Episode Transcript
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Ciao, sono Alessio, e questa è la seconda puntata del podcast "La liturgia dal II al IV
(00:06):
secolo.
Se avete domande o desiderate condividere delle riflessioni sui contenuti della scorsa puntata
o di questa, potete utilizzare i commenti.
Oggi analizziamo le informazioni che possediamo sulla celebrazione eucaristica del II
e del III secolo.
Giustino è il primo ad usare la parole "eucharistia" in riferimento a ciò che prima si chiamava
(00:29):
"cena del Signore" o "frazione del pane".
Infatti, la più antica descrizione della celebrazione eucaristica si trova nella sua "Prima apologia"
e siamo verso il 152.
In questo scritto destinato ai pagani, l'autore vuole contrastare la diffusione di calunnie
sul riunirsi dei cristiani e spiegò, con un linguaggio molto semplice, lo svolgimento di questi
(00:51):
incontri domenicali mattutini.
Schematicamente gli elementi della celebrazione eucaristica erano 5 (00:54):
il primo il radunarsi
dell'assemblea;
iI secondo la liturgia della Parola, con lettura dell'Antico e dal Nuovo Testamento e la predicazione;
iI terzo, la preghiera universale, il bacio di pace e la preparazione del pane del vino, la
(01:15):
preghiera eucaristica con l'Amen dell'assemblea
(questo veniva vissuto in piedi);
Il quarto elemento, la comunione e l'invio della comunione e i membri assenti della comunità;
e il quinto elemento il congedo.
Da notare che il bacio di pace era collocato subito dopo la preghiera universale, posto che
(01:36):
gli riconoscono tutte le testimonianze anteriore al V secolo, tanto in Oriente quanto in Occidente.
Inoltre cosa importantissima, in questo periodo non c'erano testi liturgici, dunque il presidente
doveva improvvisare secondo la sua capacità, una preghiera definiamola "estemporanea" che si
concludeva con l'Amen di tutto al popolo.
(01:57):
Nella celebrazione eucaristica, la parte più importante è la preghiera di "azione di grazie",
che il presidente eleva a nomi di tutti.
Con il tempo si persero sia il nome ebraico "berakah", sia la forma letteraria giudaica e si
passò ad una forma greca.
I cristiani hanno creato una loro forma specifica, l'eucaristia appunto, per celebrare il memoriale
(02:20):
di Cristo, della sua morte e risurrezione, ma l'hanno creato trasformando il materiale giudaico
secondo lo stile della prosa innica, dell'epoca ellenistica, dando così origine a vari tipi di
preci.
Il testo di preghiera eucaristica più antica messo per iscritto, siamo nella prima metà del
III secolo e che possediamo è quello contenuto nella "Tradizione apostolica" ripreso dal
(02:44):
Messale romano del 1968 come seconda preghiera eucaristica.
Se volete approfondire questa fonte e il testo della prece, trovate il link qui a destra in
descrizione ad un video specifico che ho già realizzato.
Come si differenziavano i ruoli nelle comunità cristiane tra il II e il III secolo?
(03:05):
Esse riconoscevano ad alcuni dei loro membri uno status particolare, in "Dialogo con Trifone"
di Giustino, del II secolo, troviamo una prima descrizione, anche se molto primitiva,
dei differenti ruoli liturgici in seguito stabilizzati dalla tradizione.
Giustino inserisce già il ministero dei diaconi che intervengono nella distribuzione della
(03:27):
comunione all'assemblea e poi la portano anche agli assenti.
La tradizione apostolica del III secolo presenta il seguente elenco (03:33):
il vescovo, il presbiteri,
i diaconi, i confessori, le vedove, i lettori, le vergini, i suddiaconi e i taumaturgi.
Il documento testimonia all'esistenza di un rituale di ordinazione per chiedere e manifestare,
l'intervento dello Spirito Santo in coloro che accedevano ad alcuni di questi ministeri.
(03:57):
Di questi riti ci sono giunti anche alcuni elementi rituali e formulari e eucologici.
L'imposizione delle mani è per i primi tre, quindi per il vescovo, il presbitero e il diacono.
La preghiera di ordinazione del vescovo è stata inserita nell'odierno rituale romano.
Essa comporta nei suoi due elementi essenziali (04:17):
una anmnesi, cioè un fare memoria dell'iniziativa
di Dio, e un'epiclesi dello Spirito Santo.
La stessa organizzaione si trova nei riti dell'ordinazione presbiterale e diaconale.
In entrambi ci sono delle brevi indicazioni sul rito dell'imposizione delle mani da parte
(04:38):
del vescovo e sulla presenza del clero, poi segue la preghiera di ordinazione.
Lo Spirito Santo è diversamente qualificato secondo il ministero per il quale viene invocato:
Spirito Guida per il vescovo, Spirito di Grazia e di Consiglio per il presbitero, Spirito di Grazia
e di Zelo per il diacono.
C'era anche, nel periodo in esame, una figura singolare; era quella degli "ostiari".
(05:05):
A Roma all'epoca di Papa Cornelio, intorno al 251, si avevano suddiacuni, accoliti, esorcisti,
lettori e ostiari.
Questi erano dei chierici cui competevano l'ufficio di aprire e chiudere le porte della
chiesa, di custodirla, impedire quindi l'accesso degli indegni e suonare le campane.
(05:25):
Questa figura è stata soppressa da Paolo VI nel 1972.
Per la chiesa d'Africa, nel III secolo, Cipriano cita gli stessi ministeri a eccezione di
quest'ultimo, l'ostiario appunto, che lì non c'era.
Quante volte al giorno si pregava? I Vangeli non fissano ore determinate per la preghiera,
insisto, invece, sul pregare molto, pregare in continuazione.
(05:49):
Gli Apostoli hanno seguito in parte l'uso giudaico di pregare indeterminate ore.
Le testimonianze riguardo sono (05:55):
la "Didache" che raccomanda di pregare tre volte al giorno,
e una testimonianze importantissima all'interno della "Tradizione apostolica", dove troviamo
l'indicazione su quella che verrà poi chiamata la "liturgia delle ore", con la seguente scansione:
la preghiera del lucernario, l'ora terza, l'ora sesta e l'ora nona, prima di andare
(06:18):
a letto, a mezzanotte e al canto del gallo.
Qual era nel periodo che stiamo esaminando la festa più importante?
Indubbiamente nel II e III secolo, il tempo dei cristiani era scandito dalla domenica,
la celebrazione settimanale della resurrezione.
La sola festa annuale, della quale si trova notizia, è la Pasqua.
(06:40):
Per la notte tra il sabato e la domenica di Pasqua è la Didascalia apostolorum,
datata prima metà del III secolo, a descrivere lo svolgimento della veglia.
La maggioranza delle chiese, la celebrava la domenica che seguiva il primo plenilugno di
primavera.
Ma secondo una tradizione dell'Asia Minore, fondata su vangelo di Giovanni, alcune comunità
(07:02):
la celebravano il 14 di Nisan, cioè il quattordicesimo giorno del plenilunio di primavera,
indipendentemente dal giorno della settimana nel quale cadeva.
La stessa differenza di calendario, diede luogo a dispute soprattutto nel II secolo con
papa Vittore I.
Per questa puntata è tutto.
(07:23):
Vi do puntamento alla terza e ultima puntata del podcast dedicata alla liturgia gerosolimitana.
Ciao!