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July 27, 2025 14 mins
In questo episodio vedremo il lato piu umano e creativo dell'informatica. Spesso pensiamo al computer solo come uno strumento tecnico, freddo, razionale.Ma scopriremo che possiamo vederlo anche come una tela bianca, un linguaggio espressivo, un luogo dove immaginare e costruire. Buon ascolto
Se vuoi supportare il progetto: https://ko-fi.com/informaticapertutti
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Episode Transcript

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(00:15):
Benvenuti ad un nuovo episodio. Prima di iniziare con
l'argomento di oggi vi invito a iscrivervi, attivare la
campanella e a lasciare una valutazione positiva.
Il vostro supporto è fondamentale per far crescere
questa comunità e migliorare il mio episodio.
Se avete dubbi osemplicementecuriositaviinvitoaiscrivermiamauro.spezzaferro@gmail.com.

(00:36):
Grazie per la vostra attenzione e buon ascolto.
In questa puntata tratterò un argomento abbastanza personale,
l'informatica come strumento creativo.
Per molte persone l'informatica è qualcosa di tecnico astratto,
magari persino noioso, ma per mee per tanti altri è anche uno
straordinario mezzo di espressione.

(00:58):
Come per una tela per un pittoreo una chitarra per un musicista,
il computer può diventare uno strumento per dare forma alle
idee. Sin da quando ho iniziato a
programmare ho capito che scrivere codice non è solo
risolvere problemi o far funzionare qualcosa, è anche
creare, anzi e soprattutto creare.
Creare applicazioni, giochi, strumenti, contenuti.

(01:18):
L'informatica permette di partire da zero e costruire
qualcosa che prima non esisteva,proprio come un pittore che si
trova davanti a una tela bianca.O uno scrittore che inizia con
una pagina vuota? Anche chi lavora con il codice
parte dal nulla, da un'insieme di idee ancora confuse per dare
vita a qualcosa di concreto. Un'applicazione, un sito, un
videogioco, uno strumento utile o semplicemente bello da vedere.

(01:40):
Tutto nasce da una scintilla creativa.
Non è forse questa una delle forme più pure di creatività?
Trasformare un'intuizione in un progetto reale, mescolando
logica, tecnica ed estetica? È un processo profondamente
umano, nel nostro caso lo si fa con un computer, ma non è
affatto un processo freddo o impersonale.
Anzi, spesso racconta molto di chi siamo, di cosa ci appassiona

(02:03):
e di come vediamo il mondo. In questa puntata quindi ti
racconterò come ho scoperto questo lato creativo
dell'informatica, di come la programmazione e in più in
generale la tecnologia, possa diventare una forma d'arte o un
linguaggio per raccontarsi. Partiamo subito dal tema
centrale, l'informatica come strumento creativo.
Sono convinto che in fondo noi esseri umani siamo tutti degli

(02:23):
artisti. Certo, qualcuno potrebbe
sorridere e pensare che a un collega o un amico che sembra
tutto fuorché creativo. E dire che il mio pensiero non è
proprio in linea con la realtà dei fatti, ma io continuo a
crederlo. Ognuno di noi ha dentro qualcosa
da esprimere. Il problema forse, è che non
tutti hanno trovato ancora come farlo.
C'è chi lo fa con la musica, chicon la scrittura, chi col legno

(02:45):
o la fotografia. E c'è chi, come me, ha trovato
nella tecnologia uno strumento per tirar fuori un pezzo di sé,
se ognuno potesse esplorare davvero uno dei tantissimi
linguaggi creativi che esistono.Sono convinto che la mia idea,
quella che siamo tutti degli artisti, non sembrerebbe poi
così folle. Questa puntata è una sorta di
ruota libera su un pensiero che,come ho detto, ormai fa parte di

(03:07):
me da moltissimo tempo. Non nasce da un libro né da una
teoria precisa, anche perché dubito fortemente nell'esistenza
di postulati che dimostrino ciò,o peggio ancora, basti vedere la
maggioranza degli esseri umani cosa è capace di fare per
soddisfare il proprio ego? Ma tuttavia questa mia idea
nasce dall'esperienza, dai tentativi, dai fallimenti e da
quelle piccole soddisfazioni chesolo la creazione, in qualunque

