OUR GUESTS
Karma B


Music by
Epidemic Sound

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Transcript

Episode Transcript

Available transcripts are automatically generated. Complete accuracy is not guaranteed.
(00:00):
La musica è libertà, ce lo diciamo spesso e lo sentiamo
sempre. Ma cosa succede se quella
libertà ha un prezzo e la tua identità diventa troppo scomoda
per stare su un palco? Ecco quindi che azioni così
semplici come amare, cantare o semplicemente esistere ti
rendono un bersaglio. In occasione della Giornata

(00:21):
internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la
transfobia, vi porteremo dentro due storie di artisti che sono
stati ostracizzati. Per la loro identità, due voci
separate da tempo e spazio, ma unite da un filo invisibile,
ovvero la libertà di essere se stessi.
E in mezzo, una chiacchierata con chi questa libertà la sta

(00:42):
difendendo a colpi di glitter, ironia e intelligenza, ovvero le
Karma B Benvenuti in ergasm, il podcast di chiama alla musica,
ma soprattutto per chi vuole conoscerla.
Io sono Martina Vidrip, Divulgatrice musicale.
E io sono Giorgio Bau, produttore e sound designer.

(01:20):
Ovunque sei, se ascolterai accanto a te, mi troverai.
Così cantava Umberto Bindi nel brano Il nostro concerto.
Gli anni 60 erano un decennio scandito da canzoni leggere.
Da tre minuti l'una. Lui però si permette di iniziare

(01:40):
questo brano con una intro strumentale di ben un minuto e
10, un'apertura sinfonica che strizza l'occhio a gershwin,
un'eresia per l'epoca. I tempi televisivi e radiofonici
erano corti e imponevano di essere concisi, ma il suo stile
era elegante e colto e aveva bisogno di tempo.

(02:05):
Bindi fa parte di quella che oggi chiamiamo la scuola
genovese, ovvero quello straordinario momento in cui il
talento musicale sembrava essersi concentrato in Liguria.
E infatti Bindi in buona compagnia, Gino Paoli, Fabrizio
De Andrè, Bruno Lauzi e Luigi Tenco, ma forse lui è il più

(02:27):
raffinato, ha un'altra differenza rispetto ai suoi
colleghi liguri. È omosessuale e non ha nessuna
intenzione di nasconderlo. Ora pensate a come potesse
essere la società italiana in quel periodo.
Il tema era tabù. L'omosessualità si usava solo
per scherzi e sfottò e la censura, specialmente quella

(02:51):
televisiva, non permetteva di mostrarsi per ciò che si era.
E infatti la stampa lo attacca in modo sottile e subdolo.
Musicalmente Bindi non si discute.
E infatti gli articoli dei giornali dell'epoca alludono
sempre al suo modo di vestire e a una scarsa virilità
televisiva, qualsiasi cosa questo significhi.

(03:15):
Nel 1961, appena prima della suaesibizione a Sanremo, un
dirigente Rai gli si avvicina e dice, con quel modo di muoverti
in televisione non ci metti più piede e così è.
L'umiliazione ora è completa. Umberto Bindi viene rapidamente
marginalizzato, fino a scomparire agli occhi del grande

(03:38):
pubblico. I due decenni successivi sono
fatti di solitudine, allontanatodalle discografiche che contano
e dalla televisione si sposta inSvizzera, si mette a lavorare
come pianista nei locali e nei cabaret.
Qualche piccolo tour e qualche disco riesce a farli, eh, ma

(03:58):
sempre in circuiti minori e provinciali.
Dorme in Camera, in affitto o ospite di amici e conoscenti,
mentre la sua salute comincia a peggiorare.
Bindi era un grande, un uomo colto, ironico, malinconico.
L'avevamo dimenticato troppo a lungo, mi sembrava il minimo

(04:20):
dargli uno spazio per raccontarsi.
È così che Maurizio Costanzo spiega il motivo per cui invitò
Umberto Bindi in TV nel 1988. In questa puntata del celebre
Maurizio Costanzo Show, Bindi siracconta, le difficoltà
economiche, la solitudine, la malattia e le umiliazioni subite

(04:44):
e infine il clamoroso coming out. l'Italia si ricorda
finalmente di un grande artista marginalizzato solamente per il
suo orientamento sessuale e si commuove.
Nonostante questo, Bindi continua a non trovare spazio.
Alla fine degli anni 90 si trovain povertà.

