Episode Transcript
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(00:11):
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(00:32):
Buon ascolto. In questa puntata facciamo un
salto nel tempo per scoprire come il software è cambiato, dai
primi programmi da installare sul proprio computer alle web
APP che ci accompagnano ovunque andiamo.
Un viaggio tra innovazioni tecnologiche, nuove esigenze
degli utenti e una trasformazione silenziosa che ha
rivoluzionato il nostro modo di vivere e lavorare.
(00:53):
Ma andiamo con ordine. Un tempo tutto ruotava attorno
al nostro computer, acquistavi un cd, installavi il programma e
da quel momento tutto restava bloccato sul tuo dispositivo.
Il programma veniva salvato sul proprio computer e se volevi
spostarlo altrove c'erano solo poche opzioni, floppy disk, CD,
Riscrivibili o le prime chiavette USB.
(01:15):
La tecnologia era fisica, locale, quasi tangibile.
Ogni dato aveva un posto precisoe se volevi portarlo con te
dovevi fare affidamento su quei supporti che, per quanto
scomodi, rappresentavano la nostra unica via d'accesso.
Poi, lentamente, qualcosa è cambiato.
Internet ha aperto una nuova porta.
(01:35):
Perché limitarsi a un solo dispositivo quando i dati e le
applicazioni potevano vivere nella rete con il vantaggio di
essere accessibili da qualunque luogo?
Nascono così le prime web app, leggere, flessibili, pronte ad
aggiornarsi senza bisogno di installazioni complesse.
Non +1 programma chiuso nel nostro computer, ma una finestra
sempre aperta sul mondo. Negli anni 80 e 90 il software
(01:57):
veniva distribuito con supporti fisici come floppy disk e cd
rom. Le licenze erano spesso
perpetue, concedendo all'utente il diritto di utilizzare il
software in definitivamente su un singolo dispositivo.
Questo modello proprio noto comelicenza perpetua, implicava che,
una volta acquistato, il software era di proprietà
dell'utente, ma non era consentita la condivisione o la
(02:20):
modifica del codice urgente. Questo approccio limitava la
possibilità per gli utenti di comprendere o modificare il
funzionamento interno del software, rendendo difficile
l'adattamento alle esigenze specifiche.
Tuttavia, questa centralizzazione portava anche
una certa rigidità. Ogni aggiornamento richiedeva
una nuova versione a pagamento, spesso su nuovi supporti fisici,
(02:42):
e non era raro che gli utenti restassero legati a versioni
obsolete per anni. Tuttavia, proprio con la
diffusione di Internet è emerso il nuovo modello detto software
as a service SAS, in cui il software è accessibile tramite
il web ed è offerto come servizio in abbonamento.
Questo ha permesso agli utenti di accedere alle applicazioni da
qualsiasi dispositivo connesso, senza la necessità di
(03:04):
installazioni locali. Le licenze SAS sono generalmente
temporanee e basate su abbonamenti, offrendo
aggiornamenti continui e supporto tecnico.
Questo modello ha reso il software più accessibile e
flessibile, ma ha anche introdotto nuove sfide in
termini di privacy e sicurezza dei dati, poiché le informazioni
degli utenti sono spesso archiviate su server remoti.
(03:27):
Questa transizione ha segnato una svolta culturale e
tecnologica. Non si acquistava più il
software, ma si acquistava il diritto di usarlo per un certo
periodo. Le applicazioni non risiedevano
più sul proprio computer, ma su server remoti accessibili
tramite il browser. Nascevano così i primi di
servizio come Google Docs, self Force, Dropbox, i pionieri del
(03:48):
SAS. Dal punto di vista tecnico,
questa nuova architettura richiedeva linguaggi e
tecnologie diverse rispetto al software installabile.
Al posto di programmi scritti inCC, Plus Plus e molti altri per
ambienti desktop, si iniziava a usare sempre di più javascript,
HTMLCSS per l'interfaccia utentePHP, Python, Ruby per la logica
(04:09):
server side, SQL per la gestionedei database, RSPI per la
comunicazione tra client e server.
