Episode Transcript
Available transcripts are automatically generated. Complete accuracy is not guaranteed.
(00:00):
OK, Social media restano diciamoun tema molto caldo da
affrontare, specialmente quando vogliamo inserire il loro
utilizzo nel contesto più generale della salute mentale,
ed è qualcosa che va fatto perché tutti sospettiamo che ci
sia qualche problemino a riguardo, Eh e quindi continuano
(00:24):
a essere appunto un tema caldissimo.
Il tema della salute mentale connessi social media è un tema
urgente, è un terreno delicato dove l'impatto psicologico
dell'uso quotidiano di questi strumenti merita di essere
osservato con grande attenzione.Rigore, rigore scientifico
(00:47):
intendo. È spirito critico.
Oggi voglio parlarvi di un tema decisamente scottante.
Che molte persone mi hanno chiesto di affrontare, ovvero i
social media possono causare vera ansia e vera depressione,
quindi qualcosa di clinicamente significativo?
(01:08):
Beh, da psichiatra ovviamente. Me lo sto chiedendo con una
certa insistenza negli ultimi anni e la risposta ve lo
anticipo, è un po' sfumata. Non è definitiva, è
probabilmente ancora da rifinire.
In attesa di studi che siano ancora più precisi, diciamo che
al momento non è tutto bianco o nero, ma i dati e l'esperienza
(01:31):
clinica comunque ci mostrano deicollegamenti che meritano
l'attenzione che per certi versi, per certi versi possono
anche essere considerati preoccupanti.
Come spesso vi dico, la cosa preoccupante non è che non ci
sono. Diciamo sospetti Eh, ma la cosa
(01:51):
preoccupante è che non ci sono ancora prove di livello elevato,
quindi solo studi un po' sbagliati, non è ancora stato
fatto il grande studio dirimente, purtroppo il grande
studio internazionale multicentrico eccetera eccetera.
Allora, salute mentale in crisi nell'era degli smartphone?
(02:13):
Qualcosa sta sicuramente accadendo, Eh?
Per parlare di queste cose vorrei usare anche un pochino il
il web, usare un po' di informazioni prese da studi
appunto e da statistiche. Non so, ce ne sono tanti,
(02:38):
andiamo un attimino su, su palmed, ho già fatto un po' di.
Di cernita. Un paio di studi sono a mio
parere interessanti. Uno è questo quindi
l'associazione fra social media,l'utilizzo dei social media e la
depressione e fra giovani adultinegli Stati Uniti.
(02:59):
Sinceramente questo è uno studiofatto bene.
Abbastanza bene. Abbiamo visto che insomma anche
il campione abbastanza esteso e soprattutto è stato analizzato
bene. Un campione di 1800 persone, ma
(03:19):
analizzato davvero bene, quindi non campione supergigante.
Come vi dicevo prima non ci sonostudi a questo livello, però è
stato analizzato molto bene e questo è un'altro studio molto
interessante di Jean Twenge. Insomma, la famosa psicologa che
ha scritto anche il libro. Che tutti conosciamo.
(03:40):
E quindi qua invece si si va a studiare l'associazione fra il
concetto di psychological welding e quindi ci sono molti
molte variabili connesse all'ansia che vengono affrontati
in questo studio. Allora che cosa vediamo negli
ultimi team? Vediamo tante cose.
(04:02):
Vi faccio un esempio. Partiamo da una cosa molto molto
semplice, no negli Stati Uniti, ma in realtà questi dati poi
sono replicabili in parte dal mio punto di vista, perlomeno.
Ovviamente, ripeto, non abbiamo una standardizzazione a livello
mondiale, ma. Si tratta di qualcosa che
possiamo osservare più o meno ovunque nel mondo, ecco ad
esempio il livello di self Pharma, cioè di di farsi male
(04:29):
dei dei ragazzini, Eh? Fra i 10 e i 14 anni è
indubbiamente impennato fra il 2010, EEEE l'odierno periodo,
ecco. Ci sono delle evidenze
epidemiologiche molto chiara. negli Stati Uniti abbiamo il
Central for disease control and Prevention che prende molto bene
(04:49):
questi dati e quindi i nei ricoveri in ambito psichiatrico
di ragazzi fra 10 e 14 anni. Beh, specialmente fra le
ragazze, ma è significativo, anche fra i ragazzi abbiamo un
incremento incredibile. Dell'autoinfliggersi danno
quindi? Prevalentemente il tagliarsi o
(05:12):
ustionarsi o fare manovre di auto danno.
Capite che come potete vedere il2010 è più o meno l'anno chiave.
