Episode Transcript
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(00:00):
Cosa stiamo facendo Eric?
(00:02):
L'isola a forma di banana!
Buongiorno a tutti e benvenuti ad una nuova puntata dell'isola a forma di banana.
Eric?
Che numero di puntata è questa?
Se no siamo alla terza stagione, ma mi sono un po' perso.
Terza stagione, terza puntata.
In seguito me no.
Volevo dirtela.
Perché abbiamo fatto quella extra di Natale.
(00:23):
Una puntata, benvenuti a una puntata dell'isola di banana.
L'argomento di oggi sarà, quali sono le cose che ti cambiano il modo di viaggiare?
E io ne ho proposta una, cioè la fotografia.
Che può sembrare una cosa così, scarna, però in realtà...
(00:46):
Perché scarna scusa?
Perché uno dice, cosa te ne fai della fotografia?
Vado in giro per il mondo, faccio le foto e poi una volta a casa le rivedo.
Quindi a cosa ti serve la fotografia?
A ricordare dove sei stato.
Sì, ok.
Però ci sono diverse altre cose che fa la fotografia.
(01:07):
Ma prima di arrivare al suggetto della puntata...
Avevi delle cose da dire?
No, volevo introdurre dolcemente l'argomento.
Allora, per me la fotografia ha cambiato tanto il viaggio, sia in Giappone che no.
(01:28):
Ma perché mi sono approcciato al mondo della fotografia?
E soprattutto come? Con un sacco di ansia.
Perché questa cosa nasce, in realtà si sviluppa, esplode nel 2019 col progetto Fugitivi.
Progetto Fugitivi, non so se lo sapete, se non lo sapete, cattivi.
(01:50):
È stato un progetto partito qua dal Friuli, nel 2019, che ha visto protagonisti me, il Pec e Davide, dall'Anne.
Siamo partiti da qua, siamo andati a Tokyo, abbiamo fatto tutta una serie di video con del videocamera a 360°,
da Tokyo fino alla cima del Monte Fuji, dove abbiamo preso un sacco di pioggia, creando appunto questi video a 360°.
(02:15):
Lo scopo era quello di creare dei contenuti per le persone che a causa di disabilità, o comunque malattie invalidanti a livello generico,
non sarebbero riuscite a raggiungere questi posti impervi, tipo delle zone un po' particolari della capitale, dei locali, banalmente dei locali piccoli,
o appunto la cima del Monte Fuji, che è insomma una salita di 3776 m, quindi capisci che quella sedia e l'hotel non è proprio la cosa più fattibile del mondo.
(02:46):
Cosa è successo? La nostra idea iniziale era quella di dire, boh andiamo, siamo in tre, partiamo da qua, siamo in tre, facciamo le cose al meglio delle nostre possibilità,
ma la nostra visione era molto local, non so come dire, usiamo gli strumenti che abbiamo, abbiamo cominciato, se non ricordo male, con una Nikon a 360°,
(03:12):
e poi siamo giunti a comprare la Insta360, ma scusami se ti interrompo, a parte i dettagli dei tecnicismi che qua.
Volevo capire, quindi tu non è che da giovane hai detto, ciao mamma, con la prima pagheretta ho comprato una macchina fotografica?
Zero. Perché in realtà, se tu ti ricordi, negli anni 10 del 2000, anzi, se dai, negli anni 10 del 2000, o qualche anno prima forse, c'è stata una ondata,
(03:42):
ragazzo, siamo negli anni 20 del 2000 per farti capire, il, ma scusa, pensaci, ma ti senti vecchio, ti senti vecchio se ci riferisco?
No, in realtà no, comunque c'è stata tutta una ondata di, chiamiamole, macchine fotografica reflex a basso costo,
(04:03):
che quindi hanno aperto la porta, giustamente, alla massa nella fotografia digitale, mentre prima la fotografia era una cosa molto più di nicchia, dove, dovevi per forza,
studiare come funzionava l'esposizione, i rullini, l'utilizzo di una macchina di un certo tipo, per ottenere un risultato discreto, dovevi anche spendere,
(04:26):
perché ovviamente i rullini costavano e non c'era tanto altro modo per provare, se no, sprecare dei soldi nei rullini, e quindi c'era un'energia di attivazione per usare un,
in italiano, similitudine, derivante dalla chimica, abbastanza alta, quindi dovevi spendere dei soldi per entrare, per fare il fotografo.
