Episode Transcript
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(00:04):
Benvenuti in questo canale dedicato alla produzione ortogonale,
al magico mondo delle toleranze e ai fantastici render 3D.
Sono Daniele Bhi,
disegnatore tecnico CAD 3D e podcaster.
Preparatevi a salire a bordo,
perché qui non siamo solo appassionati di disegno tecnico,
ma anche di tecnologia.
Questo è il Tiraline,
il podcast che vi porterà in un viaggioaffascinante attraverso il mondo del CAD,
(00:27):
condividendo esperienze,
consigli e tante notizie.
Siete pronti?
Allacciate le cinture!
La nostra destinazione è la creatività e la passione per il disegno tecnico.
Bentornati amici Tiraline!
(00:49):
Siamo all'episodio numero 129,
a un passo al numero 130 che vedrete magari in una prossima puntata.
Ma siamo già a metà novembre e il tempo eal solito vola via senza che me ne acca.
Ed è stata una prima parte del mese abbastanza interessante per
(01:11):
quanto riguarda le molte notizie che sto cercando di mettere
insieme per alcune informazioni sul nuovo Neural CAD di Autodesk,
che non ne parleremo oggi,
ma che è stato introdotto nell'ormai onnipresente Autodesk Fusion.
Per la precisione sembra essere integrato anche inaltri software della grande famiglia di Autodesk.
(01:33):
Al momento pare che sia presente in Fusion,
e dicevo,
ma anche in Autodesk Forma.
Per questo vi rimando alla puntata 327 che è uscita prima di Snap,
architettura imperfetta dell'inossidabile Roberto Marin,
il quale ha già dato una bella occhiata al Neural CAD,
(01:53):
ma io naturalmente,
visto che si parla di Fusion,
volevo entrare più nei dettagli specificiper capire e funziona questa nuova feature.
E carissimi italiani,
volevo dire tiraline,
non prometto niente perché dipende soprattutto dalla persona che stocercando di portare di nuovo sul canale per la famosa rubrica Zoom 1 a 1.
(02:20):
Sperando che abbia un po' del suo tempo,
con lui vorrei parlare di CAD,
sempre e al solito,
ma soprattutto per quanto riguarda l'istruzione e il modoin cui viene insegnato per e viene ancora percepito.
Non tanto per la sua tecnologia,
che ne siamo tutti consapevoli,
e le sue incredibili possibilità,
(02:42):
ma soprattutto per capire perché ancora al giorno d'oggici sia una così forte chiusura alle nuove tecnologie CAD.
E si continuano a insegnare delle basi che hanno la loro ragione d'essere,
sicuramente,
ma che sono sempre meno integrate nell'evoluzionedella progettazione e del disegno CAD.
(03:03):
E naturalmente non so quando sarà questo episodio,
perché giustamente verrà prodotto quando cisarà la disponibilità da parte del mio ospite.
Ma che ne dite di passare agli argomenti di oggi?
Perché oggi sarà un episodio che tendenzialmentedarà brillantezza alla vostra immaginazione tecnica.
(03:28):
Immaginate di un tavolo da disegno che respira,
una chiave inglese digitale che sia adatta ad ogni bullone geometricoe un archivio nuvoloso che custodisce i segreti della vostra officina.
Da AutoCAD 2026.
1,
che trasforma il dvg in un foglio condiviso,
passando per i trucchi di Solidworks che piegano la materia importata
(03:53):
fino al cuore pulsante della Bill of Materials di Fusion 360 o
Autodesk Fusion e al grande bivio tra Cloud e Server per il PDM.
Questo episodio cercherà di srotolare queste quattro stradeche incrociandosi ridisegnano questo nuovo modo di produrre.
(04:14):
E alla fine cercheremo di scoprire e scegliere ilflusso più fluido per i vostri progetti perché,
spoiler,
più che di software parleremo di mentalità.
Per decenni la collaborazione nel CAD ha significato una cosa sola,
passaggio del testimone.