Adesso vedremo come mai eh. Dal 2010 in avanti le cose
peggiorano fortemente. Allo stesso modo sul sito di
(05:33):
Ansios Generation, che è appuntoquello connesso anche al Libro,
che è un bellissimo libro, peraltro abbiamo dei dati molto
interessanti su quello che sono gli episodi di depressione
maggiore negli negli stessi anni, e vedete che abbiamo
(05:54):
evidentemente nuovamente una correlazione fra.
Anno il 2010 è l'incremento della rilevazione di episodi di
depressione maggiore in ragazzi fra i 12 e i 17 anni.
Si muove parallelamente anche ilconcetto di disturbo d'ansia,
(06:15):
che è un po' il tema di questo di di questo video di oggi.
Vedete che l'ansia addirittura èancora più impennata rispetto
alla depressione. Sempre a partire dal 2010 la DHD
è in crescita, ma verosimilmenteper un miglioramento della
(06:37):
nostra sensibilità diagnostica, della nostra sensibilità a
riconoscerlo, sta aumentando la wordness rispetto a questo
disturbo. Al contrario, bipolarità,
anoressia, abuso di sostanze e schizofrenia restano inchiodati
ai livelli precedenti a questo periodo, cioè.
Probabilmente non c'è una netta correlazione fra la diffusione
(07:04):
degli smartphone e questi disturbi.
Ansia e depressione sì, ansia come disturbo e depressione come
disturbo? Probabilmente sì.
Adesso state iniziando a capire perché ci.
Focalizziamo su gli anni che vanno dal 2010 in avanti,
proprio perché sono gli anni in cui oggettivamente si è
sviluppato un maggiore utilizzo dei social media e degli
(07:28):
smartphone. Cioè i social media sono
spostati dal web, da dal dal desktop, diciamo dai computer,
all'utilizzo continuativo dei degli smartphone.
Quindi ritorniamo un attimo qua in frontale.
Allora. Quindi ripeto.
Partiamo dal fatto che, ad esempio, abbiamo visto ricoveri
(07:48):
d'urgenza per atti di autolesionismo non fatali fra i
bambini, fra i 10, fra i ragazzifra 10 e 14 anni sono aumentati
drasticamente dopo il 2010. Secondo il CDC questo trend EE
tutti gli altri che abbiamo visto quindi aumento dell'ansia,
aumento della depressione. Questo trend preoccupante
coincide con la diffusione capillare di smartphone e social
(08:12):
network tra i giovanissimi. C'è poco da fare, è così.
Negli ultimi 15 anni gli indicatori di salute mentale
giovanile sono peggiorati in modo allarmante, specialmente
fra i giovani, ripeto, anche fragli adulti, ma specialmente fra
i giovani, ed è una concausa chiara, netta, che ci sia un
(08:36):
utilizzo smodato di periferiche digitali e di social network.
Ansia e depressione tra gli adolescenti, in particolare,
sono salite di oltre il 50% rispetto ai livelli dei primi
anni 2000. È un dato molto grande.
Eh lo vediamo, cioè si vede proprio chiaramente.
Adesso qua il grafico si ferma al 2008, ma andando indietro le
(09:01):
cose sono più o meno stabili, OK, quindi è chiaro che c'è.
Qualcosa che è cambiato, eh? In poche parole, secondo il CDC,
un ragazzo su 5 negli Stati Uniti mostra sintomi di
depressione o sintomi d'ansia inqualche periodo prima dei
diciott'anni. Che è un dato, ripeto, doppio
(09:22):
rispetto al precedente intervallo di tempo, Eh.
Facciamo un attimo di chiarezza,sintomi di depressione e
disturbo depressivo maggiore sono due cose diverse,
chiaramente allo stesso modo sintomi d'ansia e disturbo
d'ansia generalizzato, il disturbo di panico sono due cose
diverse, però la percentuale di manifestazione di sintomi
(09:46):
depressivi e di sintomi d'ansia sono raddoppiate eh.
Nello specifico, i tassi di ansia mi pare che siano passati
da circa il 10% nel 2010 a oltreil 24% intorno al 2020, quindi è
(10:09):
chiaro che qualcosa sta cambiando e purtroppo vediamo
anche conseguenze estreme di questo malessere.
Perché? In mezzo a tutta questa
sintomatologia, poi, abbiamo anche i disturbi veri e propri.
E infatti il tasso di suicidio tra gli adolescenti, sempre
negli Stati Uniti, ma in realtà è un tasso in crescita anche in
Europa, è aumentato del 48% tra il 2010 e il 2020.
