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February 14, 2024 23 mins

"Non ci vado in asilo!"

"Non voglio andare a scuola mamma"

"..lasciami in pace!"

In questo episodio, partirai da un punto comune, una frase che ti sarà capitato di sentire dai tuoi figli, per esplorare come interpretare e decodificare i messaggi nascosti in modo da poter intervenire in maniera davvero efficace.

Vedrai con degli esempi pratici quali segnali considerare, tenendo conto dell'età dei tuoi bambini.

Esplorerai scenari diversi, dalla difficoltà di separazione di un bambino fino al disagio di un adolescente a scuola.. e otterrai i punti essenziali che devi tener presente per poter analizzare il contesto in cui si svolge il comportamento.

 

Unisciti a noi in questo viaggio per trasformare la quotidianità in opportunità di *riconnettersi* con i nostri bambini, creando legami più forti e rispondendo efficacemente ai loro bisogni emotivi.

 

 

Nell'episodio sono citate due risorse che possono esserti utili:

1. La guida gratuita "La Bussola del Genitore" - per capire al volo i comportamenti dei tuoi bambini sulla base della loro fasi di sviluppo (la trovi qui: https://parent-smileandgrow.com/it/genitori-bussola/)

2. Il percorso di comunicazione efficace con Sylvia Colombini - lo trovi qui: https://shop.parent-smileandgrow.com/ascolta-davvero-sc/

 

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Transcript

Episode Transcript

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(00:00):
Io a scuola tanto non ci vado, non ci vado, non ci vado in asilo, non ci vado a scuola.
A volte può essere particolarmente dura quando i nostri bambini si impuntano
e si rifiutano di andare in asilo, andare dalla babysitter, andare dai nonni, andare a scuola.
Nel momento in cui noi abbiamo le nostre occupazioni giornaliere,
vediamo di capire cosa si può fare.

(00:20):
Ciao e benvenuti al Piccoli Passi di Educazione Positiva, qui è dove esploriamo
come mettere in pratica un'educazione al più possibile incoraggiante,
rispettosa e positiva nel buon umore.
Sono Clio, mamma di due bambini, passato in azienda,
oggi consulente in educazione positiva, coach genitoriale all'interno del percorso
online per genitori Tempo per Crescere e oggi ti invito a considerare nuovi

(00:44):
punti di vista sulle crisi da non voglio andare a scuola,
dei tuoi bambini, un respiro, un sorriso e cominciamo.
Ben ritrovato, ben ritrovata, Tra parentesi, stiamo iniziando questa settimana,
sono troppo contenta, gli incontri con Silvia Colombini non vedo l'ora di farli
insieme, saranno proprio dei bei momenti, sulla comunicazione efficace,
empatica e l'ascolto attivo con i bambini.

(01:05):
Sei ancora forse in tempo se mi stai sentendo adesso, quindi scrivi,
è proprio bello, bello, bello.
Una delle domande che arrivano tanto spesso, e questo attraverso diverse età,
dei bambini e dei ragazzi,
è aiuto si rifiuta di andare a scuola o di andare in asilo o di andare a liceo,
insomma, cosa posso fare per stimolarlo, per stimolarla, per fargli capire che ci deve andare.

(01:29):
Eccetera, eccetera, senza prenderlo di peso o prenderla di peso,
ed è una domanda secondo me super interessante perché nasconde un mondo.
Cioè ci possano essere una miriade di motivazioni diverse dietro a questa affermazione
e quindi quello che mi sembra interessante andare a capire,
vedere come puoi fare per leggere i diversi segnali e anche che cosa tenere

(01:52):
in considerazione in base all'età per capire,
entrare in contatto, entrare in comunicazione con i tuoi bambini,
i tuoi ragazzi e aiutarli ad affrontare questa situazione.
La prima cosa però appunto davvero secondo me super interessante da notare è
che la frase non voglio a scuola andarci, non voglio andare a scuola,

