Episode Transcript
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(00:04):
Benvenuti in questo canale dedicato alla proiezione ortogonale,
al magico mondo delle tolleranze e ai fantastici render 3D.
Sono Daniele Bhi,
disegnatore tecnico CAD 3D e podcaster.
Preparatevi a salire a bordo,
perché qui non siamo solo appassionati di disegno tecnico,
ma anche di tecnologia.
Questo è il Tiralinie,
il podcast che vi porterà in un viaggioaffascinante attraverso il mondo del CAD,
(00:27):
condividendo esperienze,
consigli e tante notizie.
Siete pronti?
Allacciate le cinture!
La nostra destinazione è la creatività e la passione per il disegno tecnico.
Bentornati amici Tiralinie.
(00:49):
Episodio numero 122.
Siete già rientrati dalle vacanze o e me stateancora cercando di rilassarvi con i piedi a mollo?
Anche se può sembrare strano,
in questo momento la radio sta passando l'estate sta finendo di Righeria,
una hit degli anni 90 per chi è un po' vecchiotto e me,
(01:10):
e sembra quasi che la radio stia facendo laconta alla rovescia per la fine dell'estate,
considerando che siamo già a fine agostoe le vacanze stanno praticamente volando.
unque la pubblicazione di questo episodio era stata programmataall'inizio di agosto e quindi ecco voi una nuova puntata.
Pensavate vero che stessi registrando in diretta?
(01:34):
Valà,
valà,
sono sotto l'ombrellone ragazzi,
sono sotto l'ombrellone.
Però questa puntata ho cercato di focalizzarla più sulla
nostra Italia e in particolare sui giovani della generazione
Z che a detta di tutti vengono spesso sottovalutati.
Per questo immaginate di trovarvi in una fabbrica dove irobot collaborano armonesemente con i giovani operatori,
(02:00):
dove la progettazione digitale trasforma istantaneamente le idee
in prototipi funzionali e dove la tradizione manufatturiera
italiana si fonde con l'intelligenza artificiale più avanzata.
e sempre,
non è fantascienza ragazzi,
non è fantascienza,
è la realtà produttiva di molte aziende,
quelle più grandi,
che stanno prendendo forma sotto i nostri occhi.
(02:22):
Anche oggi quattro argomenti,
quattro temi affascinanti che disegnano il futurodell'innovazione soprattutto quella italiana.
Prima di tutto ci immergeremo nel cuore dell'eccellenza
meccanica italiana scoprendo e le nostre aziende mantengono la
leadership mondiale attraverso qualità e innovazione continua.
Poi approfondiremo le sottili ma fondamentalidifferenze tra product design e industrial design,
(02:50):
un dibattito che ridefinisce il modo stessodi concepire i prodotti nell'era digitale.
Analizzeremo poi tendenzialmente il fenomenosorprendente della generazione Z che,
contro ogni previsione,
sta riscoprendo il fascino dei lavori tecniciin un'era dell'intelligenza artificiale.
E infine esamineremo la decisione rivoluzionaria diDell di abbandonare il celebre marchio Precision,
(03:14):
un cambiamento che riflette trasformazioni profondenel mercato delle workstation professionali.
A voi un dato che vi sorprenderà.
L'Italia occupa ancora oggi il settimoposto mondiale nelle più grandi industrie,
per valore aggiunto manifatturiero,
(03:36):
con un surplus merciale che ci posiziona al quintoposto globale subito dopo giganti e Germania e Cina.
Eppure tendenzialmente il dibattito pubblico continuaa dipingere un quadro di declino industriale.
e mai questa cavolo di contraddizione?
Preparatevi quindi a un viaggio attraversol'innovazione che sta trasformando il modo di produrre,
(04:01):
progettare e lavorare nel nostro italico paese.
Facciamo un passo indietro e consideriamo cosa significadavvero eccellenza meccanica italiana nel 2025.
Non stiamo parlando solamente di macchine e ingranaggi,
ma di un ecosistema produttivo che ha saputoreinventarsi mantenendo intatta la propria identità.
(04:24):
L'industria meccanica italiana rappresenta oggi l'8,
5% del valore dell'economia nazionale con oltre 1,
6 milioni di addetti.
Ma i numeri,
per quanto impressionanti,
raccontano solo una parte di questa storia.
La vera forza sta nella capacità delle nostre aziende di petere non sul prezzo,
(04:47):
ma sulla differenziazione,
sulla personalizzazione e sull'innovazione incrementale.
Fondamentalmente noi siamo i sarti della meccanica.