(10:33):
Eee tra le ragazze preadolescenti, quindi fra i 10
e i 14 anni, dove nessuno potrebbe immaginare, perlomeno
chi non lavora in psichiatria, che ci sia questo problema così
forte, il tasso di suicidio è più che raddoppiato, cioè
ragazze preadolescenti fra 10 e 14 anni hanno mostrato un
incremento, mi pare, del +131%. Questi numeri, benché riguardano
(10:58):
gli Stati Uniti e benché sembri una realtà lontana, fanno girare
il sangue perché in Europa le cose non stanno così
diversamente, indicano ovviamente che c'è in corso una
crisi di salute mentale giovanile a livello
internazionale e non solo in America, ma a livello
internazionale, perché sono datiche sono più o meno replicabili,
(11:20):
benché a mio parere. In Italia non abbiamo il livello
di raffinatezza di di raccolta di questi dati come vogliamo
negli Stati Uniti moltissimi esperti, me compreso, diciamo,
notano e ragionano su una coincidenza temporale che è
(11:41):
chiaramente. È grande, che è chiaramente
l'elefante nella stanza. Questo declino della salute
mentale inizia nei primi anni 2010.
È proprio quando ripeto, guardate, ve lo faccio vedere
con chiaramente quando il qualcosa è cambiato, eh?
Quando gli smartphone e i socialmedia esplodono impopolarità tra
(12:02):
i giovani c'è poco da fare. Guardate questo grafico,
guardate questo grafico, Eh, guardate qua, è evidente.
E guardate anche questo grafico qua.
È proprio rispetto al disturbo repressivo e specificatamente
maggiore quindi proprio la patologia come è cambiata sia
fra ragazze ma che anche fra i ragazzi, quindi?
(12:23):
È chiaro che questa Eh correlazione c'è eh, pensateci
un pochino. L'iphone esce nel 2007 iPhone e
di conseguenza poi AA trainare tutto il mercato degli
smartphone dal 2007 in avanti. Facebook apre al grande pubblico
intorno a quel periodo. Instagram nasce nel 2010, nel
(12:45):
2012 più della metà degli adolescenti americani avevano
uno Smart, il 2015 arriva a circa tre adolescenti su 4 1
smartphone. E come potete capire questa
questa percentuale che aumenta corrisponde chiaramente
chiaramente a quello che sta succedendo qua Eh è ovvio che
che c'è questo aspetto. E quindi 2015.
(13:08):
Abbiamo sostanzialmente tre ragazzi su quattro, adesso
abbiamo quattro su quattro. Direi non c'è nessun ragazzo, in
realtà non c'è nessun essere umano ormai, quasi più nessun
essere umano che non abbia uno smartphone in mano che utilizza
i social media. C'è anche un'altro studio molto
grande, sempre di provenienza statunitense, quindi su 500.000
ragazzi non non fatto così bene.Più grezzo però su un campione
(13:33):
molto ampio che ci dice che all'aumentare della penetrazione
degli smartphone sono aumentati in parallelo i sintomi
depressivi. Ripeto, non depressione maggiore
ma sintomi depressivi anno dopo anno.
Più cresceva l'uso degli smartphone, più i ragazzi
riferivano di stare male, di essere depressi nel 2015.
Ricordiamoci che il 92% dei giovani, quindi possiede uno
(13:58):
smartphone e scusami, degli adulti in generale possiede uno
smartphone e l'aumento della depressione giovanile risulta
Sovrapponibile temporalmente a questa diffusione e anche alle
l'aumento, diciamo della degli altri disturbi di salute mentale
negli adulti. Insomma, mentre i social diventa
il nuovo parco giochi virtuali dell'umanità.
Qualcosa sta andando storto nella vita dell'umanità,
(14:22):
specialmente dei ragazzi più giovani.
Chiaramente correlazione non significa automaticamente
causazione, è chiaro nel senso che questo in questo periodo
accade, che c'è la diffusione dismartphone e di social media, ma
dobbiamo essere. Ancora più precisi a analizzare
(14:44):
meglio per poter dire che c'è causazione.
C'è sicuramente una correlazione, ma probabilmente è
è forse anche una causazione, maquesta dobbiamo ancora
dimostrarla bene. Il fatto che l'esplosione di
ansia e depressione coincida conl'era social digitale,
ovviamente, fa sorgere più di unsospetto.
Anzi, come vedremo, ci sono indizi che probabilmente non si
(15:06):
tratta solo di una coincidenza. Piccolo spoiler, comunque, per
tirarvi su il morale, a breve viparlerò anche di una soluzione
pratica, è un modo per riuscire a staccare, a ritrovare
l'equilibrio, un modo pratico e efficace per fare quello che
ormai iniziamo a sentire e chiamare.
Digital detox, digital detox Eh.Se già vi sentite sopraffatti,
(15:27):
la disattenzione, tempo perso, notifiche, scroll, tenete a
mente questo concetto, vi inviterò più avanti a scoprire
un nostro percorso di due settimane.
Pensato proprio per questo, per le persone chiamiamole che
iniziano avere problemi a sentirsi un pochino schiavi del
telefono e dei social. Ma ne parleremo alla fine.
