Stagione 1 🎧 Episodio 14: Marco Bergamo, il Mostro di Bolzano
Oggi approfondiamo la storia di Marco Bergamo, conosciuto come il “Mostro di Bolzano”, un uomo la cui apparente normalità nascondeva una furia omicida. Tra il 1985 e il 1992, una serie di omicidi sconvolse la città di Bolzano, portando alla luce il lato più oscuro di una comunità che si credeva immune a simili orrori.
🎧 Il contesto storico
Tra gli anni Ottanta e Novanta, Bolzano era considerata una tranquilla città di provincia, un luogo in cui l’equilibrio multiculturale sembrava proteggere da episodi di violenza. Tuttavia, i crimini di Marco Bergamo infransero questa illusione, dimostrando che persino nelle comunità più serene il male può celarsi dietro un’apparente normalità .
🎧 La storia personale di Marco Bergamo
Marco Bergamo nacque nel 1966 a Bolzano e visse un’infanzia difficile, caratterizzata da isolamento e conflitti familiari.
•Disturbo del linguaggio: Da bambino soffrì di un disturbo del linguaggio che lo rese insicuro e lo isolò dai suoi coetanei, aggravando il suo senso di solitudine e inadeguatezza.
•Rapporto con la madre: La madre, descritta come autoritaria e severa, giocò un ruolo centrale nella sua vita, alimentando in lui un profondo rancore verso le figure femminili.
•Vita da emarginato: Incapace di costruire relazioni affettive e sociali, Bergamo sviluppò un odio patologico verso le donne, percepite come simboli di rifiuto e umiliazione.
Da adulto, lavorò come operaio, ma condusse una vita solitaria e priva di legami significativi. Questo isolamento alimentò la sua crescente ossessione per il controllo e la violenza.
🎧 Il modus operandi del “Mostro di Bolzano”
Marco Bergamo agiva con un modus operandi brutale e preciso, contraddistinto da:
1.Selezione delle vittime: Donne vulnerabili, spesso prostitute o persone ai margini della societĂ .
2.Tecnica omicida: L’uso di armi da taglio, con attacchi violenti e ripetuti, suggeriva una rabbia incontrollata.
3.Approccio: Si avvicinava fingendosi un cliente o con atteggiamenti rassicuranti, prima di colpire con estrema ferocia.
4.Mutilazioni e simboli: In alcuni casi, Bergamo inflisse mutilazioni o prese oggetti personali delle vittime, simbolo del suo desiderio di dominazione totale.
🎧 Vittimologia e crimini
Le vittime di Marco Bergamo erano donne emarginate, invisibili agli occhi della societĂ , che incarnavano il suo odio verso il genere femminile.
Gli omicidi principali
1.Marcella Casagrande (1985): La sua prima vittima, una ragazza di appena 15 anni. Fu uccisa brutalmente, dando inizio alla sua spirale omicida.
2.Annamaria Cipolletti (26 giugno 1985): Un’insegnante delle scuole medie “Ugo Foscolo” che si prostituiva nel suo monolocale. Bergamo la uccise con diciannove coltellate e si appropriò dei suoi indumenti intimi. Nel luogo del delitto furono ritrovati mozziconi di sigaretta e vari profilattici (sia usati che nuovi), ma non ci furono segni di violenza sessuale.
3.Renate Rauch (7 gennaio 1992): La ventiquattrenne fu trovata morta in un parcheggio di un’area di servizio di via Renon, a Bolzano. Qualche giorno dopo, sulla sua tomba fu trovato un mazzo di fiori con un biglietto: “Mi spiace, ma quello che ho fatto doveva essere fatto e tu lo sapevi: ciao Renate! Firmato M.M.” Gli investigatori ipotizzarono che la doppia “M” stesse per Marco Bergamo.
Nel 1992, Marco Bergamo uccise altre due prostitute, confermando il suo schema omicida e la sua totale mancanza di empatia verso le vittime.
🎧 Il profilo psicologico di Marco Bergamo
Marco Bergamo è stato studiato come un caso emblematico di personalità disturbata.
1.Misoginia profonda: La relazione conflittuale con la madre e il rifiuto da parte delle donne lo portarono a sviluppare un odio patologico verso il genere femminile.
2.Isolamento so