(05:04):
Ad Aprile del 2002 l'amico Gino Paoli lancia un appello perché
gli siano concessi i benefici della legge bacchelli, una legge
che riconosce un vitalizio a persone illustri in stato di
necessità. Il vitalizio viene concesso, ma
è troppo tardi. Nel 2002 la sua salute.
Precaria. Chiede il conto.

(05:26):
Il maestro di Bogliasco ci lascia nel maggio dello stesso
anno, Umberto Bindi voleva solo essere se stesso, ma per
l'Italia di quegli anni c'era solo un unico modo di essere se
stessi. Oggi, a distanza di decenni, le

(05:47):
cose sono cambiate, ma non del tutto.
Essere queer sulla scena è definibile quasi come un atto
politico, perciò essere visibiliè ancora una grande sfida, ma
lasciamo che ce la raccontino meglio le Karma B.
Ciao a tutte le persone che ascoltano ergasm noi siamo
Carmelo e Mauro ovvero. Le Karma B.

(06:09):
Hanno indossato 1000 volti, hanno presenziato in TVE nei
locali di tutta Italia, ma il progetto Karma B arriva da
lontano. Beh, e allora?
Come dicevamo prima, le Karma B sono Mauro e Carmelo o Mauro e
Carmelo sono le Karma B questo ancora non l'abbiamo capito bene
neanche noi. La nostra storia inizia circa 30

(06:29):
anni fa, quando ci siamo conosciuti in Sicilia e quasi
per caso abbiamo deciso. No, non abbiamo deciso.
Ci siamo ritrovati in questo percorso passo dopo passo, ma
sempre sui tacchi a spillo. Diciamo che possiamo.
Sicuramente dividere il nostro percorso non in un prima e un
dopo, ma in tanti prima e tanti dopo.
Perché abbiamo prima attraversato le discoteche

(06:53):
grazie a un incontro con Vladimir Luxuria che ci ha
introdotto dentro la mucca assassina che è stato
famosissimo Party romano e internazionale, poi abbiamo
fatto un percorso di diciamo in tutte le discoteche d'Italia e
d'Europa e poi a un certo punto c'è stata l'esigenza di.
E inserire all'interno del nostro spettacolo drag anche

(07:16):
qualcosa di più teatrale, di introdurre la musica, di
introdurre la musica dal. Vivo.
Insomma, oltre all'immagine abbiamo deciso di cominciare a
usare la nostra voce, quindi abbiamo cominciato a scrivere i
nostri spettacoli, a recitare, acantare EE poi tutto questo è
contenuto in quello che facciamoadesso, che è un misto di.

(07:37):
E di di immagine e contenuto, come un po' forse è bello che
sia l'arte in generale, non solocon la drang.
Tutto questo ci ha portato chiaramente all'ultima fase, che
è stata quella degli ultimi annicon la televisione e il teatro
Eee la discografia. Una maschera che non copre ma
rivela un linguaggio universale che sa essere un po' satira, un

(07:58):
po' tragedia e un po' verità. Insomma, è come fare politica
con le ciglia finte, però. Per le Karma B, essere drag ha
un significato molto particolare.
Essere drag crediamo che sostanzialmente si possa
riassumere nell'essere scomodi, ovvero nello.

(08:19):
Stare scomodi perché il draga è un lavoro difficile, tutto
complicato, dai tacchi al bustino alle parrucche ci li ha
finita. Ma anche mettere scomodi chi ti
guarda, creare in chi ti guarda negli spettatori un po' un
turbamento, un po' un disequilibrio che li costringe a
porsi delle domande. La discriminazione non è sempre

(08:41):
una ferita visibile, a volte si manifesta in una battuta.
In uno sguardo oppure in un'occasione negata, a volte non
tocca a te direttamente, ma colpisce qualcuno che ti
somiglia. E allora diventa.
Tua, in quanto persone facenti parte della Comunità LGBTQR più

(09:03):
ovviamente abbiamo subito delle discriminazioni, se non le
abbiamo subite noi in prima persona, perché siamo stati
semplicemente fortunati. Ma le subiscono ogni giorno le
nostre sorelle, i nostri fratelli, quindi in qualche
maniera se toccano uno, toccano tutti noi.