Intanto torniamo a quello che cidice la scienza su questo tema,
(15:49):
Eh. Quindi la domanda delle domande
social media davvero causano ansia e depressione?
Beh, la scienza ha cercato di rispondere con studi sempre più
rigorosi. Devo dirvi la verità, alcuni
primi studi davano risultati contrastanti al proprio.
I primi studi quindi intorno al 2010 2012, quando si notava già
(16:11):
qualcosa che non quadrasse, alcuni trovavano addirittura che
l'uso dei social potesse ridurrela depressione grazie al
sostegno sociale online eccetera, cosa che insomma
iniziava un pochino a mettere indiscussione e a mettere.
Alla sbarra dell'accusa. Ecco, i social non sono così
social probabilmente, eh. All'epoca però alcuni iniziano
(16:33):
già a intravedere un aumento di malessere, ma negli ultimissimi
anni il quadro si è chiarito un pochino di più, senza reali
evidenze di primissimo livello, purtroppo, ma un po' più chiaro.
Allora, uno degli studi più importanti, pubblicato appunto
dalla psicologa Jean Twenge, cheve l'ho fatto vedere prima?
(16:53):
Questo questo qua, questo qua. OK, bene, questo studio bello in
cui abbiamo dati molto interessanti, molto molto
interessanti su l'utilizzo deglismartphone, su che cosa capita
alla mente degli adolescenti usando gli smartphone, su quali
sono le variabili comportamentali, le concomitanze
(17:15):
temporali? Bene.
In questo studio, che poi magarivi linko giù in descrizione,
sono stati analizzati i dati su centinaia di di migliaia di
adolescenti, trovando che quelliche passavano più di 5 ore al
giorno online avevano un rischiodi depressione e comportamenti
suicidari maggiorato del 71% 71%rispetto a chi stava sui social
(17:39):
meno di un'ora. In generale, il rischio di seri
fattori di disagio mentale sembra che possano aumentare
significativamente oltre le due ore al giorno online.
All'epoca di questo studio due ore sembravano tante.
(17:59):
Adesso due ore al online iniziano a essere poche
probabilmente, e comunque è un dato impressionante.
Anche 5 ore al giorno sembrano tante, ma ragazzi per molte
persone oggi è la normalità tra scuola chat, Youtube, Instagram,
Tiktok e compagnia bella. OK, due ore probabilmente sono
(18:22):
un utilizzo addirittura moderato, ma che già impatta. 5
ore sono un utilizzo probabilmente che riguarda
tantissimi adolescenti, tantissimi anche adulti.
E un'altro game changer nella ricerca è stato uno studio
longitudinale, cioè seguendo le stesse persone nel tempo, che ha
(18:42):
mostrato un nesso probabilmente causale, cioè usare di più i
social porta a un successivo aumento dei sintomi depressivi.
Eh questo qua, questo che vi ho fatto vedere prima OK?
E un aumento reale di infelicità, Eh?
(19:03):
Mentre essere infelici questo, se è stato valutato, non porta a
usare di più i social, eh. In altre parole, non è
semplicemente che i ragazzi depressi si rifugiano online.
Sembra piuttosto che passare piùtempo sui social preceda un
peggioramento del tono dell'umore.
E per dissipare dubbi c'è stato persino un esperimento
controllato, dove alcuni partecipanti è stato chiesto di
(19:25):
rinunciare a Facebook per una settimana.
Risultato, chi ha smesso di usare questo è uno studio
vecchio Eh? Chi usava ancora Facebook?
Uno studio mi sembra del 2018. Chi ha smesso di usare Facebook
ha riportato cali significativi nei sintomi depressivi rispetto
a chi continuava ad usarlo normalmente.
Queste. E non sono prove, diciamo
(19:45):
veramente di primo livello da unperché non sono state replicate
così tante, ma vengono comunque da studi longitudinali e persino
abbiamo degli studi randomizzaticontrollati che indicano
iniziano a indicare una direzione causale.
Cioè i social possono contribuire ad ansia?
E depressione. OK, iniziamo ad avere le prime
prove, non di concomitanza ma dicausalità, che andranno
(20:09):
replicate a livello mondiale, quindi nei vari paesi, usando
possibilmente gli stessi metodi e ampliando il campione per
arrivare a campioni elevati, analizzati bene e replicati
nelle varie nazioni. Chiaro, queste sono le prove che
noi consideriamo di livello elevato.
Comunque al momento, riassumendoun pochino, i social network non
(20:32):
rendono automaticamente depressio ansiosi tutti gli utenti, ma
possono contribuire a questi problemi, specialmente nelle
fasce giovani più di quelle adulte.