(04:35):
Tu disegni,
salvi,
invi per email,
aspetti il feedback su pdf stampato,
riapri il file,
modifichi e ripeti.
E' un valzer lento fatto di versioni che si accumulano e fogli di carta velina,
ognuno con una piccola variazione rispetto al precedente.
AutoCAD 2026.
1 rompe questo schema temporale che trasforma ildisegno tecnico in una conversazione dal vivo.
(05:01):
Non più file,
non più "il file è tuo" ma "il file è nostro".
Questa rivoluzione non arriva per caso.
Nasce dall'ascolto di migliaia di progettisti chetendenzialmente perdevano ore preziosi nei passaggi di consegna,
nelle inprensioni su markup cartacei,
nelle sincronizzazioni manuali tra le versioni.
Insomma,
(05:21):
una perdita di tempo.
La nuova filosofia Autodesk abbraccia ilmultiutente e una jam session di musicisti jazz.
Ognuno ha il suo proprio strumento,
ma tutti suonano la stessa melodia.
Il cuore pulsante di AutoCAD 2026.
1 è la Multi User Markup.
(05:44):
E' un sistema di annotazioni simultanee che trasforma il solitario dvgin un foglio condiviso dove le idee si materializzano in tempo reale.
Immaginate una lavagna virtuale su cui ognimembro del team può scrivere con diversi colori.
Il markup di uno appare istantaneamente sul monitor degli altri,
(06:05):
creando quindi un dialogo condiviso che fluisce senza attese.
Il ando share orchestra questo balletto digitale,
indirizzando i file verso Autodesk Dock e aprendo la strada allacondivisione web only per progetti che richiedono controllo granulare.
I Layer Trace rappresentano la vera innovazione,
(06:26):
perché mentre tu modifichi la geometria,
i feedback si aggiornano automaticamenteseguendo le trasformazioni e ombre intelligenti.
Se sposti una parete,
le note legate a quella parete si spostano con lei.
Se ruoti un ponente,
i menti ruotano insieme.
E' un portamento che ricorda quello delleetichette magnetiche su una lavagna metallica.
(06:50):
Si attaccano al pezzo e lo seguono ovunque vada.
E facciamo un passo indietro considerando l'integrazione tra desktop e web.
AutoCAD on the web non è più il fratellino minore dell'applicazione pleta,
ma diventa il ponte collaborativo che unisce mondi diversi.
Gli strumenti di markup ereditati da AutodeskDocks si popolano di funzioni avanzate,
(07:14):
permettendo annotazioni geometriche precise,
dimensionali e testuali che mantengono la coerenza tra le piattaforme.
Abbiamo poi che gli Smart Blocks ricevonoanche un lifting che va oltre all'estetica.
Il Detection Progress Indicator trasformal'attesa ansiosa in un'esperienza trasparente.
(07:37):
Mentre l'algoritmo scandaglia il disegno alla ricerca di partner ripetuti,
una barra di avanzamento ci racconta la storia del processo.
I tooltip per le Detection Action riducono la curva di apprendimento.
Invece di consultare manuali esterni,
ricevi suggerimenti contestuali che spiegano ogni funzione al momento giusto.
(07:58):
E direi anche era ora.
Riflettiamo poi anche un momento su e questa nuova opzione diassegnazione al layer zero semplifichi la gestione dei blocchi.
Tutti gli oggetti di finizione finiscono su un layer neutro,
garantendo il controllo uniforme su visibilità e stile di stampa.
(08:22):
E' una scelta che tendenzialmente elimina conflittidi layer e facilita la standardizzazione aziendale.
Risultato?
Disegni più puliti e un workflow più prevedibile,
e un archivio digitale che si anizza da solo.
Magari potesse veramente essere così,
però ci speriamo.
L'interfaccia rinnovata unisce eTab Learning e My Insight inun'unica dashboard che bina tutorial e statistiche personali.
(08:48):
Non si deve più navigare tra sezioni separateper trovare consigli di ottimizzazione.
