Episode Transcript
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(00:00):
Immagina di essere tra le montagne dell'appennino, è una
notte di pieno inverno, piove, le scarpe sono fradice e il
freddo ti taglia le ossa. Hai vent'anni, forse meno, e due
pesi enormi sulle spalle, uno è il fucile, l'altro è la paura.
(00:23):
Ma nei momenti peggiori, gomito a gomito con i tuoi compagni che
qualcuno all'improvviso. Comincia a cantare.
C'è chi prende un'armonica o chisi limita a battere le mani, ma
tutti cantate e non per distrarvi.
Cantate per ricordarvi che sietee per dire che no, la guerra non
(00:46):
avrebbe avuto l'ultima parola. Così spesso una resistenza
inizia non tanto con le armi, macon le voci.
Voci mescolate alla musica, uno strumento di comunità, coesione
e memoria. Buon 25 Aprile.
Benvenuti in ergasm, il podcast di chiama La musica, ma
(01:08):
soprattutto per chi vuole conoscerla, io sono Martina
vidrip, divulgatrice musicale. E io sono Giorgio Baù,
produttore e sound designer. E oggi siamo qui per parlarvi
(01:29):
del ruolo della musica nelle lotte socio politiche.
Era il gennaio del 1944, un annocruciale per l'Italia.
Lo scontro tra partigiani e l'occupazione nazifascista era
al suo apice e avrebbe trovato la sua fine soltanto nel 25
(01:52):
Aprile del 45. Felice Cascione era comandante
di una brigata partigiana in Liguria, attiva sulle colline
tra Albenga e Imperia, anche se per molti era semplicemente noto
come Umegu. Il medico era giovane e
carismatico, ma soprattutto cantava sempre.
(02:16):
Si dice che fu un buon poeta e un ottimo medico.
Ma purtroppo un pessimo cantante.
Però conosceva bene una melodia rossa molto popolare tra i
militari sovietici. Si chiamava Katiuscia e parlava
di una ragazza separata dal suo amato combattente al fronte.
La canticchiava spesso, ma un giorno, tra un'imboscata e una
(02:39):
riunione clandestina, decise chequella musica avrebbe parlato
anche di loro. Fischia il vento e infuria la
bufera. Scarpe rotte.
Eppure bisogna andar scarpe rotte, letteralmente.
Molti di questi giovani marciavano su per le colline con
calzature distrutte, tenute insieme solo con lo spago.
(03:02):
Perciò non era una metafora, Cascione stava scrivendo una
cronaca. Ma quelle parole divennero
altro, una bandiera da sventolare senza mani, un inno
da cantare anche mentre si correva sotto il fuoco.
Le strofe raccontavano tutto, ladeterminazione, la rabbia,
(03:23):
l'amore per la libertà. E quel ritornello e pur bisogna
andar, divenne quasi un saluto in codice tra i partigiani.
Si dice che la prima volta sia stata cantata attorno a un
fuoco, con le armi accanto e le mani intirizzite.
Le parole venivano corrette al momento, come da tradizione nei
canti popolari. Era una canzone viva, mutava
(03:46):
cresceva e combatteva con loro, e così nacque fischia il vento.
Dopo di lei venne bella Ciao, più melodica la più famosa, così
nota che oggi si canta ovunque, nelle piazze, nei cortei, dai
giovani come dagli anziani e persino in una serie Netflix, ma
(04:08):
ovunque sia il luogo verrà sempre cantata nella sua lingua
originale, l'italiano. Bella Ciao non nacque tra i
Monti, come fischia il vento, lesue radici si distendono fino
all'Ottocento e affondano nel fango delle risaie, dove le
mondine, piegate dall'acqua e dalla fatica, cantavano la loro
(04:28):
rabbia. Era un canto di resistenza,
certo che sì, ma inizialmente contro la povertà e
l'ingiustizia. Anni dopo la guerra, di nuovo
qualcuno prese quella melodia e ne cambiò le parole.
E se io muoio da partigiano, tu mi devi seppellir.
Non è una canzone di guerra, è una canzone d'addio di chi
(04:52):
sceglie la libertà anche sapendodi poter morire.
A dire il vero non tutti i partigiani l'avevano a cuore,
anzi, per i veri combattenti erafischia il vento il loro canto
di battaglia. Ma dopo la guerra bella Ciao
diventa il canto universale delle gesta dei partigiani.