Questa strategia,
che il professor Alessandro Arighetti dell'universitàdi Parma definisce e "terzo modello di petitività",
(05:09):
ha permesso all'Italia di mantenere un saldo merciale e manufatturieropositivo mentre Germania e Francia vedono quello loro deteriorarsi.
Ma e è possibile che un paese considerato in declino,
soprattutto da una certa parte politica,
riesca a primeggiare in 87 categorie diprodotti e generando esportazioni per 293,
(05:32):
3 miliardi di euro?
La risposta sta nella biodiversità produttiva italiana.
433 specializzazioni manufatturiere provinciali distribuite in 141 distretti,
ciascuno con la propria vocazione e il proprio know-how specifico.
Prendiamo ad esempio il distretto della meccanica di Parma,
celebre per i macchinari agricoli alimentari,
(05:53):
o quello di Modena,
specializzato in attrezzature meccaniche avanzate.
Qui non si tratta di produzione di massa,
ma di soluzioni quasi sartoriali,
e vi ho detto prima,
per clienti che cercano qualità,
precisione e affidabilità.
In Lombardia,
che concentra l'oltre del 30% delle imprese meccaniche italiane,
le piccole e le medie imprese rappresentano il 90% del settore,
(06:15):
garantendo quella flessibilità che permette poi diadattarsi rapidamente alle richieste del mercato.
L'innovazione tecnologica ha giocato unruolo fondamentale in questa trasformazione.
L'adozione delle macchine CNC ha consentito diraggiungere tolleranze estremamente ridotte,
mentre l'integrazione dell'intelligenza artificiale permetteil monitoraggio in tempo reale dei processi produttivi.
(06:37):
Non è un caso che l'Italia sia stata tra i primiPaesi a investire massicciamente nell'industria 4.
0,
con il piano governativo che ha spinto le aziendeverso l'automazione e la digitalizzazione.
Riflettiamo un momento su questo aspetto.
Mentre molti temevano che l'automazione potesse sostituire il lavoro umano,
(07:00):
le aziende meccaniche italiane hanno dimostrato e tecnologie epetenze umane possono collaborare per creare valore aggiunto.
I robot collaborativi o i cobot non sostituiscono gli operatori,
ma ne amplificano la capacità,
permettendo di eseguire operazioni di precisione millimetrica,
mantenendo quella creatività e quella intuizioneche sono il marchio distintivo del Made in Italy.
(07:24):
Un elemento particolarmente interessante riguarda l'assottibilità ambientale.
Aziende e l'industria del ferro hanno sviluppato tecnologie di ricicloche permettono di utilizzare oltre l'80% dei materiali di scarto,
mentre altre hanno implementato sistemi di manutenzionepredittiva che riducono sprechi e consumi energetici.
Questa attenzione all'ambiente non è solo una questione etica,
(07:47):
ma sta diventando un vantaggio petitivo fondamentale sui mercati internazionali.
Tendenzialmente,
quando si parla di innovazione,
si pensa sempre ai giganti della Silicon Valley o alle start-up berlinesi,
ma forse dovremmo guardare più spesso verso i cappannoli di Brescia,
Bergamo o Parma,
dove l'innovazione procede con la stessa metodicità concui un maestro artigiano perfeziona il proprio capolavoro.
(08:11):
Prima di continuare,
pensiamo a e questa eccellenza meccanica si stiaevolvendo per affrontare le sfide del futuro,
perché il vero test non è mantenere la leadership nel presente,
ma costruire le fondamenta per i prossimi decenni.
Passiamo alla diatriba tra "Product Design" e "Industrial Design",
(08:39):
perché questa due ideologie,
il confine che le distingue,
è molto più sfumato di quanto si possa immaginare.
Eppure,
questa distinzione sta diventando sempre più rilevante nell'era digitale,
perché non si tratta semplicemente di due terminidiversi per descrivere la stessa attività,
ma di due approcci fisicamente distinti alla creazione di prodotti.
(09:01):
Secondo l'analisi approfondita disponibile nella documentazione specializzata,
il "Product Design" abbraccia un orizzonte più ampio,
che include tanto i prodotti fisici quanto quelli digitali.
Un "Product Designer" si occupa dell'intero ciclo di vita del prodotto,
dalla ricerca di mercato iniziale fino alla gestione post vendita,
(09:24):
passando per la progettazione dell'interfaccia utente,
se il prodotto include ponenti software.
E' praticamente un approccio olistico chemette al centro esperienza dell'utente finale.