(09:23):
Se toccano uno, toccano tutti noi.
Pensate se fosse stato davvero così nella comunità musicale,
veloci e compatti nel chiudersi e proteggersi a vicenda quando
serviva. Magari anche la storia del
prossimo artista sarebbe stata costellata da meno dolore.
E più libertà. Siamo nel 2012 e su un blog

(09:47):
semisconosciuto compare una lettera.
Non è un comunicato stampa e nonè nemmeno un'intervista.
È una confessione. Questa lettera racconta la prima
storia d'amore di un ragazzo vissuta durante l'estate.
Parla di una macchina che corre veloce e un cuore che batte
troppo forte. Lui ha 19 anni ed è perdutamente

(10:12):
innamorato di un'altro ragazzo che a sua volta non ricambia o
forse non può farlo. La lettera non ha una firma, ma
in pochi minuti fa il giro del mondo.
Si scoprirà in seguito che la scritta Christopher Edwin Brown,
in arte Frank Ocean Frank, nascenel 1987 e nella musica trova il

(10:35):
suo mezzo per raccontarsi. Ama profondamente la cultura hip
hop ed è destinato a riscrivernele regole.
La sua carriera inizia prestissimo, collaborando con
Justin Bieber e John Legend, e successivamente diventerà un
vero e proprio Golden boy, arrivando a lavorare con JZE
Kanye West. Successivamente entrerà a far

(10:56):
parte poi dell'hode future, il collettivo rap più controverso
del momento. Insomma, Frank è giovane,
talentuoso, ma soprattutto è gay.
Per il mondo dell'Hip hop, ancora dominato da maschilismo e
omofobia, quella lettera è un vero e proprio terremoto, non si

(11:17):
può essere queer né tantomeno vulnerabili, figuriamoci
mettersi a scrivere delle canzoni d'amore per altri
uomini. Frank, dal canto suo, non chiede
scusa e non ha intenzione di spiegarsi.
O meglio, lo fa ma non in preda a rabbia o con l'intento di
provocare. Sceglie la strada della

(11:37):
delicatezza e lascia che sia. Accende l'Orange, un disco
diario rivoluzionario e queer fino al midollo.
Qui racconta senza mezzi terminii suoi amori non corrisposti,
parla di sesso, di spiritualità e di solitudine.
If IT bring Smith my need, it's a Barry Legend.

(12:01):
Questa è la canzone, appunto bedreligion, che tra l'altro è una
supplica sussurrata, tassista. E qui c'è il doppio significato.
Bed religion vuol dire qualcosa di non corrisposto, un amore non
corrisposto, ma si intende anchecon la fede, il peccato, l'amore
che non puoi nemmeno confessare a Dio.

(12:26):
Frank è nudo, vulnerabile agli occhi del mondo, che a sua
volta. Non ci mette molto a reagire.
Le sue dichiarazioni sotto formadi disco fanno scaturire delle
reazioni miste fra shock e rispetto.
Alcuni colleghi lo ignorano, altri lo celebrano come un
pioniere, al contrario invece del pubblico che continua ad

(12:47):
amarlo e che ora può considerarlo anche come un
rifugio. Ma l'artista decide di
ritirarsi, forse per proteggersi, non concede più
interviste. E smette di cercare
l'approvazione da parte dell'industria.
Pubblica i suoi dischi quando vuole, quando si sente senza
promuoversi e senza dare spiegazioni.

(13:10):
Nel 2016 esce Blonde, un disco che sfugge a tutte le etichette,
nessuna tra quelle RB, Soul o POP.
Lo vuole. È un album troppo liquido,
spezzato e vulnerabile, esattamente come Frank.
Ed è in quel rifiuto che il suo messaggio diventa ancora più

(13:30):
forte. Frank non vuole diventare
un'icona gay, fare attivismo o diventare un simbolo.
Vuole solo essere sé stesso e rifiuta categoricamente di
richiudersi dentro una gabbia. Alla fine è solo un'artista che
ha raccontato una storia d'amorecome tante altre.
Perché l'amore? Anche se non puoi sempre

(13:52):
confessarlo apertamente. Troverà sempre un modo per
diventare canzone. Anche all'interno della Comunità
LGBTQIA Plus non sempre si rema nella stessa direzione, esistono
gerarchie invisibili, privilegi che si incastrano e si
scontrano. E se l'arte queer vuole davvero

(14:14):
essere rivoluzionaria, deve cominciare da se stessa,
chiedendosi quanto e come può essere più inclusiva.
Beh, in quanto comunità appunto,prevede una molteplicità di
voci. Ci sono tante voci che devono o
dovrebbero in qualche modo cantare all'unisono.

