Jean-Paul Sartre nasce a Parigi nel 1905 restando presto orfano. Vive con il nonno protestante e la nonna cristiana. Sartre è ateo ed è esponente appunto dell'esistenzialismo ateo. Si dedica a studi filosofici e simpatizza per la filosofia tedesca. Tra il 1933 e il 1934 è a Friburgo, conosce Husserl ed Heidegger entrando in contatto con la Fenomenologia. Dalla corrente fenomenologica prende l'intenzionalità della coscienza, cioè la coscienza è sempre apertura, e il tema dell'immaginazione intesa come il modo con il quale la coscienza trascende la realtà. Tornato in Francia Sartre pubblica alcuni lavori letterari. Il suo romanzo più importante è “La nausea” nel quale descrive l'esperienza del sentire il mondo nella sua costitutiva e radicale contingenza. Secondo l'autore la nausea è quel sentimento metafisico che si prova di fronte alla contingenza delle cose e degli uomini. Nell'opera “L'essere e il nulla” del 1943 Sartre afferma che la realtà dell'essere è divisa in due parti: l’in-sé e il per-sé. L'essere in-sé è tutte le cose che non sono coscienza, quindi tutto ciò che è dato immediatamente ed è contingente. L'essere per-sé invece è la coscienza che è presente a se stessa e alle cose.