TESTO DELL'ARTICOLO ➜
https://www.bastabugie.it/8183IL VESCOVO SPOSA L'IMPOSTURA QUEER: ''GESU' NON FA PREFERENZE'' di Tommaso Scandroglio
C'è in giro un gesù, con la "g" minuscola, impostore. È un gesù che non fa distinzione tra peccato e peccatore, che accoglie l'uno e l'altro, che è morto per salvare anche quelli che non vogliono essere salvati perché non solo tutti sono chiamati ad entrare in Paradiso, ma ci finiscono tutti a forza o per ufficio o per nascita.
Questo gesù, sempre con la "g" minuscola, è quello della teologia queer, dell'omoeresia dei gruppi cristiani che non possiamo chiamarli LGBT - perché i due termini sono antitetici - ma autonomisti dato che tentano di erigere una propria chiesa - con la "c" minuscola - dentro la Chiesa - con la "C" maiuscola. Da anni s'impegnano a redigere bibbie arcobaleno, a stilare esegesi ai testi sacri in ossequio al Murgia pensiero, ad impartire gaie lezioni nelle parrocchie, a promuovere tour nelle chiese per mostrare che coppie omo ed etero pari sono e ad organizzare veglie di preghiere contro le solite fobie che dovrebbero essere dilaganti e capillari, ma che, dati alla mano, tali non sono.
L'ultima veglia, organizzata dal famigerato gruppo Kairos, si è svolta martedì scorso presso la chiesa della Beata Vergine Maria delle Grazie all'Isolotto a Firenze. Presente il neo arcivescovo di Firenze Mons. Gherardo Gambelli che, prendendo la parola, ha cesellato questo assioma: «Dio non fa preferenze di persone». A noi risulta l'opposto. San Paolo - ed è parola di Dio quello che è riportato negli Atti - ci ricorda: «Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio» (1 Cor. 6, 9-10). Purtroppo in questa black list ci sono anche gli omosessuali e i transessuali (effeminati). Chi abbraccia queste condizioni e queste condotte volontariamente, liberamente e con piena consapevolezza non può entrare nel Regno dei Cieli. Pensare diversamente, ci ammonisce San Paolo, è illudersi.
DIO FA PREFERENZE
Dio fa eccome preferenze di persone: «Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato» (Mt 25, 41-43). Una postilla: tanto per andare un po' oltre la catechesi per l'infanzia, il dare da bere e da mangiare non è solo riferito alla sete e alla fame materiale, ma anche e soprattutto a quella spirituale. Parimenti: l'essere forestiero vuol dire anche e soprattutto essere straniero alla fede cattolica; la nudità è anche e soprattutto di colui che non indossa gli abiti della verità; le malattie sono anche e soprattutto quelle dell'anima; il carcere è anche e soprattutto quello dei propri vizi. Tanto per dire che non dare da mangiare la sana dottrina, non offrire gli abiti della verità, non tentare di guarire la patologie spirituali e di far evadere le persone dall'errore può portare serie conseguenze nell'Aldilà. E questo vale anche per i temi LGBT.
Torniamo al Dio che non fa preferenze. Quello dei Vangeli e degli Atti ha preferenze: farà entrare in Paradiso i santi, ma non i peccatori che amano il peccato. Il punto è sempre il solito: Dio accoglie tutti, ma non accoglie tutto. Non accoglie il peccato. Ama l'uomo non perché peccatore, ma nonostante sia peccatore. Dio non può che amare il bene e non il male e quindi ama di noi il bene che facciamo, non il male che compiamo. E dunque ama la persona omosessuale, ma non la sua omosessualità. E, dato che l'ama, la invita, la sprona, la supplica affinché abbandoni la sua omosessualità. Amare è volere il bene della persona e dunque il bene della persona omosessuale è interrompere la sua latitanza da eterosessuale. Piena solidarietà alle vere vittime di ingiusta discriminazione - anche nel presente inverno demografico la madre dei cretini è sempre incinta - ma non è ingiusta discriminazione affermare che l'omosessualità è contro natura, bensì è atto di amore, se detto con sommo rispetto per le sofferenze altrui, perché, così dicendo, non vuole la condanna della persona omosessuale, ma tutto l'opposto: la sua salvezza. Dovremmo forse adirarci e insultare il medico che ci ha detto che abbiamo un tumore? È forse colpa sua? Confermare la persona gay nel suo stato non è dunque atto d'amore.
La chiesa arcobaleno, però, predica l'opposto: omosessualità e transessualità sono condizioni buone perché naturali, al pari dell'etnia. Potrebbe mai una persona di colore diventare bianca? Sarebbe solo violentare la sua natura. Ecco perché Carlo, dando la propria testimonianza nella veglia di preghiera fiorentina,