(04:50):
Con la fotografia digitale aperta alla massa, ovviamente, questo ha detto ragazzi, tutti dentro, e tantissimi sono diventati fotografi, per fortuna, e purtroppo,
fotografi, scusate fotografi all'ascolto. Esatto, e io mi ricordo benissimo, io ho fatto parte di quella ondata di suggestione per la fotografia, ce l'avevo già ma appunto non potevo permettermela,
(05:13):
e anch'io, quella volta, mi ricordo con uno dei primi stipendi, mi sono comprato una macchina fotografica, a tutti facevano il fotografo, e quindi tu, no, invece,
Io non facevo il fotografo, no, la mia prima macchina fotografica è arrivata con il viaggio in Giappone del 2008, ed era una, non era una reflex, era una compatina,
perché mi serviva che facesse dei video in altissima risoluzione, che nel 2008 era 720p, e quindi, meglio di niente, ma adesso forse è meglio ondito in un occhio,
(05:47):
no, comunque era una Sony, guarda, guarda, attenzione, era esattamente questa, che nel podcast non si vede, ma questo è un reperto storico, ha fatto il primo giro del Giappone con me,
però avevo due nozioni di fotografia, nel senso, regola dei terzi, il soggetto non sta sempre al centro, e avvicinati, fine, poi il resto, boh, automatico, nel senso,
(06:19):
perché devo studiare io quando ci sono fiorfiore di ingegneri giapponesi che hanno studiato come far funzionare la macchina fotografica, cos'è tutta questa arroganza, lasciamo fare,
facciamo e basta, ho fatto un sacco di cacca, ho prodotto una quantità di fotografie orribili che non ne avete idea, che adesso, a distanza di 18 anni, cominciano a piacermi,
(06:46):
perché hanno quel che è di fatto male, quella pasta, quella grizzura che ti piace, che devo dire che questa macchinetta, pur essendo una Sony, adesso capisco, aveva una pasta molto carina,
non a livello di altri brand come può essere Fuji, Ricoh, eccetera, però faceva il suo, esattamente, però non l'ho mai studiato, no, poi sono arrivati gli smartphone con fotocamere prestanti,
(07:17):
basta, cosa serviva? Ce l'ho sempre qua, non avevo grosse esigenze di fotografia per cui, sai, il telefono c'era in tasca, fine. Quindi tu lo facevi per fissare il momento, diciamo, catturare il ricordo.
E tu in posto dici, oh, che figata, faccio una foto così poi me ne ricordo, no, così la metto via. Volevo farlo vedere agli amici, sì, ma non avevo tutta questa esigenza di fare serate dell'azia a colpi di sidro e di appositive, esatto.
(07:49):
Sidro e di appositive, che serate con l'azia facevi? Non ne ho mai fatto, però mi venuta così, sidro e di appositive, non so, mi piaceva.
E non mi ricordo cosa volevo dire, no, quindi, fondamentalmente, questa è stata la mia fotografia, non capire niente e non avere strumenti professionali, che nell'ambito dell'essere un totale principiante, non avere strumenti professionali è una cosa molto positiva.
(08:17):
Beh certo, devi imparare a lavorare. Esattamente, perché se non sai fare e usi l'automatico qualcosa scavi fuori. Se non sai fare e ti sogni di comprarti una macchina ultra professionale, produrrai solo schiffezze se non studi, ovviamente, se non capisci.
E fino al 2019 appunto, 2019 cosa è successo? Progetto Fugitivi, facciamo le foto, facciamo figate, andiamo in Giappone a fare i video, però il progetto stava diventando un po' complicato, nel senso, vai, fai i video, fai le foto 360, fai un sacco di roba, però sai, l'equipaggiamento cominciava ad avere un costo, no?
(09:03):
E quindi abbiamo detto già dobbiamo pagarci 3 volte il viaggio per 3 persone, star su perché avevamo idea per fare tutto quanto, abbiamo detto stiamo almeno 2 settimane, se non 3.
E quindi comunque c'era un costo da sostenere, tutto era gratis, nel senso non avevamo nessuno che ci pagava per fare questa cosa qua, quindi avremmo dovuto mettere tutto di tasca nostra, e quindi, fine. Dopo vengo a vedere se avete scritto qualcosa, vedo delle scrittine ma sono cieco.
(09:37):
No, quindi, fine così, abbiamo detto, ma sai cosa, ma perché non tiriamo fuori uno sponsor, qualcuno che ci dia una mano dei soldi o che ci impresti una macchina fotografica?
E lì abbiamo avuto una valanga di botte di culo, nel senso che per lavoro mio sono riuscito ad avere l'aggancio di una commerciale della QNAP, per chi non lo sapesse QNAP è un'azienda che produce dei NAS, che sono tipo dei piccoli server, sono degli strumenti...
(10:14):
Di rischio da mettere in rete per avere più spazio di archiviazione, in cloud, però personale. Esattamente, no? Quindi noi dal Giappone avremmo potuto prendere tutto il nostro malloppone di foto e video e farci un bel salvataggio in Italia, no? Con dischi ridondanti, cioè insomma tutta una serie di strumenti di sicurezza...
C'è un merdaccio che hai in Eric, no? Perché c'è così ridondanza... No, c'era tutta una serie di sistemi di sicurezza che ti facevano dire, ok, non perderò i miei dati, che insomma è una bella cosa, non perderete.
(10:45):
Comprate QNAP! Esatto. Da lì abbiamo detto, oh che figata, in collaborazione con QNAP stiamo facendo questo progetto e tutto quello che dicevamo cominciava alle orecchie di altri commerciali ad avere una valenza diversa.
Ha tirato un po' l'attenzione di Wacom, che ci ha dato dei supporti con i quali fare buone tavolette grafiche per fare poi la post, delle foto, dei video, eccetera.
(11:12):
Ha tirato l'attenzione di Ferrino, che se non la conoscete, conoscietela, perché è un brand strafamoso, ci ha dato tantissimo equipaggiamento per arrivare alla cima dei Montefugi, perché se non lo sapete, sul Fujichi puoi arrivare in estate.
Hai un periodo bello stretto, sono 3-4 settimane circa, adesso magari negli ultimi anni si è un po' allargato grazie a Global Warming.
(11:38):
E se non lo sapete, dovete andare a recuperare la puntata della seconda stagione in cui parliamo del Montefugi. Quante cose si ricorda a questo uomo, mi stupisce sempre.
Comunque, anche se ci andate in estate, fa freddo. Noi per dire, abbiamo beccato la neve sopra i 3500, 3600 in luglio, e Ferrino ci ha dato l'equipaggiamento.
