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https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8028AMARE I NEMICI E PORGERE L'ALTRA GUANCIA... COSA VUOL DIRE IN CONCRETO? di Giacomo Samek Lodovici
«Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio dente per dente", ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra»; addirittura, «Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico"; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori»: così dice Gesù, realizzando una grandissima rivoluzione morale. Se infatti in Platone c'è un cenno, peraltro da interpretare, sul porgere l'altra guancia, il mondo greco-romano non ha mai concepito l'amore per il nemico. Ma che cosa significa il dovere di amare i propri nemici? In primo luogo vuol dire non odiarli. Ma vuol dire anche augurare loro ogni successo? E in guerra vuol dire abbracciare il pacifismo, rinunciare a combattere i nemici e lasciarsi sopraffare? Era questa una delle accuse mosse dai pagani ai cristiani, come riporta sant'Agostino nella Lettera 138. Ora, anzitutto, che cosa significa amare? Significa varie cose, ma, per quel che riguarda il nostro discorso, significa volere-desiderare del bene a qualcuno.
Dopodiché l'amore, di solito, si prodiga anche fattivamente per procurare il bene della persona amata, cerca concretamente di agire nel modo bene-volente che concretizza il desiderio di bene per qualcuno. Quindi, come si comprende anche dall'analisi dei termini usati per formulare questo dovere nel vangelo in greco e in latino (cfr. Giovanni Gobber, Ama il tuo nemico. Dilectio, «Vita e Pensiero», 30.12.2023, reperibile online), il dovere verso il nemico non è un obbligo di provare verso di lui slancio, trasporto, simpatia, eccetera.
LEGITTIMA DIFESA
Quanto al pacifismo, già sant'Agostino lo rigetta dicendo che «Se la dottrina cristiana condannasse ogni specie di guerre, ai soldati che nel Vangelo chiedono [a Gesù, n.d.a.] il consiglio per salvarsi, [egli, n.d.a.] prescriverebbe di gettar via le armi e di sottrarsi completamente agli obblighi del servizio militare. Invece [da Gesù, n.d.a.] è stato loro detto: "Non fate violenza a nessuno e non accusate falsamente nessuno; siate contenti della vostra paga" (Lc, 3,14)», perciò, conclude sant'Agostino, nel vangelo «evidentemente non si vieta di svolgere il servizio militare a coloro cui è comandato di accontentarsi della propria paga» (se essa è giusta). Il cristianesimo non è pacifista e giustifica l'uso della forza per legittima e proporzionata difesa. Del resto, anche Gesù ha usato la forza contro i mercanti del Tempio di Gerusalemme, per difendere i "diritti" di Dio e di coloro che al Tempio volevano esercitare il culto. Anche il Catechismo della Chiesa cattolica dice, al n. 2308, che, «una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa». E aggiunge al n. 2310 una serie di condizioni da rispettare per rendere lecito combattere una guerra, che deve avere solo una finalità difensiva. Una singola persona può sì anche decidere di non reagire a un'aggressione rivolta solo a lei, ma ha il dovere di reagire, anche con le armi, quando sono in pericolo coloro verso cui ha una responsabilità: è il dovere di un genitore verso i figli, di un soldato verso i cittadini, di un governante verso il suo popolo, eccetera. Così il Catechismo al n. 2265: «La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l'ingiusto aggressore in stato di non nuocere. A questo titolo, i legittimi detentori dell'autorità hanno il diritto di usare anche le armi per respingere gli aggressori della comunità civile».
BENE MORALE, ETERNO, CONCRETO
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