Tutto vive in un ecosistema coeso che impara dallevostre abitudini e suggerisce miglioramenti mirati.
Le 7 nuove funzionalità di produttività di AutoCAD 2026.
(09:08):
1 affrontano microfrustrazioni quotidiane che,
sommandosi,
creano macro-problemi.
Le variabili Viewport Layer permettono di assegnareautomaticamente nuove finestre a layer specifici,
mentre RevCloud Layer e Tablet Layer disciplinanonuvole di revisione e tabelle con logiche predefinite.
(09:32):
L'aumento massimo di viewport attive risponde poi alle
esigenze di progetti plessi dove visualizzazioni multiple
diventano necessarie per coordinare discipline diverse.
Prima di continuare pensiamo al Warm Grip Dynamic Menu Short.
Un piccolo dettaglio che accelera le operazioni di editing più une.
(09:53):
Invece di cercare andi nei menu,
li attiviamo direttamente sui grip attivi,
riducendo i movimenti del mouse e aumentando la fluidità nel disegno.
Il fix per RevCloud Arc Length,
che non si adatta più al dim scale,
elimina quindi portamenti inaspettati e poi abbiamo il
(10:13):
supporto per la ricerca e sostituzione nei test multilinea
e Backslash P che colma una lacuna storica del software.
Il vero elemento distintivo di questa release non è una singola funzione,
ma l'approccio filosofico.
AutoCAD smette di essere un'applicazione e diventa un ecosistema.
(10:34):
Ogni markup che si crea sul web appare sulla versione desktop.
Ogni modifica desktop si riflette sul cloud.
Ogni collaboratore vede gli stessi dati nello stesso momento.
È e se il software avesse sviluppato una coscienza collettiva chetendenzialmente elimina i tempi morti della unicazione assincrona.
(10:55):
L'ironia?
Più il disegno diventa condiviso,
più diventa personale.
Ogni utente riceve insight mirati sulle proprie abitudini di lavoro.
E mentre AutoCAD 2026.
1 insegna i disegni a respirare insieme,
spostiamoci verso un altro laboratorio di trasformazione,
(11:16):
Solidworks,
dove la geometria "importata" diventa malleabile eargilla fresca tra le mani di un vasaio digitale.
Che bella citazione!
Viviamo in un ecosistema multicad,
dove l'interoperabilità non è più un lusso,
ma è una vera e propria necessità quotidiana.
(11:38):
Ogni azienda ha la sua storia.
Chi usa Inventor e per il meccanico,
KTA per l'automotive,
Creo per l'industrial design,
NX per l'aerospaziale.
Il risultato è una torre di babele digitale doveogni sistema parla la propria lingua geometrica.
Quando questi file atterrano su Solidworks,
(11:59):
arrivano e un Dumb Solid,
corpi rigidi senza memoria,
fantasmi di progetti che hanno perso la loro anima parametrica.
In pratica è e ricevere una scultura di marmo e dover capire e loscultore l'ha pensata senza aver accesso ai suoi schizzi preparatori.
Tendenzialmente il progettista si trova davanti a un bivio,
(12:20):
ricreare tutto da capo seguendo l'equattatura originaleoppure adottare la filosofia del Direct Editing,
che trasforma il modello importato in argilla digitale plasmabile.
Solidworks,
dalla versione 2017,
ha rivoluzionato questo scenario introducendo il 3D Interconnect,
(12:44):
che è una tecnologia che bypassa pletamente il processo ditraduzione e tratta i file stranieri e cittadini di prima classe.
E non è più importo e converto,
ma apro e uso.
È un cambio di paradigma che ricorda ilpassaggio dalle lettere cartacee all'email.
Stesso contenuto,
velocità però moltiplicata.
(13:05):
Il cuore del Direct Editing di Solidworks batte attraverso un set distrumenti chirurgici raccolti nella mand Manager Toolbar dedicata.
Il ando Delete Face non si limita a cancellare,
estende intelligentemente le superfici adiacentiper mantenere un corpo solido coerente,
(13:29):
prevedendo la deposizione in superficie.
