Episode Transcript
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(00:05):
Brian Wilson, il papà di Beach Boys, è morto.
Come succede in questi casi, i fiumi di inchiostro vengono
riversati in articoli e testate,nel tentativo di dare un
contorno definito al genio creativo di quest'artista.
Io ieri notte l'ho sognato e ricordo solo la frase con cui mi
ha lasciata, non dimentichi davvero una persona fino a
(00:26):
quando non ne scordi la voce. Ed è con questo sogno che oggi
vorremmo raccontarvi qualcosa didiverso, non una biografia
classica, quanto più dare una risposta a una domanda, perché
la morte di Brian Wilson dovrebbe interessarci?
Benvenuti in ergasm, il podcast di chi ama la musica, ma
(00:47):
soprattutto per chi vuole conoscerla, io sono Martina
vidrip, divulgatrice musicale. E io sono Giorgio Baù,
produttore e sound designer. E oggi vogliamo raccontarvi che
(01:10):
cosa ci accade quando un genio muore.
Se conoscete bene Brian Wilson ei Beach Boys, non c'è bisogno di
spiegare i motivi per cui viene definito universalmente genio.
Se invece siete tra quelli che li conoscono solo per qualche
Jingle pubblicitario, le camiciea fiori o le tavole da surf,
(01:32):
beh, mettetevi comodi, perché lastoria di questo gruppo è come
leggere un libro tutto d'un fiato.
Brian Wilson non è stato solo ilfondatore della Band, ma anche
la mente dietro ai brani più importanti e rilevanti del
gruppo. I Beach Boys nascono
ufficialmente nel 1961 e da subito attirano l'attenzione,
(01:55):
diventando un punto di riferimento per i giovani di
allora. Quello che incuriosisce è
sicuramente lo stile, con le iconiche armonie vocali che
ricordano il suono delle onde dell'oceano.
Sono loro a coniare una nuova estetica, quella della surf Life
californiana sole. Autoveloci divertimento e
(02:15):
immense spiagge lambite dalle acque blu del Pacifico.
Il successo arriva immediatamente ed è enorme, ma
Brian non basta, vuole aggiungere spessore alla sua
musica e produrre canzoni semprepiù complesse.
Ed è a questo punto che qualcosalo sconvolge.
Siamo nel 1965, la British Invasion è appena iniziata.
(02:40):
Nelle classifiche americane cominciano a farsi strada
artistiche di lì a poco faranno la storia, come i Rolling Stones
o i Beatles. Ah, a proposito di Beatles,
proprio nel 65 pubblicano Rubbersoul, il loro sesto disco e
quello che molti definiscono il punto di svolta nella loro
carriera. Brian ascolta e sbianca.
(03:03):
In un'intervista dirà che ha appena ascoltato rubber soul.
Ne rimase sconvolto, chiedendosicome fosse possibile creare un
album in cui tutte le canzoni sembrano provenire dallo stesso
mondo. È a quel punto che Wilson decide
che dovrà superare rubber soul elo farà con i suoi ragazzi, i
suoi Boys. Da quel momento nacque una
(03:25):
meravigliosa competizione assolutamente benefica, che
spinse entrambi i gruppi ad alzare progressivamente
l'asticella e a confrontarsi a colpi di capolavori.
L'anno dopo l'uscita di Robert Soul, I Beach Boys RISPOSERO con
PET Sounds, la perla della corona.
Un album che suona come nient'altro, sia per l'utilizzo
di tecniche di registrazione innovative, quanto per l'idea di
(03:46):
un POP colto e complesso, totalmente innovativo per
l'epoca. Ciò che Wilson provò ascoltando
Robert Soul, i Beatles lo sentirono con PET Sounds.
Di nuovo l'asticella si alza e gli inglesi decisero di usare di
più, molto di più. Da questa ispirazione nacque
un'altra meraviglia, ovvero surgem peppers Lonely hand club
(04:07):
band è difficile pronunciarlo per esteso.
Fermi, io so già che cosa starete pensando, è naturale
sospettare che tra gli artisti, dopo tutti questi botta e
risposta, non corresse buon sangue, giusto?
Ma la risposta è no, tutto il contrario.
(04:28):
Tra di loro c'era profondo rispetto e grande ammirazione.