Ma questo sarebbe ancora un'altro problema da affrontare
e specialmente quando l'uso diventa eccessivo, l'uso
eccessivo è un problema. Stiamo, non so come dire, un
(20:54):
pochino come l'alcol. La la narrazione, che è un
bicchiere ogni tanto è un uso moderato e non fa danni, diciamo
direttamente rilevabili, ma fa comunque qualche cosa non fa
comunque bene lo sappiamo eh, sappiamo certamente che se ti
bevi mezza bottiglia al giorno iproblemi arrivano eccome, li
puoi anche misurare se ne bevi una assolutamente inizi ad avere
(21:17):
un problema. Ecco.
Diciamo che il paragone fra social media e alcol o droga
inizia a essere sempre più calzante, perché probabilmente i
nostri smartphone coincidono a delle siringhe con cui vengono
iniettate delle droghe, ovvero isocial media Eh, e purtroppo
tanti ragazzi bevono i social a dosi massicce.
(21:42):
Parliamo appunto di più di 5 oreal giorno dello studio,
indubbiamente più delle due ore dei primi studi.
Più adesso ormai abbiamo superato Le 5 ore, ormai stiamo
parlando di 6 8 ore al giorno sommando tutti i social e anche
le APP tipo Whatsapp eccetera Eh.
E viene fatto tutto questo proprio in un periodo delicato
(22:03):
della vita, all'adolescenza, il cui il cervello è in pieno
sviluppo. Le identità, informazioni, così
come l'alcol fa ancora più male.Se sei adolescente è ancora più
male, se sei donna c'è qualche problema di età e forse anche di
genere, Eh, sembra che le il il sesso femminile sia ancora più
(22:23):
sensibile, un po' come avviene con l'alcol.
Quindi il paragone fra alcol, social media forse non è così
sbagliato eh? Ma veniamo adesso al perché.
Che cosa c'è nei social media che potrebbe alimentare,
sostenere, causare addirittura ansia e depressione clinicamente
significative? Bene, da psichiatra vedo nella
(22:44):
pratica quotidiana, vedendo tanti ragazzi, tante persone, in
realtà alcuni temi ricorrenti e proviamo ad affrontarli.
Definirei i primi tre temi che per me più importanti.
Primo tema, comparazione socialee autostima.
I social sono una vetrina dei momenti migliori degli altri,
(23:05):
che li selezionano chiaramente soprattutto su piattaforme
visuali come come Instagram no, ma anche Tiktok veniamo
bombardati da foto e video di e momenti perfetti, corpi
scolpiti, vacanze da sogno, soldi Lamborghini, vite sempre
felici. Per un'adolescente insicuro e
(23:25):
quale adolescente non lo è almeno un pochino, passare ore a
confrontarsi con tutti questi contenuti, con questi standard,
semplicemente irrealistici, può essere devastante per la propria
autostima, può essere devastante.
Per la possibilità di forgiare un futuro che sia è simile, la
(23:47):
gente vuole una volta visto queste cose, immaginando che sia
quello lo standard del mondo, vorrebbe fare le stesse cose,
Eh? E le ragazze, in particolar
modo, sembrano risentirne di più, vedono influencer, amiche
sempre al top, super magre, super scolpite, super fighe, con
(24:07):
vestiti Pazzeschi, orologi pazzeschi, macchine pazzesche in
contesti pazzeschi. Finiscono per sentirsi poi
inadatte, brutte, inferiori, diverse in qualche maniera.
E non a caso Instagram risulta. Particolarmente associato a
aumenti di ansia, depressione e problemi di immagine corporea.
Nei sondaggi tra i giovani utenti e soprattutto tra le
(24:29):
giovani utenti, ripeto, dati preliminari ma che iniziano già
a esserci. Questo confronto continuo
innesca e aggrava sicuramente sintomi, sintomi depressivi che
strisciantemente sono presenti già un po' nell'adolescenza.
Quando il corpo cambia, la vita cambia, cambiano, le
responsabilità cambiano. Le visioni che abbiamo del
(24:52):
mondo, la la sensibilità che rivolgiamo al mondo EE quindi
tutti i sintomi che derivano dalla comparazione sociale,
dalla bassa autostima che invadono la mente degli
adolescenti, non sarò mai come loro.
No insicurezza, paura del giudizio e attenzione, anche chi
posta attivamente contenuti di questo genere può finire
(25:15):
invischiato in questo meccanismo.
Molti ragazzi curano maniacalmente la propria
immagine on line per ottenere approvazione, like, commenti
positivi, quindi dopamina, quindi droga, proprio perché
hanno paura di essere loro stessi esclusi e non accettati.
Se mostrano il il loro vero sé, quello che magari sono è una
sorta di masking generazionale. Si fa finta di essere
(25:38):
qualcos'altro. Prima accadeva.