(02:12):
non voglio andare in asilo è proprio un sintomo, è un po' come avere la febbre.
Cioè hai la febbre, possono esserci, non ho i numeri perché non sono medico,
ma una miriade di cause diverse dietro questa febbre, puoi avere l'influenza
e l'influenza può essere di tipi diversi, puoi avere un tipo di infezione,
può essere quando i bambini sono piccoli che ti sta spuntando il dente,

(02:35):
ci possono essere davvero tantissime casistiche differenti dietro alla febbre.
E quindi trovo sempre molto interessante mettere in luce questa cosa perché
spesso invece l'attitudine è quella di dire mio figlio non vuole andare a scuola
o si rifiuta di andare in asilo, adesso uso i due termini,

(02:55):
perché possono davvero essere declinati da due anni ai 18,
magari 18 no ma 15, 16 sicuramente sì.
E dietro l'idea, l'illusione è che il problema sia legato a non vuole andare
a scuola o non vuole andare all'asilo e di mancare quindi di vedere il fatto
che questo è solo un sintomo.

(03:16):
Trattare solo il sintomo è come dire prendo del paracetamolo per
abbassare la temperatura ma se non ho capito qual è
la causa dietro la febbre si può
essere magari una cosa passeggera e quindi effettivamente giorno
dopo sto bene può essere invece che ci sia dell'altro e
se non vado a cogliere la vera causa non riesco neanche a trattarla nel
modo adeguato no ed ecco che è interessante andare

(03:38):
a capire secondo me questo fattore e cioè l'età
dei bambini l'età dei ai bambini perché è importante perché determina naturalmente
una fase di sviluppo diversa in termini di quindi
quella che è la capacità di comprendere a livello cognitivo quello che succede
di esprimerla di comprensione di sé e di comprensione dell'altro quindi la nostra

(04:01):
difficoltà che puoi riscontrare da genitore è quella di dirti ma per poter trattare
per poter capire questa questa febbre,
questa frase da che cosa è causata.
C'è prima bisogno di interpretare in qualche modo le varie capacità,
il mondo del mio bambino, il mondo della mia bambina o del mio ragazzo,
di entrare nel suo mondo e per entrare nel suo mondo non mi serve soltanto capire

(04:25):
in modo generico il suo punto di vista,
cioè se io fossi al suo posto, ma di entrare proprio in un se io fossi al suo
posto, cioè se io avessi la sua mente e il suo cervello in questo momento.
Quindi in parte è impossibile perché
non abbiamo vissuto le stesse esperienze
dei nostri figli e poiché il nostro cervello si

(04:46):
modifica sulla base delle esperienze che vive abbiamo due
cervelli diversi quindi già quando
cerchiamo di metterci nei panni degli altri facciamo sempre delle
ipotesi no però più informazione abbiamo e più è utile come dire più possiamo
andare a fare delle ipotesi che sono precise e quindi poi possiamo entrare più
facilmente in relazione con i nostri bambini e trovare un modo più efficace

(05:08):
per sostenerli e supportarli e raggiungere l'obiettivo che può essere diverso
in base alla situazione ed ecco perché.
È necessario capire cosa ci sta sotto questo segnale, no?
Perché certo l'obiettivo nell'immediato è, ok, se io devo andare in ufficio,
se devo andare al lavoro o comunque per i bambini è importante andare a scuola,
è obbligatorio, è in base all'età, devono andare a scuola.