(05:12):
Perché non si parla solo di armie fucili, ma di dignità?
Ma il rapporto tra musica e protesta non è esclusiva di un
luogo o di un tempo. Lo ritroviamo infatti qualche
decennio dopo negli Stati Uniti,a New York.
(05:35):
Qui, nel 1961, un giovane cantante folk del Minnesota
muove i suoi primi passi suonando per pochi spicci nei
club del Greenwich Village. E in quel momento il giovane
cantautore non sa ancora dell'impatto che la sua musica
avrà nella storia, ma di chi si tratta?
Per raccontarlo meglio abbiamo chiamato Jessica testa, una
(05:58):
giornalista che conosce profondamente la storia della
musica americana e che di recente, insieme ai colleghi
Ezio Quetamacchi e Leonardo Follieri, ha scritto proprio un
libro che parla dei grandi incontri della storia del rock,
ovvero Nice the rock you. È l'inverno gelido del 1961
quando un giovane ambizioso e Talentuoso Bob Dylan arriva dal
(06:23):
Minnesota a New York di base perandare a cercare e incontrare
quello che è diventato un suo idolo.
Dopo aver ascoltato la sua musica che è Woody Guthry, Bob
Dylan rimane folgorato dal modo che ha Woody Guthry attraverso
le sue parole, attraverso le suecanzoni, di schierarsi sempre
(06:43):
dalla parte. Degli ultimi, d'altra parte,
degli anni 30 e 40 del 900. La folk Music di protesta è un
elemento costante nella propaganda sindacale.
E personaggi proprio come Woody Guthrie e sono dei protagonisti
indiscussi. Riesce ad incontrarlo nonostante
Woody Guthrie faccia avanti e indietro dagli ospedali per via
(07:05):
di una grave malattia che è la malattia di Huntington che gli
procurerà poi con la morte. Dylan però riesce ad incontrarlo
e quindi in qualche modo, oltre a realizzare il suo sogno,
eredita anche un po' questo testimone.
Nell'ambito del Greenwich Village inizia a farsi
conoscere, a farsi notare e ad apprezzare e qualcosa, anche nel
(07:27):
suo modo di fare musica, comincerà a cambiare.
Quindi si allontanerà dalla semplice riproduzione di brani
storici per trovare pian piano un modo nuovo e, come spesso è
stato definito poetico, di invece raccontare delle cose che
stavano succedendo intorno a luiin quel momento, diventa di
fatto la voce di una generazione.
(07:50):
Siamo in un momento in cui l'America è sovrastata dalla
paura del comunismo da una parte, dalla paura dell'atomica
dall'altra, quindi dalla guerra fredda.
Insomma, un periodo di grande tensione.
Il movimento per i diritti civili comincia a far parlare di
sé e Dylan a sua volta inizia a prenderne sempre più coscienza,
anche grazie alla sua fidanzata del momento, susy rotolo, che
(08:14):
invece è molto attiva da questo punto di vista.
Tutto questo confluirà in un. Che è diventata una pietra
miliare che è the free willin Bob Dylan.
Che contiene i capolavori come Masters of War come Blowin in
the Wind, appena è uscito questodisco la voce di Bob Dylan è
diventata appunto la voce di unagenerazione.
(08:34):
Uno dei momenti più toccanti è il 28 agosto del 1963, il giorno
storico della marcia su Washington, quando Bob Dylan, al
fianco anche di Joan Baez, cantadavanti a 250.000 persone
americane, tra bianchi e neri, che danno vita a quella che da
molti è stata definita la manifestazione di protesta più
(08:54):
grande della storia. Insomma, grazie anche all'opera
di Bob Dylan, la musica folk inizia ad incarnare i sogni e le
speranze dei giovani americani esi pone proprio al fianco,
perseguendo gli obiettivi anche dei principali movimenti
politici. Ma spostiamo la puntina
(09:18):
nuovamente in avanti e veniamo ai giorni nostri.
È il 13 settembre 2022 e siamo aTeheran, Iran.
Una giovane masa aminì si trova in vacanza con la famiglia
quando all'ingresso di un'autostrada viene fermata
dalla polizia morale. È accusata di non avere
indossato correttamente il jab, il velo tradizionale islamico
(09:42):
che ogni donna iraniana è obbligata a portare.
