Episode Transcript
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(00:00):
Ben trovato e ben trovata in momenti di benessere, un podcast, nato e ideato, perché cerca
(00:08):
maggior serenità nella propria vita, maggior pace, imparare ad ascoltarsi e mettere in
luce la propria vere essenza.
Io sono Federica Borsato, opera trice, holistica dal 2005 e ha passionata di crescita
personale praticamente da sempre. Questa puntata vuole essere una condivisione di un serie di
(00:31):
richieste che mi sono arrivate nella uscita della newsletter settimanale. La domanda principale
in questo ultimo periodo è come faccia aiutare chi non volfarsi aiutare. Mi sono sentita
veramente chiamata in causa in questa situazione perché mi trovo spesso quando faccio dei trattamenti
(00:54):
in Aura Spy a essere testimone di richieste e depositale anche di confidenze particolari
in momenti difficili che sta attraversando la mia ospite e' da essere quindi testimone,
ma soprattutto spesso vieni a una richiesta per un consiglio, magari un aiuto. Mi rendo
(01:17):
conto però molto molto diffrequente che a ad una richiesta spesso non deve corrispondere
una risposta ma semplicemente un ascolto proprio perché magari non è il momento di aggire,
non è ancora il momento di fare qualcosa ma piuttosto di prendere con sapevolezza. In altri
casi invece ci sono delle situazioni veramente pesanti, io lo vi sutta in prima persona proprio
(01:42):
livello familiare di trovarmi davanti a qualcuno che ha bisogno di un grandissimo aiuto ma
non si volfara aiutare. Così ti posso dire che la prima frase che mi viene in mente è questa,
non si può aiutare chi non vol essere aiutato, però non fermarti a queste parole, perché
io lo so bene proprio perché mi ci sono trovata in più di un'occasione, soprattutto con
(02:05):
una persona cara, ma quando si parla di cara vuol dire davvero davvero vicina ed è un argomento
molto molto delicato per me e ne ho parlato anche qualche tempo fa in un'uscita settimanale
di vergoniosamente felice, la mia newsletter. Dalla mia esperienza dei miei errori fatti
anche tra l'altro con le migliori intenzioni voglio condividerti in questa puntata. Sinceramente
(02:32):
quando mi sono trovata a voler aiutare qualcuno che poi mi sono accorta che non voleva essere
aiutato mi sono colpevolizzata tantissimo come se fosse causa mia che quella persona non volesse
uscire da un luptossico. Ho chiesto, supplicato, pianto e letteralmente portato la nuna con le ore
che per farmi ascoltare, ma non ho otto in un to che buggi è litigi, musici e in altri momenti
(02:59):
anche proprio situazioni di violenza. Tanto che mi sono risacconto che non solo il mio aiuto
una era apprezzato, ma la mia vicinanza stava diventando difficile. Non solo difficile per la persona
che tentavo di aiutare, ma difficile anche questa condivisione difficile per me stessa. Interpretavo
quello rifiuto come mancanza di carattere, indolenza. In più io mi sentivo impotente. Se mi capitasse
(03:26):
di nuovo una situazione simile agirai in modo diverso, ma allora ero giovane, però dolle scente
e tanto, forse tanto ingeno a, forse presuntosa ma in senso buono di sicura era un poco preparata.
Ecco come posso consigliarti con il cuore in mano e soprattutto col senno di poi, perché sei
col senno di poi si diventa tutti un po' saggino? Innanzitutto comprendi da dove deriva e rifiuto.
(03:53):
È originato dalla abitudina non farse aiutare, perché si aiuta sempre gli altri accettando
una manotesa sembrerà di tradire la propria missione, che amiamo la missione chiaramente, dove l'identità
consiste nell'essere sempre disponibili per i bisogno di altri, ma mai per quelli personali.
Dipende poi anche da un fatto onestamente molto culturale, nella nostra società è il mostrare
(04:17):
di non aver bisogno, si intende proprio come un senso di potenza, di forza, di fatti, di
mostrare la dibolezza, è proprio il chiedere aiuto, no? Questa persona infatti merita di essere
aiutata, ma pensa di non meritare l'aiuto crede di disturbare forse chiedendolo, può dipendere
(04:39):
magari da un blocco non cosciente, da un po' col valore a se stesso o se stessa, o semplicemente
perché non riconoscela la necessità di dover cambiare. Non vuole sentirsi in debito? Probabilmente
è capitato in passato che qualcuno abbia fatto pesare l'aiuto dato chiedendo la reza come
fosse un conto in sospeso, a me ad esempio è capitato. E da gli ho detto non chiederò più
(05:03):
aiuto a nessuno e poi invece non è successo per fortuna. Soppretto se la situazione vissuta
era in un momento difficile e di fragilità. Se invece stai pensando una dipendenza e questa
è la situazione che ho vissuto quando ero adolescente, che ho vissuto vicino a una persona con
una grossa dipendenza. Ricorda che è quest'ultima che crea la situazione di non chiederaiuto, perché
(05:28):
costituisce l'ambiente dove la persona trova il suo falso ben essere e identifica con questo
sentire un mondo di fantasia dove questa stessa persona può continuare a vivere nonostante
la sofferenza. Perché questo finto ben essere va a coprire tutto il resto anche se è momentaneo,
anche se è breve ed è sempre più breve rispetto alla situazione di malessere, di dolore, di
(05:55):
schifo nel quale si può vivere. Comprendere da dove deriva rifiuto ti aiuta non coppe
colpe e volizzare testi sa perché davvero non è colpatura. Ma se senti il bisogno di uscire
ad uno stato danimo di pesante impotenza, un sostegno da un professionista, poi sera un valido,
strumento, non che regalarti anche dei suggerimenti su come sia meglio comportarsi in simili
(06:18):
situazioni. Ma che cosa puoi fare? Allora, informarti, il tuo punto di vista è diverso dal suo,
per questo importante che tu sia sul pezzo, informati in modo approfondito sulla tematica e sprona
la persona tecara parlarti per comprendere il suo punto di vista. Ricerca se può edi rimanere
sempre oggettiva, non metterdentro le motività perché altrimenti si può arrivare facilmente
(06:42):
a uno scontro. Non spingere. Se fai pressione, il più delle volte otteni l'effetto contrario,
è come battere su una porta chiusa, frustrante e fatica. Soppratutto completamente i nu tille.