(05:30):
L'obiettivo è quello, ok? Però parlo di un obiettivo di lungo periodo.
Qual è il bisogno, qual è il problema che il mio bambino o la mia bambina sta riscontrando?
E' su questa base che poi il mio obiettivo educativo di lungo periodo sarà diverso.
Esempio, se a dire questa frase è un bimbo di 2,

(05:51):
3, 4 anni che non vuole andare in asilo, la mia
comprensione no della sua fase di sviluppo può
essere che magari intanto la sua
il suo dire non vuole andare in asilo può essere legato al fatto che non
vuole separarsi dalla mamma o
dal papà in quel momento e che quindi magari
poi una volta che l'ho lasciato effettivamente

(06:13):
in asilo va tranquillo e sereno per
la sua strada ma quel momento di separazione è
particolarmente difficile per il mio bambino la mia bambina perché perché
non ha ancora la capacità cognitiva di proiettarsi
nel futuro e quindi di immaginarsi nel momento in
cui la mamma lo verrà o la verrà a prendere e di
poter quindi pazientare serenamente nel momento

(06:35):
della separazione perché già si sta proiettando si sta immaginando come sarà
dopo quando la mamma mi verrà a prendere ancora molto labile questa capacità
no c'è questo elemento e comunque anche nel momento in cui a 4 5 6 anni questa
capacità può essere già più acquisita è ancora difficile e.
Nel regolare quell'emozione che in quel momento lì può essere molto intensa

(06:58):
e come dire nel regolare quell'emozione c'è il dirmi ok vabbè però poi so che
la mamma mi viene a prendere comunque so che la scuola poi mi piace e quindi
adesso faccio un respiro profondo e abbraccio forte la mamma e dopo mi calmo
perché tanto so che mi divertirò.
Questo processo che noi adulti sappiamo fare molto bene può essere particolarmente
difficile a 2, 3, 4, 5 anni soprattutto se l'emozione è molto intensa.

(07:22):
Questo è un primo elemento ed ecco che conoscere la mente dei nostri bambini
ci viene in aiuto perché ci permette di contestualizzare questa cosa.
Questo può essere un'ipotesi ma ce ne possono
essere molte altre ecco perché la situazione va vista comunque
nella sua globalità cioè se parlo con gli insegnanti
gli educatori dei miei bambini come sono

(07:44):
poi i bambini come osservano i miei bambini nel contesto dell'asilo della scuola
sono tranquilli sono sereni come interagiscono come stanno e a casa come osservo
i miei bambini come li vedo sono sereni non sono sereni quindi questo dirmi
non voglio andare in asilo è una cosa momentanea.
Di quel momento lì in cui dobbiamo prepararci la mattina

(08:04):
o osservo altri segnali che
mi fanno dire che il mio bambino o la mia bambina non stanno
bene in questo momento cioè non stanno bene è un termine generico ovviamente
per andare a cercare di capire altre altre dinamiche ma
la mia risposta quindi sarà diversa da
genitore o da educatore sulla base di quello che ho osservato no
e sulla base del contesto diverso ed ecco

(08:26):
che quindi è anche utile poter sapere sempre sempre
relativamente alla lettura della mente dei miei bambini che
per esempio se siamo appena tornati a scuola o in asilo dopo le feste e quindi
dopo un periodo più o meno prolunga o dopo una malattia in cui erano a casa
questa è una nuova fase di transizione che si viene a creare in loro perché
molto rapidamente si sono appoggiati su una routine diversa e quindi bisogna un po'

(08:50):
rifare un adattamento diciamo così quindi aspettarsi delle emozioni o un'emotività
più forte oppure Se ci sono altre dinamiche di cambiamento in casa,
quindi per esempio l'arrivo di un fratellino o di una sorellina,
un trasloco, una situazione familiare difficile.
Una malattia da parte di un altro parente, tutte queste situazioni che possono

(09:12):
andare quindi a impattare sull'emotività e sulle tensioni e sul vissuto sul
punto di vista dei miei bambini quando sono più piccoli perché ancora non hanno questa capacità a,
come facciamo noi adulti magari, no?
A riflettere in maniera consapevole su quello che succede, a relativizzare,
a darsi degli strumenti in maniera attiva.
Hanno bisogno ancora del nostro supporto per poter fare questo,