In pratica e rimuovere un mattone da un muro e far espandereautomaticamente i mattoni circostanti per colmarne il vuoto.
Il ando Move Face rappresenta l'evoluzione del taglia esposta.
Selezioni le facce,
(13:50):
trascini il triedrio e inserisci o inseriscivalori numerici nella Property Manager.
Il software ne controlla che l'operazione non generi geometrie impossibili,
quindi facce disgiunte che cadono dal pezzo o corpi nonmainfold che violerebbero le leggi della fisica digitale.
e bonus si ottiene una quota parametrica che si può modificare successivamente,
(14:14):
trasformando un'operazione diretta in una feature semi-intelligente.
Facciamo un passo indietro e consideriamo 3D Interconnect.
Questa tecnologia mantiene un collegamentoassociativo bidirezionale con il file originale.
Modifichi il progetto in Inventor,
salvi,
torni in SOLIDWORKS e vedi apparire un simbolo di refresh sulla geometria.
(14:39):
Un clic destro e aggiorni.
La geometria si trasforma istantaneamente mantenendo tuttigli accoppiamenti e le feature downstream che hai creato.
In pratica è e guardare un film con cui gli attoricambiano costume senza mai uscire di scena.
Split e MoveCopyBody orchestrano operazioni più plesse.
(15:00):
Il primo separa porzioni funzionali usando superfici di taglio.
Il secondo sposta corpi interi e pedire su una scacchiera 3D.
Entrambi generano feature nell'albero,
rendendo le modifiche editabili a posteriorie mantenendo la tracciabilità del processo.
Riflettiamo un momento su ImportDiagnosticche è il medico-chirurgo dei file malformati.
(15:26):
Questa feature scandaglia le geometrie alla ricerca di superfici difettose,
gap tra facce adiacenti,
curve di trim corrotte.
Questo tool ricostruisce automaticamente i bordi,
elimina porzioni defettive,
creando superfici di riempimento per colmarne i vuoti.
Quando l'automated healing non basta,
(15:48):
suggerisce interventi manuali e replace face o fillet surface.
L'approccio diagnostico di SOLIDWORKS segue una logica medica.
Prima la diagnosi,
poi la terapia.
ImportDiagnostic rivela problemi attraversocontrolli multipli (geometria superficiale errata,
topologia difettosa,
superfici sovrapposte) e identifica B-spline non semplificate chepotrebbero essere sostituite con superfici analitiche equivalenti,
(16:18):
migliorando performance e patibilità con operazioni e accoppiamenti concentrici.
Tendenzialmente sostituire due metà di un cilindro B-spline conun cilindro analitico pleto rende il modello più utilizzabile,
credetemi.
Prima di continuare pensiamo alla gestionedei formati supportati da 3D Interconnect.
(16:41):
Abbiamo da ACIS a JT,
da Inventor a KTA V5 e ogni formato mantiene la propriaidentità pur integrandosi nel workflow di SOLIDWORKS.
I collegamenti possono essere mantenuti a livellofeature e ponente o solo a livello feature,
offrendo la granularità di controllo.
(17:04):
La possibilità poi di dissolvere il collegamentopermette transizioni graduate da associativo a nativo.
Il Direct Editing Toolbar raggruppa operazioniche tradizionalmente richiedevano feature plesse.
BINE unisce corpi separati,
DELETE KEY BODY gestisce geometrie multiple,
(17:25):
HEAL EDGE ripara spigoli corti problematici.
Ogni operazione genera una feature parametrica nell'alberopermettendo modifiche successive e mantenendo la storia del processo.
E' un promesso elegante tra flessibilità diretta e tracciabilità parametrica.
Apro una parentesi prima di continuare,
me l'hanno già detto,
(17:45):
purtroppo lo so,
vi dico i andi in inglese perchè io uso la versione in inglese,
anche se viene installata in italiano io la cambio perchè da anni ormai,
da quando ho iniziato a usare AutoCAD lo uso ininglese e quindi tutti gli altri applicativi,
gli altri software li uso con la versione inglese che per me è più diretta.
