Episode Transcript
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(00:00):
Ciao sono Federica Borsato, opera triciolistica e appassionata di tutto ciò che è crescita
(00:07):
personale.
Ti do al benvenuto nel mio e nel tuo podcast, momenti di benessere, creato e ideato proprio
per portare maggior serenità e pace nella tua vita di tutti i giorni e anche per imparare
ad ascoltarti.
C'eravamo lasciati che ero in Thailandia ero sul lago faiao che è nel nord della Thailandia
(00:28):
tra Chang Mai e Changrai, dove avevo condiviso una meditazione per liberare la mente.
Propio perché in quei luoghi dove si vive lentamente e sia tutto il tempo di vivere nel
cui è ora.
Mi era proprio uscita dal cuore questa meditazione che poteva essere appunto di aiuto
nei momenti in cui abbiamo la testa un po' in subbulio ed è piena, piena di pensieri,
(00:52):
soprattutto quando siamo calati nella vita di tutti i giorni, sempre pieni di impegni, uno
dietro l'altro e non sappiamo magari neanche come venire nefori.
Ora sono tornata e passato il mese che otterscorso in Thailandia tra corsi di massaggio, tra
meditazioni, tra ritrite di yoga e mi sono ricalata nella vita italiana, nella vita occidentale.
(01:17):
E infettivamente come sta andando, ma mi sto ancora cercando un po' di capire perché dopo
la prima settimana che era un po' sotto con Injet Leg, ora mi sono abbastanza ripresa.
E ho voluto così mettermi un po' a fare un breve capo del mese passato nella terra asiatica
(01:38):
per voler restrare qualcosa che ti potesse aiutare a stare bene fuori ma soprattutto dentro
di te.
Questo perché ogni settimana dopo l'uscita della newsletter del giove di sera mi arrivano
delle mail che molto spesso sono manifestano dei disaggi, dei disaggi interni, difficoltà,
(02:01):
magari se arriva proprio a un limite di sopportazione.
Sono proprio in certi casi delle vere e propereicheste di aiuto, proprio per trovare quella forza
interna che noi abbiamo sempre dentro di noi, però delle volte non riusciamo a trovare e
questa forza interna potrebbe veramente facci fare una svolta nella nostra esistenza.
(02:23):
Ho pensato quindi di condividerti un'esperienza, anze realtà sono due esperienze che ho avuto
nella tranquillerilla sattacciangrai che è una cittadina, beh mi cattanto poi cittadina
perché sono 700.000 abitanti, è a nordeste rispetto alla più famosa Chang Mai.
Normalmente si faccia angrai per vedere il tempo più bianco, il tempo più blu, la casanera e
(02:47):
poi ci si sposta a vedere il triangolo d'oro che era, diciamo, quello della meta per la raccolta
dell'oppio.
Invece, al di là delle mete classiche per Changrai, noi siamo rimasti quasi 12 giorni che è un
tantissimo rispetto effettivamente agli tinerari classici, ma proprio perché volevo vivere
(03:07):
in maniera un po' più rilassata e un po' più locale tai con la tine, è schereluro proprio
mud divita questa città e che mi è piaciuta veramente tanto.
Divisa per è che erano diversi giorni in realtà erano quasi due settimane che cercavo di
avere un colloquio con un monaco buddista, la classica chat monk, tra l'altro adesso se ne
(03:29):
sente parlare tantissimo soprattutto da chi tra i nomati digitali e che si occupano di crescita
personale abitaninasia, sembra che a punto queste che accierate con i modi alci buddisti possono
essere rivellatrici, danno sempre degli spunti sulla vita buddista, quindi sulla via del
(03:53):
buddha, degli spunti proprio per vivere in maniera più serena rilassata.
Io cercavo a punto un colloquio con un monaco buddista, la avevo avuto anche l'anno scorza
bank, però a Changraide vuoi dire che stavo facendo un po' di fatica perché c'è una grosse
difficoltà con la lingua, nel senso che in pochi, pochi parlano in inglese, se parlano in inglese
(04:16):
parlano molto poco estentato e quindi si usa per lo più il traduttore.