(09:35):
ma ecco che è utile da parte nostra averne consapevolezza perché in maniera
intenzionale possiamo offrire ai nostri bambini questo tipo di supporto per
vivere al meglio queste situazioni.
E quindi tutte queste informazioni ci servono per avere un quadro più chiaro.
Cosa c'è dietro questa frase dei miei bambini? Poi ci può essere il caso dei
bambini un po' più grandi o dei ragazzi e degli adolescenti e quindi lì entrano

(09:57):
in gioco delle dinamiche ancora più complesse perché quindi dietro questa frase
ci può essere un malessere vissuto con i compagni,
un malessere vissuto con gli adulti di riferimento nella scuola,
ci può essere un malessere che può essere momentaneo così come invece di più lunga data a casa,
cioè magari un modo per mostrare ai miei genitori che mi sento trattato ingiustamente

(10:18):
o che sono arrabbiato o arrabbiata con loro per x motivi, so magari istintivamente
che andare a toccare sul tasto scuola va a aprire delle corde,
può essere una fatica passeggera perché c'è sto covando magari una malattia,
può essere banalmente non ho voglia di andare a scuola perché sto meglio a casa
e provo a vedere se dicendo questa cosa succede qualcosa.

(10:40):
È un modo per testare anche un po', insomma ci possono essere davvero una miriade
di situazioni diverse e di bisogni diversi.
Ed ecco che è interessante secondo me da parte nostra vedere proprio questa
cosa come qualunque comportamento dei bambini in realtà come un sintomo di un
qualcos'altro e di imparare ad avere questa lettura un po' più ampia della situazione,

(11:01):
di quello che è successo prima,
della globalità, del contesto all'interno del quale si svolge questa dinamica,
questo comportamento che noi stiamo ad osservare e anche del mondo del mio bambino,
della mia bambina o del mio ragazzo in quella fase della sua vita.
Tutto questo si mette insieme naturalmente poi con la mia capacità,
con la nostra capacità di adulti di fare queste osservazioni,

(11:22):
di metterle insieme a quello che è un po' come stiamo noi e l'istinto,
il nostro modo di rielaborare queste informazioni e poi in maniera attiva di
capire come possiamo entrare in relazione con i nostri bambini,
i nostri ragazzi sulla base di queste osservazioni che abbiamo fatto per poi
fornirgli il supporto più utile in quel momento.
Esempio perché se no se restiamo troppo generici rimane così un po' un po' troppo

(11:48):
un po' troppo teorico per esempio se ho osservato nei miei bambini più piccoli appunto questo questo.
Pianto in modo particolare nel momento della separazione però poi le insegnanti
o gli educatori a scuola mi dicono che in asilo va tutto bene,
a casa negli altri momenti in generale comunque tutto scorre più o meno nella
norma, sì ci sono le opposizioni ma so che per quella fascia d'età è più o meno normale,

(12:09):
ci sono delle grandi crisi emotive ma so, ho imparato che per quella fascia
d'età e per questo momento del suo sviluppo è normale ma questi momenti la mattina
sono particolarmente difficili.
Allora posso andare a capire, fare l'ipotesi che magari il mio bambino o la
mia bambina ha semplicemente magari bisogno in quel momento di ritrovare un
po' di più la connessione con me perché è un momento di separazione che vivono

(12:30):
in maniera più difficile e dolorosa e sentirsi, come dire.
Incoraggiati e visti da parte mia, del genitore, in questo momento di fatica
emotiva della separazione.
Situazione allora se faccio questa ipotesi posso dirmi ok
ma io come vivo questo momento sono presente o sto
pensando magari che sono in ritardo che ho fretta che
non è possibile che ho ansia che faccio fatica che questo

(12:52):
è già un altro primo indicatore perché effettivamente osservando questa
situazione mi posso dire beh sì in effetti spesso sono.
Distratto o distratta perché penso di
sono in ansia perché ho paura di arrivare a ritardo perché mi
sembra che non funzionino mai le cose la mattina e quindi magari
mi sento in colpa o mi sento poco efficace e
quindi sono perso o persa dietro questi pensieri se ti ritrovi