(18:08):
Chiude la parentesi.
Ma torniamo noi e il vero elemento distintivo del Direct EditingSOLIDWORKS non è la tecnologia ma il pensiero concettuale,
cioè la capacità di miscelare approcci parametrici e direttiin un singolo modello senza soluzione di continuità.
(18:31):
Si può iniziare con un IMPORT DUMB,
tra virgolette,
applicare Direct Editing per macro modifiche,
poi aggiungere feature parametriche per dettagli funzionali.
La Feature Tree,
l'albero delle feature,
mostra Direct Editing accanto a Extrude,
(18:52):
sono due filosofie che convivono armoniosamente,
l'ironia poi è che più il software diventa diretto e più diventasofisticato anche nella gestione della plessità parametrica sottostante.
Le quote parametriche generate da MovePhase rappresentanodei piccoli miracoli di ingegneria software,
perché nascondono operazioni dirette ma si portano e dimensioni native,
(19:16):
pleti di relazioni e modificabilità.
E' e se un gesto istintivo,
spostare una faccia,
generasse automaticamente la propria documentazione tecnica.
Mentre SOLIDWORKS insegna alle geometriestraniere a parlare la lingua parametrica,
alziamo lo sguardo verso l'orchestrazione di progetti plessi.
(19:38):
Autodesk Fusion è la sua bill of material,
o la BOM per tutti quanti i progettisti,
dove ponenti individuali si trasformano in sinfonie di produzione eogni riga distinta racconta la storia di un prodotto che prende forma.
Per tutti noi tiraline,
(20:00):
la bill of material,
o BOM,
è l'anima segreta di ogni prodotto manufatturiero.
Dietro ogni smartphone,
automobile o caffettiera si nasconde una distinta base che orchestramigliaia di ponenti in una sinfonia di numeri e specifiche.
Tradizionalmente la BOM viveva in una spreadsheet Excel trasferita via mail,
(20:22):
fogli di carta appese ai muri delle officine,
database aziendali che nessuno sapeva consultare.
Un ecosistema frammentato dove ogni aggiornamento richiedevacoordinamento manuale e ogni errore moltiplicava costi a cascata.
Un caso emblematico viene dal settore elettronico,
un prodotto di wearable invia per sbaglio una BOM obsoleta agli acquisti,
(20:44):
ordinando un modulo bluetooth inpatibile con il nuovo design del PCB.
Quando inizia la produzione la linea si ferma,
il ponente non si inserisce fisicamente.
Risultato?
Ritardi,
riordini e budget sforato.
Autodesk Fusion ribalta questa logica.
La BOM non è più un documento satellitare ma viveintegrato nel cuore dell'ambiente di progettazione.
(21:12):
Tendenzialmente quando modifichi il modello 3D la distinta
si aggiorna automaticamente in tempo reale eliminando le
discrepanze tra quello che disegni e quello che ordini.
In pratica è e avere un ragioniere digitale che segue ogni tuo movimento.
Sposti un ponente cambia la quantità della BOM,
sostituisci un materiale,
aggiorna automaticamente le specifiche.
(21:35):
La filosofia è quella del "single source of truth" dove una solaversione della verità governa tutto il processo produttivo.
Il cuore della BOM integrata di Fusion batte attraverso unpannello fluttuante accessibile da qualsiasi workspace.
Ogni colonna diventa un cassetto di laboratorio personalizzabile.
In pratica puoi espandere le proprietà che servono,
(21:59):
nascondere quelle superflue,
filtrare per stato del ciclo di vita o tipologia del ponente.
La cross selection tra modello 3d e tabella BOM eliminala fatica del "dove sono?" clicchi un pezzo nell'assieme,
si illumina nella distinta,
selezioni righe nella BOM e genera automaticamenteset di selezioni utilizzabili per altri andi.
(22:24):
E facciamo un passo indietro e consideriamo la gestione in multidivello.