Pensate, George Martin, il produttore dei Beatles, disse
che senza PET Sounds sorge Pepper non sarebbe mai nato e
che se dovesse indicare un geniodel POP, beh, sarebbe proprio
Brian Wilson. Paul McCartney in più interviste
disse che PET Sounds è il suo disco preferito in assoluto e
(04:49):
che, cito testualmente, nessuno si può dire educato musicalmente
finché non l'ha ascoltato. Questo non vale solo per i
Beatles, PET Sounds è stato cosìfondamentale da essere una fonte
di ispirazione per tantissimi altri artisti, Dalton, John,
Eric Clapton, da Bob Dylan, fineRadiohead, intere generazioni di
(05:10):
musicisti provenienti da ogni corrente decade, con background
totalmente diversi, ma tutti concordi nel riconoscere il
disco come una pietra miliare del 900.
Come se fosse un punto di svoltanella storia della musica, uno
di quelli talmente rilevanti da definirne un prima e un dopo.
Questa premessa era necessaria per chi non conosceva
(05:32):
l'importanza dei Beach Boys nella storia della musica
contemporanea. Ma ora voglio raccontarvi il
vero motivo per cui abbiamo scritto questa puntata, perché
la morte di Brian Wilson ha a che fare con noi.
Ora immaginate un quadro su cui è dipinta una parata di persone.
Sono le persone che ci accompagnano nella nostra vita.
(05:54):
In prima fila i volti sono più nitidi, li distinguiamo
chiaramente, sono gli affetti più cari.
Allargando la visuale noteremo che i lineamenti delle persone
nelle file indietro si fanno viavia più indefiniti, confusi, ma
non cadete nell'errore di considerarli meno importanti.
Tutt'altro, perché il loro ruoloè comporre il quadro di insieme
(06:17):
impresso sulla tela. Politici, sportivi, scrittori,
scienziati, musicisti, alcune diqueste persone ci accompagnano
fin dalla nascita, influenzando il panorama culturale dove
cresciamo e definendo le personeche siamo.
Perciò quando qualcuno di loro se ne va e la loro figura
svanisce dalla tela, lasciano unposto vuoto.
(06:40):
E più il quadro si svuota, più ci sentiamo soli.
Il mondo per come l'abbiamo sempre conosciuto.
Sembra che inizi a sgretolarsi eche la terra sotto i nostri
piedi possa franare. Insomma, quando qualcuno di loro
se ne va sentiamo un brivido nello stomaco.
Una sensazione che non è soltanto legata al senso di
smarrimento che queste perdite provocano, ma anche alla
(07:02):
responsabilità di riempire gli spazi che lasciano con noi
stessi. Come se la morte di qualcuno che
consideriamo un riferimento, ci spingesse a prendere in mano le
redini della nostra vita, facendoci sentire la
responsabilità di fare qualcosa di significativo.
Quello spazio vuoto ci avvisa che ora è arrivato il nostro
turno per cambiare il mondo. Ma quindi perché la morte di
(07:24):
Brian Wilson riguarda tutti noi?Sulla nostra tela stava sul
fondo, un po' sfocato, ma ora che se n'è andato ci siamo resi
conto di quanto fosse grande e incalcolabile lo spazio che
occupava non solo nei cuori di chi l'ha amato e seguito fino
all'ultimo giorno, ma soprattutto come elemento
fondamentale del mondo che noi conosciamo.
(07:44):
Ma ora è il nostro turno. Tocca noi riempire questo vuoto
enorme facendo qualcosa della nostra vita, qualcosa di
significativo. Abbiamo la responsabilità e la
possibilità di rendere i nostri volti nitidi e magari
ingombranti nella vita degli altri.
Nonostante Wilson sia scomparso,ciò che è realizzato e creato ha
in qualche modo contribuito a plasmare la persona che, ad
(08:06):
esempio, sono io oggi. Un pezzettino di lui vive
attraverso di me. D'altronde Brian Wilson in sogno
mi ha detto, Non dimentichi davvero una persona fino a
quando non ne scordi la voce. E in questo senso chi usa la
voce come strumento per esprimersi non sarà mai
dimenticato. Le parole, il suono, tutto
sopravviverà. E non solo su supporti fisici
(08:29):
come il vinile o gli hard disk dei nostri computer, ma anche su
quello più prezioso che abbiamo,ovvero la nostra memoria.
Nel nostro piccolo vi abbiamo raccontato questa storia con
l'intento di tener viva la memoria e magari, perché no,
aiutarvi anche a riempire un pochino questo vuoto.
(08:53):
Anche questo episodio finisce qui, ma la musica continua,
quindi restate ancora con noi. Se ti va di dirci la tua, ti
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(09:15):
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Noi vi diamo appuntamento lunedìalle 18 con un nuovo episodio,
ma fino ad allora, come sempre, buona musica.