(13:13):
per esempio in questa spiegazione in questa narrazione ecco può
essere interessante quindi avere questo questa intuizione
di dire in effetti se il bisogno della mia bambina o del mio bambino in
quel momento è di ritrovare una connessione con l'adulto perché
poi sta per affrontare una separazione che è difficile in
quel momento e io però di fronte a questo momento di
difficoltà sono perso o persa nelle mie

(13:35):
fatiche vado a rinforzare l'idea nel
mio bambino in quel momento di non essere non avere questo
momento di connessione con me e questo andrà magari a
rinforzare ancora di più la sua tensione la sua emotività e
quindi renderà il momento ancora più difficile ok quindi posso poi
fare tutte queste osservazioni e dirti ok faccio questa
ipotesi provo a vedere come puoi fare no

(13:56):
per andare a supportare il bisogno del del
tuo bambino o della tua bambina in quel momento di separazione pur
lasciando il fatto che bisogna andare in asilo e quindi magari la mattina successiva
puoi fare attenzione a essere più presente e accogliente nei confronti del tuo
bambino o della tua bambina anche nel momento in cui magari ci sarà il pianto
e verbalizzare tutto questo e dire caspita amore mio mi rendo conto che la mattina

(14:17):
a volte facciamo le cose tanto di corsa e per te è un po' difficile che ci dobbiamo salutare così.
Per andare a fare la tua giornata e io a volte magari sono un po' persa nei
miei pensieri o nelle mie preoccupazioni, sono un po' di corsa,
di fretta e non riesco a capirti in questi momenti e magari la sensazione è
che io non ti sto coccolando abbastanza o non sto abbastanza con te.
Allora sai cosa ti dico, è così,

(14:39):
cosa ne pensi, ti faccio una bella coccola, oh caspiterina vedo che stai piangendo
fortissimo perché è difficile magari dirsi ciao la mattina e anche io sono contentissima
quando poi stiamo insieme e ci ritroviamo insieme e allo stesso tempo so che
in asilo farai delle cose bellissime e anche io ho delle cose interessanti, belle.
Importanti da fare al lavoro così come poi sono felicissima di ritrovarti nel

(15:02):
pomeriggio quando siamo insieme dopo la merenda o quando sarà dopo pranzo eccetera
eccetera quindi è un restituire questo tipo di supporto pur validando,
confermando la difficoltà del bambino o della bambina in quel momento questo
può essere un modo per prendere,
fare un'analisi un pochino della situazione e andare
a capire sulla base dell'ipotesi che ho fatto come posso
supportare e sostenere il mio bambino ci sono

(15:23):
naturalmente altri modi no poi possiamo rinforzare molto
il dialogo sulle routine per far sapere
bene ai bambini piccoli cosa succederà nella giornata ricordare loro
che dopo la merienda dopo pranzo dopo quello che è ci ritroviamo lasciare un
oggetto ci sono poi altre altre cose per rinforzare no però l'idea è di andare
a capire come fare questa osservazione e decidere di come entrare in comunicazione

(15:46):
con il bambino o la bambina sulla base di queste osservazioni Con dei bambini
più grandi la casistica quindi magari sarà diversa,
il tipo di interazione che avrò con i miei bambini può essere diversa e quindi
posso in base alla situazione andare a vedere che ci può essere anche una fatica
dovuta a vorrei passare più tempo con mamma e papà,
così come magari ci può essere unito a questo una difficoltà relazionale con

(16:08):
i compagni o con l'insegnante o gli insegnanti.
E tutto questo lo posso andare un po' a investigare sia parlando con i bambini direttamente.
Quindi il discorso più a monte è proprio di dire ok ma quando i miei bambini
mi parlano della loro giornata,
quando li vado a prendere, quando ci ritroviamo la sera in base alla tua routine personale,