Ogni assieme può collassare o espandere singolarmente mostrando sottodistinteed edificate che riflettono la struttura gerarchica del prodotto.
E' e sfogliare un libro pop-up dove ognipagina rivela dettagli crescenti di plessità.
(22:47):
Il sistema poi supporta configurazioni "purchased assembly",
cioè assiemiche ordini e singolo item,
e singolo pezzo,
ma che mantengono però un dettaglio interno per le modifiche future.
La gestione degli stati attraverso ReleaseBOM introduce la dimensione temporale.
Abbiamo la versione "working" che mostra il progetto in evoluzione,
(23:09):
quella "released" che congela istantanea approvate per la produzione.
Quindi "quick release" e "change order workflow" permettonotransizioni controllate tra stati con storico pleto delle revisioni.
Un meccanismo che ricorda il "version control" delsoftware applicato al mondo fisico dei ponenti.
(23:30):
E riflettiamo anche un momento sulla condivisione via URL,
via link.
Invece di esportare pdf statici,
vengono generati dei link diretti alla BOM web che mantengono filtri,
viste personalizzate e versioni specifiche.
Chi riceve il link accede alla stessa vista che avete configurato voi,
(23:52):
in tempo reale.
In pratica è e spedire,
passatemi il termine,
un ologramma interattivo invece di una fotografia sbiadita.
La patibilità con sistemi ERP attraverso esportazioni CSVe XLS chiude poi il cerchio dell'integrazione aziendale.
La BOM non resta isolata in Fusion,
(24:12):
ma alimenta processi a valle,
pianificazione e produzione,
gestione magazzino,
contabilità industriale.
Tendenzialmente una modifica nel design si propagaautomaticamente attraverso tutti i sistemi aziendali.
La personalizzazione delle proprietà BOM va oltre le colonne standard.
Si possono aggiungere campi custom per codici fornitori,
(24:33):
tempi di lead,
certificazioni richieste,
annotazioni di processo.
Ogni proprietà diventa parte del DNA del ponente,
viaggiando con lui attraverso le revisioni e le modifiche.
Il supporto per dimensioni automatiche,
lunghezza,
larghezza,
altezza poi rivoluziona la gestione di progetti e mobili o carpenteria,
(24:55):
dove le misure fisiche determinano costi di materiali e lavorazione.
Prima di continuare pensiamo al workflow diChange Order per utenti Manage Extension.
Possiamo selezionare ponenti dalla BOM,
assegnarli dei numeri al pezzo,
aggiungerli a ordine di modifica che seguonopercorsi poi di approvazioni predefiniti.
(25:19):
Il sistema mantiene traccia di chi ha approvato cosa e quando,
creando quindi un audit trail pleto per conformità ISO o Automotive.
La vista "As Released" permette di consultare BOM storicheesattamente e erano al momento dell'approvazione.
(25:39):
OpenBOM e Boomer...
scusate se rido perché "Boomer" ragazzi sembrauna definizione della mia età anagrafica.
Torniamo,
OpenBOM e Boomer offrono estensioni che applicanole capacità native multi-level BOM automatiche,
gestioni fornitori integrata,
(26:00):
calcolo di costo in tempo reale.
Questi add-in trasformano Fusion in un vero e proprio hub PLM leggero,
che è capace di petere con le quelle soluzioni Enterprisepur mantenendo la vera semplicità di utilizzo.
Ma il vero elemento distintivo della BOM di Fusion non è una funzione isolata,
(26:20):
ma l'approccio olistico.
La distinta base non è più un output,
ma un processo continuo.
20 progetti,
la BOM si costruisce da sola,
mentre modifichi si aggiorna silenziosamente ementre collabori si sincronizza istantaneamente.
E' una filosofia che ribalte il rapportotradizionale tra design e documentazione.
(26:43):
Non più finisco il progetto e poi faccio la BOM,
ma la BOM cresce insieme al progetto.