Col tempo questi strumenti sono evoluti in stack completi come
appunto man mongo db, Express, angular enle js olamp, Linux,
Apache my sequel e PHP alla basedi migliaia di web app moderne.
(04:31):
Ma il vero prezzo da pagare per queste comodità fu la
centralizzazione dei dati. Le aziende che offrivano servizi
SAS non gestivano solo il codice, ma anche i dati degli
utenti. Questo sollevava interrogativi
profondi. Chi controlla realmente le
informazioni? Come vengono protette e se il
servizio fallisce o chiude che emeda i nostri dati?
(04:51):
A queste preoccupazioni hanno dato risposte normative come il
GDPR in Europa, che ha introdotto concetti fondamentali
come il diritto all'oblio, la portabilità dei dati e l'obbligo
di notificare violazioni di sicurezza.
A livello tecnico hanno sempre preso più piede la crittografia
dei dati, autenticazione dei fattori, sistemi di outting e
log per il tracciamento delle attività.
(05:13):
Nel frattempo l'utente è passatoda installatore e manutentore a
consumatore di servizi, spesso inconsapevole della complessità
che si nasconde dietro un'interfaccia semplice e
accessibile via browser. Questo cambiamento ha
trasformato in profondità anche il modo in cui viene progettato
e realizzare il software. Scrivere un programma da
installare su un computer localeè molto diverso dallo sviluppare
(05:35):
una web app accessibile online. I due modelli richiedono
approcci, strumenti e mentalità completamente diverse.
Nel mondo tradizionale il software desktop, l'intero
programma, dall'interfaccia grafica alla logica, fino alla
gestione dei dati, risiede sul dispositivo dell'utente.
Il codice, come abbiamo visto, èspesso scritto in linguaggi
(05:56):
compilati come CC Plus plus e molti altri, con librerie
grafiche specifiche per il sistema operativo come le win
Api, qt e molti altri ancora. I dati vengono salvati
localmente. Magari in un file o in un
piccolo database come SQR light.Ogni aggiornamento deve essere
scaricato e installato manualmente dall'utente.
(06:18):
Questo modello garantisce prestazioni elevate e la
possibilità di lavorare offline,ma rende difficile mantenere
sincronizzati i dati su più dispositivi o correggere
rapidamente i bug. Inoltre, ogni utente gestisce la
propria copia del software, il che rende più complessa
l'assistenza e il supporto tecnico.
Tuttavia, con l'avvento delle web APP, invece, il paradigma
(06:40):
cambia completamente. Il software non è più qualcosa
che si possiede e si installa, ma un servizio a cui si accede
da qualsiasi dispositivo connesso.
Proprio le web APP permettono rilasci continui, gestiti
tramite i sistemi di integrazione e distribuzione
automatica. L'utente finale quindi non si
accorge degli aggiornamenti, semplicemente usa sempre la
(07:00):
versione più recente. Il confronto tra i due modelli è
tuttavia netto, il software desktop offre prestazioni e
controllo, ma è rigido e isolato.
Le web APP, tuttavia, offrono accessibilità e flessibilità, ma
richiede una solida infrastruttura e sollevano
interrogativi sulla privacy. In mezzo stanno emergendo
soluzioni ibride come le protesiweb, APP che uniscono la
(07:22):
felicità d'uso del web alle funzionalità delle applicazioni
tradizionali. Permettendo di lavorare off
line, ricevere notifiche e persino installarsi come APP.
App native è la prova più evidente di quanto il software
sia cambiato da prodotto statico, chiuso e confinato su
un singolo dispositivo a servizio fluido, distribuito e
costantemente aggiornato. Ma il vero cambiamento è nel
(07:43):
nostro rapporto con esso. Il software non è più qualcosa
che compriamo e possediamo, è qualcosa che viviamo ogni
giorno, spesso senza nemmeno rendercene conto.
Sempre connessi, sempre immersi,sempre dipendenti dalla sua
presenza silenziosa. Ma prima di lasciarci è doveroso
introdurre anche un'altro grandeprotagonista nell'evoluzione
software, il mobile. Un tempo l'idea di usare
(08:06):
applicazioni su un telefono sembrava fantascienza.
