TESTO DELL'ARTICOLO ➜
https://www.bastabugie.it/8181I PRIDE, MEZZI BLASFEMI DELLA RIVOLUZIONE di Tommaso Scandroglio
Chi ha voluto, il 17 maggio scorso, ha celebrato la famigerata Giornata internazionale contro l'omo-bi-transfobia. Inoltre, nel nuovo calendario pagano che ha sfrattato Maria e Gesù, maggio e giugno sono i mesi dedicati usualmente ai gay pride.
Quali sono le caratteristiche di queste sfilate nelle vie e piazze di mezzo mondo? Vediamone qualcuna. La prima è la rivendicazione di alcuni "diritti": quello di "sposarsi", di avere dei figli, di non essere discriminati, eccetera. Alcune di queste pretese sono ingiustificabili perché la condizione omosessuale le esclude: vedi il matrimonio e vedi la genitorialità. Altre sono di per sé giuste - vedi la richiesta di non essere discriminati ingiustamente - ma nella prospettiva LGBT ciò significa l'accettazione di omosessualità e transessualità da parte di tutti. L'accettazione della persona diventa dunque accettazione della condizione e della condotta.
La seconda caratteristica dei pride è un implicito di tutta la narrazione LGBT soggiacente ai pride: le persone omosessuali e transessuali sono ghettizzate, vivono in una condizione di disparità sociale rispetto agli altri, sono escluse dal consesso civile. Questa affermazione è falsa, data l'ampia accettazione sociale di queste due condizioni - basta contare quanti film e serie Tv hanno personaggi LGBT o trame color arcobaleno - e tenuto conto, tra gli altri, dei dati forniti dall'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) che è la principale istituzione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).
MA QUALI CRIMINI D'ODIO?
Questo organismo ci informa che in Italia sono stati segnalati solo 70 casi di "crimini d'odio anti-LGBT" nel 2023. Ogni atto di ingiusta discriminazione è riprovevole, ma i numeri sono irrisori e 70 casi, numero che si è stabilizzato negli ultimi anni nonostante le campagne LGBT siano diffusissime e capillari, non costituiscono né un fenomeno sociale di intolleranza né tantomeno una emergenza come invece continuano a berciare gli organizzatori dei pride. Inoltre dobbiamo tenere conto che questi 70 casi sono solo segnalazioni: non è detto che ad ogni segnalazione corrisponda un vero e proprio crimine. Occorre un processo per verificarlo. In questo senso il percepito soggettivo può fare la differenza. Infatti, se andiamo a vedere quali sono i reati motivati da discriminazione anti-LGBT e maggiormente segnalati, si spartiscono il podio le aggressioni fisiche (21) e l'incitamento alla violenza (21). Se la prima voce può avere una sua oggettività, seppur relativa (uno spintone può benissimo venir considerato "aggressione fisica" dalla vittima), la seconda voce - l'incitamento alla violenza - si espone ad un giudizio sicuramente più arbitrario. Questo stesso articolo potrebbe essere segnalato all'ODIHR come incitamento alla violenza. La Valle d'Aosta può sembrare i tropici ad un eschimese.
Dunque fa buon gioco alle realtà arcobaleno far credere, nonostante i fatti dicano altro, di essere discriminate, emarginate, e in tal modo, presentandosi come gruppo sociale fragile ed esposto a vessazioni di ogni tipo, possono continuamente chiedere tutele che diventeranno in realtà privilegi.
L'EROTIZZAZIONE
Altro elemento peculiare è l'erotizzazione dei pride. Moltissimi partecipanti, nel loro abbigliamento, vogliono imitare Adamo ed Eva qualche minuto dopo il peccato originale; inoltre i riferimenti simbolici al sesso si sprecano, gli ammiccamenti e le gestualità oscene, parimenti. Da una parte l'erotizzazione del pride serve volutamente per scandalizzare e questa è una delle cifre identitarie di qualsiasi movimento rivoluzionario: occorre contrapporsi all'ordine costituito, scardinare l'assetto vigente, scuotere le coscienze,