Masa viene arrestata e portata in un centro di detenzione.
Le dicono che avrebbe dovuto seguire un corso sugli jab di
circa un'ora per poi uscire liberamente e da quel posto
effettivamente uscì senza vita, ricoperta di lividi, con le ossa
(10:03):
fratturate e il sangue che sgorgava persino dalle orecchie.
Questo evento diventa la miccia che fa esplodere la protesta in
tutta la nazione. Non riguarda più solo la
violenza della polizia verso masa, ma l'intero sistema di
potere iraniano che viene contestato duramente dalla
popolazione. Fortemente turbato dalla
(10:24):
situazione, sherwin Agipur, un giovanissimo cantautore
iraniano, decide di scrivere unacanzone.
Sherwin è un'artista noto per aver partecipato ad ASR Jadid,
un programma televisivo simile al nostro Italia's Got Talent, e
già da tempo era un osservato speciale delle autorità
iraniane, poiché ritenuto non allineato alla propaganda di
(10:48):
regime. Per il testo del suo nuovo brano
ha un'idea inedita, riunire i tweet di vari utenti iraniani
con le ragioni per cui stanno protestando, iniziando ogni
frase con la parola per. Le motivazioni sono molte e sono
struggenti, vanno da quelle più idealiste a quelle più
(11:09):
personali, ad esempio per la vergogna della povertà, ma anche
per il terrore quando ci si bacia.
Il brano si conclude con il motto che è diventato sinonimo
della protesta per le donne, la vita, la libertà, che sul finale
si contrae in un semplice, ma potentissimo per la libertà.
(11:32):
Che ripetendosi idealmente all'infinito assume la forma di
un mantra baroye. Il nome del brano significa
appunto per in lingua farsi e viene pubblicata sul profilo
Instagram di Sherwin, diventandoimmediatamente virale e
raggiungendo i 40 milioni di visualizzazioni in soli due
(11:52):
giorni. A causa di questo brano e di
questo successo, però, shervin viene arrestato.
Questo arresto è stato così clamoroso che ha smosso le
coscienze di grandi personalità della musica.
Uno fra tutti è stato Roger Waters dei Pink Floyd, che sul
suo profilo X scrisse Hey hayatollah Live Dame Tuz alone,
(12:13):
parafrasando la celebre another brick in The Wall.
Lo scalpore è stato tale da portare baroie fino ai Grammy
Awards, gli Oscar della musica. La Commissione non è rimasta
insensibile e ha così creato apposta per l'occasione una
nuova categoria, BEST Song for Social Change.
Baroye, ovviamente vince. Un gesto simbolico che serve
(12:36):
però a puntare il faro sugli orrori perpetrati dal governo
iraniano. Fortunatamente nel 2024 la pena
di quattro anni e 8 mesi inflitta al cantautore è stata
annullata. Tuttavia, ad oggi il governo
iraniano continua a reprimere con violenza le proteste, ma di
una cosa si può esser certi, nonè finita qui e il tempo è sempre
(13:01):
stato molto severo con i dittatori.
Quando i tempi si fanno duri, lamusica assume un significato
davvero importante ed è quello di farci sentire Uniti per una
causa, di darci conforto quando ci sentiamo soli.
Ed è una forza che chi opprime cerca di togliere a tutti i
(13:25):
costi. E in questi giorni dove guerre,
soprusi e ingiustizie alzano la voce, La musica deve suonare
ancora più forte. La puntata di oggi termina qui.
Prima di salutarvi, non dimenticatevi di seguire il
podcast su Spotify. E se avete qualche storia o
(13:47):
volete darci la vostra opinione,commentate l'episodio scriveteci
su Instagram oppure sull'indirizzo mail del podcast.
Troverete tutti i contatti nelladescrizione dell'episodio.
A tal proposito ringraziamo tantissimo gessica testa per il
suo fondamentale contributo. Oltre ai nostri troverete anche
tutti i contatti di Jessica per l'appunto, tra cui il Libro Nice
(14:11):
Trucchio. Noi vi diamo appuntamento
settimana prossima con un nuovo episodio di Ergasma, ma fino ad
allora buona musica.