L'ironia è che più la gestione diventa automatica,
più diventa precisa,
eliminando l'intervento umano nella routine,
riducendo quindi gli errori e si aumenta poi la fidabilità del processo.
E mentre la BOM orchestra l'armonia dei ponenti,
(27:05):
ci spostiamo verso la questione che sta ridisegnandol'architettura della manifattura digitale.
Dove archiviare questo patrimonio di dati?
Nel cloud che promette la scalabilità infinita o neiserver aziendali che sussurrano sicurezza e controllo?
(27:26):
Ti è piaciuto l'episodio di questa settimana?
Se la risposta è sì,
allora lasciami un like,
(28:03):
condividi e condividi con i tuoi amici e amici e amici eamici e amici grande o piccolo è per noi davvero importante.
Immagino che abbiate notato che c'è pubblicitàall'inizio e alla fine di questo episodio.
Questo perché?
Perché fare podcast ha un costo e la stessa cosa vale ancheper questo podcast che fa parte del network Runtime Radio.
(28:24):
Il contributo che le pubblicità danno al network servono amantenere il servizio a pagamento che ospita non solo il Tiraline,
ma anche gli altri del network.
Grazie mille per essere stati con noi anche oggi.
A presto!
Nel cuore della quarta rivoluzione industriale la gestionedei dati di produzione è diventata una sfida epocale.
(28:50):
Da una parte il cloud PDM,
Product Data Management,
rappresenta la promessa di un futuro senza confini,
accesso universale,
aggiornamenti automatici e scalabilità fluida.
Dall'altra parte però abbiamo l'on-premise che conservail fascino antico della sicurezza fatta in casa,
(29:11):
del controllo totale e della personalizzazione ad ogni costo.
Questa scelta strategica si riflette nei discorsi di molte
aziende manufatturiere tra desiderio di innovare e la
paura di abbandonare un asset consolidato ormai da anni.
La metafora più calzante è quella di una grande biblioteca.
Il cloud è una rete di biblioteche interconnesse a livello globale,
(29:33):
mentre l'on-premise è un'assuntuosa biblioteca privata,
custode dei tomi più preziosi.
Il cloud PDM offre vantaggi che portano la gestionedati nell'era digitale e nell'era della agilità.
I sistemi cloud distribuiti permettono di scalare risorse senza interruzioni,
(29:56):
aumenta il numero di progetti e utenti,
non i costi di infrastruttura fisica.
Accessibilità ubiqua significa che qualunque collaboratore,
da un ufficio di progettazione a una fabbrica remota,
può accedere in tempo reale ai dati aggiornati,
riducendo drasticamente i tempi di attesae migliorando l'allineamento unicativo.
(30:17):
Non solo,
le piattaforme cloud sono costantemente aggiornate,
offrono criptografie all'avanguardia e sistemidi disaster recovery altamente resilienti.
Il risultato è un ecosistema che tendenzialmente garantisceaffidabilità senza che l'utente debba gestire server o backup.
(30:40):
Facciamo un passo indietro e consideriamo il valore della sicurezza percepita.
L'on-premise permette alle aziende di mantenere i dati sotto chiave,
senza dipendenza da terzi provider.
Questo si traduce in maggior controllo delle policy di accesso,
personalizzazione di workflow più spinte e integrazioni profonde con hardware,
(31:01):
legacy o macchinari specifici.
Per aziende con requisiti normativi molto stringentie ambito nell'aerospaziale o nel medicale,
l'on-premise rimane una scelta di fiducia.
È e possedere un cavo impenetrabile nel cuore dell'aziendadove ogni byte è sorvegliato da guardiani digitali.
(31:22):
L'integrazione nativa di Autodesk Fusion con ilCloud PDM diventa il ponte tra queste due realtà.
Le applicazioni Cloud-Based e Autodesk Fusion Manage consentono di sincronizzare
in modo fluido i dati di design con sistemi MESS (Manufacturing Execution
(31:44):
System) e ERP (Enterprise Resource Planning) creando
un ciclo produttivo che sembrano senza triti.