Mai difficile parlare di sentimenti, di emozioni, è difficile di parlare di magari difficoltà
emotive quando si deve perforza usar un traduttore che non è poi simultaneo perché non è che
mi sono comprata i traduttori simultanei, uso quello di lap di Google, si fa un po' fatica
(04:39):
effettivamente e non sempre comunque si trovano anzi quasi i maide e i monaci disponibili
a fare una chiacchierata, diciamo, un confronto.
Io cercavo un po' qualcuno che potesse meditare con me, magari discutere di questo malessere
tipicamente occidentale che condisce in maniera negativa le nostre giornate, quello che ci porta
(05:01):
in di quelle insorferenza, nonostante sia abbiattuto ma che non sia mai contenti al 100%.
Di non sapere conoscere quanto abbiamo e così non sappiamo manifestare la gratitudine.
Nonostante magari si possa anche tenere il diario della gratitudine dove ogni giorno appunto
scrivi tre cose per la quali sei grato.
(05:22):
Ma piuttosto si guarda sempre a quel male detto giardino, vicino noi più verde, più rigoglioso,
più ricco del nostro, anche grazie comunque alla patina dei social che rendono la realtà
davvero irreale.
Diciamo che la ricerca di questa chat monk non stava dando proprio frutti.
Il più delle volte quando trova un monaco osvicolava oppure se cercavo a punto di parlar
(05:48):
con qualcuno mi veniva detto, no guarda sono poche oppure sono, non ci sono oggi, non sono
disponibili, o il più delle volte non parlano in inglese.
Quindi mi trova un po' in difficoltà, insomma una mattina arriviamo vicino al fiume cock
che è il fiume che attraversa a ciangrai, dove c'è un tempo che è un tempo particolare
(06:14):
perché è dentro a una grotta naturale, cioè qualcuno in zona e questo qua è vicino al
tempo, tu. E' una tempio molto polveroso, scavato nella roccia, dove è residente un monaco,
ci sono tantissimi gatti, tanti anche piccolini, ma soprattutto ci sono anche tanti pipi estrelli
(06:36):
negli amfrate della grotta e il guano è da per tutto, per terra, quindi io, che poi quando
si si entra nei tempi, si deve stare scalzi, io non mi porto mai calzini, sono sempre in infradito
e scalza, quindi cammino anche sul guano di pipi estrelli cercando un po' di schivarlo, ma non
è che si riusci se tanto perché c'è nera parecchio. E li c'era appunto un monaco, è un
(07:01):
monaco solitario, è solo lui che sta in questo tempo, e quel giorno stava spazzando avanti
indietro sto guano da una parte all'altra del tempo, allora mi sono detto ma perché no,
che io quasi quasi un colloquio, vado a chieda gli, se parla inglese e lui mi dice "ng" e quindi
vuol dire "no English", tiro fuori il traduttore e li dico appunto su cosa mi piacerebbe parlare
(07:27):
con lui, su quale vorrei lavorare, quindi magari il meditare insieme un po' per capire come interiorizzare
questo malessero occidentale, questo voglia di far tutto, di far subito, di riempire le giornate,
senza lasciare spazioniente, e quindi vivere un po' più serenamente proprio con loro mood sabai,
(07:49):
sabai appunto comodo comodo. Va bene, mi facendo di sicuramente la testa e mi indica di ing.