(03:28):
forma, riesce a darci. È un pensiero che si è fatto
spazio lentamente, man mano che scoprivo che l'informatica non
era solo scrivere codice, ma anche costruire mondi, risolvere
problemi in modo elegante, immaginare strumenti che prima
non esistevano. Consideriamo i tasselli
principali di un programma, If for wild.
Questi tre piccoli elementi sonoin realtà la nostra tavolazza

(03:50):
principale, mescolandoli combinandoli in modi diversi
possiamo realizzare praticamentequalsiasi cosa.
Sono come i colori fondamentali per un pittore o le note base
per un musicista. Con questi semplici strumenti
l'informatica ci dà la possibilità di costruire mondi,
raccontare storie, risolvere problemi e oggi condividerlo con
te. È un modo per raccontarmi un
po', ma anche magari per accendere una scintilla, perchè

(04:13):
anche tu possa guardare la tecnologia con occhi diversi,
più umani, più creativi. Ma perché abbiamo bisogno di
essere creativi? Me lo sono chiesto tante volte.
Penso che la creatività nasca almeno in parte come una difesa
dalla routine quotidiana, un modo per spezzare il ritmo, per
evadere da ciò che è ripetitivo,prevedibile, già scritto.
È come se dentro di noi ci fosseun bisogno naturale di uscire

(04:34):
dai binari ogni tanto, di reinventare, anche solo per un
momento, la realtà che viviamo. La creatività è quel gesto che
rompe lo schema e la scintilla che ci fa dire, e se provassi a
farlo in un'altro modo? Non serve essere artisti di
professione, a volte basta cucinare qualcosa di diverso,
raccontare una storia, scrivere un'idea su un foglio o, come nel
mio caso, scrivere qualche riga di codice che fa qualcosa di

(04:56):
nuovo. E anche la creatività incontra
uno strumento potente come l'informatica.
Allora può davvero succedere di tutto.
Ogni secolo ha avuto una propriaforma espressiva.
Nel Medioevo era l'arte sacra, le cattedrali, gli affreschi,
nel Rinascimento la pittura, la scultura, l'architettura.
L'Ottocento ha avuto la poesia, i grandi romanzi, il 900 ha

(05:17):
scoperto il cinema, la fotografia, la grafica.
E anche nei momenti più bui della nostra esistenza come
genere umano, quei periodi in cui sembrava che l'unica cosa
circolare fosse l'odio odio verso lo straniero, verso il
diverso, verso ciò che non si riusciva a comprendere.
E anche in quei momenti c'erano uomini e donne che resistevano
in modo silenzioso ma profondissimo, continuando a

(05:39):
creare, a scrivere, a dipingere,a comporre musica, a inventare,
a cercare nuove forme per esprimere speranza, dolore,
bellezza. La creatività, in fondo, è anche
questo, un atto di resistenza, un modo per dire, nonostante
tutto, io continuo a immaginare,continuo a costruire.
È la prova che dentro di noi c'èqualcosa che non si spegne,

(05:59):
anche quando tutto sembra andarein pezzi.
Ed è per questo che credo così tanto nella potenza creativa
dell'informatica. In questo senso è diventato il
nuovo linguaggio creativo del nostro tempo.
Non è solo uno strumento di lavoro o di produttività, è
anche un mezzo espressivo, come ho detto, un foglio bianco che
si scrive con codice, un laboratorio dove si sperimentano

(06:19):
idee, si costruiscono mondi, si creano esperienze.
Consideriamo ad esempio la ski art, un'arte semplice fatta solo
di caratteri testuali, lettere, numeri, simboli.
Eppure, combinando con creatività quei pochi mattoni e
applicando logiche semplici comei cicli for o le condizioni if,
è possibile generare immagini, disegni e persino animazioni.