(12:00):
Poi c'è stata Japan Wireless, ci ha dato dei dispositivi, ci ha dato 3 pocket Wi-Fi per la connettività e per riuscire a salvare le foto, blablabla.
E poi è arrivata Sony. Sony ci ha detto, ciao ragazzi quello che fate è molto figo, per aiutarvi con la vostra avventura in Giappone, Sony vi darà tutta una serie di cose.
(12:26):
Tra i quali, una Playstation, una Playstation, così state a casa e non rompete le palle. No, ci ha dato equipaggiamento e ci ha dato formazione.
Nel momento in cui Sony, cioè voglio dire Sony, ti dice ok il vostro progetto ci piace, vi diamo una mano, a noi è venuto un dubbio.
(12:50):
Ma noi siamo capaci di produrre materiale di un livello sufficiente a continuare questa collaborazione con Sony? Assolutamente no, siamo dei cani.
Come avete risolto? Abbiamo risolto con un mucchio di ansia e formazione, perché abbiamo chiesto una mano a loro che sono stati bravissimi, ci hanno dato una mano,
(13:14):
ci hanno dato materiale da studiare, ci hanno chiarito le idee su un sacco di roba, ci hanno messo a disposizione tra l'altro un ragazzo Davide.
Lo abbiamo portato dietro con noi mentre eravamo in Giappone. Davide! Com'è imposto? Davide era molto bravo, è un fotografo stra professionista,
ci ha risolto un sacco di dubbi e da lì un po' ho scoperto determinate cose. Poi siamo andati in Giappone, abbiamo fatto tutto il progetto Fugitivi,
(13:43):
ma mi è rimasta un po' la cosa della fotografia a livello ovviamente di un fotografo professionista.
Però insomma mi pare che il livello sia aumentato leggermente. Quindi tornando sui binari della fotografia dei viaggi, il primo viaggio del 2008 con la macchina fotografica lo hai fatto per?
Per me. Esatto, quindi per catturare i tuoi ricordi. Sì, esattamente, per avere un... Con l'idea in mente di avere qualcosa che ti rievochasse dei tuoi ricordi personali.
(14:15):
Esattamente, esattamente. Quindi c'è sempre bisogno che ci sia tu a mostrare quella foto o a vederla, perché si possa capire qualcosa.
C'era l'idea di fare un sito, però era anche l'idea, oh che figata, potremmo fare... 2008, potrei programmare in HTML, in un sito internet.
Sì, infatti poi abbiamo detto, ma siamo capaci di programmare, no, abbiamo voglia di studiare, no, quindi è morta lì.
(14:38):
Ce l'è ancora nella macchina fotografica. Ce l'è ancora nella macchina fotografica, esatto. Mentre invece col progetto Fugitive il focus si è spostato molto,
cioè si parla sempre di viaggio con foto, però il mezzo fotografico in questo caso è diventato, mettiamolo a disposizione e al servizio anzi,
di persone che seguono il progetto e che attraverso le nostre foto, senza per forza che ci siamo noi a spiegare cosa sta dietro, riescono a raggiungere qualcosa delle emozioni che noi abbiamo provato nel contesto in cui eravamo quando abbiamo scattato la foto.
(15:14):
Quindi si è spostato un po' il viaggio tra mi faccio gli affari miei e mi metto a disposizione di. Quindi sono due punti di vista completamente diversi.
Assolutamente sì. E penso siano solo due occasioni di molte sfumature che si possono avere nell'andare in viaggio facendo fotografia.
(15:39):
Per dire solo in quel frangente lì, cioè per dati un'idea il viaggio, cioè la fotografia non era un accompagnamento al viaggio, il viaggio era il. L'accompagnamento alla fotografia.
Per fare la fotografia. No, nel momento in cui noi dovevamo girare, che ne so, il contenuto a 360° per far vedere a sakusa.
(16:00):
Se il video non viene bene, si rifà, prendi, ritorni all'inizio del viale che vuoi far vedere e si rifà il video. Deve venire bene il video, l'audio, tutto quanto.
Quindi lo scopo di essere a Sakusa, a Shinjuku o a Fujinomiya in quel momento era produrre il video. Se il video non viene bene, si rifà, fine.
(16:22):
Si, non era la tua esperienza, era l'obiettivo principale del viaggio. Esattamente, il video non doveva far vedere la mia esperienza, il video, cioè la mia esperienza era per produrre il video.
Il servizio del video. Esattamente, no? Da qua banalmente è nato anche tutto il discorso social che poi è diventato la pagina del fuggitivo, eccetera, no?
Però la figata è che ti rendi conto di come lo stesso posto, perché il giapponese l'ho visto diverse volte, ma quando impari, quando cominci a capire come fare fotografia, cambi il modo in cui vedi un posto.
(17:03):
Facciamo un passo indietro. Come funziona quando cominci a studiare, a dire ok voglio fare delle belle foto, no? Che poi non voglio di niente, però voglio fare delle belle foto. Perfetto.
Cosa devi studiare? Uno, banalmente quello che si immagina tutti è studiare come funziona la macchina fotografica, il triangolo di disposizione, le varie regole di composizione, cosa servono tutti quei pulsantini, cosa vuol dire F2.8, F11, no?
(17:30):
Tutte queste cose tecniche, no? Tutti questi tecnicismi. Ma la parte forse ancora più importante è come rappresentare, cioè fare un po' lo storytelling, no? La tua foto deve raccontare qualcosa, deve raccontare un viaggio.
Se vuoi che una persona, come dicevamo prima, guardi la foto e immagini l'esperienza. Esatto, esatto. O le venga evocata, l'esperienza che tu hai vissuto.