Sì, anche prima accadeva, ma questo strumento ha potenziato
estremizzato quest'attitudine che era già presente in
precedenza. Tutto questo è estenuante, può
generare ansia sociale? No?
Piacerò davvero per come sono. Insomma, un circolo vizioso in
cui l'autostima dipende sembra dipendere completamente dai
(26:01):
riscontri sui social. E questo accade anche in molti
Content Creator. Eh, a persone chi fa anche
contenuti come posso essere io? Quanti like mi starete dando,
quanti commenti positivi? Quanta approvazione avrò da
questo contenuto? Bene, è una cosa che riguarda
probabilmente ogni persona che pone la sua immagine sul web.
(26:22):
Quindi massima attenzione, massima consapevolezza e
soprattutto cercare di restare in contatto con la realtà.
Restare in contatto con la realtà.
Altro punto, secondo punto, la famosissima Fear of missing out
è ovviamente l'isolamento che spesso consegue.
Eh, avete presente quella vaga agitazione che vi spinge a
(26:44):
controllare il telefono ogni. Pochissimo, no, per paura di
perdervi qualcosa. Che qualcosa stia accadendo non
si sa bene cosa. E là fuori, anzi là dentro, sul
web, ci sono tantissime persone esperte nell'utilizzare la fomo
per farvi aprire contenuti, per farvi interessare, per rubarvi
l'attenzione. Questa è la fomo, Fear of
(27:08):
missing out. La paura di essere tagliati
fuori nei ragazzi può diventare.Poderosa, ogni notifica no, è
come un campanello, amici che organizzano qualcosa senza di
me, un evento a cui non sto partecipando, un'offerta alle
offerte Eh OK, qualcosa di incredibile, mi perderò
un'offerta su Amazon, il mio videogioco costa meno, devo
(27:29):
andare. Una nuova strategia, una nuova
tecnica, anche nella salute può diventare così.
Le persone sono ossessionate dalperdersi qualche novità che gli
permetterà di raggiungere chissàquale risultato.
L'ansia di non essere connessi al proprio mondo sociale ormai è
riconosciuta come un fenomeno reale e mondiale.
Il paradosso è che ovviamente, per evitare di rimanere fuori, i
(27:51):
ragazzi restano incollati ai social, cercano di essere
costantemente in contatto, finendo poi ovviamente col
trascurare le cose vere, le cosereali e quindi a non ottenere i
risultati che sono connessi allecose che pensano di perdere.
E questo si ricollega alla comparazione sociale.
Se io voglio ottenere risultati nella vita, devo buttare via il
(28:11):
telefono e dedicarmi a lavorare attivamente nel mondo.
Mi raccontano. E vedo adolescenti che guardano
le storie di Instagram, di festeno, cui non sono stati invitati.
Si sentono soli, esclusi. Vanno a vedere i regali che gli
altri hanno ricevuto, più di loro, meno di loro.
Altri che devono stare dietro a ogni messaggio, no sul gruppo,
(28:33):
sul loro gruppo Whatsapp, i gruppi Whatsapp sennò temono di
essere messi da parte l'approvazione, quante persone
hanno detto che ho ragione eccetera eccetera.
Tutto questo aumenta l'ansia sociale e il senso di isolamento
poi alla fine, perché questo perché stare sempre più sui
social può farci sentire molto più soli, non più connessi.
Lo hanno confermati anche alcunistudi, è emersa una correlazione
(28:56):
fra tanto tempo sui social e alti livelli di percezione di
isolamento sociale. Quindi l'opposto.
I social non sono assolutamente social eh, anche se non è chiaro
se l'isolamento, se è l'isolamento, puoi spingere
verso i social o viceversa, peròc'è indubbiamente anche qua una
correlazione. Probabilmente entrambi.
In ogni caso, un ragazzo timigdocerca rifugio online, ma più
(29:17):
stai online, più ti senti escluso quando vedi gli
highlight negli altri e più eviti di uscire, di stare a
contatto con le altre persone. Insomma, un gatto che si mangia
la coda, una download spiral, come direbbero in una spirale
discendente. Terzo punto, dipendenza,
distrazione e stress. I social come droga i social
sono progettati come delle droghe per catturare la nostra
(29:41):
attenzione il più a lungo possibile.
Per darci impulsi dopaminici, per farci tollerare meglio lo
stress. E sappiamo tutti che funzionano,
eccome se funzionano. Scorriamo senza fine, no?
In un flusso delle novità che poi stimola continuamente il
cervello. Questo porta ovviamente a
dipendenza. Dipendenza da smartphone.
(30:02):
Ma da smartphone come veicolo disocial media, Eh?
I ragazzi sentono costantemente l'urgenza di controllare.
Un prurito mentale, un'ossessione.
Se non lo fai, se non lo fai, senti qualcosa che non quadra.
