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https://www.bastabugie.it/8086LE STRATEGIE PER TINGERE LA CHIESA DI ARCOBALENO di Tommaso Scandroglio
Recentemente il cardinal Blase J. Cupich di Chicago, notoriamente ascrivibile all'area liberalprogressista, ha scritto un articolo sul sito Outreach. Questo è uno dei principali portali statunitensi che si cimentano nella diffusione del credo LGBT in seno alla Chiesa cattolica. Il suo fondatore è il famigerato sacerdote gesuita James Martin, alfiere delle battaglie arcobaleno in casa nostra.
L'articolo del card. Cupich sintetizza in sé i principali snodi concettuali che negli ultimi anni si stanno utilizzando nella Chiesa cattolica per sdoganare l'omosessualità e la transessualità. Vediamo dunque quali sono. Il primo è il riferimento al Magistero, ossia l'appello al principio di autorità. Cupich cita uno stralcio di una lettera del 2021 dell'allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Luis F. Ladaria, in cui quest'ultimo rispondeva all'arcivescovo José H. Gomez, ai tempi presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, sul tema dell'accesso alla comunione per quei politici favorevoli all'aborto ed eutanasia. Il cardinale di Chicago ricorda che Ladaria esortava i vescovi statunitensi a «dialogare con i politici cattolici che, all'interno delle loro giurisdizioni, adottano una posizione pro-choice riguardo alla legislazione sull'aborto, all'eutanasia o ad altri mali morali, come mezzo per comprendere la natura delle loro posizioni e la loro comprensione dell'insegnamento cattolico». Da qui l'analogia: «Questo approccio di mettere da parte i nostri preconcetti e di ascoltare veramente si applica anche al modo in cui i leader della chiesa dovrebbero considerare le persone in una varietà di situazioni di vita. Ciò include [...] i cattolici LGBTQ».
Naturalmente la strategia impone di selezionare solo alcuni passaggi del Magistero e non altri e soprattutto impone di citarli fuori contesto. Infatti, sul primo versante, Cupich non cita il canone 915 del Codice di Diritto Canonico che vieta di comunicare coloro i quali «ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto». Persone omosessuali e transessuali comprese, se sono in stato di peccato mortale noto a tutti. Sul secondo versante, Cupich volutamente non aggiunge che il cardinal Ladaria in quella lettera non dava il via libera alla comunione ai politici pro-choice. Più a monte il cardinale di Chicago omette di dire che la dottrina della Chiesa su omosessualità e transessualità non è cambiata, dunque chi critica l'una e l'altra è fedele all'insegnamento del Magistero e non è affetto da preconcetti, come invece asserisce Cupich.
IL VITTIMISMO
La seconda strategia utile per tingere di arcobaleno le nostre chiese è il vittimismo. Lasciamo il lapis a Cupich: «Un numero schiacciante di cattolici LGBTQ che ho incontrato mi ha detto di soffrire di un senso di alienazione proprio perché si sentono preventivamente giudicati ed esclusi.[...] Raccontano storie in cui sono stati ostracizzati, persino cacciati dalle loro case quando hanno raccontato ai loro genitori il proprio orientamento sessuale. [...] Una persona mi ha detto che il modo in cui sono stati banditi, evitati e persino odiati li ha portati a concludere che essere gay li rendeva dei lebbrosi moderni. Tragicamente, questo tipo di alienazione può portare a idee suicide». La tattica è semplice: se fai passare una categoria di persone per vittime tu sei portato a solidarizzare con loro e quindi, successivamente, è più facile accettare anche la loro condizione e le loro scelte. In sintesi il percorso è il seguente: accogliere la persona omosessuale perché vittima per poi accogliere l'omosessualità. Il vittimismo gay di impronta cattolica, inoltre, volutamente mischia, da una parte, la critica legittima e doverosa su omosess