Raccontare Napoli senza tradirla

Io sono Ciro Pellegrino e questo è "Saluti da Napoli", storie da una città che non è una cartolina.

Ho iniziato questo podcast il giorno dopo una trasmissione televisiva di Rai 3 in cui Corrado Augias parlava di Napoli, scatenando polemiche per lo spazio dato alle gesta e al ruolo di Raffaele Cutolo, il boss della Nuova camorra organizzata, mai pentito, morto di recente, dopo quarant’anni al carcere duro.

Fateci caso: la gran parte delle persone che tenta di spiegare Napoli non la vive.
O addirittura non l’ha mai vissuta.
Dopo anni ancora sento persone chiedermi se è vero che i cinesi morti vengono conservati nei container al porto o se davvero fino a qualche anno fa ci sono stati casi di colera dovuti all’emergenza rifiuti.

Nella seconda parte cerco di parlare della più grande maschera moderna comica italiana: il principe Antonio De Curtis in arte Totò.

Napoli ricorda Totò con un vicolo piccolo e insignificante che sta alle spalle di via Foria, una lunga strada che taglia parte del centro cittadino e la porta verso l’area Nord.
Napoli ricorda Totò non realizzando da trent’anni un museo che custodisca i suoi abiti di scena, i carteggi, le poesie, le canzoni, le foto, i poster.

Il giorno dopo la morte di Totò, Eduardo De Filippo affidò alle colonne del giornale Paese Sera un ricordo meraviglioso che ogni napoletano dovrebbe conoscere.