(06:41):
Personalmente non sono un tipo coraggioso, anzi spesso, come
dicevano i miei, ci penso fin troppo.
Prima di fare qualcosa la analizzo da ogni angolazione.
Ci torno su 1000 volte, insomma mi fascio la testa prima di
cadere. Quando provavo a spiegare il
perché creare con l'informatica era più sicuro che farlo con
altre cose. Partivo sempre da una delle idee
che mi accompagnano per lungo tempo, ossia quella di creare

(07:03):
impianti elettrici. Non sono un elettricista, ma ho
sempre pensato, cavolo se sbaglio a toccare quei fili.
Rischio di farmi male o peggio ancora di mandare in fumo tutto
quello che ho costruito. Ma con la programmazione,
invece, la cosa è diversa. Se qualcosa non funziona, posso
usare il debug per capire dov'è l'errore, posso correggerlo,
modificare il codice e se proprio non va, posso

(07:23):
semplicemente cancellare quello script e ricominciare da capo
senza che ci siano conseguenze per il mondo reale.
Attenzione però, questo è il miopunto di vista.
Per chi ha una reale conoscenza degli impianti elettrici, magari
è tutto più semplice, più sicuro, più controllato.
Probabilmente potrà smentirmi senza problemi e dopotutto è
giusto così. Questa possibilità di
sperimentare, sbagliare, correggere e riprovare mi ha

(07:45):
fatto sentire più libero, più tranquillo nel provare a creare.
Eppure, proprio in mezzo a tuttiquei pensieri, a quelle
esitazioni, la creatività ha trovato spazio.
Perché non è vero che bisogna essere impulsivi per creare.
A volte la creatività nasce proprio dalla riflessione, dalla
lentezza, dal bisogno di trovareun senso a quello che sentiamo
dentro. Nel mio caso l'informatica è
diventata un rifugio, un luogo in cui potevo dare forma alle

(08:06):
mie idee con i miei tempi, senzadover urlare per farmi sentire.
Stare al computer non era solo un passatempo, ma è stata parte
fondamentale della mia crescita.Più crescevo, più mi rendevo
conto che la passione che era nata in me per il computer non
era condivisa con gli amici d'infanzia.
Quel senso di solitudine di sentirsi fuori dal coro è stata
totalmente spenta quando la mia.Vita è stata collegata a

(08:27):
Internet e soprattutto scoprire forum e community di persone che
parlavano solo di informatica e da lì, leggendo i vari post,
volevo sempre di più mettermi alla prova.
Scrivere codice, progettare qualcosa, provare soluzioni o
anche semplicemente leggere il codice di altri sviluppatori è
diventato il mio modo per esplorare, per costruire, per
esprimermi. Perché anche leggere il codice

(08:47):
degli altri può essere un'esperienza creativa.
È come sfogliare le pagine di undiario scritto da altri, vedi le
scelte, gli errori, le idee. A volte impari, a volte ti
sorprendi, a volte ti ispiri. In fondo la creatività non è
solo tirar fuori qualcosa da sé.E anche ascoltare, osservare,
assorbire e poi trasformare tutto questo in qualcosa di
proprio. In varie puntate del podcast ho

(09:09):
quasi sempre accennato sulla potenza dell'open source.
Ecco, nel mio caso questa condivisione, questo mondo
aperto del codice, mi ha aiutatomoltissimo, soprattutto perché
nella mia formazione primaria non ho trovato docenti capaci di
stare al passo con le mie domande.
Non per cattiveria, non per mancanza di impegno,
semplicemente forse non erano preparati ad affrontare qualcuno

(09:29):
che non stava cercando solo di capire una materia scolastica,
ma stava iniziando a scoprire una passione.
E quando hai una passione non tibastano le definizioni, i
compiti, le lezioni standard. Hai bisogno di sperimentare, di
fare domande scomode, di sbagliare.
Hai bisogno di qualcuno che ti dica, prova anche se non sai
come andrà. Non solo, studia questo e poi
fai l'esercizio. Tutto questo io l'ho trovato nei

(09:51):
forum, nei repository open source, nei blog degli
sviluppatori che condividevano iloro errori, i loro trucchi e le
loro soluzioni. Ma soprattutto in Stack
overflow. Certo, forse in questo passaggio
posso sembrare altezzoso o peggio ancora un piccolo
sapientino, ma ti assicuro che non è assolutamente così, anzi è
proprio il contrario. Vivo costantemente con la voglia

(10:11):
di migliorarmi, non solo come programmatore da un punto di
vista lavorativo, ma anche e soprattutto come persona.
É una necessità che sento dentroquasi una bussola, ma non è
sempre semplice. Perché, a essere sinceri, questa
stessa esigenza mi ha spesso portato a fare i conti con un
dilemma molto umano che credo almeno una volta nella vita
tocca un po tutti. Sto parlando della sindrome