"no piano" davanti al suo scranno, hoito perfetto, benissimo, cominciamo bene, ed iniziare a meditare
chiaramente tutto a cieni, perché non parlando inglese e non volendo usare il traduttore si faceva fatica,
quindi ho mi accomodo, mi metto nella posizione del semilotto, e intanto arrivano due gatini che si
(08:15):
accoccono sulle mie gambe, iniziano a fare le fusa e si adormentano, chiudogli occhi, inizio a
meditare, mi concentro su respiro, come ho fatto nella meditazione che dal lago faiao che poi
scoltare nella puntata precedente, quindi passano alcuni minuti, passano 5 minuti, passano 10 minuti,
(08:36):
e io sinceramente mi perdono in silenzio. Ogni tanto sento il verso di un pipi straello e le fusa
dei gatti che si sono adormentati, e mi accorgo, cioè pace e abbiati tudine in questa posizione, in questo
luogo dimenticato da tutto e tutti, perché veramente c'ero io, c'erano questi gatti e c'erano questo
(08:57):
mona con un c'era nessun altro. E piano a piano dentro di me sento una specie di nodo che si ammorbidisce,
non saprene anche che altro modo definirtero, sembrava veramente qualcosa che a livello dell'invocatura
dell'ostoma si rilassasse, ed è proprio la zona che si stringe quando sono agitata, quando perdo di
(09:19):
vista le vere cose importanti della vita di cuoio, quando sono agitata che voglio fare tutto e subito,
e quando non mi lascio il tempo di pensare, non mi lascio il tempo di respirare. Quando sono troppo
presa da tutto ciò che è di contorno, ma vi mentre in questo tempo i problemi sono lontani,
li sento davvero lontani e riesco a dagli una connotazione diversa, meno emotiva, più razionale,
(09:44):
meno giudicante. E comprendo che il nostro modo occidentale di avere tutto, di tenere tutto sotto
controllo, di avere scadenze, perché per forza avere scadenze, di essere attaccati in modo moroboso a
cose persone non ha alcun senso, l'attacamento non ha senso. Apro gli occhi e il mono a conosce, non è
(10:07):
arrivato. Anzi, se ne è proprio andato dal tempo e mi dico, guardate questo, mi dice di mettermi a
meditare e lui cosa fa, se ne vanno, cioè dove vanno farlo insieme. E poi sul rido, perché ci sono
rica dutta di nuovo ancora e ancora nel giudizio, giudicare questa persona e questo manico che se ne ha andato,
(10:29):
nel pensare a quello che avrei fatto io, piuttosto di quello che avrebbe fatto qualcun altro, allora mi dico,
no, qui c'è qualcosa che non va, non va bene quello che sto pensando, devo fare uno switch,
allora chiudo di nuovo gli occhi e mi lascio, culna, collare dal nulla. Mi accorgo anche a un certo punto che
(10:53):
gattine sono scesi dalle mie gambe, a progli occhi lentamente e mi trovo il monaco a gambe incrociate
solo a scranno di fronte a me e i mi cetti che si accoccolano su di lui, mi fa al y che sono
che è quel segno con le mani giunte davanti, quel segno di preghiera e mi fa un cenno di rivolgermi anche
(11:15):
alla stato del buda la mia sinistra, quindi mi ben edice e mi fa segno di alzarmi, finito. Tu dirai tutto qui,
sì, tutto qui, tutto qui, qui viene proprio il senso del tutto, il tutto qui. Con questo comportamento mi ha
insegnato una grandissima realtà, che meditare insieme non aveva senso, perché la risposta era dentro di me,
(11:39):
che mi serviva solo uno spazio tranquillo e nessuno intorno per ascoltare me stessa, la vera me stessa intendo,
la vera mia voce, che il giudizio negativo nei confronti di questo monaco che mi aveva lasciata sola per
farsi suoi comodi non aveva senso e lui aveva fatto benissimo, aveva giito nell'unico modo che mi sarebbe
(11:59):
stato utile, se solo avessi aperto le mie ore che interne se fosse stata pronta e lo ero, grazie al cielo,
lo fatto ed ero pronta. Mi sono arrabbiata, no, anche se nonostante all'inizio mi sentisci un po' prese in giro,
non compresa, poi ho capito una grande verità. E il nostro malessere c'è lo creiamo noi, l'attacamento per
(12:22):
le persone gli oggetti, lo creiamo noi. La mania di c'è un trollo e di programmazione perché tutto si
ha perfetto e solo una nostra invenzione. E si ti prendi il tempo per fare il vuoto dentro di te e comprendi anche
quanto di quello che hai merita gratitudine, merita gentilezza e un sorriso d'amore. E se qualcosa qualcuno
(12:44):
ti lascia ti abbandona, poi elaborare col tempo questo sentimento di perdita. Poi in un secondo momento essere