E il momento in cui dovrebbe essere tranquilli, no?
Magari a fare i compiti OA rilassarsi, che qui arrivano
notifiche, messaggi, la mano ancora al telefono in
automatico, quanti like ho ricevuto, quante approvazioni ho
(30:25):
ricevuto, quanti commenti. Questo è droga, questo genera
dipendenza e soprattutto genera distrazione.
E la concentrazione ne risente. Moltissimi studi piccoli, ma
molti studiano. Eh, questo fenomeno studiano che
cosa accade quando uno studente vive la sua vita col telefono
accanto? No, alternando il libro e chat,
(30:46):
credendo di fare multitasking manon facendolo bene.
Questi studi ci dicono che il rendimento nello studio cala
pericolosamente. Va giù a terra, eh?
Riducono il rendimento, questi ragazzi si stressano il doppio,
quindi il risultato. Meno compiti fatti, voti più
bassi, più ansia ancora per la scuola è un effetto indiretto ma
(31:07):
importante. I social rubano tempo ad
attività sane, a doveri, a impegni no.
Creano un deficit che poi generastress.
Quindi meno sport, meno hobby, meno sonno, meno studio, meno
spazio mentale per pianificare la propria vita.
Per farsi venire buone idee, perportare a termine buone idee,
(31:28):
perché ricordiamoci che uno non solo deve avere una buona idea,
ma deve eseguire nel mondo questa idea Eh.
Insomma, stanno tirando via tutte cose che sono protettive
per la nostra salute mentale. Al loro posto cosa abbiamo?
Notte insonni col telefono in mano, il 60% degli adolescenti
chatta o scrolla nel loro prima di dormire e molti si
(31:49):
addormentano col telefono in mano e poi lo riattivano durante
la notte. E ovviamente, cosa succederà il
giorno dopo? Attenzione frammentata,
stanchezza cronica eccetera eccetera eccetera.
Che altro? Beh, cyberbullismo, Hat speech,
essere bersaglio di presa in giro, commenti crudeli online è
devastante quanto, se non di più, del bullismo tradizionale e
(32:11):
può chiaramente scatenare ansia le persone ai ragazzi
vulnerabili. Cyberbullismo, Revenge porno
sono tutti i problemi. Che diventano enormemente
incredibili durante l'adolescenza.
Bene, brutte notizie. Sì, sono un po' di brutte
notizie e indubbiamente spero diessere stato chiaro.
(32:31):
Spero di avervi fatto vedere appunto un po' di studi che paio
di studi che io ritengo importanti.
Quello della twenge è molto bello.
Questo è davvero bello. Dategli un'occhiata perché è
proprio bello questo, abbiamo tanti dati che iniziano a
delinearsi Eh quindi che cosa accade quando è accaduto?
Quindi ansia, depressione eccetera EE fatti incredibili
(32:55):
come quello del del self ARM, quindi del infliggersi danno
tagliarsi e anche questo ragazzee ragazzi miei qua è apparso Eh
qua tutto qua è accaduto. Su pulmed troverete tantissime
altre. Tantissime altre informazioni,
andate a vedere le la grandezza dello studio, chi l'ha fatto,
(33:17):
come è stato disegnato. Insomma, bisogna avere anche un
po' l'occhio per beccare gli studi giusti.
Bene, a questo punto volevo coinvolgervi in una riflessione
un po' più attiva e un po' più positiva.
Eh, perché se vi rivedete in alcuni dei segnali di cui vi ho
parlato, ovviamente se avete problemi di salute mentale
rilevanti dovete chiedere aiuto a uno specialista.
(33:38):
OK, uno specialista. Ma se iniziate a rendervi conto
di una bassa attenzione, difficoltà di concentrazione,
stanchezza, spesso no connessi al fatto che il telefono vi
calamita, i social vi calamita. Non è forse il momento di
provare a cambiare qualcosa nelle vostre abitudini digitali?
(33:59):
Nella vostra dieta digitale possiamo.
Disinnescare il potere ansiogenodei social, imparando ad usarli
con più consapevolezza. Perché ricordiamoci che i
social, i telefoni e gli smartphone hanno un potenziale
positivo chiaramente eh, così come tantissime altre altri
risultati tecnologici. Ma come si fa bene?
(34:22):
Ad esempio attraverso un percorso di digital detox?
Eh, non parlo di cose estreme, tipo buttare lo smartphone del
fiume, ritirarsi in montagna persempre.
Anche se alle volte staccare un pochino può fare bene, ma in un
contesto controllato e facendoloa ragion veduta.
Io comunque sono stato per 7 anni, ho abitato 7 anni in
(34:43):
montagna e mi ha fatto bene. Eh comunque in generale parlo di
educazione digitale. Educazione digitale, cioè capire
come funzionano queste piattaforme, impostare limiti
sani, riscoprire il mondo fuori dallo schermo.