(17:54):
Quando vedi determinate foto, che magari tecnicamente sono bellissime, perché sono belle, nitide, taglienti, i colori sono belli pieni, eccetera, però la vedi e dici, bhe, non mi dice niente.
Altre, altre, le vedi sono magari, hanno tanto rumore, sono granellose, no? Per capirsi, hanno un sacco di difetti, però le guardi e dici, ma che figata! E cominci a chiederti, ma chi è questa persona? Cioè cosa starà facendo la persona nella foto?
(18:24):
Allora lì cominci a fare, ad aver fatto un buon lavoro, no? Per arrivare a questo punto, per arrivare al punto in cui scatto una foto bella, una foto diciamo che emoziona, devi imparare a vedere le cose.
E qua mi inserisco perché mi hanno regalato una fotografa, mi ha regalato un libro di, oddio non mi ricordo se il titolo era fotografia creativa, fotografia espressiva, di Fontana, esatto, un libro meraviglioso che io consiglio a chiunque, anche solo lontanamente, si interessi di immagini o video o qualsiasi cosa perché ti dà proprio tutto un altro modo di approcciare,
(19:10):
sì però stiamo registrando il podcast in teoria quindi non puoi parlare a vuoto.
Prendetevi il libro, devo ricominciare adesso, prendetevi il libro perché chiunque abbia a che fare appunto con le immagini o con il video, attraverso quel libro riesce a cogliere, ci sono proprio degli esercizi dentro che ti aiutano a cogliere le cose banalmente essendo più presente.
(19:36):
Perché un esercizio che mi è rimasto veramente tanto impresso e che ogni tanto mi diverto anche a fare ancora è cerca sei cose, cammina e cerca sei cose di colore rosso, che è una banalità.
Uno di primi tra l'altro, un'opera di colori.
E tu dici, sei cose di colore rosso, solo che ad un certo punto non è che trovi immediatamente sei cose di colore rosso e cominci a cercarle, ma quando cominci a cercarle cominci ad osservare e a vedere davvero tutta una serie di cose, di dettagli, che prima ti erano sfuggiti, ma anche intorno a casa tua.
(20:12):
Non serve che tu vada fino in Giappone per fare questo esercizio.
No, assolutamente.
O per scoprire cose nuove. Non ti eri mai accorto che sulla finestra di una casa davanti alla quale magari passi ogni giorno c'è una tenda di colore rosso.
E' una banalità.
Però quando te ne accorgi e diventi consapevole dici, parca miseria però, quella tenda rossa nel contesto della casa che magari è il muro che ti sei accorto non essere più bianco ma giallino, solo che vedendo la tenda rossa hai cominciato a notare anche il muro eccetera.
(20:45):
E ti sei costruito tutta una suggestione attorno a quella banale tenda di colore rosso che ti ha trasformato completamente il modo in cui hai percepito quello che vedevi ogni giorno.
Ma infatti sulla base di questo una cosa, una forse delle delle degli uno degli aspetti maggiori che hanno influito sul mio viaggiare è il fatto che allora tu cosa fai? Tu arrivi davanti a un paesaggio, c'è il cascate oppure la pagoda o che ne so, arrivi e dici che figata foto.
(21:16):
No così senza pensare.
Quindi guardi la foto dici che cosa volevo far vedere? E anche sta puntata è diventata i minori.
Era già andata subito. E quindi dici ma cosa cosa volevo far vedere? Non è una foto che... E ti ricordi che proprio sul libro di Fontana se non ricordo male dice un buon fotografo deve avere buone gambe.
(21:40):
Perché? Perché devi muoverti, devi avvicinarti alle cose. Non ti viene bene la foto? Avvicinati, avvicinati al soggetto. Qual è il soggetto della mia foto? Mi avvicino.
Con questa scusa qua, tramite sta cosa, sto esercizio, cominci a dire non voglio fotografare tutto, voglio fotografare il dettaglio che mi è saltato all'occhio.
Qual è il dettaglio della zona del Caminarimon? Non è tutto insieme, pagoda, il tempio, il santuarietto vicino, eccetera. Voglio far vedere la statua, facciamo vedere perché la statua è particolare, no?
(22:12):
Ti avvicini. Quando ti avvicini tu noti i dettagli che magari prima avresti tralasciato, però per riuscire a fare la foto figa, no? Ti avvicini. E noti magari il materiale di cui hai composto la statua e riesci a far vedere che è ruvida, che magari ha un po' di muschietto dentro, perché è vecchia, quindi dà l'idea di qualcosa di vecchio.
(22:34):
E la tua fotografia cambia, ma anche la tua esperienza, perché vedi tante cose che altrimenti magari non avresti notato, non avresti visto o non ti saresti pensato di dover andare a vederli vicino, no?
Quindi tutta questa cosa cambia un sacco il modo di viaggiare, di vedere, anche se non fai le foto, perché poi non serve che fai le foto.
(22:58):
No, infatti è proprio un nuovo modo di approcciare a quello che sta attorno a te. Esatto. Se vogliamo usare un termine super super super abusato, il cosiddetto turismo slow, cioè tralasciamo il fatto di mangiare a chilometro zero, del fermarsi, ma proprio del rallentare rispetto al ritmo che tu utilizzi nell'attraversare gli spazi e nell'avere a che fare nell'interazione che hai con le persone.
(23:24):
Quindi prenditi il tempo, avvicinati alle cose e alle persone, magari avvisandole prima quindi per non sembrare un super creepy. Stalker. Perché la profondità della tua esperienza cambierà tantissimo. Eh sì.