(14:35):
Il problema è che alcuni esponenti della Comunità.
Cercano ogni tanto di far prevalere la propria voce, o
almeno di non ascoltare la voce di altri esponenti della
Comunità all'interno di una scala gerarchica di privilegio
che esiste anche all'interno delle persone LGBQ Plus, penso
per esempio ai maschi bianchi cheese gay e alle persone trans,

(14:59):
per esempio, che vivono due livelli di discriminazione
diversi. Assolutamente quello che sta
succedendo oggi, soprattutto conla politica, con la politica che
che che governa il mondo, è proprio questa, cioè stanno
cercando di minare la nostra Comunità dall'interno, creando

(15:20):
delle delle divisioni che invecenon dovrebbero esistere, perché
tutti dovremmo combattere per lostesso obiettivo.
La politica dovrebbe essere responsabile anche del benessere
della comunità, tuttavia se predilige le ideologie e i
diritti, allora abbiamo un grosso problema da risolvere.
Le politiche pubbliche sicuramente determinano una

(15:46):
temperatura del. Del sentire no 1 1 apprezzamento
maggiore o minore a seconda di quanto siano discriminatorie
queste politiche. Appunto in questo periodo dove
il clima è molto pesante, il nontanto il gusto ma gli
investimenti di chi dovrebbe o potrebbe investire, magari

(16:08):
fatica un po' a interessarsi di artist peer.
Sì, sicuramente c'è 1 1 questione molto aperta su quello
che sta succedendo nel mondo e da a partire dalla dagli Stati
Uniti che chiaramente sono un po' un termometro di quello che
poi succede anche anche da noi equindi mentre prima c'era un

(16:30):
interesse maggiore verso sia da parte dei dei cantanti
mainstream che, come dire, esponevano la bandiera, si
esponevano sul tema, diciamo cheadesso un po'.
Uno si sta iniziando a raffreddare perché l'argomento
non è più così cool. Basti pensare, per esempio, che
all'Eurovision hanno vietato espressamente di sventolare la

(16:52):
bandiera. E non solo quella bandiera,
anche quella della Palestina. Ma oggi si è davvero liberi di
esprimere la propria identità? Ancora oggi esistono pressioni,
censure che vogliono smussare gli angoli e gli artisti sono le
prime vittime. E come dicevamo prima, il clima
è cambiato. E magari chi chi gravita

(17:16):
intorno, non tanto chi ha posizioni di potere, ma chi
gravita intorno a quelle posizioni di di potere per
compiacere il potente o la potente di turno.
Diciamo che fa un po' di pressioni, almeno per non
disturbare, diciamo così. Le abbiamo subite quindi sì, in
luoghi non sospetti anche. E le abbiamo assecondate?
Assolutamente no. Beh, sicuramente c'è stato

(17:39):
qualcosa che abbiamo anche dettosui social.
Insomma abbiamo lasciato una trasmissione perché magari
c'erano delle volontà di in qualche maniera essere
silenziati, non esplicite, mai esplicite.
Perché poi chiaramente succede sempre così, non ti viene mai
detto esplicitamente, non devi fare questa cosa, ti viene detto

(18:00):
molto più gentilmente. Magari potresti togliere questa
battuta e quindi questo insieme ad altre cose che ci sono.
Sono successe varie volte, ci hadato un po' il polso della
situazione e abbiamo fatto le nostre scelte, come sempre.
L'arte drag nasce per disturbaree sovvertire, è ogni artista ha
il suo stile, chi più sovversivo, chi più patinato.

(18:23):
Beh, fortunatamente non esiste una sola scena drag, c'è
sicuramente quella patinata, c'èquella un po' più.
Invece che avviene ancora in molti locali cabaret in posti
più alternativi e sicuramente quello che ci piace come artisti
è anche andare a vedere questo tipo di performance e cercare di

(18:46):
dare spazio anche nei Festival che organizziamo e nel nostro
lavoro e di dare spazio a artiste che sicuramente ne hanno
più necessità rispetto a noi cheabbiamo avuto.
Una visibilità maggiore negli ultimi anni in.
Generale, crediamo che l'arte drag ma l'arte queer debba
comunque sforzarsi di mantenere una nota.