(10:32):
dell'Impostore, quella vocina che ti dice non sia abbastanza
bravo e ho avuto solo fortuna. Prima o poi qualcuno si
accorgerà che non sia all'altezza.
Ecco, anche nel mio percorso quella voce si è fatta sentire.
Tante volte, anche mentre scrivevo righe di codice, anche
quando venivo apprezzato per un lavoro o ricevevo un complimento
dentro di me una parte dubitava,eppure continuavo perché creare

(10:55):
anche con il dubbio è meglio cherestare fermi.
Ma soprattutto perché nel crearemi sentivo libero, libero di
sbagliare, libero di cambiare idea, libero di esplorare
sentieri che magari non portavano da nessuna parte, ma
che mi avevano fatto vedere il mondo da un'altra angolazione.
Ed è qui che forse, tra i vari voli pindarici, mi ritrovo a di
nuovo a riflettere sul concetto di libertà espressiva.

(11:17):
L'informatica si è rivelata uno strumento meraviglioso, non
perché sia semplice, ma perché aperta, fluida, modellabile, ti
dà la possibilità di provare, sbagliare e ricominciare alla
fine di esprimerti. Non devi essere perfetto, non
deve essere tutto pronto, deve essere una tua rappresentazione
del tuo io digitale. Rimango fortemente dell'idea che
ognuno di noi, posto dinanzi a momenti di vero relax mentale o

(11:40):
fisico, possa davvero mostrare il proprio lato creativo.
Quando la mente smette di correre dietro alle scadenze,
alleanze, ai doveri, quando si crea uno spazio vuoto, di calma,
di ascolto, è lì che spesso affiorano le idee più
autentiche. Non serve essere artisti, non
serve saper programmare, serve solo essere disposti a
ascoltarsi. A lasciare quel qualcosa emerga,

(12:01):
anche se non è perfetto, anche se non ha una fine precisa,
perché la creatività è già dentro di noi, ha solo bisogno
di tempo, dello spazio e magari di uno strumento giusto per
uscire. Per me, come ho detto in questa
puntata, quello strumento è stata l'informatica.
Anche in un momento in cui sembra che ormai le macchine
stiano iniziando il loro inesorabile sopravvento, in cui

(12:22):
l'intelligenza artificiale scrive testi, genera immagini,
componi musica. Io continuo a credere nella
creatività umana, non perché le macchine non siano affascinanti.
Anzi, lo sono eccome. Ma perché c'è qualcosa nella
creazione umana che nessun algoritmo può imitare davvero?
La fragilità, il dubbio, l'intuizione improvvisa,
l'errore che diventa stile. La tecnologia è uno strumento

(12:42):
anche potente, ma rimane tale e nelle nostre mani, che può
diventare un'espressione. Prima di concludere, vorrei
soffermarmi su una frase che ormai sento sempre ripetere più
spesso e ammetto, anch'io l'ho detta, le macchine sono migliori
di noi. Non credo.
Credo che, come per ogni cosa che l'uomo ha creato, a un certo
punto iniziamo a darle troppo potere.

(13:02):
Iniziamo a vederla come qualcosadi più grande, più efficiente,
più intelligente di noi stessi. Ma ci dimentichiamo una cosa
fondamentale, la macchina nasce da noi, siamo noi ad averle
insegnato a fare quello che fanno.
Siamo noi ad aver scritto il primo algoritmo, il primo codice
a immaginare un futuro digitale.Le macchine possono essere
precise, veloci, instancabili, ma non hanno emozioni, non hanno

(13:25):
dubbi, non hanno paure. Non sognano e soprattutto non
creano per bisogno esistenziale.Questa puntata è il frutto delle
mie idee personali e soggettive,non ho la presunzione di dare
risposte definitive o verità assolute, è semplicemente il mio
modo di vedere le cose, il mio percorso, la mia esperienza e
spero che ascoltandola tu possa trovare qualcosa che risuoni

(13:46):
anche dentro di te. Siamo essere creativi, non
macchine. Anche questa puntata è
terminata, grazie sempre per il vostro tempo che mi dedicate, vi
aspetto al prossimo episodio.
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