Io adesso per per darti ragione in quello che dicevi, perché è giusto ogni tanto, piacendomi la fotografia macro, se volete vedere qualche foto su Instagram, il mio profilo Bodehouse si ferma due anni fa l'ultimo giornamento, tre anni fa, però va bene, nel frattempo sono nati dei figli. Andremo a fare dei macro in Giappone. Non vedo l'ora, guarda.
(24:05):
E però quel tipo di fotografia lì mi ha appunto dato l'obbligo di andare molto vicino alle cose, perché se no non c'è scampo, inutile fare le foto alle cose piccole se non ti avvicini.
Ma poi ad avere pazienza, quindi a cominciare ad osservarle da vicino e aspettando che siano loro a darti motivo per fotografarle, perché non so la fotografia dell'insetto, della formica, del ragno, di per sé banale, ti avvicini, fai la foto, tecnicamente è un po' un casino, però una volta che impari la fai, la porti a casa.
(24:39):
Ho capito, ma cosa voglio raccontare? A cosa mi sto avvicinando? A qualcosa che succede o all'oggetto in sé, all'insetto in sé, alla cosa in sé? E quindi cominci, come dicevi prima rispetto allo storytelling, a raccontarti una storia quasi da solo rispetto alla cosa che stai osservando.
Appunto cambia completamente il punto di vista e approfondisce molto di più l'esperienza oltre ad obbligarti a camminare un sacco.
(25:09):
Anche se fotografi cose molto piccole, per quello che mi riguarda quando fai fotografia macro, per trovare un altro soggetto interessante, io quando andavo in montagna camminavo, anche sul carso facevo i chilometri perché la situazione interessante, il contesto interessante dentro al quale trovare qualcosa poi da approfondire,
(25:32):
per trovarlo devi camminare, devi andare in un posto, poi devi approfondirne in un altro, perché se resti nella stessa grotta per esempio, per fare un esempio facile da comprendere, e alla fine della fiera ti puoi avvicinare a quanto vuoi il contesto dello stesso, non dico che le cose si assomigliano perché le sfumature possono essere tante, ma si tratta sempre di sfumature diverse di una cosa molto simile, di cose molto simili tra loro.
(25:57):
Quindi per trovare una nuova esperienza devi cambiare questo contesto, quindi trovare qualcosa di diverso, e per trovarlo devi camminare, non è scampo.
Guarda ti faccio un esempio, eravamo qualche mese fa, quasi un anno fa a Shirakawa, Shirakawa è un posto in mezzo alle Alpi Giapponesi, la mattina ci svegliamo, facciamo un giro, portiamo il gruppo con questi van, portiamo il gruppo nella zona da dove poi sarebbero partiti gli autobus per andare nella tappa successiva, Kanazawa,
(26:31):
avevamo un po' di tempo, la gente sai vai a farti il giretto, mi compro il souvenir, vado a vedere la maglietta per regalare poi ai nipoti, le varie cose, e stavo cercando, io stavo cercando di capire come fotografare alcune zone, no?
E alle spalle della zona di raccolta dove sarebbero poi passati gli autobus c'era questa collina, e ho detto, cacchio ma sai che secondo me da là su sarebbe figo fare la foto, prendi, vai, arrivo su, ho scoperto che poi non era questa gran intuizione perché c'erano 600 persone sopra, poteva fare le foto, non ci sarà nessuno a pensare a questo punto di vista interessante.
(27:13):
E' un spazio fotografico molto ambito, però, però, a parte che ho camminato fin su, e quindi comunque qua torniamo al fatto che ti muovi, ma arrivato su ho detto, ahhh, da qua si fanno quelle foto che ho visto centinaia di volte su Instagram, bellissime e incredibili, che schifo, le hanno fatte tutti, no?
(27:35):
Non mi interessa più.
No, ti giuro, ti giuro, nel momento in cui sono arrivato e ho visto che da lì si faceva quella foto, le ho fatte lo stesso perché ero lì ho detto, facciamo qualche foto perché poi le usi nei post, le usi per 100 cose, ma mi è totalmente scomparsa la voglia di creare la fotografia.
Mi sono guardato un po' in giro, ho girato un pochino, ho visto un sentiero non proprio praticabile, perché, vabbè, aveva anche nevicato, vabbè, c'era questo sentierino abbastanza ripido che portava fino a giù e ho detto, boh, sai cosa, piano piano, con la calma, scendo dal sentierino.
(28:09):
Gli ho trovato degli spot bellissimi per fare delle foto un po' più particolari, eccetera, ma soprattutto che magari non erano così gettonate e quindi anche lì il fatto di voler creare ti porta a muoverti per riuscire a far la foto, ma il fatto di aver tutta questa necessità di creare, di far la foto, eccetera, ti porta a muoverti un po' fuori, letteralmente in questo caso fuori dal sentiero più battuto.
(28:38):
E quindi vedi dei posti che altrimenti non avresti visto.
E' una cosa che consiglieresti a tutti. Cioè, adesso abbiamo passato gli ultimi 20 minuti a dire, oh mio Dio dovete assolutamente tutti fare le foto, uscire dai sentieri, esplorare, vedere, avvicinarvi alle cose. Ma nei viaggi è una cosa che consiglieresti a tutti.
Sì.
A prescindere.