Renditi disponibile piuttosto rimane a suo fianco facendo capire che tu ci sei in modo
(07:03):
discreto e non pesante. Io ci ho messo anni, anni e anni ad arrivare a questa soluzione, a
questo modo che era meno pesante per me, ma anche meno pesante per l'altra persona. Facendo capire
appunto che io ci sono, se c'è necessità, ma non sono pesante, non sono pressante, mettere dei confini,
(07:28):
anche a queste fondamentale, è molto importante, soprattutto quando la persona che vuoi aiutare
è in caduta libera nella sua spirale autodistruttiva. All'un garo una mano per tirarla a suon
di fare altro, che farti cadere insieme. Dandoti un limite, metti al sicuro, te, in automatico, è più
fattibile aiutare lei, è un modo per proteggere tip psicologicamente. Ti faccio una confidenza molto, molto,
(07:51):
molto intima. Ho fatto due esperienze in una comunità che è quella grandissima di San Patrignano,
come aiutante. Io ho lavorato per un estate e poi per una vacanza invernale in un reparto. Il responsabile,
col palemi con mi interfacciavo, poi non dico giornalmente ma quasi per capire anche un po' come stava andando
(08:14):
questa esperienza, come era la situazione, come i ragazzi si stavano comportando come mi raccontava di
come all'interno della stessa famiglia sia facile per frattagli assorelle cadure cadere
nella stessa situazione di dipendenza, perché uno che vuole aiutare l'altra uviceversa viene tirato in quella
(08:37):
spirale auto-destrittiva e mi ha fatto tantissimi esempi, quindi è molto importante mettere dei confine,
poi, discrezione, empatia. Rimani al suo fianco rispettando il limite che ti sei in posta. Patzienze e
tattos sono gli atteggiamenti migliori, tanto quanto comprendere che ci sono fasi che questa persona
deve attraversare anche arrivare a toccare il fondo, soprattutto quello. Ci vuole tempo per accettarle
(09:03):
tutte, un toteggiamento pesante, ovmente i suoi sensi di colpa, i tuoi sensi di colpa e l'impotenza.
Non porta purtroppo a nulla se non ha una chiusura oltereore, a un muro, una spalla su cui piangere,
invece, un porto sicuro dove a prodare, ma ricordati di non farti tirare.
Su porto psicologico, nei casi più gravi, dipendenza, depressiono, ad esempio, può essere molto di
(09:27):
aiù, sia per te che per la persona in difficoltà. Dalla mia terapisto ho cettato un consiglio molto importante,
ma è il più difficile credimi, comprendi quando è il momento di lasciare. Puoi essere davvero decisivo,
chi non volfarsi aiutare, decida di chiedere aiuto finalmente, grazie con lo spazio vuoto che hai
lasciato. Non hai detto, ma tu sai che avrei tentato davvero tutte. Quando lasci, quando decidi che il
(09:54):
momento di lasciare vuol dire che le hai provato e tutte, e io ti ho parlato davvero con il cuore il
mano cercando di prendere, quanto ho imparato dalla vita, da quanto ho vissuto di questa esperienza e
metterlo proprio al tuo servizio. E se te la senti soprattutto sei bisogno di un supporto, tu lo sai che
io comunque ci sono. E poi trovare online, nel mio centroolistico in provincia di Verona o comunque via
(10:23):
via mail, sei bisogno. Questa puntata è stata molto particolare perché ho voluto condividere con te
anche una esperienza del mio passato molto, molto dolorosa che ho usato quando ero una ragazzina,
quando non si è ancora pronti a vivere nel mondo e ti trovi una situazione così pesante e diciamo,
ma come faccio, ma come è possibile? E gli strumenti che poi ho messo in atto negli anni anche grazie
(10:49):
la terapia con la mia psi che ho vissuto. E spero davvero che questo ti possa essere di aiuto.
Siamo arrivati alla fine di questa puntata e mi puoi trovare su YouTube Apple Podcast, Spotify,
tutte le principali piattaforme che condividono Podcast. Noi ci sentiamo la prossima settimana.
(11:12):
A presto!