L'"Industrial Design",
d'altra parte,
mantiene una focalizzazione più tradizionale suiprodotti fisici destinati alla produzione di massa.
(09:45):
Qui l'enfasi è posta sui vincoli manifatturieri,
sui materiali,
sui processi produttivi e su quello che viene definito di "FM",
"Design for Manufacturing".
Un "Industrial Designer" deve sempre considerare e un prodotto possaessere realizzato efficientemente in migliaia o milioni di esemplari.
(10:05):
Ma dove si colloca esattamente questa distinzione nel mondo reale?
Consideriamo lo sviluppo di uno smartphone moderno.
Il "Product Designer" si concentrerà sull'ecosistema pleto,
il sistema operativo,
le applicazioni,
l'interfaccia utente,
l'esperienza di un unboxing,
persino le strategie di marketing e i servizi post vendita.
(10:28):
L'Industrial Designer,
invece,
si focalizzerà sulla progettazione del case,
sull'ergonomia,
sulla scelta del materiale,
sui processi di assemblaggio e su e ottimizzarela produzione per milioni di unità.
Tendenzialmente questa distinzione sta diventando però meno netta.
La crescente plessità dei prodotti moderni,
(10:51):
che integrano hardware e software in modo sempre più stretto,
richiede petenze,
chiamiamole,
"ibride".
Un designer contemporaneo deve prendere tanto i vincoli fisicidella produzione quanto le logiche dell'esperienza digitale.
Questo cambiamento è particolarmente evidente nell'industria italiana,
dove molte aziende stanno evolvendo da fornitoridi ponenti meccanici a solution provider pleti.
(11:15):
E riflettiamo un momento su questo.
Un'azienda che produce macchinari industriali nonpuò più limitarsi alla progettazione meccanica,
ma deve integrare sensori IoT,
software di monitoraggio,
interfacce intuitive e servizi di manutenzione predittiva.
La collaborazione tra diversi specialisti stadiventando la norma piuttosto che l'eccezione.
(11:38):
Un progetto moderno richiede il contributo di mechanical engineering,
software developer,
UX designer e professionisti che prendono i vincoli manufatturieri.
In un certo senso possiamo assistere alla nascita di designer poliglotti,
che devono parlare fluentemente tanto il linguaggiodei materiali quanto quello degli algoritmi.
(12:01):
Un aspetto particolarmente interessante riguarda l'approccio alla sostenibilità,
mentre l'industrial design tradizionale si concentravaprincipalmente sull'efficienza produttiva,
il product design contemporaneo deve considerarel'impatto ambientale dell'intero ecosistema del prodotto.
Questo include non solo i materiali e i processi produttivi,
(12:25):
ma anche il consumo energetico durante l'uso,
la possibilità di aggiornamenti software che estendano lavita utile e persino strategie di end-of-life management.
Non ci resta che pensare a e questi cambiamenti nella progettazione stiano
influenzando le petenze richieste nel mercato del lavoro e non è un
(12:45):
caso che proprio ora stiamo assistendo a un rinnovato
interesse dei giovani verso le professioni tecniche.
La cosa non vi nascondo che mi ha lasciatoperplesso e anche abbastanza sorpreso,
perché leggendo qua e là per l'internet con l'ae finale,
(13:08):
sono stato sorpreso da uno dei fenomeni che sta evolvendo in questi ultimi anni,
perché mentre tutti si aspettavano che la generazione Z sidirigesse massissimamente verso carriere digitali e servizi,
sta accadendo molto probabilmente l'opposto.
I giovani nati tra il 1997 e il 2012 stanno riscoprendo ilfascino dei lavori tecnici e delle professioni "blue collar",
(13:42):
dei colletti blu.
I dati sono eloquenti.
Negli Stati Uniti,
il 42% dei giovani della generazione Z già lavora o cercaimpiego in ambito tecnico manuale e di questi il 37% è laureato,
ma preferisce puntare su stabilità e redditosostenibile e sicurezza occupazionale.
In Italia,
questo trend sta emergendo con una certa forza crescente,
(14:05):
supportato da risultati eccezionali degli ITIS Academy che registranoun tasso di occupazione dell'84% entro 12 mesi dal diploma.
Ma cosa sta spingendo una generazione cresciuta con smartphonee social media verso torni frizzatrici e robot industriali?
(14:26):
Le motivazioni sono molteplici e affascinanti.
Bravi.
Prima di tutto c'è una questione di stabilità economica.
Mentre i settori tradizionali del terziario mostrano saturazione e precarietà,
l'industria 4.
0 e quella anche 5.