Quindi, in particolare volevo invitarvi a un'iniziativa a cui
tengo molto, un nuovo percorso di due settimane che abbiamo
(35:03):
fatto io e Gennaro. Gennaro Romagnoli si chiama
proprio digital Detox EE anche Marco Zamboni, lasciatemi dire,
digital detox lo abbiamo creato proprio per aiutare le persone
eh più o meno giovani, a non essere più schiavi di social e
smartphone, tramite delle informazioni e delle tecniche
psicologiche basate sulla scienza.
(35:26):
Quindi qualcosa di molto. Preciso e molto scientifico,
durerà due settimane. In queste due settimane vi
guideremo passo dopo passo a resettare il vostro rapporto con
la tecnologia, quindi iniziare acapire come modulare le
notifiche, come utilizzare lo smartphone, come utilizzare i
social. Quindi cosa fare per iniziare
(35:47):
lentamente a disassuefarsi? Esercizi di mindfulness
digitali, riscoperta di un utilizzo nuovo con il vostro
telefono e quindi attività anchegratificante nel mondo reale.
Questa è la nostra promessa con digital detox, perché questo è
anche il nome di questo percorso.
Quindi non è una bacchetta magica ma è un viaggio di. 14
giorni, due settimane in cui impareremo insieme tecniche
(36:08):
pratiche per gestire l'ansia da notifiche, per impostare un uso
più intenzionale dei social invece che passivo del telefono
in generale e per provare a reintegrare abitudini salutari
nella vostra routine quotidiana digitale, OK.
Bene, in descrizione trovate tutto.
Siamo arrivati verso la fine di questo nostro discorso.
Facciamo un breve recap di quello che abbiamo visto.
(36:30):
I social media non sono il male assoluto, ma possono diventare
qualcosa di molto pericoloso peralcune persone.
Possono accentuare ansia e depressione in chi ne abuso li
vive male. L'adolescenza social dagli anni
2010 in avanti, ha coinciso con un netto peggioramento della
salute mentale dei giovani. Troppe online, troppo confronto
(36:51):
tossico, troppo poco sonno, troppa poca vita reale.
La buona notizia è che ne siamo sempre più consapevoli.
Possiamo correre ai ripari? Eh?
Come psichiatra il mio parere e Consiglio è, impariamo a usare i
social con misura, un po' come facciamo con le sostanze che
possono creare la dipendenza. In alcuni casi bisognerà proprio
eliminare alcune piattaforme checi risultano particolarmente
(37:13):
nocive, così come una persona che ha avuto una grave
dipendenza da sostanze debba veramente allontanarsi o
staccarsi. In altri casi, invece, potremmo
stabilire dei limiti, stabilire una modulazione dinamica
dell'utilizzo. No, ci sono tante strategie e
che appunto affronteremo in digital detox.
(37:34):
Sentiamo che da soli è difficilerompere certe abitudini,
proviamo digital detox guidato eh, come quello che vi
proponiamo noi, ma se le cose peggiorano, ragazzi, chiedete
aiuto a uno specialista della salute mentale.
Per concludere, vi lascio questaimmagine, i social, potremmo
dire, sono come uno strumento, un coltello eh, nelle mani
giuste possono affettare il pane, possono salvare delle vite
(37:57):
se ce le mano. Un chirurgo, condividere
conoscenze in quelle sbagliate possono farci davvero male.
Sta a noi, un po anche alla società e i genitori, alla
famiglia, certo a tutti noi, imparare a maneggiare questo
strumento, questo coltello con attenzione, e a metterlo via
quando non serve, usarlo come strumento e non come protesi del
(38:17):
nostro corpo di cui non possiamofare a meno.
Ti ringrazio per avermi seguito fino a qui, spero di avervi dato
spunti utili, aver acceso in voila voglia di prendere in mano il
vostro benessere digitale. Se siete interessati al nostro
percorso digital detox, trovate il link giù in descrizione qui
da qualche parte sullo schermo andate a dare un'occhiata per
capire se può fare. Al caso vostro e ovviamente come
(38:38):
sempre se questo intervento. Se questo mio video vi è
piaciuto, mettete un like e condividetelo e soprattutto
iscrivetevi al nostro canale Youtube per rimanere aggiornati
sui prossimi contenuti. Su salute mentale e anche vita
digitale continueremo a parlarnee non dimenticate, date
un'occhiata al nostro percorso digital Detox Eh, potrebbe
cambiarvi la vita o quantomeno regalarvi notti più tranquilli e
(38:59):
giornate più serene. Grazie a tutti, ci si rivede
presto per parlare di nuovo di un nuovo argomento.
Ciao Ciao.