Episode Transcript
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Quando Zelensky varcherà la soglia della Casa Bianca per
entrare nello studio ovale, questa volta non sarà solo al
(00:21):
suo fianco non soltanto consiglieri e funzionari
ucraini, ma un vero e proprio drappello di leader europei.
Primi Ministri e presidenti che hanno deciso di volare a
Washington per un incontro che si annuncia cruciale.
Perché? Perché il rischio è che al
tavolo negoziale, quello che dovrebbe avvicinare una tregua o
addirittura una pace, qualcuno pensi di spartire l'Ucraina come
(00:45):
un territorio da. Ridisegnare sulla cartina.
(01:19):
E in questo scenario i partner europei vogliono due cose,
garantire la sopravvivenza di un'ucraina indipendente e
soprattutto preservare intatta l'Alleanza transatlantica.
Il problema nasce da una brusca inversione di rotta di Donald
Trump. Fino a pochi giorni fa il
Presidente americano insisteva sulla necessità di un cessate il
(01:39):
fuoco prima di discutere confini, garanzie di sicurezza e
accordi di pace. Poi, di colpo, la virata linea
abbandonata, con il sospetto, mai detto apertamente ma
serpeggiante tra le cancellerie,che Putin sia riuscito ancora
una volta a spostare Trump sulleproprie posizioni.
Di qui la corsa europea. Ursula von der Leyen, Presidente
(02:00):
della Commissione, ha parlato a Bruxelles della necessità di
fermare le uccisioni e di dare aKiev garanzie di sicurezza
solide. Poco fa, prima di essere
ricevuto da Trump, zelens che harilanciato con forza la sua
visione. Il nostro obiettivo principale è
una pace sicura e duratura per l'Ucraina per tutta l'Europa, ha
detto il Presidente, sottolineando come non ci si
(02:21):
possa attendere da Putin una rinuncia spontanea
all'aggressione. To stop
this War to make? Per questo, ha insistito, serve
(02:59):
una pressione congiunta degli Stati Uniti, dell'Europa e di
chiunque nel mondo creda nel diritto alla vita e nell'ordine
internazionale. Dobbiamo fermare le uccisioni ha
ribadito e ringrazio i partner che lavorano per una pace sicura
e giusta. l'Ucraina è pronta a un vero cessate il fuoco. e a,
costruire una nuova architetturadi sicurezza abbiamo bisogno di
(03:19):
pace. Viaggia sulla stessa linea la
Presidente del Consiglio GiorgiaMeloni, che davanti ai
giornalisti ha rivendicato il ruolo dell'Italia.
Dopo tre anni e mezzo in cui noiabbiamo avuto una Russia che non
dava alcun segnale di dialogo, che pretendeva la capitolazione
di Kiev, oggi finalmente si aprono gli spiragli di dialogo,
(03:40):
perché? Si aprono gli spiragli di
dialogo perché c'è una soluzione, una situazione di
stallo sul campo. E noi lo dobbiamo ricordare
perché quella situazione di stallo sul campo è stata
costruita chiaramente dal coraggio degli ucraini, ma anche
dal sostegno unito che l'Occidente ha garantito in
questi anni alla nazione aggredita.
Ce lo dobbiamo ricordare perché l'unità dell'Occidente, dal mio
(04:02):
punto di vista, è anche lo strumento che abbiamo per
costruire pace e garantire giustizia.
Ovviamente l'Italia c'è, come c'è sempre stata in questi tre
anni e mezzo. Noi siamo al fianco
dell'Ucraina, sosteniamo gli sforzi di pace del Presidente
degli Stati Uniti, siamo stati chiamati per il nostro
contributo di proposte di diplomazia e siamo contenti che
(04:24):
sulle garanzie di sicurezza si parta da una proposta che è
stata italiana, che è quella di costruire garanzie di sicurezza
efficaci ispirate a quello che èil che è l'articolo 5 della del
della NATO, insomma del trattatodi Washington.
Chiaramente su questo bisogna costruire, bisogna.
Lavorare io penso che il lavoro che faremo oggi sarà da questo
punto di vista un lavoro importante.
(04:46):
Chiaramente non ci sono soluzioni facili quando si
tratta di fermare una guerra, dicostruire la pace.
Io penso che dobbiamo esplorare tutte le soluzioni possibili per
garantire pace, per garantire giustizia, per garantire la
sicurezza alle nostre nazioni e all'Italia.
Porta tutto il contributo di idee e di proposte che ha già
dimostrato di saper garantire inquesti mesi.
Sul piano diplomatico la tensione è palpabile, eppure.
(05:13):
Almeno a parole, dalla Casa Bianca arrivano messaggi di
distensione. Il Segretario di Stato Marco
Rubbio ha assicurato che non si tratta di proteggere zelensky da
un bullo, ma di un lavoro coordinato con l'Europa.
(05:34):
Sta di fatto che a Washington sono arrivati, su invito di
Trump stesso, i leader da Londra, Roma, Helsinki e
Bruxelles. La partita che si gioca, dunque,
non riguarda solo i confini dell'Ucraina.
In ballo c'è la coesione stessa della NATO e il sogno coltivato
da Putin da 25 anni, dividere l'Europa dagli Stati Uniti,
spaccare l'Alleanza atlantica. E le divergenze oggi?
(05:55):
Già emerse con forza, Trump e ilsuo vice wens hanno detto
chiaramente che l'era del finanziamento della guerra in
Ucraina è finita e che i costi devono ricadere sugli europei.
E infatti è stato trovato un compromesso.
Sì, gli Stati Uniti continueranno a fornire armi, ma
saranno i governi europei a pagare il conto.
Una linea che Putin ha sfruttatoabilmente soprattutto
(06:17):
nell'ultimo incontro in Alaska. Lì, mentre gli americani
chiedevano un cessate il fuoco come premessa per il negoziato,
Trump ha improvvisamente cambiato posizione, accodandosi
alla narrativa di Mosca. Meglio andare direttamente a un
accordo di pace. Ma la pace di chi?
e a quali condizioni? È questo il nodo.
Il quadro militare tutt'altro che favorevole a Kiev,
(06:39):
l'esercito russo al prezzo altissimo di perdite umane, sta
avanzando. Putin lo ha detto chiaramente,
la pace arriverà quando avremo raggiunto i nostri obiettivi.
Una frase che tradotta significanessuna tregua, nessuna
concessione, almeno finché il Cremlino sente di avere slancio
sul campo. Cosa resta allora all'Occidente?
L'idea, mai confermata del tuttoda Washington, di un meccanismo
(07:01):
di garanzia e di sicurezza per Kiev?
In Europa si parla apertamente di una forza di rassicurazione
pronta a dispiegarsi una volta fermate le ostilità.
Trump, almeno a parole, ha lasciato intendere che gli Stati
Uniti potrebbero partecipare, macon intelligence, non con
soldati. Tra poco, nello studio ovale,
tutto questo verrà messo sul tavolo il futuro dei confini
(07:23):
ucraini, la credibilità della NATO e la capacità degli alleati
di restare Uniti davanti a un Putin che gioca la partita di
sempre. Divide per vincere.
E alla fine la domanda che aleggia sopra Washington non è
soltanto quale sarà il destino dell'Ucraina.
La vera domanda è se l'Occidentesaprà restare unito o se le
crepe di oggi diventeranno le fratture di domani.
(07:45):
Perché se a decidere non sarà lacoesione degli alleati ma il
gioco delle divisioni, allora iltavolo di Washington rischia di
trasformarsi non in un passo verso la pace, ma in un regalo
consegnato a Vladimir Putin.