(19:08):
Rivoluzionaria, ironia, intelligenza e performance che
spiazzano, perché anche la leggerezza, se usata bene, può
essere una bomba politica scomoda ma efficace.
Trovare un equilibrio fra il messaggio e l'intrattenimento.
Beh, come dicevamo prima, noi non crediamo molto
nell'equilibrio. Pensiamo che si debba rischiare,

(19:31):
sporgersi, esporsi e quindi un po' di sbilanciamento,
sbilanciarsi fa bene. Detto ciò, se proprio dobbiamo
cercare un punto di equilibrio, lo ritroveremmo, lo
ricercheremmo, nell'ironia nell'utilizzo dell'ironia.
Che è un modo per veicolare messaggi comodi, importanti,

(19:53):
densi con. Intelligenza, ecco, è l'ironia.
La utilizziamo molto anche sui social, che troviamo che siano
un mezzo efficace e anche uno strumento per far arrivare le
cose a più persone possibili. Quindi in qualche maniera
cerchiamo di essere sintetici e ironici.

(20:13):
Credo che siano queste le due nostre qualità maggiori.
Siamo in bilico. Ogni diritto ottenuto è un
diritto che può essere tolto. Bisogna vigilare, parlare e
votare e soprattutto non smettere mai di lottare.
Ahimè, è sotto gli occhi di tutti che stiamo tornando
indietro. Questo sta cambiando, questa.

(20:34):
È la brutta notizia. La buona notizia, però, è che
essendo stati avanti, essendo stati in un.
Momento in cui i diritti li abbiamo visti in parte li
abbiamo toccati, li abbiamo goduti.
Sappiamo che si può fare, che dobbiamo sforzarci di lavorare
per tornare a quel punto. Essendo vissuti in un'epoca in

(20:58):
cui non c'erano praticamente diritti, poi abbiamo vissuto
un'altra epoca ancora in cui invece le abbiamo vissute,
abbiamo vissuto le battaglie. In questo momento siamo
sicuramente preoccupati, però siamo comunque fiduciosi perché
il cammino dei diritti sì, a volte si può può subire degli
inciampi, però non si ferma. Quindi quello che vogliamo dare

(21:22):
come messaggio sicuramente è un messaggio di di speranza e di
forza. E ringraziamo tantissimo le
Karma B per averci accompagnato in questo racconto.
Grazie di averci invitato a questo podcast, che tra l'altro
ha un nome bellissimo e. L'orgasmo auricolare?
Beh, allora noi invitiamo tutti quanti a farsi sentire, a farsi

(21:46):
vedere nelle piazze, nei Pride che ci sono, ci saranno
dappertutto in giro per l'Italia, noi saremo in molti di
loro e è importante. Fateci siateci in piazza Siateci
quando viene gli viene chiesto di andare a votare perché
dobbiamo esercitare questo potere straordinario che abbiamo
che si chiama. Democrazia.

(22:11):
Sono maschio, bianco, etero, CIS.
Eppure mi chiedo, ma di cosa paura la gente?
Perché sia la percezione che riconoscere i diritti a tutti
significhi togliere qualcosa ai propri?
Perché ciò che è diverso sembra minare così tanto le fondamenta
della propria identità? Umberto Bindi, Frank Auchan e le

(22:36):
Karma B ci raccontano che esserese stessi non è un privilegio,
non è una scelta, ma un diritto,una necessità.
Se ogni tanto vi chiedete a cosaserve la giornata mondiale d
ecco, serve proprio a questo, a riflettere.
Tenere il focus sulle cose importanti, a provare a mettersi

(22:56):
nei panni degli altri. Se queste parole vi hanno acceso
qualcosa, ecco, allora oggi il mondo è un po' meno malato,
perché se è più libero, più vario, più autentico, è anche un
posto più sano per tutte, per tutti.
Il 17 maggio non è solo una data, è un promemoria per

(23:19):
ascoltare, per cambiare e per stare scomodi quando serve.
E come hanno suggerito le Karma B, anche noi saremo presenti al
Pride per amore nostro e degli altri.
Anche questa puntata finisce qui, ma la musica continua e
così anche la nostra conversazione.

(23:40):
Se ti va di dirci la tua, di suggerire un tema o
semplicemente entrare nella Community di Ergasm, troverai
tutti i link in descrizione, i nostri social mio e di Giorgio,
il gruppo Telegram e l'email delpodcast e se l'episodio ti è
piaciuto, condividilo con qualcuno che ama la musica
quanto te e segui ergasm su Spotify per non perderti nessuna

(24:02):
uscita. Noi vi diamo appuntamento alla
settimana prossima con un nuovo episodio, ma fino ad allora,
come sempre, buona musica.
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