I primi cellulari permettevano al massimo di inviare SMS,
giocare a Snake e, per i più fortunati, sincronizzare qualche
contatto tramite la tecnologia ainfrarossi.
Poi è arrivato lo smartphone e con lui una vera e propria
rivoluzione. L'iphone nel 2007 ha cambiato
tutto, introduceva un nuovo concetto di piattaforma software
(08:27):
tascabile. Le APP non erano più semplici,
estensioni di funzioni base diventavano veri e propri
ecosistemi scaricabili, aggiornabili, connessi a
Internet e interattive. Parallelamente, anche Android si
affermava con un modello più aperto e flessibile, favorendo
una diffusione capillare in tutto il mondo.
Sul piano tecnico questo ha significato la nascita di
(08:49):
ambienti e sviluppo dedicati, come X Code per iOS e Android,
studio per Android. I linguaggi evolvono, object
Sissi per Swift per Apple Java eoggi cottling per Android.
Il mobile ha imposto nuove sfidenon solo per gli sviluppatori,
ma anche per gli utilizzatori finali.
Improvvisamente ci siamo trovaticon dispositivi potentissimi in
(09:09):
tasca, sempre connessi, sempre attivi.
E con questa potenza è arrivata anche una nuova responsabilità,
gestire notifiche costanti, tutelare la propria privacy,
configurare permessi e impostazioni di sicurezza che un
tempo non esistevano. Ci siamo dovuti abituare a
concetti come l'autenticazione biometrica, la
geolocalizzazione, la gestione dei dati in background.
(09:29):
Le App hanno cominciato a chiedere accesso a fotocamera,
microfono, contatti, posizioni espesso senza una vera
consapevolezza da chi li usa. La semplicità apparente nel
mobile nasconde una complessità tecnica e gestionale enorme che
ha reso indispensabile un nuovo tipo di alfabetizzazione
digitale. Non basta più saper accendere il
dispositivo o installare un'APP,serve capire come vengono usati
(09:52):
i propri dati, cosa si concede con un click, come proteggersi
da truffe e fughe di informazioni.
E anche la sicurezza mobile ad avuto da fare passi da gigante,
sandboxing delle APP, crittografia end to end,
aggiornamenti OTA continui e automatici per correggere
vulnerabilità il prima possibile.
Il rapporto tra utente e software quindi, è diventato più
(10:13):
dinamico ma anche più delicato. E ogni nuova funzione, dallo
sblocco facciale all'assistenza vocale, porta con sé nuove
domande su cosa significhi davvero essere connessi oggi.
E poi l'evoluzione che ha portato anche il mobile first,
molte applicazioni vengono progettate prima per lo
smartphone e solo in seguito adattate per il desktop.
Un'inversione totale rispetto alpassato.
(10:35):
Il mobile, insomma, ha fatto sì che il software ci segua
ovunque, è diventato il nostro diario, il nostro assistente, il
nostro Navigatore e per molti persino il nostro ufficio
portatile. E questa presenza costante ha
cambiato profondamente anche le nostre abitudini, aspettative e
dipendenze digitali. Siamo giunti al termine della
puntata, abbiamo percorso un viaggio che ci ha portato dai
(10:58):
primi software su floppy disk alle web APP, fino alle
applicazioni mobile sempre connesse.
Un'evoluzione che non è solo tecnica, ma anche culturale.
Il software è diventato invisibile, onnipresente, parte
integrante della nostra quotidianità.
Non lo compriamo più, lo utilizziamo, non lo installiamo,
lo raggiungiamo. Non lo controlliamo il tutto, ma
(11:18):
ci affidiamo a esso ogni giorno per lavorare, comunicare,
vivere, capire come funziona il software, conoscere i modelli
che lo governano e le regole chelo proteggono.
Oggi è fondamentale quanto saperleggere e scrivere è
alfabetizzazione digitale e consapevolezza.
Grazie per aver seguito questo episodio.
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(11:40):
e condividetelo, è il miglior modo per sostenere il progetto e
farlo crescere. Alla prossima puntata per
continuare insieme questo viaggio nel mondo della
tecnologia.