0 offre percorsi di carriera solidi e ben retribuiti.
Tendenzialmente l'avvento dell'intelligenza artificiale ha,
(14:48):
paradossalmente,
reso più attraenti i lavori tecnici,
mentre molte professioni d'ufficio rischiano di essere automatizzate,
i lavori che richiedono petenze manuali specializzate,
integrate con tecnologie avanzate diventano sempre più preziosi.
I giovani lo hanno capito prima degli adulti,
dei boomer,
preferiscono acquisire petenze che li rendono plementarialle macchine piuttosto che sostituibili da esse.
(15:12):
Nicola De Cesare,
AD di gruppo Spiaggiari Parma,
sottolinea e,
dal dialogo costante con studenti e docenti,
si rileva un rinnovato interesse per i percorsi tecnicie professionali e non si tratta più di un piano B,
ma di scelte consapevoli in linea con l'evoluzione del mercato del lavoro.
(15:32):
E questo cambio di paradigma culturale è fondamentale,
i percorsi ITIS non sono più visti e alternativi di serie B all'università,
ma e strade dirette verso professioni altamente specializzate e ben renumerate.
I numeri di questo mismatch tra domanda e offerta conferma questa tendenza.
(15:57):
Il 48% delle posizioni aperte non trova candidati qualificati,
con picchi oltre il 60% nei settori delle costruzioni,
della meccatronica,
della metallurgia e del legno a redo.
Bisogna riflettere un momento su questo paradosso.
Mentre i media parlano di disoccupazione giovanile,
(16:17):
le aziende faticano a trovare tecnici specializzati.
E questa cosa non si spiega.
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(17:23):
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ma anche gli altri del network.
Grazie mille per essere stati con noi anche oggi.
A presto.
Notizione bomba in campo hardware,
soprattutto per chi è affessionato al marchio Dell,
(17:48):
perché dopo quasi tre decenni di onorato servizio,
il brand Precision di Dell è ufficialmente morto.
Caput.
E' stata una decisione così,
presa all'improvviso,
che segna la fine di un'epoca e l'inizio di una nuova strategia di brandingche riflette cambiamenti profondi nel mercato delle workstation professionali.
(18:09):
La decisione di Dell di sostituire Precisioncon Dell Pro Max non è solo un cambio di nome,
ma rappresenta una filosofia pletamente nuova.
Apro una parentesi,
Dell Pro Max,
non vi ricorda qualche altro marchio?
Chiusa parentesi.
Con questa nuova brandizzazione l'azienda hasemplificato radicalmente il proprio portfoglio,
(18:36):
passando quindi da una moltitudine di brand confusi,
abbiamo XPS,
Ispiron,
Latitude,
Precision,
Optiplex.
Le ha ridotte a tre categorie chiare,
quindi abbiamo una Dell per gioco,
scuola e lavoro,
poi Dell Pro per la produttività professionale,
e poi Dell Pro Max per massime prestazioni,
(18:58):
le workstation.
Vi chiederete,
ma perché Dell ha deciso di abbandonare un marchiocosì riconosciuto nel settore professionale?
Ci risponde Jeff Clark,
vicepresidente e COO di Dell,
e lo spiega chiaramente.
"Vogliamo che i clienti dedicano il loro tempo prezioso apensare a cariche di lavoro che vogliono eseguire su PC,
a casi d'uso che stanno cercando di risolvere,
(19:20):
non a capire le nostre nomenclature,
che a volte sono state un po' confuse".
E apro un'altra parentesi,
chiamarle un po' confuse è un eufemismo,
chiusa parentesi.
Tendenzialmente questa semplificazione rifletteun trend più ampio dell'industria tecnologica,
perché se torniamo indietro e consideriamo il contesto,
il mercato delle workstation sta vivendo una trasformazione abbastanza profonda,
(19:46):
con una crescita dell'8% nel Q4 del 2024 e previsioni di crescita del 7,
9% nel 2025.
Quindi non è un mercato in declino,
ma è un mercato che sta cambiando,
soprattutto a causa dell'ormai onnipresente intelligenza artificiale.
Infatti il mercato delle iWorkstation ha registrato una crescita del 7,
(20:09):
8% di trimestre in trimestre,
quindi generando 1,
88 miliardi di dollari di ricavi.
Questo segmento rappresenta il futuro delle workstation professionali,
che sono macchine ottimizzate non solo per il CAD e il rendering,
ma anche per il machine learning,
l'intelligenza artificiale e l'analisi dei big data.