(28:59):
Allora, sì, non vi consiglierei. Perché attenzione, scusami se ti interrompo, ma era per approfondire un attimo la domanda. Se approcci sempre il viaggio in questo modo, ti porti dietro, se non sei abituato, secondo me ho preparato a questo tipo di approccio, anche un bel po' di ansia credo.
(29:21):
Nel senso, arrivi sempre nei posti con quella di devo però approfondire, vedere, cercare un nuovo spot dove guardare le cose. Io credo che un po' l'esperienza personale possa perderci anche.
Allora, secondo me va un attimo capito l'ambito nel quale ti devi muovere. Nel senso, studiare, capire come fare la fotografia, sì, secondo me, prendetevi il libro di Fontana e leggetevelo. Ce ne sono tanti altri, c'è la fotografia creativa, c'è, ci sono altri 100 libri, tra l'altro anche diversi di quelli che abbiamo consigliato, sì, per i regali di Natale.
(29:58):
Ci sono veramente tanti libri di fotografia e di questi libri una buona percentuale non vi dà nessuna nozione tecnica. Puntate su quelli. Nel senso, voi non dovete andare, mi è successo di tanta gente, anche qualcuno alla quale ho fatto il viaggio, ho preparato il viaggio, mi dicevano ok, però voglio fare foto belle, che macchina devo comprare?
(30:20):
Allora, la macchina fotografica non fa foto belle, voi fate foto belle, foto interessanti, foto che vi lasciano qualcosa e quelle le potete fare col cellulare. La reflex, la mirrorless ormai o comunque la macchina di un certo livello vi serve nel momento in cui voi avete un'idea e volete produrre qualcosa che con l'equipaggiamento che avete già non riuscite a fare.
(30:47):
Allora lì andate a cambiare l'equipaggiamento, ma il vostro cellulare, il vostro iPhone, il vostro Samsung o quello che avete, in media farà già delle fotografie più che buone, perché ormai i cellulari, anche quelli di fascia media fanno buonissime foto.
E tra l'altro molti di quelli hanno un sacco di funzionalità anche come grand angolo, zoom, foto macro.
(31:09):
Esatto, per rendere interessante la foto non dovete comprare una macchina fotografica, anzi questo vi incasinerà la vita, vi incasinerà la vita perché vi comprate una Sony A7C, a che lente ci metto vicino, non so, non puoi andare a caso, devi capire, devi studiare, devi capire e li perdi, cioè perdi tra virgolette tempo.
Come funziona? Poi accendi la macchina fotografica, mille impostazioni che non capisci perché non sei un fotografo e quindi devi studiare, devi capire. Arrivi alla fine che vai in viaggio, ti porti dietro l'equipaggiamento pesante, ti porti dietro roba difficile da usare, ripeto perché non siete fotografi e volete solo aver la foto bella.
(31:49):
Diventa uno stress, un'ansia, una roba e magari vi portate a casa delle foto che con il vostro cellulare le avreste fatte più belle. Quindi se non siete intenzionati a intraprendere un percorso soprattutto formativo nel modo della fotografia, non compratemi la macchina fotografica, fatele le foto col telefono.
(32:10):
Va benissimo.
Sì, anche perché la miglior macchina fotografica che potete avere è quella che nel momento in cui volete fare una foto ce l'avete lì e la sapete usare.
Mamma mia Eric.
BOOM!
Ti sei bagnato un pochino.
Mamma mia.
Aspetta aspetta fermo fermo fermo, mio caro ascoltatore, ma tu hai notato che questo podcast non è sponsorizzato dai poteri forti, infatti non ci stai trovando le pubblicità.
(32:34):
Te però ti piace quello che stiamo facendo e così ti viene voglia di offrirci una birretta? Puoi farlo. Trovi tutti i link nella descrizione della puntata.
Non abbiamo ancora ringraziato Gabriele in questa puntata. Ciao Gabriele. Ciao Gabriele, grazie. Grazie mille di tutto sempre.
Tra l'altro salutiamo anche Elena che se ci stai ascoltando Elena in questo momento o stai facendo l'aspeso o stai pulendo casa.
(32:59):
È vero è vero.
Quindi ciao Elena, buone pulizie. Ricordati i cereali e non pulire i vetri, tanto domani piove.
Comunque la fotografia in questi termini ti cambia il viaggio perché ti ti obbliga a muoverti, a guardare, a osservare e noti tantissimi particolari,
tante sfumature. Vuoi far la foto a una persona lì o hai due strade o un po' più sneaky, un po' più street photography ti mantiene a distanza
(33:32):
perché non vuoi estrarre la persona da quello che sta facendo dal suo mondo.
Io lo faccio spesso perché mi piace vedere le persone immerse concentrate in quello che stanno facendo e quindi metto da parte, aspetto il momento giusto.
Però per arrivare a quel momento giusto devi guardare cosa fanno e quando guardi anche per due minuti cosa fa una persona ti vengono dei dubbi
(33:57):
e quindi poi dici ma cosa stai facendo? Fai le foto e poi magari vai lì e ci parli.
Oppure una persona ti vede o magari vuoi semplicemente fare una foto di un certo tipo a una persona, vai lì e gli dici ciao, ti ho visto,
mi sembri una persona interessante, sto facendo foto alle persone, mi sono innamorato di te, scappa con me in Italia, stai facendo delle foto alle persone qua intorno,
(34:21):
ti dispiace se? Ok, fai la foto, gliela fai vedere e magari, cioè magari, quasi obbligatorio ci parli un pochino, no?
Cosa fai, che attività è questa, cosa stai facendo, lavori qua da tanto tempo, spiegami, fammi vedere, no?
