VIDEO: Un uomo non è donna ➜
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https://www.bastabugie.it/8147I SESSI SONO DUE, LA CORTE SUPREMA BRITANNICA RICONOSCE L'OVVIO di Tommaso Scandroglio
In principio ci fu Donald Trump: «La politica degli Stati Uniti è quella di riconoscere due sessi, maschile e femminile». Questo sentenziò in un ordine esecutivo del gennaio scorso. Poi ieri è arrivata anche una sentenza della Corte Suprema del Regno Unito: «Il concetto di sesso è binario: una persona è o donna o uomo».
La questione riguardava la corretta interpretazione di una legge, l'Equality Act del 2010, norma che tutela, da condotte discriminatorie, diverse categorie di persone socialmente fragili. Tra queste categorie anche le donne e i transessuali. Nel giudizio incardinatosi davanti ai giudici, da una parte c'era l'associazione femminista For Women Scotland e dall'altra il governo scozzese. Le femministe, in buona sostanza, sostenevano che un transessuale non può fregiarsi del titolo di "donna". Su fronte opposto il governo, che considerava i transessuali donne a tutti gli effetti. La Corte Suprema ha dato ragione alle femministe.
«Secondo la decisione unanime di questa corte - ha letto il giudice relatore e vicepresidente, lord Patrick Hodge - i termini donna e sesso dell'Equality Act del 2010 si riferiscono alla donna biologica e al sesso biologico». Insomma il termine "donna" in ambito legale coincide con il concetto di "donna" in ambito biologico. E dunque per definire una donna sotto la prospettiva giuridica occorre far riferimento al solo sesso biologico e non alla cosiddetta identità di genere. La realtà vince sulla percezione, il fatto sulla volontà, la materialità sul sogno o sull'incubo. La verità sull'ideologia.
LA CORTE NON VA A FONDO E CADE IN CONTRADDIZIONE
Sotto il profilo pratico ciò significa che gli spazi riservati alle donne come bagni, spogliatoi, carceri femminili saranno interdetti ai transessuali. Parimenti alcuni servizi sociali, ad esempio i gruppi di sostegno per donne abusate, o medici. In modo analogo alcune attività, vedi ad esempio la partecipazione a competizioni sportive riservate alle donne. Già con l'Equality Act le donne potevano godere di propri spazi «per ragioni di privacy, decenza, per prevenire traumi o per garantire salute e sicurezza». Ora il divieto di intromissione nella sfera femminile da parte dei trans diviene più stringente, ma non totale. Le persone e gli enti, infatti, dovranno dimostrare che escludere le persone trans da servizi, luoghi, opportunità, attività, eccetera, è una misura proporzionata a tutelare le donne.
Però, come sempre accade quando non si va alla radice del problema - e la radice del problema è dichiarare che la transessualità è condizione disordinata - i cortocircuiti sono inevitabili. La Corte infatti si è premurata di riaffermare che le persone transessuali non devono comunque essere discriminate, perché sempre categoria tutelata dall'Equality Act. E qui sta la contraddizione in termini, proprio perché da una parte i giudici stanno dicendo ad un uomo che si sente donna che non è donna e su altro fronte vietano che venga discriminato. Ma la persona transessuale che si sente donna giudica discriminatorio soprattutto il fatto di non essere considerata donna. Se al transessuale non gli riconosci di appartenere al sesso femminile, per lui crolla tutto. Le critiche al transessualismo riguardano in primis proprio il transessualismo, ossia l'irragionevolezza di considerarsi donna quando si è invece un uomo. Dunque non si comprende quale sia ora, dopo la sentenza della Corte, lo spazio rimasto in cui il transessuale possa far valere il suo diritto di non essere discriminato, dato che gli è stata riconosciuta uf