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November 28, 2023 10 mins
VIDEO: The Social Dilemma ➜ https://www.youtube.com/watch?v=Ko2YcD0iYpc

TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7612

CHI FAREBBE GIOCARE I BAMBINI CON LA DINAMITE? di Francesca Romana Poleggi
Chi metterebbe in mano ad un bambino del materiale esplosivo? Noi, in realtà, facciamo di peggio ogni volta che mettiamo in mano ad un bambino uno smartphone o un tablet.
I Lettori che pensano che questa affermazione sia l'esagerazione di una vecchia bacchettona all'antica, abbiano la compiacenza di leggere fino in fondo questo articolo.
Tanto per cominciare, la Federazione Italiana Medici Pediatri ha pubblicato una guida per "Bambini e adolescenti in un mondo digitale", dove si spiega il rischio di comprometterne la crescita e creare loro problemi durante lo sviluppo, anche se sembra che i piccoli sappiano padroneggiare abilmente dispositivi che noi adulti abbiamo fatto fatica ad imparare ad usare. Spiegano i pediatri che prima dei tre anni i bambini devono imparare a costruire i loro riferimenti spazio-temporali, e lo schermo che è solo a due dimensioni potrebbe rallentare la loro crescita. Dai 3 ai 6 anni, poi, per i bambini è essenziale il rapporto con il mondo fisico, reale: con le cose che si toccano e che si rompono, con le persone con cui si creano relazioni e contatti "fisici": anche le baruffe tra bambini servono per crescere (certamente con la mediazione di educatori che insegnino a non essere maneschi) e si imparano le regole sociali stando con gli altri bambini e giocando. Secondo i medici, quindi, prima dei 9 anni niente "touch-screen".
Poi, dice la guida, i ragazzini iniziano ad affacciarsi sul mondo e possono farlo anche attraverso il web. Ma sotto controllo degli adulti e senza social network.
Ma non è finita qui. Ancor più severi dlla FIMP, molti esperti di igiene digitale sono dell'avviso che uno smartphone collegato a internet con la libertà di aprire degli account sui vari social media sia assolutamente sconsigliato prima del 18 anni. Del resto, si vietano le automobili (e per quelle di grossa cilindrata non bastano 18 anni) perché sono oggetti estremamente pericolosi per la vita propria e altrui: internet e i social sono la stessa cosa.
È un'esagerazione anche questa?
THE SOCIAL DILEMMA
Prima di pensarlo, tutti guardino (e facciano vedere ai ragazzi) il docufilm "The Social Dilemma" in cui ingegneri ed esperti ex dipendenti del "GAFAM" (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) e delle altre grandi imprese "Big Tech" raccontano di aver lasciato i loro lucrosissimi impieghi per motivi etici. Si sono resi conto di aver contribuito a creare un mostro.
Il sistema di cervelli elettronici e di algoritmi che si trovano dall'altra parte dello schermo registra tutte le nostre azioni, registra il tempo in cui ci soffermiamo su un determinato filmato o su un determinato post. Attraverso la "sentiment analysis", cioè lo studio delle parole che digitiamo, registra i nostri stati d'animo: in poco tempo la macchina ci conosce meglio di quanto conosciamo noi stessi. Trova il modo di tenerci attaccati allo schermo più tempo possibile - rubandoci la vita, perché il nostro tempo è la nostra vita - in modo da "venderci" alle imprese che si fanno pubblicità sui loro canali: il nostro cervello e il nostro tempo si traducono in profitti a nove zeri per Big Tech.
E non basta ancora. Non solo rubano il nostro tempo (e i nostri dati, età, gusti, preferenze ecc.), ma sono in grado di modificare la nostra personalità e le nostre scelte secondo quello che è l'interesse dei loro clienti. Per raggiungere il massimo profitto, non usano alcuno scrupolo e non hanno alcuna remora. Frances Haugen (ex dipendente di Facebook) ha portato davanti al Parlamento americano, francese ed europeo le prove scritte: quando hanno fatto presente a Zuckemberg che da quando è di moda Istagram il numero di adolescenti femmine che compiono atti di autolesionismo fino al suicidio si è impennato vertiginosamente, il proprietario di Facebook-Meta, che è anche proprietario di Istagram, ha risposto che cambiare il sistema e gli algoritmi avrebbe comportato un decremento dei profitti, e perciò non hanno fatto alcuna modifica - che pure sarebbe stata possibile.
L'ESEMPIO DI INSTAGRAM
È ovvio che questo potere di persuasione e manipolazione è tanto più efficace quanto più l'utente del dispositivo è fragile, quindi giovane. L'esempio di Instagram è probante: le ragazzine, più che i maschi, sono molto sensibili all'apprezzamento sulle foto che esse pubblicano. Diventano dipendenti dai "like" come dalla droga (infatti i "like" sono stati studiati per scatenare a livello cerebrale un rilascio di dopamina). Quando i "like" non arrivano, o peggio quando
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