Chi sono questi? Produco stoffe per i furoshiki, perfetto, dammene una che me la porto a casa, no?
(34:45):
E quindi entri un po' nel mondo di questa persona. Hai la foto, hai il racconto e hai il souvenir, l'oggetto da portare a casa, tutto in dieci minuti.
Esatto, per questo sono a casa piena, piena di cose che voi non vedete, se non in piccola parte qua e qua e sicuramente non vedete nel podcast.
Ma tu avevi detto una cosa simile rispetto all'esperienza, rispetto all'esperienza, ovvero il chiedere,
(35:10):
permesso, posso farle una foto anche con le geische? Allora sì, perché mi ricordo che in una puntata di cui tu probabilmente non ti ricordi nulla,
perché abbiamo visto che la tua memoria non esiste, avevi spiegato di come è necessario quando si fa una foto alle geische, no, come si usa il plurale?
(35:32):
Alle geische, mi ricordavo di essere...
Mi sono un po' di mal di pari.
Immaginavo. Quando si fanno le foto alle geische, sei praticamente obbligato, ma per un minimo di onestà e rispetto, dire guarda sto facendo una foto, farti vedere e non disturbare la geische nel compimento del suo lavoro.
(35:56):
Chiaro. Negli ultimi anni, specialmente dalla riapertura del Giappone, quindi cos'era 2022-2023, è diventato una cosa abbastanza complessa.
Nel senso che le geische, specialmente in quartieri tipo Gion, che è uno dei quartieri più turistici alla fine di Chioto,
esce nel momento in cui questa povera crista esce dalla sua stanzetta o dal teatro o da dove sta uscendo, viene presa d'assalto, no?
(36:26):
Quindi anche il fatto di essere gentili e andare a chiedere se una volta funzionava, e io l'ho fatto anzi certe volte mi è stato proposto, perché mi hanno visto così e mi hanno detto...
Il povero, come è stato?
Voi che facciamo una foto vedete che ti vengono un infarto? In una situazione estremamente tranquilla, in una situazione come adesso, molto concittata con molta gente, molto casino,
(36:51):
se tutti andassero a chiedere, ciao possiamo fare una foto così, questa qua non si muove più.
Ti dà una zoccolata sul cranio.
No, esatto, adesso c'è addirittura il, non è una legge, però è una regola non scritta della savana, non fate le foto alle geische.
Ah, sì?
Sì, specialmente in certi quartieri, anche lì si entra un po', c'è sempre stato uno scontro tra quella che è la street photography e le regole della vita, nel senso,
(37:22):
per fare se le fotografie io non devo dirti che ti sto facendo la foto, come dicevo prima, no?
Io catturo un momento, poi sta a te capire, se potrebbe magari essere il caso, di venir da te e dirti, ciao, guarda, ti ho fatto questa foto qua, ti secca, la tengo, posso, mi dai il permesso,
specialmente poi se la volete mettere sui social, come faccio spesso io, una foto che ho fatto, c'è una foto che aveva girato abbastanza, specialmente 2019, Fugitivi,
(37:50):
era quella del Monaco, c'era un Monaco estremamente anziano, con un bastone da passeggio, con attaccati tutte le bruciature, dei santuari, del Monte Fugi, le cose, i campanelli, eccetera.
Questo qua l'ho fotografato, son andato a chiedergli se potevo fargli delle foto, nel momento in cui ci stavo parlando lui si è messo in posa, era così bello che gliene ho fatte altre,
(38:16):
e poi gliene ho fatte vedere, gli ho detto, ti va bene se ti dice, ok, tutto a posto, posso tenerle, sì, però le prime foto che gli fai riesci a tenerlo nel suo mondo, quindi hai questa persona assorta,
le successive è tutta un'altra cosa ovviamente. Per le geisha, stessa cosa, sta un po' a te capire come fare, è chiaro che devi maturare una certa sensibilità sull'argomento e sul momento.
(38:46):
Che credo sia umana, nel senso, non è che tu debba sviluppare una sensibilità specifica rispetto alla cosa che stai andando a fotografare, intendo, sono degli esseri umani.
Ma non è scontato. Trattali come degli esseri umani.
Ma non è scontato, perché, allora, primo viaggio di gruppo che ho fatto in Giappone, che ho portato come accompagnatore, mi è successo di vedere, allora siamo arrivati a Shinjuku, il gruppo comunque era un po' stanchino, gli abbiamo dato un paio d'ore per arrivare giù un'ora e mezza,
(39:17):
circa per arrivare in albergo, metterci giù i bagagli, fare tutte le loro cose, e poi eravamo a Shinjuku, che è uno dei quartieri principali, non avevamo un grandissimo tempo, perché non mi ricordo se erano le 4 e mezza, 5 del pomeriggio,
abbiamo detto vi porto a fare un giro per il quartiere, per la zona qua intanto, così vi faccio vedere, facciamo un primo approccio al Giappone, vi faccio vedere dove c'è la lavanderia, dove c'è il tabacchino, dove c'è le varie cose, la farmacia, eccetera,
(39:43):
e vi porto a vedere due zone qua vicino, così poi cena, nanna presto, e da domani si parte in piena col viaggio, no?
Siamo andati a Omoide Yokochō, Omoide Yokochō cos'è? Una Yokochō è una di queste stradine piccole, è proprio una cosa tipica di Shinjuku, Omoide Yokochō, stradina piccola con tante attività, tanti barretti molto molto piccoli,
(40:07):
tavolini vicini, le sedie piccole, no? Così c'è la gente che si beve le birrette fondamentalmente, però è famosa, no? Ho detto, buon vi porto qua la situazione questa questa questa, facciamo un giro, insomma, siamo tutti, siate discreti se dovete fare le foto, però andiamo perfetto.