Dell ha introdotto due nuove workstation mobili sotto il brand Dell Pro Max,
(20:38):
la Pro Max 14 e la Pro Max 16.
Questi sistemi offrono il 30% di prestazioniin più rispetto alla generazione precedente,
grazie a nuovi design termici brevettati e sono costruiti intornoai processori Intel Core Ultra 9 serie 2 e le GPU RTX NVIDIA.
Ciò che colpisce è che Dell non usa piùesplicitamente il termine workstation nel marketing,
(21:02):
preferendo un più generale PC professionale d'alte prestazioni.
E e sempre il cambiamento terminologico non è casuale,
riflette una democratizzazione delle tecnologie professionali.
Quello che una volta richiedeva hardware specializzato e costoso,
oggi può essere realizzato con sistemi più accessibili,
ma unque performanti.
(21:23):
In un certo senso Dell sta ammettendo che la distinzione traworkstation e PC potente sta diventando sempre più artificiale.
E e abbiamo accennato ironicamente prima,
la strategia di Dell rispecchia quella di Apple,
con una mancatura tra i livelli e modificatori e base,
plus e premium.
Non è originalità,
(21:43):
ma e insegna Apple,
è efficacia unicativa.
Un Dell Pro Max 16+ è immediatamente prensibile,
è un sistema a 16 pollici,
della linea più performante,
nella configurazione intermedia.
E mentre Dell semplifica la unicazione,
i concorrenti e HP,
Lenovo e Apple continuano con strategie più tradizionali.
(22:07):
Sarà interessante vedere se questa semplificazione porterà vantaggi concreti ose i professionisti sentiranno la mancanza dei brand storici e riconoscibili.
Il timing della decisione è significativo,
il mercato delle workstation si sta preparando allamigrazione da Windows 10 a Windows 11 entro la fine del 2025.
(22:27):
Un evento che storicamente spinge i cicli di aggiornamento hardware,
Dell sta posizionandosi per cavalcare questa onda dicambiamento con un messaggio più semplice e diretto.
Tendenzialmente questa "mossa" di Dell potrebbe influenzare l'intero settore,
se la semplificazione porterà risultati positivi èprobabile che anche gli altri produttori seguano l'esempio.
(22:48):
Se invece dovesse arrivarsi un errore,
Dell avrà sacrificato decenni di brand equiti per nulla.
E siamo arrivati al termine di questo episodio e naturalmente
abbiamo visto un po' e l'innovazione in Italia fa
emergere un quadro plesso ma estremamente incoraggiante.
(23:13):
L'eccellenza meccanica italiana continua a primeggiare sui
mercati globali grazie alla capacità unica di coniugare
tradizione artigianale e tecnologie avanzate.
La distinzione tra product design e industrial design
si sta evolvendo verso approcci sempre più ibridi che
integrano sia il mondo fisico che quello digitale.
(23:35):
E la generazione Z sorprende,
sta riscoprendo il fascino dei lavori tecnici,
meno male,
vedendo nell'industria 4.
0 opportunità di carriera stimolanti e ben retribuite.
Infine,
le trasformazioni del mercato tecnologico,
simboleggiate dal cambiamento di strategia di Dell,
mostrano e anche i giganti del settore debbono continuamentereinventarsi per rimanere rilevanti sul mercato.
(24:00):
Quello che unisce tutti questi fenomeni è una consapevolezza crescente.
L'innovazione non è solo questione ditecnologia ma anche di capacità di adattamento,
di visione strategica e di coraggio di fare le sceltecoraggiose anche se poi non vanno a buon fine.
La nostra nazione,
la nostra Italia,
(24:22):
sta dimostrando di possedere tutti questi ingredienti e lo ha sempre dimostrato,
a mio modesto parere.
Ma quale sarà il prossimo capitolo di questa storia?
e evolverà il rapporto tra tradizionemanufatturiera e evoluzione industriale digitale?
E voi,
e voi amici tirallini che mi state ascoltando,
e vedete il futuro dell'innovazione italiana?
(24:43):
e sempre vi invito a farci sapere il vostro pensiero perché il dialogoe il confronto sono sempre una fonte di arricchimento reciproco.
E un ringraziamento speciale,
mentre sono ancora in vacanza,
va a tutti coloro che ogni giorno nei laboratori,
(25:03):
nelle officine,
negli uffici tecnici di progettazione,
stanno scrivendo il futuro del Made in Italy con petenza,
passione e quella creatività che ci rende unici al mondo.
Ragazzi vi voglio bene e quindi a tutti voi amici tirallini,
lunga vita e prosperità.