La collaborazione simultanea e la gestione dei file con
le API specifiche permettono aggiornamenti istantanei che
riducono gli errori di unicazioni e accelerano i processi.
Nell'ambito della gestione dei dati,
(32:05):
la scelta tra cloud e on-premise non è solo tecnica ma profondamente culturale.
Un'indagine Deloitte rileva che il 57% dei produttori sta già affidandosial cloud per analitiche avanzate e processi di smart manufacturing,
segno che le anizzazioni tendenzialmente abbracciano la nuvola e opportunità.
(32:29):
Tuttavia una quota significativa rimane cautasoprattutto per i dati più sensibili e critici.
Tra le tre cose pensiamo anche al tema della manutenzione.
Il cloud sposta il peso della gestione infrastrutturale sul provider,
liberando risorse interne per attività a maggior valore aggiunto.
(32:51):
L'on-premise invece richiede investimenti continui in hardware,
sicurezza e backup con il rischio di una obolescenza tecnologicamolto rapida e con un costo totale di proprietà spesso sottostimato.
Il caso di O'Neill Europe racconta un successo pratico perché grazie
all'aduzione di Autodesk Fusion Cloud PDM il ciclo di design è
(33:15):
passato da 24 a 6 mesi con lavoro simultaneo di più sedi
e divisioni snellendo drasticamente i tempi di risposta.
Ma il vero elemento distintivo di questa sceltanon è la tecnologia stessa ma l'adattabilità.
Mentre il cloud incarna la velocità e la collaborazione globale,
(33:36):
l'on-premise custodisce sicurezza e personalizzazione fatta su misura.
L'ironia della fabbrica 4.
0 è che la soluzione ideale spesso è un ibrido.
Alcune informazioni strategiche restano protette localmentementre routine e file collaborativi viaggiano nel cloud.
Il software moderno offre infatti integrazione seamless tra
(33:59):
i due mondi permettendo quindi a ogni azienda di scegliere
la propria via senza rinunciare a performance o sicurezza.
Mentre il vento del cambiamento spinge sempre più dati verso il cloud chiudiamoil cerchio di questo episodio tornando al banco da lavoro pronti a progettare,
(34:19):
a modellare e a gestire con strumenti che oggi nonsono più sogni ma delle vere e proprie realtà.
Prima di chiudere questo episodio permettetemi di fare un veloce recap diquanto sia stato detto in questa puntata perché abbiamo visto AutoCAD 2026.
(34:41):
1 trasformare il disegno in un vero e proprio dialogo tra progettisti.
SolidWorks è riuscita a piegare i file importatie della vera e propria creta da modellare.
Autodesk Fusion invece ha elevato la BOM,
che di solito è una noia mortale,
a un vero e proprio regista della produzione,
(35:02):
della produzione manufatturiera.
E sempre per Fusion il cloud pdm è una vera e proprianovità perché si contende la scena con i server locali.
Credo che la chiave stia nell'agilità,
bisogna adottare gli strumenti che riducono i tempi morti
(35:23):
moltiplicando poi la collaborazione tendenzialmente
senza però sacrificare la sicurezza dei nostri dati.
e sempre bisogna guardare avanti la convergenza tra intelligenza
artificiale e piattaforma cloud promette progetti che si aggiornano
da soli e mappe che ridisegnano le strade mentre si cammina.
(35:43):
Tra le altre cose prima o poi trovo su questo canale ho un argomento che appunto
riguarda la convergenza verso il cloud e questa pseudo trasformazione dei nostri
dati verso entità terze quindi che non rimangono all'interno
della nostra azienda o sui nostri server personali.
(36:04):
Ne parleremo nelle prossime puntate nei prossimi episodi.
Tra l'altro di tutto questo voi cosa ne pensate?
Scrivetemi qual è la vostra più grande sfida nella gestione dei dati progetto.
Aspetto e sempre i vostri feedback,
i vostri menti all'episodio e vi aspetto su tutti i canaliche hanno la possibilità di mentare questo episodio.