Sette passi dopo c'era la gente che faceva le foto ai giapponesi così, no? E guarda è un giapponese, fotografiamolo, no? Modello nove degli orrori, sì, tipo Safari, sai? E guarda una scimmia, fotografiamo, infatti io ho detto ragazzi no, così no, così no, però sai nel momento in cui sei lì, sei gasato perché sono arrivato finalmente in Giappone,
(40:54):
oh, affigata, affigata, ti dimentichi delle regole di vita. Sbagliato, però succede. Sì, sì, la suggestione dell'essere in viaggio, ma e questo può essere, tra virgolette, risolto portando con sé durante un viaggio organizzato di gruppo un fotografo, cioè una persona che ha il mestiere,
(41:16):
ha la sensibilità e ha le capacità per gestire la situazione ricordo barra esperienza fotografica, senza che tu, che sei in viaggio magari, vedi bere un gin tonic e un caffè prima di registrare, ma è una buona idea.
È la miglior convitazione secondo me. Avere questa persona con te durante il viaggio può aiutarti a sgravare il cervello da tutta questa serie di preoccupazioni e... Assolutamente sì. Permetterti di godere di questo momento lasciando il telefono in tasca, per esempio,
(41:51):
se la tua idea non era quella di fare un viaggio fotografico e quindi preoccuparti di vivere l'esperienza senza lo stress della fotografia o senza la possibilità di fare questa figura da turista lì in safari.
Allora sì, sicuramente sì. È una cosa che noi facciamo. È una cosa che facciamo, questa del fotografo, perché abbiamo una serie di viaggi, come dicevo, fotografici, tra virgolette, che non sono per forza viaggi che fai se vuoi diventare un grande fotografo.
(42:32):
Praticamente noi abbiamo Marco Fadelli, che è un fotografo professionista, che ci segue durante il viaggio, viene in giro con noi. Oltre a fare le foto di viaggio, quindi oltre a collezionare tutti questi ricordi con la qualità che ha, insomma, che contraddistingue un professionista, quindi avrete delle foto di un certo livello,
(42:57):
ma vi aiuto a fare queste cose qua. Perché cosa succede nel momento in cui tu ti avvicini a una persona a far la foto così? Non fare, eh sì, ma come faccio a fargli la foto da vicino?
Tira sul coso, più o meno il tatuaggio, un yakus, un coltellato, ovvio, ovvio.
Hai un professionista che ti dice se vuoi far questo e vuoi magari anche non rompere le palle al mondo intero, fai così, ti metti dietro, usi lo zoom, ti nascondi, ti cali a testa in giù.
(43:25):
Cioè hai tutta una serie di tecniche che lui conosce, te le spiega, ti vengono bene le foto e ti spiega insomma come raggiungere entrambi gli obiettivi.
Per esempio nel momento in cui vuoi fare una foto a delle persone, però loro si girano, ti guardano, paura che mi vedano, che mi dicano di no.
Il fotografo magari ti spiega, ti dice ti metti lì, ti fa gli affari tuoi, ti rifoli il telefono, con gli occhi componi, cerchi di capire cosa vuoi fare, nel momento in cui hai capito cosa vuoi fotografare lì, ti rifoli il telefono, fai una foto e lo rimetti via.
(44:01):
Questo porta a non star. Due minuti così a far foto a raffica con quella a qualcuna forse verrà bene, oppure semplicemente te la fa lui.
Quindi questa cosa ha perfettamente senso e funziona.
Grazie a tutti per l'ascolto anche oggi. La puntata di oggi era la numero 4, che all'inizio non era molto chiaro cosa stesse succedendo.
(44:24):
Sono andato a controllare, quindi stavolta siamo certi.
Ringraziamo sempre la nostra stella polare Gabriele per i consigli che ci ha dato e forse volevi dire Lord Gabriele.
Lord Gabriele che ci sta dando un sacco di suggerimenti e che ringraziamo appunto di nuovo.
Aspettiamo le sue suggestioni e i suoi racconti di viaggio perché ha detto che ha cominciato a spargere un po' in giro la voce tra i suoi amici che sono stati in Giappone
(44:51):
di mandarci delle testimonianze anche dei loro viaggi e quindi noi dalla prossima puntata riporteremo anche le esperienze altrui sui viaggi in Giappone.
Assolutamente sì, salutiamo anche Elena che a questo punto avrà probabilmente finito di fare la spesa e o pulire la casa, quindi ottimo lavoro Elena.
Perché abbiamo scoperto che veniamo ascoltati anche mentre si fa la spesa.
(45:14):
Siamo ascoltati da più di 6 persone.
Non tutte contemporaneamente, una qui, una là, però insomma sono sempre più di 6 persone.
Se avete ascoltato tutta la puntata e siete arrivati a questo punto fateci sapere quali sono le vostre esperienze positive e negative con la fotografia, con i viaggi, con i viaggi fotografici o con la fotografia in viaggio.
Tutte le combinazioni possibili.
(45:36):
E niente scrivetelo nei commenti o nelle mail o sulla fronte del bodo, non so dove andate.
Se volete tanto spazio ce n'è. Sempre di più, man mano che gli anni passano.
E dopo questa sponsorizzazione per i viaggi di trapianto in Turchia, signore e signori, grazie mille a tutti, ci risentiamo il prossimo mese.
Ciao!