grata di quello che hai vissuto in modo che questa esperienza sia un insegnamento. Secondo te sto parlando
a Van Vera, no, perché io ho perso più di quello che puoi credere e quindi parlo sempre per esperienza, non mi
(13:06):
perverai, mai di parlare in altro modo. E non è successo solo questa esperienza simile a Shanghai, ma qualche
giorno dopo stavamo passeggiando in centro. C'eravamo diretti verso uno dei tempi principali che è
"Wat Chang Mai" che è uno dei tempi, diciamo più conosciuti, del centro di Shanghai. E lì era una giornata di
(13:36):
festa, spesso ci sono giornate di festa, dove le scuole sono chuse e quella giorno lì effettivamente era una
festa buddhista. E c'era la bata che benediva, che portava delle offerte o che magari voleva fare una
parola con lui, avere una benedizione. E mi sono trovata quindi per caso senza cercarlo davanti alla bata
(13:58):
di questo monastero e poi appunto la domanda che avevo fatto al monaco che non parlava inglese della
tempio della caverna del buddha. Lui mi ha guardato, mi ha sorriso, tra l'altro veramente in pace col mondo,
perché immaginate un monaco, buddhista un proprio paccioccone, bello rotondo che sembrava proprio l'immagine
(14:24):
del buddhano, mi fassegno di mettermi in ginocchio e di rigenmi verso la stata del buddha e mettermi
lì e mi fassegno rimani cinque minuti con gli occhi chiusi e medita. Io va beh, mi metto lì, stò il tempo che
mi ha chiesto di stare e meditore, in spiro, in spiro, in spiro, in spiro, finché a un certo momento sono
(14:49):
tranquilla, sono rilassata, approgli occhi e mi giro verso di lui e lui mi dice "vedi questo è il modo,
è questa è la risposta alla domanda che mi avevi fatto, questa è la risposta per avere una mente più
tranquilla, senza essere piene di pensieri, è l'unico modo, il modo più semplice, il modo più economico e il
(15:14):
modo che ci vuole che realmente è pazienza per uscire a liberare la mente. Quindi non abbiamo meditato
insieme, no, lui mi ha fatto meditare per conto mio, mi ha fatto capire anche lui, perché questo a
certo punto è la risposta che gli strumenti dentro di noi ci sono tutti, basta solo sapere le tirare fuori e
(15:37):
ormai questa, diciamo, questa risposta, a me l'hanno data diversi monaci, quei quali ho parlato in questa
volta e anche l'anno scorso che per loro la risposta è sempre la meditazione, ma non è la meditazione
finia se è stessa, è proprio l'ascolto tuo interiore, quel tempo che ti prendi senza fare nient'altro.
(15:57):
E anche quel giorno lì ho imparato una grandissima verità, ovvero che si possono trovare e cercare anche
dall'altra capo del mondo, dei modi per stare meglio, ma in realtà è sempre, è sempre il rapporto che hai
contestista, il rapporto che hai con te, interiore, col tuo interiore, quella rapporto, quella scolto,
(16:20):
quel silenzio e anche quel non giudizio che deve avere con te. Questo è il risultato appunto di questi colloqui,
di queste meditazioni e di questo sentire profondo e quindi qual è allora veramente il modo per poter stare
bene dentro di te e fuori di te, imparando ad ascoltarti, creando quello spazio,
(16:44):
questo silenzio, quel vuoto, ma soprattutto quel tempo di ascolto. Allora lì riesci a capire le cose che davvero
vale la pena sbattersi, impegnassi e quali invece delle altre sono di contorno. Capisci qual è veramente il tuo,
la tua necessità, la tua vera esigenza, il tuo vero io. Ed è stato quindi per me il luminante è stata una
(17:11):
conferma e ho capito ancora di più quanto il vivere lento, ma soprattutto la scoltarsi sia fondamentale
per la propria pace interiore. Sono davvero contenta di averti condiviso, diciamo questi due episodi che sono
capitati nell'arco della stessa settimana di viaggio a Changrai e proprio mi ha piaciuto farti capire quanto
(17:37):
noi abbiamo gli strumenti alla forza necessaria per il nostro benessere che non dipende dagli altri, dipende sempre
da noi stessi. E con questo sono arrivata alla fine di questa puntata che spero di sia piaciuta, quindi se ti
è piaciuta metti un like e condividila e mi puoi trovare su tutte le principali piattaforme che
(17:58):
condividono podcast oltre che su YouTube è Paul Podcast e Spotify e noi ci risentiamo alla prossima
portata! A presto, ciao!