Stagione 1 🎧 Episodio 19: Gianfranco Stevanin – Il Collezionista di cadaveri (PARTE 1)
Oggi esploriamo uno dei casi piĂą macabri della cronaca nera italiana: Gianfranco Stevanin, un uomo apparentemente comune, ma che nascondeva segreti terribili.
Conosciuto come “il Landru della Bassa,” citando Barbablù, il noto serial killer francese, Stevanin sconvolse l’Italia negli anni Novanta con i suoi crimini efferati.
Scopriamo insieme la sua storia, il periodo storico in cui visse, il suo modus operandi, le sue vittime, il profilo psicologico e l’eredità dei suoi crimini.
Il contesto storico
Gli anni Novanta in Italia furono segnati da profonde trasformazioni sociali e culturali. Il paese viveva il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, con scandali politici come Tangentopoli e una crescente attenzione mediatica verso crimini efferati. In questo clima, il caso di Gianfranco Stevanin si distinse per la sua crudeltĂ e per i dettagli raccapriccianti che emersero durante le indagini.
🎧 La storia personale di Gianfranco Stevanin
Gianfranco Stevanin nacque nel 1960 a Terrazzo, un piccolo comune della provincia di Verona, in una famiglia di agricoltori.
Descritto come taciturno e schivo, sembrava condurre una vita tranquilla, ma nascondeva pulsioni sempre piĂą disturbate.
Nonostante relazioni occasionali, non riuscì mai a stabilire legami duraturi. Col tempo, sviluppò una forte ossessione per il controllo, la pornografia e la violenza, elementi che culminarono nei suoi crimini.
🎧 Modus operandi
Stevanin agiva con una combinazione di manipolazione e brutalitĂ , caratteristiche che resero i suoi crimini particolarmente efferati.
1.Adescamento: Si presentava in abito elegante in un’auto costosa. Approcciava giovani donne, spesso prostitute, offrendo loro denaro per rapporti sessuali, e con il pretesto di un servizio fotografico.
2.Soffocamento e violenza: Le sue vittime venivano aggredite durante o dopo l’incontro.
3.Occultamento: Dopo l’omicidio, cercava di nascondere i corpi nei terreni di sua proprietà , spesso avvolgendoli in sacchi di plastica dopo averli smembrati.
4.Collezionismo: Conservava oggetti personali delle vittime come “trofei”.
🎧 Vittimologia
Le vittime di Stevanin erano per lo più donne vulnerabili, come prostitute o ragazze in difficoltà economiche. Questa scelta rivelava il suo disprezzo per chi considerava “facile preda” e un bisogno patologico di controllo e dominio.
La vulnerabilitĂ delle vittime, unita alla scarsa protezione sociale, facilitava i suoi crimini, permettendogli di agire indisturbato per anni.
🎧 La cattura
Il 16 novembre 1994, a Vicenza, Stevanin fece salire sulla sua Volvo 480 Gabriele Musger, una prostituta, offrendole del denaro in cambio di rapporti sessuali e del permesso di scattarle alcune fotografie. Tuttavia, ciò che iniziò come una proposta si trasformò in ore di minacce, violenze sessuali e torture. La donna tentò di fuggire attraverso la finestra di un bagno, ma, non riuscendoci, cercò di resistere a ulteriori aggressioni. Stevanin, armato di un coltello, continuò a minacciarla. Nel tentativo di salvarsi, la Musger gli propose di consegnargli tutti i suoi risparmi, circa 25 milioni di lire, se l’avesse lasciata libera. Stevanin accettò, ma i soldi si trovavano nella casa della donna, quindi i due si misero in viaggio per recuperarli. Arrivati al casello autostradale di Vicenza Ovest, mentre Stevanin era distratto a pagare il pedaggio, la donna approfittò del momento per scendere dall’auto e correre verso una volante della polizia, denunciando quanto accaduto. Stevanin venne immediatamente arrestato con l’accusa di violenza sessuale, tentata estorsione e possesso di una pistola giocattolo senza tappo rosso. A seguito di questo episodio, fu condannato a due anni e sei mesi di reclusione.
Duran