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November 4, 2025 9 mins
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8344

NATALITA', DIETRO IL CALO C'E' LA GENERAZIONE DEGLI UOMINI SENZA di Tommaso Scandroglio
 
Previsioni del tempo sulla natalità. Si prevede che l'anno prossimo la temperatura della fecondità femminile scenda ancora, dall'1,18 figli per donna (o per coppia) nel 2024 - ennesimo minimo storico per il nostro Paese - al 1,13 per il 2025. Secondo gli ultimi dati Istat, dal 2023 al 2024 le nascite sono calate del 2,6%, ossia 10 mila bebè in meno. L'anno scorso tra fiocchi rosa e azzurri siamo arrivati a 370 mila nascite. Dal 2008 le nascite sono diminuite del 35,8%. Insomma mancano all'appello più di un terzo degli Italiani dal 2008. Gli stranieri figliano di più, ma nel tempo sempre meno anche loro: prova indiretta che non è il reddito la scriminante per mettere al mondo i figli, dato che gli stranieri guadagnano meno, ma è soprattutto il contesto culturale in cui vivi a determinare se mettere al mondo un figlio oppure no. La nostra forma mentis sta plagiando anche gli islamici.
Quali i motivi di queste basse temperature dove la vita fa fatica a germogliare? L'Istat, in primis, indica il fatto che il numero di giovani si assottiglia nel tempo. Insomma la denatalità è un cane che si morde la coda. La denatalità genera se stessa. In secondo luogo vi sono diversi fattori che concorrono alla glaciazione demografica: «L'allungarsi dei tempi di formazione, le condizioni di precarietà del lavoro giovanile e la difficoltà di accedere al mercato delle abitazioni, che tendono a posticipare l'uscita dal nucleo familiare di origine, a cui si può affiancare la scelta di rinunciare alla genitorialità o di posticiparla». Noi aggiungiamo l'aumento della sterilità e infertilità tra i giovani e l'aborto: nel mondo tre gravidanze su dieci finiscono in aborto e sei gravidanze indesiderate su dieci fanno la stessa fine.
Puntiamo la lente d'ingrandimento però su una motivazione indicata dall'Istat: la scelta di rinunciare alla genitorialità. Motivazione che dice tutto e dice niente. Crediamo che dietro questa motivazione si celino quattro "senza" che affliggono l'uomo post-moderno. Costui vive, anzi sopravvive, senza natura, senza gli altri, senza storia e senza Dio (l'"altro" per eccellenza).
1) SENZA NATURA
Senza natura: i nostri contemporanei occidentali vivono in costante lotta contro la propria natura. Questa inclina le persone a sposarsi e dunque a diventare coniugi e poi genitori. Però questa inclinazione alla genitorialità incontra diversi ostacoli. Ad esempio collide con la famigerata emancipazione femminile. Purtroppo la donna ne ricava solo una indipendenza della propria identità materna, che è caratteristica naturale ineludibile scritta a lettere di fuoco in ogni cuore femminile. E dunque si evira di un tratto essenziale della sua persona. L'emancipazione sociale diventa emancipazione metafisica dalla natura, dalla struttura ontologica più profonda che ci definisce anche come padri e madri. L'intimo richiamo a diventare ciò che siamo (Pindaro) è sopraffatto dal richiamo tutto esteriore del mondo che ci vuole stranieri a noi stessi, ossia professionisti di successo, inesausti edonisti, icone social. L'affermazione di sé conduce in realtà alla negazione di sé. La tensione solipsistica all'autenticità sfocia nella menzogna perché si contraddice la propria vocazione naturale. La sfibrante corsa alla realizzazione finisce per ingabbiarsi nel modello dell'eterogenesi dei fini: quanti amici, parenti e conoscenti che masticano il pane raffermo del rimpianto, della mancanza di realizzazione personale. E non si accorgono che questa passa anche dai vagiti di un bambino.
2) SENZA GLI ALTRI
E così arriviamo al secondo "senza": senza gli altri. I nostri contemporanei hanno dimenticato che il "sé" si costruisce con l'altro da sé. E il figlio è il primo "altro" per prossimità insieme al coniuge. E non è un "altro" che è solo nemico del tuo tempo, dei tuoi spazi, delle tue relazioni, delle tue opportunità, delle tue energie - tutti aspetti di cui i figli sono oggettivamente voraci - ma amico di te perché chiede e dà amore.
Il viandante del XXI secolo è un essere irrelato, una monade ego-centrata e di per sé sussistente, un buco nero che inghiotte anche la più accecante luce, compresa quella che si sprigiona dopo un parto. Tutto è centrato su se stesso, tutto s'incardina sull'Io, non c'è altro al di fuori di sé. È onnivoro di sé, è il narciso tanto innamorato di sé quanto deluso da sé e dopo la sua morte non vede niente, semplicemente perché egli più non sarà. Tutto finirà con lui. Quindi sarebbe irragionevole programmare una discendenza.
La bulimia di sé porta alla solitudine anche per mancanza di figli. Gesù è stato folgorante: «Il chicco di grano che non muore rimane solo» (Gv 12, 24). Poteva dirci che chi non muore a sé stesso, al proprio eg
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