(16:29):
quali momenti abbiamo di non fare niente, di attenzione, di silenzio o comunque
di stare insieme in cui sono io genitore aperto ad ascoltare quello che eventualmente mi succede.
Bambini mi comunicano può essere anche in un verbale può essere
una tensione particolare può essere una risposta un po più dura quanto sono
aperto o aperta e disponibile a cogliere questi segnali questa comunicazione

(16:53):
e a lasciare uno spazio aperto di ascolto con i quali i miei bambini possono
esprimere eventualmente delle difficoltà e quanto invece magari ho tendenza a.
Fare di corsa o a rispondere che non è nulla o a
sgridarli perché magari faccio un commento su come
avrebbero dovuto gestire la situazione diversamente quindi questo è
anche un'osservazione no un pochino più ampia non solo della giornata ma

(17:14):
in base all'età più più grandi sono i bambini o i
ragazzi addirittura e più come dire l'osservazione che
faccio deve andare un pochino più a ritroso no perché devo
prendere in conto il fatto che se per tanti anni ho risposto ai miei bambini
i miei figli in modo sbrigativo o presa da altro in modo distratto oppure magari
ogni volta volta che mi raccontavano di alcune difficoltà con i compagni o a

(17:35):
scuola io ho risposto dicendo che dovevano fare diversamente o dicendo che non
era così grave magari pian pianino si è venuta un po'
a allontanare la relazione o comunque l'abitudine di raccontare fino in fondo
le cose che sono successe si è un po'
persa e quindi non è magari successo oggi o ieri ma è un po' nella ripetizione
ed è lì che è importante come dire imparare penso a sviluppare questa capacità

(17:57):
a osservare le cose e a riflettere su quello che succede anche brevemente per esempio ho tempo un po'
per crescere, una cosa che vediamo con i genitori e che do è proprio un quaderno
di riflessioni giornaliere che guidano l'attenzione su queste dinamiche ed è
super importante e fondamentale perché è quello che poi permette di capire molto
più rapidamente cosa sta succedendo,

(18:17):
che cosa mi sta dicendo quel comportamento di quel mio bambino, di quel mio ragazzo.
Se faccio questa osservazione ho degli indizi e quindi a questo punto posso
andare a parlarne con il mio mio bambino o la mia bambina o con il ragazzo o
la mia ragazza con delle domande rimassenti un po' a di meno.
Non vuoi andare a scuola perché è proprio noiosa la scuola, pure se c'è qualcos'altro,
perché io mi ricordo che a volte quando mi raccontavi che c'era questa cosa

(18:39):
qui o quest'altra cosa qua, eri tutto contento, tutta contenta di andare a scuola,
adesso mi dici così, c'è qualcosa.
Sei solo stanco, stanca o c'è dell'acqua che hai voglia di passare più tempo in casa?
Pure ci sono delle cose che succedono
e in base alla risposta è restare lì attenti a lasciare aperto un po'
proprio con curiosità questo dialogo per poi poter passare dopo
a una soluzione quindi se il problema è per esempio sì perché

(19:00):
vorrei passare più tempo con te mamma e papà ho l'impressione che quando siamo
dopo la scuola c'è sempre il mio fratellino e la mia sorellina piuttosto che
altre cose da fare e quando sei a casa in telelavoro se io sto a casa con te
è l'unico momento che possiamo passare insieme ecco che magari ho delle indicazioni
completamente diverse E quindi su questa base posso andare a intervenire,
no, anche in modo diverso, per esempio, rinforzando,

(19:22):
chiedendo e allora magari facendo insieme un piano, no, una soluzione, ok?
Condivido con te, ti esprimo che ti capisco, quindi, ok, ho capito che per te
è importante passare più tempo con me e con papà in tranquillità e che forse
hai la sensazione che di non averne abbastanza, ho capito giusto,
ho capito sbagliato, ok?
E allo stesso tempo ecco perché per me è importante che tu possa andare a scuola

