TESTO DELL'ARTICOLO ➜
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7979LA LEGGE SULL'ABORTO E' RADICALMENTE MALVAGIA E VA SOLO ABOLITA di Tommaso Scandroglio
«Io non abortirei mai, ma non posso impedire ad altri di farlo». È una classica obiezione volta a legittimare la 194. Nella maggior parte dei casi la persona che, anche in buona fede, sostiene questo principio arriva ad affermare ciò, seppur spesso in modo inconsapevole, perché costruisce un'analogia con altre condotte: non andrei mai in montagna, ma non posso impedire agli altri di andarci se hanno voglia; non manderei mai mio figlio all'estero, ma non posso impedire agli altri di farlo. E così via.
Ora vi sono atti che sono malvagi sempre, comunque e per tutti, al di là dei gusti e delle idee personali. Insegna Giovanni Paolo II: «Esistono atti che, per se stessi e in se stessi, indipendentemente dalle circostanze, sono sempre gravemente illeciti, in ragione del loro oggetto» (Reconciliatio et paenitentia, n. 17). Parimenti Tommaso d'Aquino appunta: «Gli atti peccaminosi sono cattivi per se stessi e non possono esser buoni in nessuna maniera, in nessun luogo e in nessun tempo: poiché sono legati per se stessi a un fine cattivo» (Summa Theologiae, II-II, q. 33, a. 2 c.).
Da qui la categoria concettuale degli assoluti morali o dei doveri negativi assoluti o dei mala in se, cioè degli atti intrinsecamente malvagi. L'assolutezza deriva dal fatto che la malvagità dell'atto risiede nell'oggetto voluto dall'agente, nella natura dell'atto, ossia nel fine prossimo ricercato, e tale malvagità è sganciata - ab-soluta cioè sciolta da - dalle intenzioni perseguite o dalle circostanze in cui si articola l'azione perché non derivante da nessuno di questi due aspetti. In altri termini, un'azione intrinsecamente malvagia rimane tale anche se compiuta per una buona intenzione (rubo ai ricchi per donare ai poveri) o in stato di necessità (ricorro alla fecondazione artificiale perché è l'unica soluzione per avere un figlio). E dunque, per esempio, un atto di pedofilia è malvagio sempre e comunque e questa malvagità riguarda tutti, nessuno escluso. Il divieto di compierli, sotto il profilo morale, è universale e oggettivo. Altro esempio: il divieto di compiere un assassinio deve essere rispettato da ogni persona. E dato che l'aborto è un assassinio - un assassinio prenatale - anche l'aborto rientra nella categoria di quelle azioni che non posso essere mai compiute da nessuno.
IO NON ABORTIREI MAI, MA NON POSSO IMPEDIRE AD ALTRI DI FARLO
Spiegato ciò, chi mai potrebbe dire: «Io non ucciderei mai un innocente, però non posso impedire che altri lo facciano se lo vogliono»? In modo simile sarebbe irragionevole argomentare nel modo seguente: «Io non violenterei mai una donna, però non posso impedire che altri lo facciano se lo vogliono»; «io non abuserei mai di un bambino, però non posso impedire che altri lo facciano se lo vogliono»; «io non picchierei mai una persona di colore o un ebreo per motivi razziali, ma non posso impedire che altri lo facciano se lo vogliono».
Di contro le azioni prima indicate - recarsi in montagna, mandare il figlio all'estero - non sono azioni intrinsecamente malvagie e quindi non sono colpite da un divieto universale di carattere morale. Devono evitarsi e potrebbero essere lecitamente impedite da altri se, pur essendo in sé buone, nelle circostanze date diventassero nocive, ossia se producessero più effetti negativi di quelli positivi. Per esempio Tizio ha una grave patologia respiratoria e l'altitudine della montagna potrebbe essergli fatale: da evitare per lui quindi di recarsi in montagna.
Però, se osserviamo con attenzione, l'obiezione richiamata in apertura di articolo non riguarda tanto la decisione del singolo di astenersi doverosamente da alcuni atti, bensì la decisione di impedire che altri compiano