(19:42):
per esempio, tv per cui insistiamo su questo, contemporaneamente proprio perché
capisco qual è il tuo bisogno e anche a me fa piacere passare del tempo per
te, ecco che possiamo trovare insieme un altro modo.
Cosa dici se hai delle idee cosa ti piacerebbe fare
in quale in quale modo cosa posso fare io eccetera e
quindi ecco che lì possiamo fare una transizione verso una
possibile soluzione 1 2 l'avere espresso e capito un pochino meglio quale può

(20:06):
essere il bisogno permette poi a monte fare delle riflessioni diverse su come
introdurre magari appunto nel caso specifico può essere dei momenti insieme
o da trascorrere insieme in individuale
piuttosto che se la situazione è completamente diversa andremo a fare.
Possiamo fare delle riflessioni distinte ma sempre con l'obiettivo di dire ok
come faccio a rispondere a questo obiettivo, a questo bisogno che il mio bambino,

(20:30):
il mio ragazzo mi sta esprimendo e a trasmettere quella fiducia,
quell'incoraggiamento nella relazione con lui o con lei,
nelle capacità che io so mio figlio o mia figlia di avere e come dire approfondire
sempre, mantenere sempre viva questa complicità tra noi, proprio manifestare
questa fiducia che io sento nei confronti di mio figlio o di mia figlia.

(20:51):
Della mia bambina e del mio bambino.
Ecco, questi sono solo due esempi tra i tantissimi che possiamo avere,
ma mi sembrava super interessante per capire due cose, uno quanto,
anzi più di due, no, riassumo le due e tre più importanti, intanto quanto effettivamente
a volte noi partiamo con, eh mio figlio fa sempre così, mio figlio fa sempre
cos'ha, oppure mi dice, mio figlio dice questo,

(21:11):
mio figlio dice questo, e quanto sia importante invece per te in ascolto,
se ti ritrovi in queste situazioni, andare a ascoltare il livello più sotto, no?
E capire che questo comportamento, questa frase, questa cosa che osservi è la
punta di un iceberg, il sintomo e non la causa.
Questo è il numero uno. Il numero due è che per fare delle ipotesi sulle possibili
cause, importantissimo per te poter avere quell'osservazione più globale,

(21:33):
non solo di osservazione del tuo bambino specifico, che è super importante.
Ma anche di avere un'idea di qual è la sua capacità di percezione delle cose
che lo circondano, del suo mondo, della sua mente.
Tre di avere poi tu la possibilità di allenare queste competenze sia di osservazione
che di restituzione di conversazione ho due risorse per te la prima la bussola

(21:55):
del genitore pdf gratuito che puoi scaricare metterò sotto il link in cui trovi un po'
riassunti età per età quali sono i meccanismi
nascosti dietro i comportamenti che troviamo magari
che puoi trovare più fastidiosi nei tuoi bambini qual è la spiegazione diciamo
così fisiologica e quindi questo può essere un ingrediente super
utile per capire meglio cosa si nasconde dietro

(22:16):
i comportamenti dei tuoi bambini ed è corredato da una scheda di
osservazione che puoi utilizzare stampare per allenarti un po' in questo lavoro
2 l'incontro anzi la serie di incontri con Silvia Colombini che stiamo facendo
sull'ascoltore la comunicazione empatica naturalmente 3 tempo per crescere dove
questo allenamento e queste queste riflessioni le facciamo insieme,

(22:37):
le facciamo sia con proprio il percorso di tempo per crescere a cui hai accesso
a vita, sia negli incontri mensili,
nei due incontri mensili che facciamo in gruppo in cui quindi si va a vedere
caso per caso e situazione per situazione come fare a vivere diversamente gli
scambi con i bambini, le interpretazioni dei loro comportamenti e come mettere
in pratica quello che ascolti qua nel podcast.

(22:58):
Quindi se sei interessato ti invito a dare un'occhiata o a scrivermi per saperne
di più. Io ti ringrazio e ti do appuntamento alla prossima settimana. Grazie a tutti.
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